“Un vero orgoglio per la Lombardia. Vi faremo sentire il nostro tifo e la nostra vicinanza. Tutta la nostra comunità è fiera di voi”. Così l’assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Elena Lucchini, rivolge il suo in ‘bocca al lupo’ agli atleti paralimpici lombardi impegnati nei Giochi di Parigi dal 28 agosto all’8 settembre.
La rappresentanza lombarda, ricorda Lucchini, che conta ben 35 partecipanti, “è la più numerosa all’interno della delegazione italiana. “Siamo il territorio più rappresentato – osserva – è anche questo, è per noi motivo di vanto. Nonché di soddisfazione, perché dimostra l’attenzione che i nostri centri sportivi dedicano a questo movimento”.
5 cerchi, giusto riconoscimento
Sudore, fatica, impegno, risultati. Per la responsabile della Disabilità di Palazzo Lombardia, “sono valori che meritano il giusto riconoscimento. Mi auguro, afferma, “che questa seconda fase dei Giochi abbia la copertura mediatica che merita anche su tv, giornali e media digitali. So che le Olimpiadi sono una manifestazione internazionale con le sue regole e i suoi organi di governo e disciplina. A me piacerebbe che in futuro anche le Paralimpiadi potessero fregiarsi del simbolo dei cinque cerchi”.
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Attualmente, infatti, il logo paralimpico rappresenta tre ‘agitos’ (dal latino agito, ovvero io mi muovo) in blu, rosso e verde, i tre colori più utilizzati nelle bandiere dei Paesi del Mondo.
Il dibattito parta dall’Italia
“È un bel simbolo, dal significato profondo”, premette Lucchini, ma “i ‘cinque cerchi’ sono più immediatamente riconoscibili e collegabili a quel grandioso evento sportivo rappresentato dalle olimpiadi. Usarli anche per gli atleti con disabilità – osserva – a mio avviso potrebbe essere un ulteriore elemento di inclusione, perché le gesta atletiche di questi ragazzi non hanno nulla da invidiare rispetto a quelle dei loro colleghi normodotati. Anzi, sono la dimostrazione di come impegno, passione e dedizione sappiano essere più forti anche di eventuali limitazioni fisiche”.
Un’idea, conclude l’assessore Lucchini, “sulla quale si potrebbe, ragionare. Sarebbe bello che il dibattito partisse proprio dall’Italia, il Paese che per primo ha ospitato i Giochi paralimpici estivi di Roma 1960”.
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