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Cronaca

Con Barilla Al Bronzo la scarpetta diventa un gesto gourmet

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MILANO (ITALRESS) – Riscoprire il gusto autentico fino all’ultimo boccone: la scarpetta è un gesto tutto italiano che racconta convivialità e amore per la buona cucina. Un rito antico che incarna la cultura culinaria del Belpaese in tutto il mondo e che testimonia la capacità di godersi il piacere del gusto fino alla fine.
L’amore degli italiani per la scarpetta è confermato dai dati dell’indagine condotta da YouGov e commissionata da Barilla : il 68% degli italiani ama gustare ogni boccone senza lasciare nulla nel piatto. Il desiderio di godersi l’esperienza fino all’ultimo boccone è così importante che la scarpetta è il secondo gesto più comune quando si cena in ambienti informali per il 57% degli intervistati. Nonostante ciò, molti si sentono inibiti dal galateo nei contesti formali: tra coloro che adorano la scarpetta e la fanno in contesti informali, il 60% si autocensura quando va nei ristoranti fine dining. Tra coloro che si astengono, la scarpetta è uno dei gesti di cui si sente di più la mancanza (secondo il 48% degli intervistati), secondo solo al vestirsi in maniera comoda.
Dalla ricerca emerge anche la conferma che il 93% degli italiani adora la pasta, e per l’86% poter godere del sugo è fondamentale per l’esperienza stessa. Inoltre, il 52% considera un peccato non raccogliere il condimento che rimane nel piatto, fin all’ultimo boccone.
Nonostante secondo il galateo il gesto non sia adatto agli ambienti formali, negli ultimi anni importanti chef hanno iniziato a rivalutare la scarpetta, celebrandola anche attraverso i loro piatti. L’argomento è diventato oggetto di dibattito.
In questo contesto si inserisce la pasta Barilla Al Bronzo, che grazie alla sua esclusiva texture ruvida cattura perfettamente ogni condimento, permettendo finalmente di godere del sugo fino all’ultimo boccone. Nella nuova campagna, Barilla Al Bronzo è dunque “la pasta che fa la Scarpetta” celebrando il rituale della tradizione italiana in ogni occasione, a casa come al ristorante, rendendo un gesto informale adatto anche ai contesti più esclusivi e raffinati.
“In Italia, l’antico gesto del “fare la scarpetta”, conosciuto in tutto il mondo, esprime il piacere di assaporare un piatto fino alla fine. Un rituale solitamente riservato alla tavola di casa o a momenti informali. Con Barilla Al Bronzo – la nostra linea dalla straordinaria capacità di abbracciare il sugo – celebriamo la passione italiana per il buon cibo e per la vita, portando la scarpetta in ogni occasione. Questo è il cuore della nostra nuova campagna”, afferma Katia Desogus, Direttore marketing Pasta Barilla Italia.
Gesto che sa di casa, vero e verace, storicamente associato a pranzi informali, la scarpetta sta guadagnando spazio anche nei contesti più eleganti, perchè simboleggia l’apprezzamento di ciò che si sta mangiando. Negli ultimi anni, la moderna percezione delle esperienze culinarie ha guidato un’evoluzione del galateo, ridefinendo anche le ricette d’alta cucina e i modi in cui vengono gustate. Così, in linea con la reinterpretazione della tradizione, nel nuovo spot, Barilla Al Bronzo porta l’informalità della scarpetta anche nei contesti più raffinati grazie alla sua eccellente tenuta del sugo che consente di assaporarlo appieno con la pasta.
Se da una parte il galateo dice tradizionalmente di no alla scarpetta nelle occasioni formali, dall’altra l’esperta di bon ton Elisa Motterle evidenzia che “sulla tavola, proprio come accade nella Moda, si incontrano – e a volte si scontrano – regole tradizionali e tendenze contemporanee: da questa dialettica nascono nuovi modi di interpretare gesti classici e conviviali, come raccogliere il sugo, con un boccone di pane, a fine pasto.” L’esperta ha stilato un vademecum delle buone maniere a tavola, spiegando che le regole della tradizione possono talvolta lasciare spazio a regole funzionali, per permettere di godere appieno dell’esperienza della tavola, assaporando fino all’ultimo boccone. “Nella nuova campagna, Barilla al Bronzo – continua Elisa – rinnova la tradizione informale della “scarpetta” e la presenta come un dettaglio gourmet, mettendo così d’accordo gusto e galateo”.
Sempre più chef, dunque, celebrano il rituale della scarpetta, trasformandola, anche attraverso le proprie creazioni, in un’espressione di convivialità e piacere.
Lo sa bene lo chef Davide Oldani che ha ridefinito il concetto di alta cucina con la sua filosofia di “pop cuisine”, basata su un equilibrato connubio di creatività e semplicità.
” “Per gli amanti della pasta il rito della scarpetta è un piacere irrinunciabile: nella nuova campagna, Barilla Al Bronzo riesce a unire gusto e raffinatezza, valorizzando un gesto della tradizione, rendendolo possibile anche nei contesti più formali”, afferma lo chef Oldani. Questa filosofia rispecchia la Cucina POP dello chef, che vuole combinare qualità e accessibilità, tradizione e innovazione. “Credo fermamente che la grandezza della cucina italiana risieda non solo nella varietà e nel sapore, ma anche nella sua capacità di essere costantemente reinterpretata valorizzando ogni ingrediente con semplicità”. Così con Barilla Al Bronzo ogni occasione può diventare speciale, ed è possibile vivere l’eleganza di un ristorante raffinato anche a casa.
Barilla Al Bronzo si distingue per la sua lavorazione grezza e raffinata, ottenuta tramite la trafilatura al bronzo che disegna sulla superficie della pasta una “rete di microincisioni”, per una consistenza ruvida distintiva. Questo design permette alla pasta di avere un’eccellente tenuta del sugo, valorizzando la complessità dei sapori e rendendo ogni boccone un’esperienza ricca e appagante.
Barilla Al Bronzo è realizzata con una selezione di grani duri pregiati 100% italiani, sapientemente macinati e scelti appositamente per ottenere risultati ottimali, con un contenuto proteico superiore al 14%, per una consistenza robusta ed elastica. L’eccellente qualità e quantità di proteine migliora la consistenza della pasta e ne aumenta la sua capacità di trattenere l’amido durante la cottura, per un risultato “al dente”. Il grano duro selezionato fornisce inoltre naturalmente una tonalità giallo ambrata, per un’esperienza sensoriale unica, alla vista e al tatto.
-foto ufficio stampa Omnicom –
(ITALPRESS).

Cronaca

E’ morta Ornella Vanoni, leggenda della musica italiana

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ROMA (ITALPRESS) – E’ morta, all’età di 91 anni, Ornella Vanoni. “Con profondo dolore riceviamo la notizia della scomparsa di Ornella Vanoni. Grazie per tutto quello che ci hai regalato Ornella, lo terremo sempre nel nostro cuore” si legge sul profilo X di “Che tempo che fa”, programma in cui era stata spesso ospite.
Nata a Milano, considerata tra le maggiori interpreti della musica leggera italiana, è stata una delle artiste italiane dalla carriera più longeva. Inizia a lavorare nel 1956 (come attrice in “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello dopo avere studiato all’Accademia di arte drammatica” del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler del quale è diventata allieva prediletta e compagna). Nel 1957 il debutto canoro con le “canzoni della mala”, brani che traggono spunto da antiche ballate dialettali e raccontano storie di poliziotti e malfattori. Dopo gli esordi, il suo stile interpretativo unico e sofisticato le consente di attraversare un repertorio che comprende il pop d’autore, la bossa nova (da ricordare l’album “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria” realizzato con Toquinho e Vinicius de Moraes) e il jazz che la porta a collaborare con musicisti del calibro di George Benson, Michael Brecker e Randy Brecker, solo per citarne alcuni. E a vendere oltre 55 milioni di dischi con i suoi 112 lavori pubblicati, tra album, EP e raccolte, con autori che portano il nome di Dario Fo, Paolo Conte, Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Franco Califano, Mogol, Renato Zero e Riccardo Cocciante.
Nel 1960 Vanoni incontra Gino Paoli con il quale nasce un’intensa stria d’amore che va di pari passo con la collaborazione artistica: basti citare l’indimenticabile “Senza fine”. Nonostante l’amore per Paoli, la cantante sposa l’impresario teatrale Lucio Ardenzi da cui si separa ancor prima che nasca il figlio Cristiano. Non a caso, il suo primo 45 giri di grande successo commerciali è “Cercami” dedicata proprio a Paoli. Mentre prosegue anche l’impegno teatrale (tra gli altri, è Rosetta in “Rugantino” di Garinei e Giovannini), arriva la prima (di otto) partecipazione al Festival di Sanremo: nel 1965, con “Abbracciami forte”. Seguono quelle nel 1966 (“Io ti darò di più”), nel 1967 (“La musica è finita”), nel 1968 (“Casa bianca”), nel 1970 (“Eternità”), nel 1989 (“Io come farò”), nel 1999 (“Alberi”, con Enzo Gragnaniello) e nel 2018 (“Imparare ad amarsi”, con Bungaro e Pacifico). Nonostante tutti i Festival, i suoi maggiori successi discografici sono altri: “Una ragione di più” (1969), “L’appuntamento” (1970), “Domani è un altro giorno” (1971), “Più” (1976, con Gepy).
Poi c’è la televisione, che vede la Vanoni impegnata negli anni come conduttrice, prima donna o ospite fissa: da “Giardino d’inverno” a “Studio Uno”, da “Senza rete” a “Serata d’onore”, da Fatti e fattacci” a “Risatissima”. E’ anche giudice in “Star Academy” e “Amici Celebrities”. Nella carriera sessantennale non manca nemmeno il cinema dal primo “Romolo e Remo” di Sergio Corbucci del 1961 all’ultimo “7 donne e un mistero” di Alessandro Genovesi del 2021. L’abbiamo vista anche nello sceneggiato “Il mulino del Po” di Sandro Bolchi e, in un cameo, nella fiction di Rai1 “La Compagnia del Cigno” di Ivan Cotroneo. Tra i premi assegnati a Ornella Vanoni ce ne sono tre del Club Tenco (due Premi e una Targa) e due volte il Premio Lunezia.
-foto Ipa Agency-
(ITALPRESS).

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Cronaca

L’Italia di Davis batte il Belgio 2-0 e vola in finale

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BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Italia vola in finale in Coppa Davis. La nazionale capitanata da Filippo Volandri soffre ma batte il Belgio per 2-0, senza passare dal doppio decisivo. Bastano i due singolari agli azzurri nella prima semifinale delle Finals, in scena sul cemento indoor di Bologna. Dopo la vittoria di Matteo Berrettini contro Raphael Collignon (6-3 6-4), il punto del successo l’ha firmato Flavio Cobolli (22 del mondo), battendo Zizou Bergs (numero 43 del ranking Atp) col punteggio di 6-3 6-7 (5) 7-6 (15), dopo poco più di tre ore di autentica battaglia. L’azzurro ha annullato ben sette match point all’avversario. Di contro Cobolli ha chiuso la partita al settimo match point in suo favore (dopo che Bergs gli aveva annullato sei “punti match”).
Dopo la finale del 2023, vinta contro l’Australia, e quella dello scorso anno, vinta contro l’Olanda, l’Italia per il terzo anno consecutivo (prima volta nella storia) giocherà l’ultimo atto della Coppa Davis. L’ultima Nazione a giocare tre finali di fila è stata l’Australia, fra il 1999 e il 2001.
Si estende a 12 successi la striscia positiva dell’Italia nei match di Coppa Davis. L’ultimo ko risale al 2023, contro il Canada. Non riesce ad approdare alla finale di Davis, invece, il Belgio, ancora a secco di insalatiere e giunto alle Final Eight di Bologna attraverso le qualificazioni.
Domenica gli azzurri affronteranno nel match decisivo per la difesa del titolo la vincente dell’incontro tra Germania e Spagna, che si scontreranno domani, a partire dalle 12.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Cina, think tank evidenzia progressi nella protezione e governance di fiumi

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NANCHINO (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – La foto mostra copie del rapporto del think tank intitolato “Sfruttare i fiumi per la prosperità nazionale e il benessere pubblico – Uno studio sulla strategia fluviale della nuova era”. Il rapporto è stato pubblicato venerdì dal National High-Level Think Tank dell’Agenzia di Stampa Xinhua e dal China Institute of Water Resources and Hydropower Research del Ministero delle Risorse Idriche, a Nanchino, nella provincia cinese orientale di Jiangsu.
(ITALPRESS).
-Foto Xinhua-

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