Cronaca
Lombardia, crescono i contratti stabili per i neolaureati. Meno tirocini
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10 mesi fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Crescono i contratti a tempo indeterminato (7% in più per i laureati tra il 2017 e il 2023 dell’Università Statale di Milano e dell’Università di Milano-Bicocca) e nel 2023 il tasso di occupazione dei laureati lombardi a un anno dalla laurea (2022) è superiore alla media nazionale, così come le retribuzioni medie lombarde, che rendono la Lombardia la regione italiana che attrae maggiormente i laureati italiani. Tuttavia, aumenta anche la difficoltà da parte delle aziende nel reperimento del personale, in particolare in ambito Stem. Quello dei laureati lombardi non è un percorso privo di difficoltà, soprattutto per chi proviene dalle lauree umanistiche, ma nel complesso a tre anni dalla laurea ben il 43% dei laureati vede migliorare le proprie condizioni contrattuali. Sono questi alcuni dei risultati emersi dal Terzo Rapporto del Milan Higher Education Observatory (MHEO) ‘Dopo la laurea: gli sbocchi occupazionali dei laureati lombardi” promosso dall’Università degli Studi di Milano e dall’Università gli Studi di Milano-Bicocca in collaborazione con Unioncamere, Almalaurea, Università di Pavia e Deloitte, che si inserisce nell’ambito delle attività svolte dallo Spoke 6, “Innovazione per società sostenibili ed inclusive”, di MUSA – Multilayared Urban Sustainability Action, un progetto finanziato dall’Unione europea (NextGenerationEU, PNRR Missione 4 Componente 2 Linea di Investimento 1.5: Creazione e rafforzamento degli “ecosistemi dell’innovazione”, costruzione di “leader territoriali di R&S”). La presentazione, avvenuta questa mattina presso la sede di Assolombarda a Milano, si è aperta con i saluti della Rettrice dell’Università Statale di Milano Marina Brambilla, di Monica Poggio, Vicepresidente con delega a Università, Ricerca e Capitale Umano – Assolombarda, e di Salvatore Torrisi, Prorettore alla valorizzazione della Ricerca Università degli Studi di Milano-Bicocca e coordinatore scientifico del progetto MUSA. I lavori sono proseguiti con gli interventi, tra gli altri, di Matteo Turri, docente di Economia Aziendale della Statale di Milano e responsabile scientifico di MHEO, di Silvia Salini, docente di Statistica dell’Università Statale di Milano e Mario Mezzanzanica, Prorettore per l’alta formazione e per le attività del job placement dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, entrambi curatori della ricerca.
Per realizzare il report è stato utilizzato un approccio metodologico integrato. Da un lato si è analizzato il percorso dei laureati, usando sia i dati amministrativi delle Comunicazioni Obbligatorie (COB) del Ministero del Lavoro, sia i questionari realizzati da Almalaurea per verificare il livello di soddisfazione dei neoassunti rispetto al lavoro trovato. Dall’altro sono state prese in esame le esigenze del mercato del lavoro attraverso il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere, una banca dati che fornisce un quadro approfondito per comprendere quali settori e professioni siano in espansione e quali competenze risultino più difficili da reperire. Rispetto al resto del Paese, la Lombardia si conferma una regione dove l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro avviene velocemente. Gli esiti occupazionali nella nostra regione risultano infatti superiori rispetto al dato nazionale: a un anno dal titolo (2022), +4,1% per i laureati di primo livello e +4,5% per quelli di secondo livello; a cinque anni (2018) +1,5% per i laureati di secondo livello. Si tratta di occupazione di qualità, infatti i laureati lombardi sono meno disponibili ad accettare lavori non coerenti con i propri studi e aspettative: a un anno dal conseguimento del titolo solo il 69,5% dei laureati negli Atenei lombardi accetterebbe un lavoro non coerente con gli studi svolti, rispetto al 73% dei laureati sul territorio nazionale. Inoltre, secondo i dati Almalaurea, nell’ultimo quinquennio, cresce tra i giovani l’importanza attribuita al tempo libero, alla flessibilità dell’orario e al luogo di lavoro. Le retribuzioni sono in generali superiori alla media nazionale. A un anno dal titolo, i laureati di primo livello dichiarano di percepire in media 1.399 euro, mentre per i laureati di secondo livello la media sale a 1.484 euro (rispettivamente +1,1% e +3,6% rispetto alla media nazionale). E a cinque anni dal titolo, i livelli retributivi superano, in media, i 1.800 euro mensili netti (superiori del 4% rispetto a quanto dichiarato dal complesso dei laureati). Emerge però in Lombardia una crescente difficoltà delle imprese nel reperimento del personale, principalmente attribuibile a due fattori: la mancanza di candidati e il disallineamento tra competenze richieste dalle imprese e quelle offerte dai candidati. Secondo i dati di Unioncamere, sul complesso delle entrate di personale previste nel 2023, in Lombardia, le imprese ritengono di difficile reperimento il 45% del personale cercato; se si pone l’accento sul personale laureato, la difficoltà di reperimento raggiunge il 49%. Il report ha anche esaminato quali siano le caratteristiche maggiormente richieste dalle aziende nei candidati da assumere e se e come siano mutate dopo la pandemia di Covid-19: è emerso così che ad oggi si cercano più frequentemente che nel 2019 figure con conoscenze digitali, green e capacità di gestire processi d’innovazione della digital transformation. I percorsi che garantiscono maggiore occupabilità sono quelli in ambito Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Più di 1 azienda su 2 riferisce di aver riscontrato difficoltà nel trovare profili Stem, in particolare negli ambiti di ingegneria (63%) e tecnologia (55%). Inoltre il 60% delle aziende afferma che l’IA aumenterà la domanda di profili STEM nel prossimo futuro. Un altro punto focale è la mobilità, sia interna all’Italia sia verso l’estero. La prima risulta inferiore rispetto al complesso dei laureati nazionali: ciò evidenzia come la Lombardia tenda più frequentemente a trattenere per motivi di lavoro i laureati che hanno studiato in Atenei lombardi. La seconda, la mobilità verso l’estero, invece coinvolge più frequentemente i laureati negli Atenei lombardi rispetto al dato nazionale, (più 0,7 punti percentuali il tasso degli occupati all’estero nell’ultimo anno). Tale risultato va ricondotto alla maggiore selettività dei laureati nei confronti delle offerte di lavoro: all’estero secondo i laureati negli Atenei lombardi sono più soddisfacenti le opportunità di contatti internazionali, le prospettive di carriera e di guadagno, nonchè la maggiore flessibilità dell’orario e il prestigio del lavoro. “Oggi presentiamo il terzo rapporto MHEO, un modello riuscito di collaborazione pubblico-privato, un osservatorio sulla formazione terziaria che offre un punto di vista privilegiato per le università ma anche per i decisori politici, le istituzioni e le aziende coinvolte nel sistema educativo e nel mercato del lavoro. Questo rapporto ci racconta delle scelte dei nostri giovani neo laureati che, rispetto al passato, sono più selettivi e orientati al cambiamento. Nonostante una crescita dei contratti a tempo indeterminato, aumenta in modo inequivocabile il divario tra domanda e offerta. Una distanza che dobbiamo colmare con risposte di sistema e interventi integrati tra atenei, istituzioni e imprese. Come Università Statale ci impegniamo a sviluppare una offerta formativa interdisciplinare che integra i percorsi STEM, oggi essenziali per governare la transizione digitale e ecologica”, commenta Milano Marina Brambilla. “Il capitale umano è un asset fondamentale per la crescita competitiva dell’impresa”, dichiara Monica Poggio. “Mi riferisco, in particolare, alle risorse più giovani: con il loro portato in termini di innovazione, apertura al cambiamento, dimestichezza nell’utilizzo delle tecnologie digitali, con la loro sensibilità alle tematiche legate alla sostenibilità, sono oggi più che mai centrali per aiutare le aziende di Milano, Monza e Brianza, Pavia e Lodi ad affrontare le nuove sfide dell’economia globale. Alla luce di un mercato sempre più dinamico, caratterizzato da una sempre più rapida evoluzione delle competenze, dobbiamo, dunque, promuovere una sempre più stringente alleanza tra imprese e sistema educativo, irrobustendo in particolare l’asse con le università. Per questa ragione, riteniamo utile il lavoro di osservatori come MHEO che ci consentono di mettere a fuoco nuove policy promosse con il duplice obiettivo di sostenere il percorso di inserimento dei laureati nel mercato del lavoro e di consentire alle imprese di individuare capitale umano qualificato”. “L’Osservatorio MHEO si inserisce perfettamente nell’ambito del progetto MUSA, attraverso l’utilizzo di strumenti e l’elaborazione di dati importanti per comprendere meglio la capacità del sistema universitario lombardo e nazionale di esercitare un impatto sulla società e sull’economia attraverso la formazione di capitale umano, una risorsa fondamentale per la crescita del Paese. Sono ben note le difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro dei giovani laureati, e MEHO può contribuire a comprendere meglio in che modo il sistema universitario possa superare questi divari. In particolare, il sistema universitario è in questo momento impegnato nella formazione di giovani ricercatori assunti a tempo determinato per lo sviluppo dei progetti PNRR, e un tema di cui tutti gli atenei si stanno occupando è legato al collocamento nel sistema economico di questi giovani altamente formati”, ha concluso Salvatore Torrisi. (ITALPRESS).
Foto: Università Statale Milano
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Cronaca
A Vinitaly.Usa a Chicago 250 aziende e 1.500 buyer per reagire ai dazi
Pubblicato
2 ore fa-
6 Ottobre 2025di
Redazione
CHICAGO (ITALPRESS) – Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha inaugurato la seconda edizione di Vinitaly.USA al Navy Pier di Chicago (5-6 ottobre) con oltre 250 espositori tra aziende, consorzi e collettive regionali impegnate nei b2b con più di 1.500 buyer. “La grande partecipazione di aziende italiane a Vinitaly.USA a Chicago – afferma – ci dice che il mercato statunitense non è sostituibile e che vale la pena investire. La grande presenza di operatori americani e di buyer ci dice che il vino italiano continua a essere un prodotto che gli americani cercano e vogliono comprare. Il Sistema Italia è al fianco di tutto il settore per promuovere le qualità inimitabili del nostro vino e per continuare a guardare al futuro con ottimismo. Non c’è insidia che non si possa affrontare se si ha la sicurezza di poter offrire un prodotto che non ha eguali”.
Sostegno al settore è stato espresso anche dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani che in un messaggio ha dichiarato: “Il Governo è al fianco di questo settore strategico, prioritario nel quadro della strategia di diplomazia della crescita con l’obiettivo di raggiungere il traguardo di 700 miliardi di export entro la fine della legislatura. Va in questa direzione il Piano d’Azione per l’Export, che punta ad aprire nuovi spazi nei mercati extra-europei ad alto potenziale, senza dimenticare quelli tradizionali come l’Europa o gli Stati Uniti in cui vogliamo continuare a rafforzare la nostra presenza”. Inoltre, il ministro ha annunciato di “aver istituito presso il ministero una Task Force Dazi” a disposizione delle aziende.
Organizzato da Veronafiere-Vinitaly con ITA – Italian Trade Agency, Fiere Italiane e la Camera di Commercio italiana americana del Midwest-Chicago, “Vinitaly.USA è la risposta del vino italiano ai dazi e al conseguente contesto di preoccupazione e incertezza – ha dichiarato in apertura il presidente di Veronafiere Federico Bricolo -. Il programma unitario di questa edizione che ingloba, oltre a Vinitaly, anche wine2wine Business Forum, la Vinitaly International Academy, Vinitaly Tourism e SOLExpo, rafforza il presidio di Veronafiere su questo mercato strategico e tutt’altro che saturo, che può riservare nuove potenzialità di crescita per il vino italiano”.
Infatti, il 75% dei consumatori statunitensi di vino Made in Italy si concentra in una quindicina di Stati, con in testa California, New York, Florida, Texas e Illinois. Gli Italian wine lover, oggi, provengono soprattutto da qui, sono in prevalenza consumatori di origine caucasica (75%), Boomers o Gen X (62%), con una significativa presenza del pubblico femminile. Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base Iwsr (International Wine and Spirits Record, leader globale nei dati, nelle analisi e nelle informazioni strategiche per il settore delle bevande alcoliche) l’identikit del consumatore del futuro è di genere maschile, Gen Z ma anche Millennial, di etnia latinoamericana o afro-discendente, preferibilmente residente in Texas, Illinois, California, South Carolina e Georgia o altre aree con quei segmenti di popolazione non solo poco esplorati, ma che Stato per Stato dimostrano percentuali di gradimento del vino superiori alla media nazionale. Nuovi target e aree di domanda potenziale che Vinitaly.USA vuole intercettare per ampliare le occasioni di business del vino italiano, paese leader tra i consumi di vini d’importazione con una quota pari al 38% sul totale. Opportunità per le imprese made in Italy ma anche per il trade americano: secondo una stima dell’Osservatorio, infatti se è vero che le imprese italiane registrano un fatturato annuo di oltre 2,2 miliardi di dollari dalle vendite oltreoceano, per i partner commerciali Usa il beneficio a valore sale a più di 10 miliardi di dollari. A Vinitaly.USA, attesi tra i buyer anche i top Volio Fine Wine Imports, Vias, Terlato Wines, More Than Grapes – wine imports, Winebow fine wines – spirits e Eagle Eye Wines. Nei panel di wine2wine Vinitaly Business Forum, inevitabili anche i focus sui dazi: se ne discuterà, tra gli altri, con Benjamin Aneff, presidente U.S. Wine Trade Alliance.
“L’Agenzia ITA-Italian Trade Agency, nel solco della diplomazia della crescita spinta dalla Farnesina e negli obiettivi di crescita indicati anche dal ministero dell’agricoltura, è orgogliosa di essere motore trainante dell’edizione 2025 di Vinitaly Chicago – ha commentato il presidente di ITA, Italian Trade Agency, Matteo Zoppas – realizzata in collaborazione con Veronafiere e la Camera di Commercio di Chicago. Quest’anno ospitiamo circa 250 aziende con 2000 etichette, un numero in crescita rispetto all’anno precedente. Abbiamo lavorato con cura sulla qualità degli operatori, dei buyer e dei produttori, offrendo un livello di selezione ancora più elevato e organizzando tre masterclass per avvicinare sempre più il pubblico americano al gusto del vino italiano. In questo momento di incertezza sui dazi – ha concluso Zoppas – il nostro impegno è dare un supporto tangibile agli imprenditori del vino italiano negli Stati Uniti. Nei prossimi mesi valuteremo insieme l’andamento del mercato, ma oggi siamo qui per fare la nostra parte dando sostanza al ruolo del sistema Paese”.
All’inaugurazione di Vinitaly.USA hanno partecipato Marco Peronaci, Ambasciatore d’Italia negli USA; Marco Rago, Consigliere giuridico ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale; Maurizio Muzzetta, presidente Fiere Italiane USA LLC; Domenico Mauriello, segretario generale Assocamerestero e Robert Allegrini, presidente NIAF (The National Italian American Foundation). Sono, inoltre, intervenuti: Luigi Scordamaglia, amministratore delegato Filiera Italia; Giordano Emo Capodilista, vicepresidente Confagricoltura; Tommaso Battista, presidente Copagri; Carmelo Troccoli, direttore nazionale Fondazione Campagna Amica; Marzia Varvaglione, presidente CEEV (Comitè Europeen des Entreprises Vins) e Lamberto Frescobaldi, presidente Unione Italiana Vini (in collegamento). Mentre al successivo Business Forum organizzato da ITA – Italian Trade Agency, ha registrato i contributi di Marilisa Allegrini, presidente e ceo Gruppo Marilisa Allegrini, Francesco Ganz (Ethica Wines), Bill Terlato (Terlato Wine Group), Diva Moretti Polegato (Villa Sandi) con le conclusioni di Matteo Zoppas, presidente ITA – Italian Trade Agency e del ministro Francesco Lollobrigida. Presenti per Veronafiere anche la vicepresidente Marina Montedoro, l’amministratrice delegata Barbara Ferro e il direttore generale Adolfo Rebughini. A Chicago anche Kristian Ghedina (ex sciatore con 33 podi in Coppa del Mondo e sommelier Ais ad honorem dal 2023) nella veste di Ambassador Vinitaly.USA 2025.
-foto ufficio stampa Veronafiere –
(ITALPRESS).
Cronaca
Crampi per Sinner a Shanghai: si ritira al 3° contro Griekspoor
Pubblicato
6 ore fa-
5 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Giornata amara per Jannik Sinner. L’azzurro si è ritirato nel corso del terzo set del match dei sedicesimi di finale del “Rolex Shanghai Masters”, il penultimo Masters 1000 della stagione, con montepremi totale pari a 9.193.540 dollari, in corso sui campi in cemento della capitale economica della Cina. Il tennista altoatesino, numero 2 del mondo e secondo favorito del seeding (in realtà primo favorito dopo il forfait all’ultimo minuto di Carlos Alcaraz), ha ceduto di fronte all’olandese Tallon Griekspoor, 31 del ranking Atp e 27esima forza del tabellone, a causa dei crampi.
L’azzurro aveva vinto il primo set per 7-6 (3). Poi nella seconda frazione è arrivato a due punti dal match, prima di arrendersi per 7-5. Infine, nella terza frazione ha cominciato ad accusare problemi, soprattutto per crampi alla gamba destra. Quindi, sul 3-2 in favore dell’olandese, è stato costretto ad alzare bandiera bianca.
Buone notizie invece da Pechino, dove Sara Errani e Jasmine Paolini hanno conquistato un altro titolo in doppio. Le due azzurre hanno vinto il “China Open”, penultimo Wta 1000 della stagione, andato in scena sui campi in cemento dell’Olympic Green Tennis Centre. La emiliano-romagnola e la toscana, campionesse anche nel 2024 nella capitale cinese, hanno battuto in finale la coppia composta dalla giapponese Miyu Kato e dall’ungherese Fanny Stollar con il punteggio di 6-7 (1) 6-3 10-2. Per Errani e Paolini, in coppia, si tratta del quarto titolo del 2025: in bacheca quest’anno hanno messo anche il “1000” di Doha (sul cemento), quello di Roma (su terra) e lo Slam del Roland Garros (in terra). Complessivamente sono 9 i trofei (compresa la medaglia d’oro olimpica di Parigi 2024) conquistati insieme dalla 38enne di Massa Lombarda e dalla 29enne di Bagni di Lucca.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
La Roma vince anche a Firenze e resta in vetta
Pubblicato
8 ore fa-
5 Ottobre 2025di
Redazione
FIRENZE (ITALPRESS) – La Roma si conferma in testa alla classifica della Serie A, alla vigilia della pausa del le gare delle Nazionali, espugnando il Franchi di Firenze grazie alle reti di Soulè e Cristante che ribaltano il gol iniziale di Kean. Vincono 2-1 gli uomini di Gasperini con una prova non perfetta; ma tanto basta per avere la meglio su una Fiorentina davvero in crisi nera, che non si smuove dai tre punti maturati in sei giornate di campionato, rimanendo sempre più invischiata nella lotta salvezza.
La partita è divertente e incerta fin dal fischio di inizio con i viola a provare a fare gioco e ad attuare almeno nei primi 20′ un pressing alto, e con Kean che fa da boa e punto di riferimento. Di contro la Roma sembra timorosa e incerta, con molti errori di disimpegno da segnalare. Non è un caso che poco prima del quarto d’ora di gioco proprio Kean sfrutti uno scontro fortuito Mancini-Cristante a centrocampo, e si involi verso la porta giallorossa battendo Svilar.
Gli ospiti però non accusano il colpo e ci mettono poco a ribaltare il risultato. Prima Soulè con uno stupendo Mancini brucia De Gea, poi Cristante anticipa Mandragora su calcio d’angolo battuto dall’argentino numero 18 romanista, e fa due a uno per i suoi. La Roma potrebbe fare tris al 36′ se Dovbyk arrivasse prima su un cross di Wesley, mentre Kean sfiora la doppietta 2′ più tardi con un sinistro che centra il palo e poi esce. Nell’intervallo Gudmundsson rimane negli spogliatoi, al suo posto il neo azzurro Piccoli, mentre poco prima dell’ora di gioco Gasperini capisce di essere sottoposto al pressing viola e inserisce contemporaneamente Pellegrini e Dybala, quest’ultimo nell’anomala posizione di centravanti al posto di uno spento Dovbyk. I viola al 73′ centrano anche il loro secondo legno, con Piccoli che prende una traversa piena. Il tutto anticipa la mossa della disperazione di Pioli che inserisce anche Dzeko per Mandragora con tre punti in campo in contemporanea per i gigliati per l’assalto finale.
L’affollamento offensivo però produce poco se non un cross da destra su cui Gosens arriva tardi sul secondo palo. Anzi l’ultima chance c’è la Dybala al 90′ ma De Gea è reattivo. La sua parata però non basta a evitare la sconfitta viola e i tanti fischi finali del Franchi.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).


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