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Staffette azzurre d’oro e bronzo, Quadarella argento nei 1500
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2 settimane fa-
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RedazioneBUDAPEST (UNGHERIA) (ITALPRESS) – Risuonano per la prima volta le note dell’inno di Mameli alla Duna Arena di Budapest: nella quarta giornata di gare ai Mondiali di nuoto in vasca corta arriva l’oro per l’Italia con i ragazzi della staffetta mista 4×50 stile libero: un successo strameritato ma decisamente inatteso alla vigilia che diventa possibile stamattina quando una prestazione sciagurata in batteria estromette il super team Usa dalla finale del pomeriggio. Gli americani si consoleranno con un’altra pioggia di medaglie e record del mondo, ma anche per gli azzurri le cose non vanno affatto male con l’argento di Simona Quadarella nei 1500, il bronzo di un’altra staffetta, la 4×200 stile libero maschile, e la finale conquistata da Michele Busa e Simone Stefanì nei 100 farfalla. Pronti, via, e il programma subito parte con la gara che fa saltare dalla sedia gli italiani. La 4×50 mista stile comincia fortissimo con Leonardo Deplano nella prima frazione. Nonostante un cambio non brillantissimo con Alessandro Miressi, l’Italia resta in zona podio quando il testimone passa alle ragazze. Bene Silvia Di Pietro, reattiva nell’ingresso in vasca, strepitosa Sara Curtis nello sprint finale grazie al quale arriva il titolo iridato. Per l’Italia è di 1’28″50 il crono che vale l’oro davanti a Canada (1’28″60) e Polonia (1’28″80).
“Sapevamo che ci giocavamo qualcosa di grosso e abbiamo tenuto i nervi saldi per sfruttare questa occasione” esulta Silvia Di Pietro, prima di annunciare che questa potrebbe essere stata la sua ultima gara internazionale. In zona mista gioiscono pure Alessandro Miressi e Leonardo Deplano: “Siamo stati bravi, bisognava cogliere la chance con la staffetta degli Stati Uniti che era fuori, l’abbiamo colta ed è stato molto divertente” dice il piemontese. “Gli Usa stamattina hanno fatto un erroraccio, noi ne abbiamo approfittato e abbiamo messo la mano davanti a tutti” aggiunge Deplano. Infine Sara Curtis, che poi completa il suo pomeriggio con il sesto posto (26″26) nella finale dei 50 dorso vinta, con nuovo record del mondo (25″23), dall’americana Regan Smith (25″23): “Terrò sempre nel cuore l’oro di oggi, è stato assurdo, sono contentissima” le parole della 18enne di Savigliano.
Torna sul podio iridato invece Simona Quadarella, autrice nei 1500 di una grande prova (15’30″14) non troppo lontana dal suo record italiano. La 25enne romana si inchina soltanto alla tedesca Isabel Gose, oro in 15’24″69.
Bello il testa a testa tra le due che scappano nei primi 400 metri e poi danno vita a un serrato duello a distanza andato avanti più di metà gara. Solo nel finale Gose mette il turbo staccando Simona. La medaglia di bronzo va alla statunitense Jillian Cox (15’41″29) che aveva messo a referto il crono nelle serie “lente” della mattina. “Questa medaglia la volevo e me la sono andata a prendere. Non nuotavo da un pò questo tempo, sono molto contenta” la felicità di Quadarella che così “archivia in parte la delusione di Parigi”. Ciliegina sulla torta il bronzo della 4×200: buona partenza di Filippo Megli, Manuel Frigo e Carlos D’Ambrosio tengono gli azzurri a contatto con la zona medaglie, Alberto Razzetti mette la freccia e sorpassa la Germania di Florian Wellbrock: Italia terza in 6’47″51, tedeschi solo quarti in 6’50″43. Veri protagonisti in vasca sono però gli Stati Uniti che si prendono l’oro con il record del mondo (6’40″51) e anche con il primato all time sui 200 (1’38″91) fatto registrare dal primo frazionista, Luke Hobson. Argento per l’Australia con record oceanico in 6’45″54. Nelle altre gare di giornata titolo per lo spagnolo Carles Coll Marti nei 200 rana (2’01″55), mentre nella prova al femminile vince, battendo il suo stesso primato all time, l’americana Kate Douglass (2’12″50).
Festa pure per il russo (che gareggia sotto bandiera neutrale) Miron Lifintsev nei 50 dorso (22″47) e per lo svizzero Noè Ponti (50″33, record dei campionati) nei 100 misti. Infine la sublime Gretchen Walsh che prima migliora di quasi mezzo secondo (52″87) il suo record del mondo (53″24) nelle semifinali dei 100 farfalla e poi conquista il terzo titolo iridato individuale a Budapest, sempre con record (55″11), nei 100 misti al femminile.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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Alex Schwazer “La mia esperienza grande arma per il futuro”
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Alex Schwazer “La mia esperienza grande arma per il futuro”
Pubblicato
3 giorni fa-
23 Dicembre 2024di
RedazioneROMA (ITALPRESS) – “Ho fatto delle esperienze, ho vissuto tutto quello che una persona può vivere, dal massimo successo alle cose più brutte che possono succedere nel tuo campo. E non è detto che siano cose sempre negative. Ovviamente la sofferenza è stata parecchia, però bisogna essere oggettivi e dire che adesso ho un bagaglio di esperienza in un’età giovane che per il mio futuro è una grande arma”. Dall’oro di Pechino agli otto anni fermo per squalifica, dal paradiso all’inferno: 20 anni di carriera “in cui c’è dentro di tutto”, 20 anni che Alex Schwazer, a pochi giorni dal suo 40° compleanno (è nato il 26 dicembre 1984), ripercorre in un’intervista rilasciata all’Italpress. A partire dagli inizi: “Che la marcia fosse il mio sport l’ho capito tardi, a 18/19 anni. Da ragazzo ho subito tante squalifiche per marcia non corretta, quindi sono arrivato al punto di voler smettere. Poi le cose sono andare nel verso giusto: una volta che mi sono sbloccato poi ho fatto presto a vincere, in quattro anni sono arrivato a vincere le Olimpiadi”.
In mezzo anche il bronzo ai Mondiali di Osaka, nel 2007, un risultato che lo fa arrabbiare ancora oggi “non per il piazzamento, quanto per l’aver fatto una prestazione al termine della quale, una volta tagliato il traguardo, mi sono detto ‘sono molto lontano da quello che potevo darè. Il clima era molto pesante – ricorda Alex -, da quel punto di vista è stata la più dura della mia carriera. Non avevo esperienza nel caldo e umido e i tecnici per prudenza mi hanno frenato molto perchè si pensava che quelli davanti non arrivassero. Sono arrivato al traguardo molto vicino al primo, e dopo dieci mesi di preparazione durissima ero veramente molto arrabbiato”. Un anno dopo, appunto, il trionfo a Pechino nella 50 km con tanto di record olimpico: “Da Osaka mi sono portato questo grande insegnamento: non voglio più ascoltare nessuno in gara, solo le mie sensazioni, e le mie sensazioni sono sempre state quelle che se vuoi vincere devi stare davanti. E a Pechino sono stato davanti fin da subito”, ha spiegato l’altoatesino, che in quella gara ha dovuto fare i conti anche con “una periostite tibiale che mi faceva molto male”.
Una carriera chiusa a luglio, con l’ultima gara che “a livello simbolico voleva dire tutto. Mi sono preparato e ho sperato in tre Olimpiadi che non ho fatto, quindi ci tenevo tantissimo almeno a mettere il pettorale dopo tutti questi anni e a tornare a marciare davanti alla gente che mi ha sempre voluto bene e alla mia famiglia”. Negli anni, Schwazer ha raccontato a fondo la propria esperienza, tramite una docuserie, la partecipazione a due reality e numerosi incontri: “Il mio grande vantaggio è che sono da sempre un libro aperto, non ho problemi a parlare anche di cose brutte e delle mie debolezze – spiega -. Sono sempre contento se, tramite esse, posso dare una prospettiva interessante per far sì che si migliorino aspetti che sono migliorabili. Quello che ho vissuto l’ho vissuto sulla mia pelle, non racconto cose lette su un libro. Raccontarti sperando di insegnare qualcosa è bello e ti ripaga di tutto quello che hai vissuto”.
E poi il futuro, con l’obiettivo di entrare nel mondo del calcio per lavorare sulla condizione atletica dei singoli: “Questo è uno degli aspetti di uno sport che contiene tanti elementi – racconta Schwazer all’Italpress motivando la sua decisione -. Sono convinto che alcune cose si possano ottimizzare. Alcune cose le penso da atleta di una disciplina singola in cui se non sei al 100% non vinci, non posso giocare male e sperare di vincere con un gol al 90′. Negli anni impari le cose che in allenamento funzionano e quelle che non funzionano, quindi sono sicuro di poter essere utile soprattutto nell’aiutare il singolo a essere performante alla fine della partita come all’inizio. Sono convinto che, se una squadra e i giocatori sono disponibili a fare fatica, lì si possa intervenire”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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Il Monza esonera Nesta, Bocchetti il nuovo allenatore
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3 giorni fa-
23 Dicembre 2024di
RedazioneMONZA (ITALPRESS) – La sconfitta con la Juventus per 2-1 di ieri sera e l’ultimo posto in classifica con appena 10 punti dopo 17 giornate mettono fine all’avventura di Alessandro Nesta alla guida del Monza. Ufficiale l’esonero, con Salvatore Bocchetti che ne prenderà il posto, con contratto fino al 30 giugno 2027. Il 38enne ex difensore, che in carriera ha vestito fra le altre le maglie di Genoa, Rubin Kazan, Spartak Mosca, Milan e Verona, ha mosso i primi passi in panchina proprio all’Hellas nell’estate 2021: under 18, poi lo staff di Tudor e quindi la guida della Primavera. Nell’ottobre 2022, dopo l’esonero di Cioffi, è promosso ad allenatore della prima squadra, affiancato da Zaffaroni, e centra la salvezza grazie al successo nello spareggio contro lo Spezia. Ora il Monza, che trova ultimo con 10 punti dopo 17 giornate: esordio sabato al “Tardini” contro il Parma.
Con Bocchetti al posto di Nesta, salgono a cinque i cambi in panchina nella serie A 2024-25.
Il primo lo scorso 18 settembre, quando il pari col Genoa alla quarta giornata costa l’esonero a Daniele De Rossi: la Roma decide di affidare la guida della squadra a Ivan Juric. Che però dura solo due mesi (3 vittorie e 5 ko il bilancio in campionato), con la sconfitta interna col Bologna alla 12esima giornata che segna un punto di non ritorno: con i giallorossi a quota 13 punti, i Friedkin cambiano ancora e puntano su Claudio Ranieri. Lo stesso turno di serie A vede un cambio al timone anche in casa Lecce: dopo il pareggio con l’Empoli e con la squadra terz’ultima con 9 punti, via Luca Gotti e panchina a Marco Giampaolo. Il 12esimo turno è fatale anche ad Alberto Gilardino: quella pareggiata 1-1 col Como, col Genoa nei bassifondi a quota 10, è la sua ultima partita alla guida dei rossoblù, al suo posto ecco Patrick Vieira.
Lo scorso anno furono 12 in totale i cambi in panchina alla fine del campionato.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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Barelli “Tanti giovani azzurri, lavoriamo per confermarci”
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3 giorni fa-
23 Dicembre 2024di
RedazioneROMA (ITALPRESS) – “Coi Mondiali in vasca corta si è aperto il nuovo quadriennio ed è stata l’occasione per integrare nella squadra nazionale giovani emergenti che hanno dimostrato la qualità e profondità del movimento. Pur senza nostri campioni affermati come Paltrinieri, Ceccon e Martinenghi, impegnati in una ripresa più graduale dopo le Olimpiadi di Parigi, la squadra ha dimostrato di avere le potenzialità per continuare a crescere in risultati e prestazioni”. Il presidente della Federazione Italiana Nuoto, Paolo Barelli, coglie più di un segnale positivo dalla rassegna iridata di Budapest appena conclusa, ultimo atto del 2024 e primo di un 2025 che apre, di fatto, la corsa verso Los Angeles 2028. “Tutto ciò nasce grazie alle sinergie poste in atto dalla Federazione con le società che alimentano il numero dei tesserati e formano i giovani atleti che poi arrivano in nazionale dopo aver superato molteplici obiettivi che ne accrescono l’esperienza, come i campionati regionali e poi nazionali giovanili ed assoluti – sottolinea il numero uno della Federnuoto in un’intervista all’Italpress – Giunti nella sfera di interesse nazionale è poi nostro onere e onore doverne gestire l’ulteriore crescita. La formazione continua dei tecnici, l’investimento nei centri federali, che consentono agli enti locali di garantire l’accesso a piscine altrimenti destinate alla chiusura o ad attività parziali, sono ulteriori punti di forza della progettualità federale che ormai da vent’anni assicura ricambio generazionale e continuità di successi”. Le Olimpiadi di Parigi hanno dimostrato la forza e lo spessore del nuoto italiano, che legittimamente aspira ad essere protagonista anche ai prossimi Giochi americani: “Le Olimpiadi di Parigi hanno espresso la nostra forza; sei medaglie sono tante, nessun’altra federazione le ha conquistate. Peraltro con sette quarti posti e altre 12 presenze in finale. Sarebbero potute quindi essere ancora di più e chissà dove sarebbero potuti arrivare i nostri ragazzi della pallanuoto senza quel grossolano errore tecnico che da sportivi dobbiamo accettare, ma che non per questo riusciremo mai a giustificare. Abbiamo portato tutte le nostre discipline ai Giochi con un percorso pieno di successi; lavoriamo per confermarci, come i prestigiosi risultati delle nostre squadre nazionale giovanili dimostrano, ma anche il mondo sta crescendo. Quindi sarà sempre più difficile confermarsi dopo le otto medaglie di Rio de Janeiro 2016 e le sette di Tokyo 2021”. Sarebbe sbagliato individuare dei simboli, al maschile e al femminile, del nuoto italiano di questa stagione appena terminata: “Non desidero parlare dei singoli, ma del collettivo. I campioni sono solo la massima espressione di un movimento sostenuto dalle società. Loro sono simboli della quotidianità, dei sacrifici dei dirigenti che sono riusciti a superare uno dei periodi socioeconomici più difficili della storia sportiva del nostro paese a causa del Covid e dell’imponente aumento dei costi energetici. Primeggiare negli sport acquatici è molto difficile sia per la concorrenza mondiale, sia perchè gli impianti natatori, prevalentemente mono-disciplinari, richiedono importanti risorse destinate a funzionamento e manutenzione. Per essere competitivi dobbiamo garantire l’accesso dei giovani nelle piscine. Per favorire tutto ciò bisogna abbattere i costi di gestione, sviluppando una maggiore sensibilità verso la sostenibilità ambientale e promuovendo la ricerca di soluzioni volte all’efficientamento energetico. Inoltre la Federazione sente anche di essere responsabile del benessere sociale perchè sa che pratica motoria significa minore spesa sanitaria e soprattutto sa che insegnare a nuotare, peraltro in un Paese peninsulare, salva la vita, la propria e quella degli altri”. Barelli, oltre ad essere presidente della Fin, è anche capogruppo di Forza Italia alla Camera. Per quanto concerne il contributo del Governo per lo sport, Barelli ammette che “questo Governo sta facendo moltissimo, seppur sia del parere che si debba e si possa fare sempre di più. Si è prodigato per individuare risorse e strumenti a favore delle società sportive, che meritano di essere sempre sostenute, soprattutto in questa lunga fase emergenziale; per ottimizzare la riforma dello sport e la gestione delle nuove normative sull’IVA; ha traghettato la parola Sport nella Costituzione riconoscendone il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico in tutte le sue forme. Sta lavorando con le istituzioni preposte per avvicinare la scuola allo sport e rinforzare il ruolo determinante delle società sportive che ne assicurano lo sviluppo sul territorio. Io continuerò ad impegnarmi – conclude – affinchè nella coalizione di Governo continui a prevalere la dovuta sensibilità per rispondere alle necessità e alle istanze delle società senza le quali non ci sarebbe sport in Italia”.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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