Cronaca
Milano, nuovo contratto Amsa. Incremento pulizia e spazzino di quartiere
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9 mesi fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Incremento delle frequenze di pulizia di strade e cestini, potenziamento della figura dello “spazzino di quartiere”, 300 nuovi mezzi, tecnologie silenziose per la raccolta del vetro e maggiore digitalizzazione dei processi operativi. Sono le principali novità del nuovo contratto di servizio tra il Comune di Milano e Amsa – società del gruppo A2a e partecipata di Palazzo Marino – presentato oggi durante un punto stampa con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, l’amministratore delegato di A2a, Renato Mazzoncini, e l’amministratore delegato di Amsa, Marcello Milani. Nell’ottica di “migliorare sia gli standard qualitativi di decoro, sia di aumento della raccolta differenziata” il nuovo contratto prevede un incremento del 40% delle frequenze di pulizia, con quasi 13mila chilometri serviti alla settimana (oltre 3mila chilometri aggiuntivi). In particolare, viene esteso il servizio di spazzamento globale – la pulizia e il lavaggio di strade e marciapiedi senza necessità di rimuovere i veicoli – grazie all’utilizzo del sistema Sweepy-Jet. Tale tecnologia, brevettata da Amsa, impiega una lancia ad acqua ad alta pressione che consente di pulire sotto le auto parcheggiate, riducendo ulteriormente del 30% i divieti di sosta e liberando così circa 40 chilometri di strada. Potenziato il presidio dello “spazzino di quartiere” con oltre 100 squadre sul territorio (attualmente gli operatori sono 2800) sei giorni su sette e la pulizia nei parchi cittadini, nelle aree dedicate ai bambini – con mezzo dotato di idropulitrice e lavaggio dei giochi – e nelle aree cani. Cresce inoltre la frequenza di svuotamento dei cestini stradali (+66%). Al centro del piano anche il rinnovo della flotta mezzi, con un investimento di oltre 75 milioni di euro nel triennio 2023-2025, che vedrà l’introduzione di oltre 300 veicoli nel 2025, raggiungendo così nel periodo un tasso di sostituzione del 40%. L’obiettivo è che dei 1.300 della flotta nessuno sia più vecchio di nove anni. In particolare, saranno impiegati nuovi automezzi dotati della tecnologia “glass noise” sviluppata da A2A, che permette di dimezzare l’impatto acustico della raccolta del vetro. Innovazione e sostenibilità si incontrano in Amsaplan, l’app sviluppata dalla società per digitalizzare e semplificare il lavoro degli operatori ecologici. Grazie a questa piattaforma, tutte le attività operative, dai controlli sui mezzi ai rapporti di fine lavoro, sono gestite in tempo reale, ottimizzando i processi. Infine, per rispondere in maniera sempre più efficace ai cittadini, è stato potenziato il servizio di contact center. “L’anno scorso abbiamo rinnovato il contratto di servizio con Amsa. A marzo l’aggiudicazione della gara, a settembre la partenza. Prevediamo di essere a regime ad aprile di quest’anno. Si tratta di un contratto di sette anni più due, che significa per il Comune circa 300 milioni all’anno”, ha spiegato il sindaco Sala.
Cifra coperta “quasi integralmente” dal pagamento della Tari, anche se è “una delle più basse d’Italia, infatti un ciclo di rifiuti ben gestito infatti produce una Tari significativamente bassa”, ha precisato Mazzoncini. Il primo cittadino ha poi assicurato: “Faremo delle verifiche nei mesi a venire per vedere se i milanesi si accorgono delle nuove azioni” ma “chiediamo ai cittadini di aiutarci nei comportamenti, in particolare con un migliore uso dei cestini e non abbandonando per strada rifiuti ingombranti”. “Il nuovo contratto segue quelli che sono gli obiettivi che il Comune di Milano si è dato, fissati già nel bando di gara, in termini di pulizia, cura e attenzione verso la nostra città”, ha commentato l’assessora all’Ambiente e Verde del Comune di Milano, Elena Grandi. “Abbiamo voluto potenziare il servizio adeguandolo anche alle nuove esigenze della città, sempre più vissuta nei suoi spazi esterni da cittadini, cittadine, turisti e ‘city users’. Siamo sicuri che l’impatto sul territorio sarà positivo anche in termini di economia circolare e di raccolta differenziata, che puntiamo a far crescere ancora di più nei prossimi anni”.(ITALPRESS).
Foto: xm4
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Cronaca
Milano-Cortina, da Open Fiber 900 km di fibra ottica
Pubblicato
2 minuti fa-
28 Ottobre 2025di
Redazione
Cronaca
Fibra ultraveloce per Milano-Cortina, da Open Fiber rete da 900 km
Pubblicato
12 minuti fa-
28 Ottobre 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Un ambizioso progetto, già avviato, per garantire una connessione di rete ad alta velocità nei principali presidi di pronto intervento in vista dei giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026.
E’ questa la base dell’accordo operativo presentato oggi tra la Città metropolitana di Milano e Open Fiber.
Come illustrato da Stefano Mazzitelli, direttore commerciale di Open Fiber, “in totale sono circa 900 km di rete nuova per i tre anelli previsti. Dal punto di vista economico parliamo di un ordine di grandezza di circa 3 milioni di euro. Le tempistiche del progetto sono molto strette: le Olimpiadi sono alle porte e quindi dobbiamo completarlo fra novembre e gennaio. Mi piace annunciare il fatto che c’è stata una richiesta specifica di accelerare un progetto per l’ospedale Niguarda e la linea Milano-Livigno è già operativa. La nostra rete FTTH, grazie a caratteristiche di resilienza, affidabilità e altissima velocità, si conferma il mezzo ideale per sostenere servizi di pubblica utilità e sicurezza, garantendo comunicazioni real-time e mission critical fondamentali per la protezione del territorio e la gestione di informazioni delicate”.
I tre anelli in fibra ottica ad altissima velocità saranno in grado di garantire una connessione sicura e protetta fino a 10 Gigabit al secondo. Nello specifico, il primo anello riguarderà la Polizia di Stato e raggiungerà la Centrale Operativa Interforze Semogo a Valdidentro (SO), l’Ufficio Polizia di Frontiera a Tirano, la Questura di Sondrio e il Commissariato di Sesto S. Giovanni (MI).
Il secondo anello interesserà diversi enti del territorio di Sondrio: la Questura, la Polizia stradale, il Comune, la Prefettura e il Comando Provinciale dei Carabinieri.
Il terzo anello invece collegherà i presidi di Livigno, Bormio e Sondalo con l’ospedale Niguarda di Milano.
“La sinergia sviluppata con Città Metropolitana di Milano ci consentirà di completare rapidamente un progetto fondamentale, collegando enti pubblici strategici che devono scambiarsi informazioni sensibili in tempo reale con la massima sicurezza, un’esigenza cruciale soprattutto in occasione di un evento globale come i giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026”, ha aggiunto Mazzitelli.
Francesco Vassallo, Vicesindaco della Città metropolitana di Milano, ha definito il progetto “il risultato di oltre vent’anni di lavoro silenzioso ma determinato, frutto di una visione chiara e condivisa: dotare il territorio metropolitano di un’infrastruttura digitale robusta e pubblica”. Il riferimento è ai circa 8000 km di fibra ottica posti dal 2005 che circondano la città metropolitana di Milano. Un’infrastruttura che collega circa 100 comuni metropolitani, 156 istituti scolastici, ospedali, la questura di Milano e la Polizia Postale e delle Comunicazioni della Lombardia.
“Oggi mettiamo a disposizione la nostra esperienza consolidata in 25 anni: fornire connettività di qualità agli organi istituzionali che ne fanno richiesta – ha aggiunto Vassallo – vogliamo offrire una connettività che al termine delle olimpiadi rimarrà a disposizione delle comunità stesse. La nostra rete non è solo un insieme di cavi, ma il cuore pulsante di una nuova amministrazione intelligente, capace di integrare scuola, sanità, sicurezza e immobilità sostenibile in un sistema digitale realmente connesso e al servizio dei cittadini”.
Sull’importanza che questo progetto avrà non soltanto per la durata delle Olimpiadi, ma anche per il futuro del territorio si è soffermato anche Alberto Zoli, Direttore generale dell’ospedale Niguarda di Milano e Medical Care manager per la Lombardia per i giochi olimpici Milano-Cortina 2026.
“Sarà un sostanziale miglioramento perchè riusciremo a garantire in una sorta di ospedale diffuso le trasmissioni di immagini, dati e quant’altro occorre per il trattamento dei pazienti. I nostri pazienti avranno come punti di riferimento non solo le Medical Station e i policlinici nelle venue, ma soprattutto nei villaggi olimpici peraltro diffusi in Alto Valtellina – ha affermato – Saranno erogate delle prestazioni sanitarie anche di tipo diagnostico, dove immagini e dati saranno sostanzialmente quelle che faranno la differenza tra esserci o non esserci. E la telemedicina sarà quella che farà da padrone da questo punto di vista”.
Alla fine “rimarrà – aggiunge – un ospedale diffuso che terrà in collegamento diretto e concreto l’ospedale di Sondalo con l’ospedale Niguarda di Milano. Molti operatori dell’ospedale di Milano sono già impegnati in Alta Valtellina e quindi stanno lavorando”.
Per il Questore di Milano Bruno Megale “questo progetto ha consentito di portare la fibra ottica in tutti gli uffici della Questura di Milano e nei commissariati distaccati. Un collegamento che ha accelerato la trasmissione dei dati e le attività di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda la trasmissione dei video, delle immagini, ma anche i servizi per il cittadino”.
“Con questi collegamenti siamo riusciti anche a implementare servizi tipo i passaporti, l’ufficio immigrazione… servizi che interessano direttamente tutta la cittadinanza di Milano. Quindi un collegamento attivo all’avanguardia tra la questura centrale e tutti gli uffici distaccati sul territorio”, ha aggiunto Megale ricordando la centrale operativa comune in via Drago “che permetterà di seguire tutti gli eventi in tempo reale”.
-foto f14/Italpress –
(ITALPRESS).
Cronaca
Cina-Italia: Xìan-Roma a piedi, viaggio di un uomo sulla nuova Via della seta
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12 minuti fa-
28 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS/XINHUA) – Sotto il dolce sole autunnale, il trentaquattrenne Cheng Long stava in piedi davanti al Colosseo di Roma, con accanto uno zaino logoro. Vestito con una semplice maglietta blu, la sua pelle scurita da due anni di viaggio, sembrava in tutto e per tutto un viandante. Era il punto finale di un viaggio iniziato a Xìan, in Cina, ripercorrendo gli echi moderni dell’antica Via della seta attraverso l’Eurasia.
“Ho provato a cercare le parole giuste, ma nessuna sembrava adatta”, ha detto Cheng al suo pubblico durante una diretta streaming. Ha pianto per due ore, sopraffatto dalla stanchezza, dall’orgoglio e dall’incredulità di aver concluso in Italia il suo cammino durato due anni.
Cheng è cresciuto nella provincia nord-occidentale cinese di Shaanxi, terra di antiche storie di carovane e dell’antica capitale Xìan. Da bambino era affascinato dalla leggenda dell’inviato Zhang Qian, mandato a occidente oltre 2.100 anni fa per aprire quella che sarebbe diventata la Via della seta. Quella storia ha piantato in lui un sogno che decenni dopo lo avrebbe portato attraverso i continenti.
Si è allenato duramente, correndo mezze maratone e scalando i monti Qinling. A 23 anni ha camminato da Sichuan a Xizang, oltre 2.000 chilometri, e sapeva che un giorno sarebbe andato ancora più lontano. Dopo anni di lavoretti e di assistenza alla madre malata, nel 2023 Cheng ha deciso che il valore della vita si misura nel significato, non nel comfort. Quando la madre è guarita, ha venduto la sua macchina, ha fatto un bagaglio leggero, ha portato con sè una bandiera nazionale e ha iniziato a camminare verso ovest.
Si è fatto chiamare “Dragon Walker”. Dai soli 8.000 follower sui social media all’inizio, il suo pubblico è cresciuto fino a quasi 300.000 quando è arrivato a Roma.
Il percorso di Cheng lo ha portato attraverso Horgos, nello Xinjiang, poi in Kazakistan, sul Caucaso, in Turchia, in Grecia e, infine, in Italia – più di 10.000 chilometri a piedi. Ha sopportato il caldo sopra i 50 gradi Celsius, valichi di montagna coperti di neve e notti senza un riparo. Ha consumato diciannove paia di scarpe, si è infortunato a un ginocchio e spesso ha sofferto la fame. In Kazakistan, un colpo di calore lo ha quasi ucciso, prima che degli stranieri lo portassero in una piccola clinica.
I soldi erano scarsi. Mentre i suoi risparmi stavano diminuendo in Europa, ha cominciato a trasmettere in diretta streaming, accettando piccole donazioni dagli spettatori per poter proseguire. “All’inizio rifiutavo – ha detto – ma senza quell’aiuto non sarei riuscito a finire”.
L’Italia gli ha lasciato una profonda impressione. Quando è arrivato a Benevento, nel sud del Paese, senza un posto dove dormire, un macellaio locale gli ha permesso di dormire nel cortile e la mattina gli ha portato caffè e cibo – un gesto che, ha detto Cheng, “ha catturato il calore dell’Italia”.
Per Cheng, la strada non era solo un test fisico ma un riflesso vivente della nuova Via della seta. Ha visto autostrade costruite dai cinesi in Asia centrale, auto familiari in città straniere e le reti digitali che connettono regioni un tempo isolate. “La Via della seta oggi è fatta di acciaio e fibra, non di cammelli e sabbia”, ha detto. “Ma lo spirito della connessione rimane”.
Ciò che lo ha colpito di più è stata la gentilezza umana. Sconosciuti gli hanno offerto cibo, passaggi e amicizia senza badare a nazionalità o fede. “La gentilezza è la lingua che tutti parlano”, ha detto.
Cheng intende tornare in Cina per un breve riposo, per poi viaggiare di nuovo per rivedere le persone che lo hanno aiutato. Il suo viaggio, terminato nella Città Eterna italiana, ha dimostrato che anche nel ventunesimo secolo la Via della seta continua a collegare le persone attraverso strade, lavoro e compassione condivisi.
“La cosa importante è non aspettare il momento perfetto, ma fare il primo passo”, ha detto Cheng ai suoi follower.
Fonte foto: Xinhua
(ITALPRESS).

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