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Economia

Ue, una “bussola” per la competitività e la prosperità sostenibile

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BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – La Commissione europea ha presentato la bussola della competitività, la prima grande iniziativa di questo mandato che fornisce un quadro strategico e chiaro per orientare il lavoro della Commissione.
Traccia un percorso affinchè l’Europa diventi il luogo in cui le tecnologie, i servizi e i prodotti puliti del futuro vengono inventati, realizzati e immessi sul mercato, diventando al contempo il primo continente a raggiungere la neutralità climatica. Per la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, “l’Europa ha tutto ciò di cui ha bisogno per avere successo nella corsa al vertice. Ma, allo stesso tempo, dobbiamo correggere le nostre debolezze per riacquistare competitività. La Competitiveness Compass trasforma le eccellenti raccomandazioni del rapporto Draghi in una tabella di marcia. Quindi ora abbiamo un piano. Abbiamo la volontà politica. Ciò che conta è la velocità e l’unità. Il mondo non ci sta aspettando. Tutti gli Stati membri sono d’accordo su questo. Quindi, trasformiamo questo consenso in azione”.
Tre le aree principali di intervento: innovazione, decarbonizzazione e sicurezza, con un approccio e una selezione di misure di punta per tradurre ciascuno di questi imperativi in realtà. Colmare il divario di innovazione: l’UE deve riaccendere il suo motore di innovazione. Creare un habitat per giovani start-up innovative, promuovere la leadership industriale in settori ad alta crescita basati su tecnologie profonde e promuovere la diffusione delle tecnologie tra aziende consolidate e Pmi. A questo proposito, la Commissione proporrà iniziative
“AI Gigafactories” e “Apply AI” per guidare lo sviluppo e l’adozione industriale dell’IA in settori chiave. Presenterà piani d’azione per materiali avanzati, tecnologie quantistiche, biotecnologiche, robotiche e spaziali. Una strategia UE dedicata alle start-up e alle scale-up affronterà gli ostacoli che impediscono alle nuove aziende di emergere e crescere. Una proposta per un 28mo regime giuridico semplificherà le norme applicabili, compresi gli aspetti rilevanti del diritto societario, dell’insolvenza, del lavoro e del diritto tributario, e ridurrà i costi del fallimento. Ciò consentirà alle aziende innovative di beneficiare di un unico insieme di norme ovunque investano e operino nel mercato unico.
Una roadmap congiunta per la decarbonizzazione e la competitività: Compass identifica i prezzi elevati e volatili dell’energia come una sfida chiave e definisce aree di intervento per facilitare l’accesso a energia pulita e conveniente.
Il prossimo Clean Industrial Deal definirà un approccio alla decarbonizzazione basato sulla competitività, volto a garantire che l’UE sia una sede attraente per la produzione, comprese le industrie ad alta intensità energetica, e a promuovere tecnologie pulite e nuovi modelli aziendali circolari. Un Affordable Energy Action Plan contribuirà ad abbassare i prezzi e i costi dell’energia, mentre un Industrial Decarbonisation Accelerator Act estenderà i permessi accelerati ai settori in transizione. Inoltre, Compass prevede piani d’azione su misura per i settori ad alta intensità energetica, come acciaio, metalli e prodotti chimici, settori che sono la spina dorsale del sistema manifatturiero europeo, ma sono i più vulnerabili in questa fase di transizione.
Riduzione delle dipendenze eccessive e aumento della sicurezza: La capacità dell’UE di diversificare e ridurre le dipendenze dipenderà da partnership efficaci. L’UE ha già la rete di accordi commerciali più ampia e in più rapida crescita al mondo, che copre 76 paesi che rappresentano quasi la metà del commercio dell’UE. Per continuare a diversificare e rafforzare le nostre catene di fornitura, Compass fa riferimento a una nuova gamma di partnership per il commercio e gli investimenti puliti per aiutare a garantire la fornitura di materie prime, energia pulita, carburanti per trasporti sostenibili e tecnologie pulite da tutto il mondo. All’interno del mercato interno, la revisione delle norme sugli appalti pubblici consentirà l’introduzione di una preferenza europea negli appalti pubblici per settori e tecnologie critici.
I tre pilastri sono completati da cinque abilitatori orizzontali, essenziali per sostenere la competitività in tutti i settori.
Semplificazione: questo abilitatore mira a ridurre drasticamente l’onere normativo e amministrativo.
Abbassare le barriere al Mercato unico: Per migliorarne il funzionamento in tutti i settori, una strategia orizzontale per il Mercato unico modernizzerà il quadro di governance, rimuovendo le barriere intra-UE e impedendone la creazione di nuove.
Finanziamento della competitività: La Commissione presenterà un’Unione europea del risparmio e degli investimenti per creare nuovi prodotti di risparmio e investimento, fornire incentivi per il capitale di rischio e garantire che gli investimenti fluiscano senza problemi in tutta l’UE.
Promuovere competenze e posti di lavoro di qualità: Per garantire una buona corrispondenza tra competenze e richieste del mercato del lavoro, la Commissione presenterà un’iniziativa per costruire un’Unione delle competenze incentrata su investimenti, apprendimento degli adulti e permanente, creazione di competenze a prova di futuro, mantenimento delle competenze, equa mobilità, attrazione e integrazione di talenti qualificati dall’estero e riconoscimento di diversi tipi di formazione per consentire alle persone di lavorare in tutta l’Unione.
Un migliore coordinamento delle politiche a livello UE e nazionale: La Commissione introdurrà uno strumento di coordinamento della competitività , che collaborerà con gli Stati membri per garantire l’attuazione a livello UE e nazionale di obiettivi politici UE condivisi, identificare progetti transfrontalieri di interesse europeo e perseguire riforme e investimenti correlati.
(ITALPRESS).
-Foto: ufficio stampa Commissione Ue-

Economia

Ex Ilva, Urso aggiorna Decaro sulla riunione al Mimit e sulle prospettive per Taranto

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ROMA (ITALPRESS) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, nel corso di un lungo colloquio telefonico ha informato il presidente della Regione Puglia, Antonio Decaro, della riunione che si è svolta venerdì scorso al Mimit con gli enti locali pugliesi, anche in merito al piano operativo per il rilancio produttivo dell’ex Ilva predisposto dai Commissari straordinari e alle potenzialità di ulteriori investimenti nell’area di Taranto.

Il ministro Urso ha inoltre aggiornato il presidente Decaro sugli obiettivi del decreto ex Ilva, attualmente all’esame del Senato, e sulle procedure negoziali per la cessione degli asset previste nella gara internazionale in corso. Urso si è quindi confrontato con Decaro sulle prospettive della revisione del CBAM secondo gli indirizzi del governo italiano, sulla necessità di una pronta adozione in sede UE delle misure di salvaguardia per il settore dell’acciaio e sull’importanza di aprire a una revisione del dossier ETS, incluso il rinvio del phase out delle quote gratuite. Il ministro Urso ha infine assicurato al presidente Decaro il massimo impegno e la piena collaborazione del Governo con Regione ed enti locali.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Economia

Ue, Urso “Proteggere l’industria europea priorità assoluta, no a misure tampone”

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BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Chiediamo alla Commissione di agire immediatamente per proteggere l’industria del nostro Continente dalla competizione sleale dei players non europei, favorirne lo sviluppo e assicurare un’adeguata dotazione finanziaria per supportare la transizione industriale. Non accetteremo misure tampone: servono riforme immediate, chiare, radicali, efficaci”. Esordendo con queste parole, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, ha aperto a Bruxelles la quarta riunione dell’Alleanza Ministeriale per le Industrie ad Alta Intensità Energetica, presieduta dall’Italia e alla quale hanno partecipato i ministri e i sottosegretari omologhi di 25 Paesi europei, tra cui Germania, Francia, Spagna e Polonia. Urso ha innanzitutto evidenziato come l’Europa si trovi in un momento cruciale “per la presentazione di alcune proposte normative che saranno fondamentali per rilanciare la competitività delle industrie ad alta intensità energetica”. Dal 3 dicembre è sul tavolo il Pacchetto sulla Sicurezza Economica con ‘RESource EU’, iniziativa faro sulle materie prime critiche e strategiche essenziali per le catene del valore dell’industria europea: “È importante che la Commissione Europea prosegua nel monitoraggio dei flussi di rottami verso Paesi extra UE, alla luce del quale dovranno essere adottate misure urgenti di limitazione”, ha evidenziato Urso.

Nelle prossime settimane la Commissione si esprimerà inoltre sull’Industrial Accelerator Act e sulla revisione del CBAM, su cui l’Italia ha ribadito aspettative chiare e condivise con i settori più esposti: “Dal primo ci attendiamo un quadro organico di promozione delle tecnologie pulite, tra cui l’acciaio e il cemento verde, la semplificazione dei permessi e l’introduzione del principio di Preferenza europea, base per promuovere beni e servizi ‘Made in Europe’. Dal secondo pacchetto dovranno giungere invece risposte concrete per l’estensione mirata del CBAM ai prodotti a valle, per bloccare fenomeni di aggiramento del meccanismo e per tutelare i nostri esportatori”. Al centro delle richieste italiane anche la tutela delle filiere più esposte. Per la chimica il ministro Urso ha richiamato “la recente creazione dell’Alleanza europea per la chimica”, strumento cruciale “per definire azioni a tutela della capacità produttiva e della competitività del settore, sia nella chimica di base che nella biochimica, entrambe strategiche per l’Europa”. Per la siderurgia ha rimarcato come “abbiamo accolto con favore la proposta di aggiornamento delle misure di salvaguardia. Analogo sostegno per la recente proposta di salvaguardie per le ferroleghe. Auspichiamo un’approvazione rapida: devono entrare subito in vigore”.

Su questi tre snodi principali si è quindi sviluppato il dibattito tra i ministri dell’Alleanza Ministeriale per le Industrie ad Alta Intensità Energetica: le prime reazioni al Piano RESource-EU, le ulteriori azioni di protezione dell’industria europea dopo le salvaguardie su acciaio e ferroleghe, e la valutazione delle possibili restrizioni alle esportazioni di rottami metallici. Particolare attenzione è stata inoltre dedicata ai comparti che stanno soffrendo maggiormente la concorrenza distorta proveniente dall’Asia, come quello della moda, del tessile e della plastica. Urso ha portato al centro dell’agenda dei ministri la “lotta contro il fast fashion”, ammonendo sulla pressione crescente dei flussi extra UE: “È in atto una invasione di prodotti asiatici, anche come effetto indiretto dei dazi americani ai prodotti cinesi e indiani. Occorre che le misure annunciate, come quelle sui dazi anche per i prodotti di valore inferiore a 150Ç, entrino subito in vigore. Non possiamo aspettare il 2028”. I lavori dell’Alleanza Ministeriale per le Industrie ad Alta Intensità Energetica proseguiranno già nelle prossime ore al Consiglio Competitività, che includerà un punto dedicato alle industrie ad alta intensità energetica, presentato dall’Italia insieme a Francia, Spagna e Polonia, quest’ultima chiamata ad assumere la Presidenza nella prossima riunione di febbraio.

“L’Europa deve fare la sua parte pensando alle sue imprese alle suoi lavoratori e i suoi cittadini e nel contempo io credo non debba isolarsi nei confronti di altri paesi del sud del mondo che possono con noi condividere questa strategia di sviluppo e di crescita”, ha detto a margine della riunione. “L’Europa deve far da sé ed è in condizioni di farlo. Se rialza la testa, se ragiona, condividendo gli obiettivi comuni che sono a fondamento della nostra casa europea”, ha aggiunto il Ministro.

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Per quanto riguarda l’industria dell’automotive il Ministro ha dichiarato che ci si aspetta “che la commissione realizzi una revisione radicale ed efficace del regolamento sulle CO2 sulle auto e che faccia altrettanto per quanto riguarda i veicoli pesanti e i veicoli commerciali”. Il Ministro ha evidenziato come l’industria dell’auto sia “la prima industria europea, quella che sviluppa i maggiori volumi e che consente la maggiore occupazione”, e che quindi debba essere per questo “il principale dossier su cui la commissione deve svolgere il suo lavoro, sulla scia di quanto hanno indicato nei due documenti l’Italia, la Germania e a cui pensiamo si possa anche associare la Francia”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Economia

Il 20% degli italiani non ha figli e non intende farne, il doppio della Francia

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ROMA (ITALPRESS) – Il Sole 24 Ore di oggi pubblica un’analisi dettagliata, condotta da Noto Sondaggi sui fattori che incidono nella diminuzione delle nascite oltre che in Italia anche in Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. Per il nostro Paese questo trend negativo ha caratteristiche diverse rispetto a quanto accade nelle altre nazioni, sembra essere diventato un fattore culturale con i nostri giovani che appaiono sempre più disillusi e meno motivati a fare figli, addirittura il 20% non ne ha e non intende farne. Si tratta del doppio di Francia e Germania (10%) e di molto superiore a Regno Unito (8%) e Spagna (4%) “I giovani italiani – dice Antonio Noto, fondatore di Noto Sondaggi – percepiscono che per affrontare una sfida così complessa servono politiche che superino la logica dei bonus e dei piccoli aggiustamenti, e che si costruisca finalmente una piattaforma strutturale di servizi, opportunità e certezze. Una risposta che guardi avanti e che restituisca fiducia”. Infatti, i giovani italiani risultano i maggiormente preoccupati per il futuro rispetto ai coetanei di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna per diversi fattori, innanzitutto pesa l’Insicurezza economica, l’instabilità del lavoro, le politiche abitative e i congedi. Tutti fattori analizzati con la stessa lente nei cinque diversi campioni nazionali.

Per gli italiani – così come è riportato dal sondaggio pubblicato sul Sole 24 Ore – la scelta di non avere figli è maggiormente dovuta a motivi economici (57%), alla mancanza di reti di supporto nella famiglia (77%) e alla scarsa valorizzazione del ruolo dei genitori nella società (72%). Il dato italiano è nettamente diverso da quello degli altri Paesi europei, dove il ruolo di chi ha figli è fortemente valorizzato nella società e dove la famiglia non è considerato la principale rete di sostegno per i genitori. Per Antonio Noto: “l’Italia deve portare avanti una sfida che non può essere affidata alla somma di micro azioni, ma serve un progetto organico e continuativo”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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