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Economia

Meloni “Confedilizia fondamentale per tutela proprietà immobiliare”

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ROMA (ITALPRESS) – “La Confederazione italiana proprietà edilizia è una storica realtà associativa e svolge un ruolo fondamentale per tutelare la proprietà immobiliare, difendendo e garantendo i diritti dei proprietari. Non sempre in Italia questi diritti, che dovrebbero essere scontati in una Nazione civile, sono stati garantiti. Purtroppo, per troppi anni, i diritti dei proprietari sono stati considerati diritti di serie B, che potevano essere calpestati e persino sacrificati in nome di una malintesa concezione di bene pubblico”. Così la premier Giorgia Meloni, in una lettera inviata al presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, in occasione della conferenza organizzativa della Confederazione, in corso di svolgimento a Genova. “Per questo Governo la proprietà immobiliare è intoccabile. I proprietari di casa non sono ‘nemici di classè, ma persone comuni che hanno acquistato ciò che hanno con il proprio lavoro e i propri risparmi”, osserva. “Questa è la ragione che ci ha spinto, in questi anni, a prevedere una serie di norme che vanno in questa direzione, non ultimo quanto previsto dal pacchetto sicurezza all’esame del Parlamento. Norme di buon senso – spiega Meloni -, che rivendichiamo e che servono anche a garantire quel diritto all’abitare di cui molti si riempiono la bocca. Perchè combattere l’illegalità delle occupazioni consente anche di restituire fiducia ai proprietari, avere così più immobili disponibili sul mercato e ottenere di conseguenza anche una riduzione degli affitti. Con la stessa logica, abbiamo previsto una serie di norme che danno la possibilità ai cittadini di porre rimedio alle piccole e lievi difformità oggi presenti nelle case di tantissimi
italiani, e che impediscono di acquistare o di vendere quegli immobili, perchè considerati formalmente irregolari. Il Governo ha voluto, inoltre, un pacchetto di misure che semplificano e
velocizzano le disposizioni in materia di edilizia e urbanistica, a partire dai cambi di destinazione d’uso, e che sono molto utili per recuperare il patrimonio esistente ed evitare ulteriore consumo di suolo. Abbiamo anche l’ambizione di dare risposta ai nuovi fabbisogni abitativi emergenti, e per raggiungere questo obiettivo abbiamo previsto nella legge di bilancio 2025 misure e risorse importanti per arrivare ad un nuovo Piano Casa”.
La premier sottolinea poi come “ci siamo battuti in Europa per modificare la direttiva riguardante le case green, riuscendo a ottenere risultati molto importanti, come l’eliminazione dell’obbligo di avanzamento, in capo ai proprietari, di una classe energetica per ogni singolo immobile da raggiungere in pochi anni. Continueremo a lavorare in questo senso, perchè siamo convinti che tutela dei proprietari, sostenibilità economica degli interventi e obiettivi ambientali debbano, necessariamente, andare di pari passo. Ci sono ancora molti nodi da affrontare, ma siamo certi che potremo sempre contare sulla collaborazione, sui contributi e sulle critiche costruttive di Confedilizia”, conclude Meloni.
(ITALPRESS).
-Foto: Palazzo Chigi-

Economia

Banca Generali, nel 2024 utile netto al massimo storico

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MILANO (ITALPRESS) – Banca Generali chiude l’esercizio 2024 con un utile netto consolidato di 431,2 milioni, in crescita del 32,2% rispetto all’esercizio precedente. Tale valore segna un nuovo massimo storico nel percorso di sviluppo della Banca e riflette il successo nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del piano 2022-2024 incentrati su crescita, profittabilità e remunerazione degli azionisti. La crescita degli utili ha beneficiato dello sviluppo delle masse gestite e amministrate per conto della clientela che hanno sfiorato i 104 miliardi a fine periodo (+11,9% a/a) ed è stata accompagnata da un ulteriore rafforzamento della solidità patrimoniale, già superiore ai requisiti regolamentari. Il margine d’interesse è salito a 317,1 milioni (+4,2% a/a) grazie all’espansione dei volumi e della redditività degli attivi fruttiferi a fronte di un costante
attenzione al costo della raccolta. Le commissioni lorde ricorrenti hanno registrato un incremento dell’8,7% a 1.041,2 milioni, mentre i costi operativi sono stati pari a 294 milioni, con una variazione del +6,2% rispetto all’anno precedente. Nell’anno sono stati contabilizzati accantonamenti, contributi ai fondi bancari e altre rettifiche per 117,3 milioni rispetto ai 67,6 milioni dell’esercizio precedente. Il tax-rate del periodo si è attestato a 24,3%, in calo rispetto al 26,5% del 2023 principalmente per l’aumento dell’incidenza del risultato realizzato da giurisdizioni estere e alla maggiore componente di commissioni variabili. Al 31 dicembre 2024, il CET1 ratio di Banca Generali si è attestato al 22% e il Total Capital ratio (TCR) al 24,4%, il Leverage ratio della Banca si è attestato al 5,9%, su livelli quasi doppi rispetto al minimo
regolamentare del 3%. Le masse totali gestite e amministrate per conto dei clienti sono aumentate a 103,8 miliardi (+11,9% a/a), livello che segna il nuovo picco massimo nella storia di Banca Generali. La raccolta netta totale del 2024 è stata pari a 6,6 miliardi, in crescita del 14% rispetto all’anno precedente. I dati hanno mostrato un progressivo miglioramento nella composizione di prodotto nel corso del periodo. Il Cda ha deliberato di presentare all’assemblea degli azionisti la proposta di distribuire dividendi per 327,2 milioni, pari a 2,80 euro per azione (al lordo delle ritenute di legge) per ognuna delle 116.851.637 azioni emesse e corrispondenti ad un pay-out totale del 76% dell’utile consolidato dell’esercizio 2024.
“Il miglior bilancio della nostra storia al termine di un percorso triennale che ha saputo superare molteplici criticità, centrando e superando tutti i target che ci eravamo prefissati. Nonostante la volatilità dei mercati e i ritardi nella tabella di marcia del progetto Svizzera siamo stati in grado di registrare una crescita a doppia cifra in tutte le principali voci, confermando ulteriormente la qualità e sostenibilità del nostro modello di business”. Così l’Ad e direttore generale di Banca Generali, Gian Maria Mossa, commentando i dati relativi all’esercizio 2024. “L’accelerazione nei flussi a maggiore valore aggiunto nelle soluzioni di investimento riflette l’eccellenza della nostra offerta e dei nostri banker, con la rete che continua a svilupparsi grazie all’appeal che esercitiamo negli inserimenti di profili d’esperienza e i percorsi dedicati ai giovani talenti”, aggiunge. “L’innovazione nei prodotti e nelle progettualità, a partire dal contributo dell’Ia nei nostri processi operativi fino alle potenzialità offerte dall’operazione su Intermonte, rende ancor più distintivo e unico il nostro approccio alle famiglie, agli imprenditori e alle imprese. Su questo paradigma stiamo gettando le basi per una nuova ambiziosa fase di sviluppo che ci vedrà sempre più come un punto di riferimento come prima e vera Ia private e investments bank. Guardiamo con grande fiducia ed entusiasmo alle sfide del futuro”, conclude Mossa.
(ITALPRESS).
-Foto: ufficio stampa Banca Generali-

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Economia

Bper, Papa “Ops su Popolare di Sondrio operazione non ostile”

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Bper ha lanciato un’offerta pubblica di scambio per acquisire Banca Popolare di Sondrio, valutandola 4,3 miliardi. L’operazione prevede lo scambio di 1,45 azioni nuove di Bper per ogni azione della Popolare di Sondrio, valutando ciascun titolo a 9,527 euro. Secondo fonti interne alla Banca Popolare di Sondrio, l’operazione non è stata concordata. Il consiglio d’amministrazione si riunirà nei prossimi giorni per esprimere una valutazione. Il Ceo Mario Alberto Pedranzini, ha confermato che non c’è stato alcun contatto e il consiglio valuterà attentamente la proposta. Gianni Franco Papa, amministratore delegato di Bper Banca, nel corso della presentazione dell’iniziativa alla comunità finanziaria ha precisato che sebbene l’offerta non sia stata concordata, non si tratta di una “offerta ostile”. Papa ha affermato che, purtroppo, non c’era spazio per un accordo diretto con la Banca Popolare di Sondrio, e che l’istituto modenese ha dovuto procedere autonomamente. Ha poi aggiunto che l’operazione, che mira a consolidare la posizione di Bper come uno dei principali attori bancari in Italia, è “un passo coraggioso” per affrontare un panorama bancario in pieno cambiamento. Papa ha sottolineato che il piano strategico prevede una forte crescita futura per la nuova entità, con l’obiettivo di raggiungere un utile netto di oltre 2 miliardi e ricavi superiori a 7 miliardi entro il 2027. L’operazione, secondo quanto dichiarato da Bper, genererà sinergie di ricavo e costo, rafforzando la presenza nelle regioni a più alto sviluppo economico del Paese. Nessun problema di Antitrust perché le sovrapposizioni riguardano appena otto sportelli. Papa ha specificato che se l’operazione dovesse portare a una partecipazione superiore al 90% del capitale della Banca Popolare di Sondrio il titolo verrebbe delistato. In ogni caso Bper punta a superare la soglia del 50% per avere il controllo della banca. Si riserva anche la possibilità di procedere anche con una quota del 35%, purché tale partecipazione garantisca un’influenza dominante. L’ultima parola ora spetta a Unipol, principale azionista di entrambe le banche. Papa ha chiarito che il gruppo assicurativo non è stato coinvolto nella trattativa e che la mossa di Bper è stata frutto di una decisione indipendente. “Abbiamo parlato con Unipol dopo il lancio dell’offerta. Hanno un Cda che dovrà fare tutte le valutazioni: non si sono ancora espressi”, ha detto Papa.
“Riteniamo che sia un’operazione che sia molto positiva per tutti gli stakeholders tra i quali anche Unipol”. L’offerta è parte di un trend più ampio di consolidamento del settore bancario italiano con movimenti significativi da parte di istituti come Banco Bpm, Unicredit e Montepaschi. Proprio per questo “l’operazione ha avuto un’accelerazione – ha spiegato Papa – C’è stata un’importante fase di consolidamento, o di proposte di consolidamento, che vede partecipare operatori domestici e anche internazionali e dunque è diventato fondamentale per noi proteggere il nostro posizionamento in Italia”. Del resto “oggi siamo la terza banca in tutta una serie di elementi nel sistema e quindi abbiamo pensato che fosse necessario perseguire anche gli obiettivi di rafforzamento competitivo e dimensionale in linea con le tendenze in atto”. Con l’assemblea degli azionisti fissata per il 18 aprile, Bper si prepara a fare un passo decisivo verso la creazione di un colosso bancario con una forte solidità patrimoniale e prospettive di crescita significative.
(ITALPRESS).
-Foto: ufficio stampa Bper-

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Economia

Imprese, Esposito “Green e digitale migliorano la produttività”

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ROMA (ITALPRESS) – “La struttura manifatturiera italiana sta crescendo ma è anche vero che abbiamo un tasso di crescita della produttività rispetto agli altri Paesi più basso. Le imprese dovrebbero investire nella doppia sfida della transizione green e digitale, quelle che lo fanno hanno una maggiore produttività soprattutto se poi investono nel capitale umano. Le micro-imprese avranno un mercato sempre più globalizzato, quindi servono integrazioni e collegamenti: distretti e contratti di rete per acquistare quella dimensione strategica che consente loro di competere con maggiore innovazione”. Lo afferma Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi delle Camere di Commercio “Guglielmo Tagliacarne”, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
Parlando più in generale dell’economia italiana, spiega come da molti sia stata sempre “dipinta come un calabrone, che da un punto di vista fisico non dovrebbe volare, invece vola. La verità è che queste contraddizioni derivano dal fatto che il nostro Paese ha più motori di sviluppo, ha il 70% di economia di servizi, un 20-21% di industria, un 5-6% che è edilizia; questo spiega perchè quando un motore, come sta succedendo attualmente per una fetta di industria, inizia a pompare di meno, gli altri settori vengono a sorreggere questa attività. Questa è una delle chiavi di letture di un Paese complesso che si articola in settori e territori”.
“In un Paese come il nostro la crescita nazionale ha un valore che si articola molto a livello territoriale. Ad esempio – prosegue Esposito -, noi abbiamo territori, soprattutto nel Nord-ovest, che stanno segnando un rallentamento nella crescita, le diverse aree del Paese rispecchiano anche il diverso mix settoriale. In questa composizione, il diverso mix si sta combinando con una crescente apertura anche a livello internazionale che riguarda molto l’industria manifatturiera sulla quale però può pesare il macigno dell’incertezza anche per le vicende dei dazi. Il Mezzogiorno, soprattutto dopo il Covid, sta dando dei segnali interessanti di vitalità. L’ultimo anno ha avuto una crescita del Pil reale superiore rispetto al resto del Paese, sta acquistando velocità, nel Mezzogiorno ci sono una serie di nuclei molto interessanti che si stanno consolidando come le Start-up innovative che, dal 2016, ha raddoppiato la presenza. Sul fatto però che il Sud sia il nuovo motore qualche dubbio, ci sono segnali di dinamismo ma un motore per spingere ha bisogno di molto carburante e la struttura produttiva del Mezzogiorno ha diverse debolezze, fermo restando che ci sono dei fatti interessanti”.
Poi il tema del lavoro. “Noi abbiamo il Pil che cresce poco e l’occupazione che cresce, è un lavoro che oggi non sta portando ricchezza ma dobbiamo ricordarci che veniamo da un periodo di fortissima inflazione dove il potere dei salari si è ridotto. Buona parte delle imprese sono riuscite a fare crescere i margini e hanno ritenuto più conveniente assumere e tenersi un pezzo dell’occupazione per il futuro – osserva -. Questo è un dato positivo perchè le imprese assumono di più nonostante non stiano vendendo nella stessa misura, questo perchè prevedono degli sviluppi. Siccome abbiamo un problema di reperimento e di invecchiamento della manodopera, le imprese stanno cercando di prendere il più possibile giovani per tenerseli per il futuro. Questo sta alimentando l’occupazione e obiettivamente non abbiamo mai avuto un tasso così elevato. La disuguaglianza aumenta perchè gli stipendi, anche per effetto della maggiore inflazione, si sono ridotti; negli ultimi 30 anni lo stipendio medio è rimasto invariato e questo aumenta le diseguaglianze”, conclude.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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