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Politica

Almasri, Foti “Orrori dalla Cpi, in Parlamento processi politici”

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ROMA (ITALPRESS) – «Non siamo stati gli unici in Europa a non votare quella dichiarazione, c’era anche la Repubblica ceca. E a livello mondiale il Giappone, l’Australia, la Sud Corea. Si cerca sempre la polemica per la polemica». Così il ministro per gli Affari Europei, Tommaso Foti, in un’intervista al quotidiano La Repubblica, in merito alla risoluzione a difesa della Corte Penale Internazionale non firmata dall’Italia. “Abbiamo ritenuto che fosse poco saggio entrare all’interno di questa diatriba. Poi la risoluzione era partita da alcuni stati non proprio di primissimo piano, come la Sierra Leone e il Lichtenstein. L’Italia ha fatto una valutazione legittima, ripeto, in buona compagnia – aggiunge -.Tajani ha fatto una valutazione di principio molto pertinente. Dopodiché devo dire che solo in Italia si fanno processi politici in concomitanza di indagini così delicate. Abbiamo assistito in Parlamento alle arringhe dei pubblici ministeri Schlein, Conte e compagnia cantante, che hanno mal compreso la lectio magistralis di Nordio”. “Nordio ha fatto presente che uno dei tre magistrati del collegio che ha chiesto l’arresto di Almasri ha evidenziato errori marchiani nella procedura. Ma ad alcuni non fa comodo tenerlo presente – sottolinea Foti -. Io a differenza di Schlein e Conte non faccio il pm aggiunto. Ma rilevo che da parte della Cpi l’errore sul periodo in cui i reati sarebbero stati commessi da Almasri è più un orrore che un errore”.
Quanto ai centri per migranti in Albania, Foti sottolinea: «Intanto nella corte numerosi stati Ue hanno aderito alla nostra posizione. Il che smentisce la narrazione della sinistra che descrive questa politica come dissennata e contro le regole europee. Non è così. Dopodiché valuteremo se intervenire con un nuovo provvedimento prima della sentenza».

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Politica

Telefonata tra Meloni e Merz, focus su competitività europea e migranti

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ROMA (ITALPRESS) – Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto una conversazione telefonica con il cancelliere della Repubblica Federale di Germania, Friedrich Merz. Il colloquio, oltre a costituire l’occasione per rinnovare gli auguri di buon lavoro da parte di Meloni a Merz, ha consentito uno scambio sui principali temi internazionali e europei, a partire dal rilancio della competitività europea – e in particolare del settore automobilistico – e dalla gestione del fenomeno migratorio.

I due leader hanno inoltre sottolineato l’eccellente stato dei rapporti bilaterali, come testimoniato anche dai dati sul commercio bilaterale, e confermato la volontà di continuare ad alimentare il partenariato strategico tra Germania e Italia anche attraverso l’attuazione del Piano d’azione congiunto firmato a Berlino nel 2023.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Politica

Il Governo impugna la legge toscana sul fine vita

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ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dei ministri, riunito oggi pomeriggio a Palazzo Chigi, secondo quanto si apprende ha deciso di impugnare la legge della Regione Toscana sul fine vita.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Politica

Letta “Per la competitività serve l’integrazione economica”

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(LATINA) (ITALPRESS) – “Abbiamo la moneta unica, è un successo, che più nessuno mette in discussione”, ma tanti “mettono in discussione l’integrazione europea”, sostenendo che l’Europa in questi anni ha perso competitività e “quindi è sbagliata la strada dell’integrazione europea. Il ragionamento è esattamente l’opposto: noi europei abbiamo perso velocità perché non siamo stati in grado” di portare avanti “pezzi di integrazione fondamentale, come abbiamo fatto nel passato”. Lo ha detto Enrico Letta, decano dell’Istituto de Empresa (IE) di Madrid, nella sua lectio magistralis alla nona edizione del Ventotene Europa Festival, la kermesse giovanile organizzata dall’associazione di promozione sociale ‘La Nuova Europa’ in corso a Ventotene.

“Fare una moneta unica europea oggi ci sembra normale, ce l’abbiamo nelle nostre tasche, ma sappiamo benissimo quanto fosse difficile farla e quanto questa difficoltà abbia assorbito energie politiche ed economiche – ha aggiunto l’ex premier -. Tutta questa fatica non l’abbiamo fatta allo stesso modo per gli altri temi dell’integrazione economica. In tutte le analisi, la questione chiave è che è stato messo tanto impegno sulla moneta che probabilmente non c’erano più le energie politiche sufficienti per fare il resto”.

“Si può essere in una situazione di sicurezza senza essere indipendenti energeticamente, senza avere connettività o senza avere un mercato finanziario proprio, grosso, importante, unico? Secondo me, no. Abbiamo 27 mercati nazionali: questo oggi è il grande problema – ha proseguito –  Il mercato unico è rimasto non integrato in temi chiave come il mercato finanziario, le telecomunicazioni e l’energia: tre grandi macro settori fondamentali per la competitività”.

“Dobbiamo capire che non basta l’Unione monetaria, che c’è bisogno dell’Unione economica. Oggi ci troviamo con un mercato unico non sufficientemente integrato e profondamente asimmetrico”, ma “il mercato unico europeo è l’unico modo per che l’Europa possa essere forte e possa essere in grado di giocare nello stesso campionato di USA, Cina, India. “In quel campionato non potranno starci l’Italia, la Germania o la Francia da soli: saremmo tutti dei nani. In quel campionato ci può stare soltanto l’Europa”.

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Sul futuro dell’Europa, il dibattito non è ideologico, ma è un dibattito di interesse dei cittadini e delle cittadine europee. Questo dibattito deve portarci a fare le scelte giuste, quelle di un’integrazione fatta per creare lavoro e soprattutto crescita. Questa è la partita fondamentale che abbiamo davanti: questa partita ha bisogno di una Europa più integrata”. Non possiamo rinchiuderci nell’angolo della nostra tranquillità: la sostenibilità, il futuro industriale, il lavoro e i giovani sono temi sui quali dobbiamo esserci come Europa unita, l’unica è esserci insieme come 27 Paesi europei ed esserci col mercato unico. Se lo faremo, saremo in grado come Unione Europea di batterci per i valori europei, che sono valori fondamentali e importanti. Se non lo faremo, saremo deboli. Se non agiremo oggi, saremo in declino”.

“In questi trent’anni il mondo è passato da 3 miliardi a 8 miliardi di abitanti e la rivoluzione tecnologica fa sì che la dimensione di un Paese determini anche in parte il suo successo economico. Non è che abbiamo perso competitività o abbiamo perso crescita, abbiamo perso capacità. È il resto del mondo che si è messo a correre a una velocità che noi non potevamo allora considerare possibile in una logica molto poco lungimirante, perché non pensavamo che la dimensione degli abitanti di un Paese avrebbe avuto il suo impatto sulla crescita”, ha concluso.

-Foto Enrico Letta-
(ITALPRESS).

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