Politica
Crosetto “L’Ue rischia la deflagrazione, Meloni unica che può mediare”
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3 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Quello che è emerso dai colloqui è che la strategia degli Usa è profondamente cambiata. Il loro focus, oggi, è sulla Cina, tanto che persino Russia e Iran sembrano problemi minori, rispetto a quella che per loro è la priorità”. Così, in una intervista a la Repubblica, il ministro della Difesa Guido Crosetto dopo il primo incontro alla Nato con il Segretario alla Difesa americano Pete Hegseth.
“L’Ucraina – spiega -, in questo contesto, diventa quasi, e paradossalmente, un elemento meno rilevante, rispetto alla competizione con la Cina. Competizione che non è solo militare ma anche tecnologica, economica e che può avere l’obiettivo, eventualmente, di separare la Russia dalla Cina. E’ chiarissimo che gli americani pretendono che, ora, l’Europa si assuma una responsabilità molto maggiore. Hegseth ci ha detto: ‘Avete goduto della protezione americana gratuitamente per 70 anni e avete investito nel sociale invece di investire nella difesa. Avete pagato la vostra difesa con le tasse degli americanì. Ha torto? No, è la verità! Però ho anche detto a Hegseth, in totale accordo con Pistorius, che possiamo assumerci le responsabilità nostre ma i tempi sono importanti, vanno definiti insieme. Abbiamo detto anche che non possiamo accettare che alla fine del percorso di pace dell’Ucraina siano sconfitte sia Kiev che l’Europa, cosa che indebolirebbe la Nato”. “Alla riunione della Nato, abbiamo detto a Hegseth – sottolinea Crosetto – che è tatticamente sbagliato anticipare dei punti che possono essere usati per ottenere di più dai russi. Vuol dire giocarsi in anticipo delle leve importanti. E’ altrettanto chiaro che non si può pensare che l’Ucraina arrivi distrutta, alla fine del percorso di pace. Quindi bisognerà continuare ad aiutarla a resistere, finchè non si arriva alla tregua e al cessate il fuoco”. “Eventuali forze multinazionali – aggiunge – si potranno mandare solo quando si dispiegherà un processo di pace consolidato e con presupposti di durata. E non all’interno di unamissione meramente europea, ma internazionale, dell’Onu, auspicabilmente, in cui ci siano anche i sauditi, gli indiani, il mondo intero. Non una missione di paesi che hanno sostenuto la difesa ucraina e che possano essere percepiti come di parte. Anche perchè gli americani hanno detto due cose molto importanti. Uno, che non manderanno le loro truppe in Ucraina. Due, che non vorrebbero applicare, alle truppe che saranno mandate in Ucraina, l’articolo 5 della Nato, quello centrale, che riguarda il principio della mutua assistenza. Quindi, chi andrà lì con una missione internazionale potrebbe anche andarci, ma senza la protezione americana. Cosa che è impossibile perchè solo loro hanno la forza di offrire una cornice di deterrenza fondamentale per la sicurezza di una forza di pace. L’ipotesi più seria potrebbe essere quelle di organizzare una missione di pace Onu. Prevedrebbe un passaggio al Consiglio di sicurezza e passerebbe anche con il voto russo e cinese. Sarebbe importante coinvolgere il mondo, dall’India, al Brasile, dall’Arabia alla Cina”. “Trump – dichiara Crosetto – ha un modo non convenzionale di guardare la politica: interpreta il mondo attraverso le lenti del pragmatismo, con lo sguardo dell’uomo d’affari. E quindi la Russia, per lui, è soprattutto un Paese con enormi riserve energetiche e naturali, idem la Groenlandia o il Canada”. O l’Ucraina “che è ricca di terre rare. Noi dobbiamo abituarci a considerare il mondo anche con quello sguardo, il suo, oppure non capiremo mai il nuovo corso americano”. “L’Europa deve restare unita, ma avrebbe bisogno che i 27, nei momenti di scelte storiche, sapessero delegare di volta in volta una persona a rappresentarli tutti. In questo momento, se io fossi in loro, chiederei a Giorgia Meloni, per il rapporto privilegiato che ha da anni con Trump, di provare a svolgere il ruolo di mediatore. Il rischio dell’Europa è che invece deflagri. Meloni potrebbe essere un canale per parlare su questo tema. Forse è l’unica che può farlo. E, mi creda, questa affermazione non la sto facendo per simpatia (anche perchè non le sto facendo un regalo), o per calcolo politico, ma perchè vorrei che superassimo al meglio questo momento”, conclude il ministro della Difesa.
– foto Ipa agency –
(ITALPRESS).
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Politica
Barachini “Gli Over the Top fanno gli editori, ma senza vincoli”
Pubblicato
1 giorno fa-
24 Maggio 2025di
Redazione
TRENTO (ITAPRESS) – “Qualunque catena di supermercati nelle nostre città è in grado di sapere quali prodotti rifornire nei quartieri. Hanno perfettamente l’analisi di quanto rifornire in più, con grande precisione su aree piccolissime. Il dato è talmente raffinato che è possibile questa logica commerciale. È facile che la stessa logica valga per l’informazione, si può capire quale area è più sensibile a certe informazioni, ma la differenza è che l’informazione non è un prodotto, è un bene fragile, che ha un effetto sulla coscienza libera e democratica. Quindi va trattato in modo diverso”. Lo ha detto Alberto Barachini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, al Festival dell’Economia di Trento organizzato dal Gruppo 24 Ore e da Trentino Marketing.
“Quello che anche a livello europeo si sta tentando di fare – ha spiegato Barachini – non è un controllo, una deterrenza, o una limitazione dell’innovazione, ma servono dei guard rail etici per evitare che i dati sensibili diventino di proprietà di entità o persone che ne fanno un uso non corretto”, anche alla luce del fatto che “gli Over the Top stanno facendo gli editori anche se non hanno la stessa tassazione e gli stessi vincoli che hanno gli editori tradizionali”.
“Le norme vanno sempre adattate alla realtà che cambia, e oggi tutto cambia rapidamente. Quando all’inizio del nostro lavoro andavamo ai vertici europei e presentavamo il nostro modello di sostegno all’editoria venivamo visti come atipici. Oggi invece in Europa, soprattutto in Francia e Germania, ci guardano con attenzione, perché viene compresa la necessità di difendere il sistema anche da potenziali influenze straniere. Ci si rende conto che senza un sistema di difesa, si viene narrati da realtà esterne al Paese, secondo logiche che possono essere politiche o commerciali”, ha aggiunto Barachini.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Politica
Delmastro in visita all’Ucciardone di Palermo “Dal Governo grande impegno sulle carceri”
Pubblicato
1 giorno fa-
24 Maggio 2025di
Redazione
PALERMO (ITALPRESS) – “E’ una visita importante, abbiamo condiviso con uomini e donne della polizia penitenziaria e le sigle sindacali lo sforzo del governo, con numeri eclatanti, 10.250 assunzioni finanziate di agenti di polizia penitenziaria in due anni e mezzo di governo. È una cifra ciclopica mai vista prima per recuperare le carenze di organico spaventose ereditate da chi prima di me ha fallito la sua missione”. Così il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove, a margine di una visita ispettiva presso il carcere “Ucciardone” di Palermo.
“Abbiamo condiviso le dotazioni di forza di polizia che abbiamo messo in campo e gli interventi, oltre 255 milioni, sull’edilizia penitenziaria, con grande condivisione delle sigle sindacali. Poi abbiamo parlato anche di problemi più relativi all’Ucciardone rispetto al quale avremo interventi rapidi entro questo mese”. Il sottosegretario ha poi parlato del caso specifico della Sicilia: “La Corte dei Conti si è focalizzata sul decennio precedente e quindi quella impietosa fotografia e quella clamorosa chiamata di responsabilità della politica riguarda chi mi ha preceduto”.
Quanto a casi di arresti di agenti penitenziari, “mi sento di dire che ci sono sempre delle mele marce ovunque e che bisogna avere gli anticorpi. Stiamo lavorando moltissimo sull’antigetto, sulla sicurezza, sugli antidroni. Abbiamo acquistato antidroni da dare in dotazione a tutti gli istituti penitenziari, dopodiché abbiamo la capacità di avere gli anticorpi anche per quei rari casi dove qualche volta qualche uomo o donna della polizia penitenziaria non si comporta nella maniera più corretta e specchiata”.
Delmastro si è soffermato anche dei permessi premio per 200 boss, dopo il grido di allarme di ieri della presidente della Commissione dei Nazionale Antimafia: “Condivido il grido di dolore di Chiara Colosimo indirizzato a chi di competenza, cioè a coloro che ammettono i permessi premio, che non è certamente il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Se certamente il non il governo, non il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ma altri concedono permessi premio, quantomeno irrituali noi siamo assolutamente contrari”.
“Io ieri ho partecipato alla manifestazione del Quarto Savona 15 con Tina Montinaro per ricordare Falcone e Borsellino e i tanti angeli custodi della scorta, lì c’è stato un clima di splendida concordia che è quello che giustamente invochiamo nell’antimafia perché è stupido, puerile e controproducente dividersi”. Sul tema delle intercettazioni “credo che sia assolutamente infondata la protesta, il perimetro delle intercettazioni rimane identico a se stesso e non è stato minimamente ristretto l’uso di questo strumento. Semmai siamo intervenuti sul cortocircuito fra tribunali, procure e giornali, l’uso massmediatico delle intercettazioni – ha sottolineato Delmastro -. Mai noi priveremo la magistratura di uno strumento portentoso nel contrasto alla criminalità comune e soprattutto organizzata come quello delle intercettazioni. Quindi trovo una polemica pretestuosa che soprattutto non meritava di esprimersi il 23 maggio, perché il 23 maggio questa nazione dovrebbe trovare l’unità”. Sui dubbi espressi da alcuni esponenti della magistratura sulla riforma: “Il giorno dell’antimafia qualcuno critica una riforma che era stata indicata da Giovanni Falcone. Noi siamo dalla parte di Giovanni Falcone”.
“Da palermitana provo sempre grande dolore quando il movimento antimafia si divide”. Così Carolina Varchi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Giustizia alla Camera, a margine di una visita ispettiva presso il carcere Ucciardone di Palermo. “Negli anni – ha aggiunto Varchi – sono stata animatrice di questo movimento, in particolar modo con le commemorazioni del 19 luglio e a prescindere dall’appartenenza politica di ciascuno di noi abbiamo sempre ritenuto che quelle piazze, quella del 23 maggio e quella del 19 luglio andassero condivise. La condivisione passa dal rispetto. Io concordo con quello che ha detto la professoressa Falcone, cioè che l’antimafia e il ricordo non sono legati a un cronometro (il riferimento è al fatto che il minuto di silenzio di ieri all’albero Falcone è avvenuto dieci minuti prima delle 17.58, ndr). Probabilmente c’è stato qualche disguido di natura organizzativa, nessuno impedirà mai ad alcuno di protestare, così come sono sicura che nessun appartenente a quel corteo avrebbe approfittato del minuto di silenzio per fare fischi o altro tipo di contestazioni. Quindi, credo che sia bene archiviare questa polemica e dall’anno prossimo tornare tutti uniti in piazza, perché così come la mafia colpisce come un solo uomo, lo Stato, le istituzioni, le associazioni, i movimenti devono stare uniti e colpire la mafia come un solo uomo”.
“Questo carcere è una struttura storica che ha diverse criticità che sono state affrontate dal sottosegretario Delmastro verificando lo stato dei luoghi, sia interloquendo con i principali operatori delle forze di polizia penitenziaria, che sono i primi garanti della sicurezza e dei diritti dei detenuti quando possono lavorare in condizione adatte. Il sottosegretario ha promesso il suo impegno sia in termini infrastrutturali che generali”. Così il senatore di Fratelli d’Italia Raoul Russo, componente della Commissione nazionale antimafia. “Nello specifico questa struttura necessita di interventi importanti – ha aggiunto Russo -. La sezione nona sarà particolarmente oggetto di interventi corposi nei prossimi mesi. Ci troviamo in un carcere in centro città che merita di essere attenzionato in modo speciale dal Dipartimento”.
-Foto ufficio stampa Fratelli d’Italia-
(ITALPRESS).
Politica
La Russa “Pronti a difendere la Costituzione con la vita”
Pubblicato
1 giorno fa-
24 Maggio 2025di
Redazione
BERGAMO (ITALPRESS) – “Noi abbiamo maturato un rispetto assoluto per i valori della nostra Costituzione. Inutile venire a chiederci di fare l’esame di democrazia. La Carta Costituzionale, soprattutto nella prima parte, individua diritti umani e di libertà inalienabili che, se ci venissero tolti, noi ex giovani di destra saremmo pronti a scendere in piazza per difenderli con la vita. Da certe privazioni ci siamo passati negli anni ’70”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervenendo a Bergamo al convegno “Marzio Tremaglia. Identità, politica, cultura”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).


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