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Cronaca

Renault, per Symbioz la motorizzazione E-Tech Full Hybrid 145

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ROMA (ITALPRESS) – Anche Symbioz, il SUV del segmento C lanciato da Renault, può contare sulla motorizzazione E-Tech full hybrid 145, molto efficiente ed economica all’utilizzo, offre tutto il comfort e la silenziosità della guida elettrica in città, senza vincoli di ricarica. Grazie alla tecnologia E-Tech full hybrid Renault, i conducenti possono contare su consumi ridotti al minimo per la maggior parte dei percorsi, con poca dispersione tra le diverse modalità di guida. La tecnologia E-Tech full hybrid, per cui sono stati depositati oltre 150 brevetti e che può contare sull’esperienza Renault in Formula 1, soprattutto a livello di rigenerazione e recupero energetico, offre dinamicità ed efficienza. La sua architettura ibrida cosiddetta “serie-parallelo” comprende due motori elettrici (un e-motor da 36 kW ed un motorino di avviamento ad alta tensione di tipo HSG – High-Voltage Starter Generator – da 18 kW) ed un motore termico benzina 4 cilindri da 1.6 litri e 94 cavalli, associati ad una trasmissione multimode intelligente con innesto a denti senza frizione e ad una batteria da 1,2 kWh. La trasmissione ha 4 rapporti per il motore benzina e 2 rapporti per il motore elettrico principale. La motorizzazione E-Tech full hybrid 145 offre, quindi, fino a 14 possibili abbinamenti di funzionamento tra motore termico e motore elettrico, per un rendimento energetico ottimizzato. L’avviamento avviene sempre in modalità elettrica ed è possibile circolare in città fino all’80% del tempo in modalità 100% elettrica, con una riduzione dei consumi che può arrivare fino al 40% in ciclo urbano rispetto ai classici motori termici benzina. In autostrada, l’architettura del gruppo motopropulsore permette al motore termico di azionare direttamente le ruote, senza le dispersioni che consistono nel far girare inutilmente i motori elettrici, come accade nei sistemi ibridi classici. La tecnologia Renault consente a Symbioz di registrare i migliori consumi in ogni circostanza, con un ciclo WLTP stimato a 4,6 l/100 km. Dal lancio, il gruppo motopropulsore non ha mai smesso di essere ottimizzato, soprattutto a livello di gestione software, per migliorare i consumi e il comfort di utilizzo, soprattutto in autostrada. Proprio come sulla nuova Clio e il nuovo Captur, anche Symbioz dispone della nuova funzione E-Save, che si attiva premendo un pulsante situato a sinistra del volante. E-Save consente di migliorare il comfort di guida e di ottimizzare i consumi, mantenendo il livello di carica della batteria ad un minimo del 40%, in modo da poter sempre contare su sufficiente energia elettrica per affrontare le salite senza perdita di velocità ed effettuare sorpassi potendo contare solo sul motore elettrico, senza sollecitare il motore termico. Evita anche le brusche scalate di marce, spesso percepite come fonte di spiacevoli emissioni sonore. Con E-Save attivato, si riduce dal 30 al 40% il numero delle scalate di marcia forzate che possono ottenere l’effetto indesiderato di far salire di giri il motore nell’utilizzo in autostrada. Symbioz può, inoltre, contare sulla guida ibrida predittiva, che consente il massimo utilizzo dell’energia elettrica rispetto all’energia termica, a vantaggio dei consumi. Questa funzione è basata sui dati delle mappe connesse (Google Maps) e tiene conto della topografia (salite, discese, ecc.), del tempo di percorrenza e del traffico. Tali dati vengono elaborati in anticipo dal sistema di gestione della batteria per sfruttare al massimo l’energia di trazione elettrica. E’ disponibile un rapporto di guida sotto forma di istogramma con il dettaglio dei consumi e della distanza percorsa in modalità 100% elettrica.

foto: ufficio stampa Renault Group Italia

(ITALPRESS).

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Cronaca

Cina, pubblicato rapporto di think tank “Economia delle Contee nella Nuova Era”

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NANCHINO (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – Basandosi sulle vivaci pratiche delle divisioni amministrative cinesi a livello di contea, un rapporto di un think tank pubblicato venerdì approfondisce il loro sviluppo economico e la teoria dell’economia delle contee nella nuova era.

Il rapporto, intitolato “Economia delle Contee nella Nuova Era”, è stato pubblicato dallo Xinhua Institute, un think tank nazionale affiliato all”Agenzia di Stampa Xinhua, durante il Belt and Road Forum for International Think Tank Cooperation tenutosi a Nanchino, capoluogo della provincia di Jiangsu, nell’est della Cina.

Il documento è composto da cinque capitoli che illustrano l’importanza strategica di promuovere vigorosamente l’economia delle contee, l’essenza dell’Economia delle Contee nella Nuova Era, nonchè le sue pratiche dinamiche, caratteristiche distintive e intuizioni approfondite.

Oggi le contee in Cina comprendono sia aree urbane che rurali e fungono da snodo cruciale che collega i livelli amministrativi superiori e inferiori, coordina diversi settori e connette città e campagne. Esse costituiscono un’unità fondamentale sia per lo sviluppo economico sia per la governance sociale in Cina, afferma il rapporto.

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Secondo il documento, l’Economia delle Contee nella Nuova Era si è evoluta in un sistema di conoscenza distintivo e relativamente completo basato sulla sintesi dell’esperienza pratica della Cina nello sviluppo economico a livello di contea. Essa enfatizza l’integrazione urbano-rurale e lo sviluppo rurale guidato dalle città, la coltivazione di cluster industriali distintivi e un’autonomia decisionale ampliata a livello di contea per liberare la vitalità delle riforme dal basso.

Promuovendo e rafforzando l’economia delle contee in tutta la Cina, l’Economia delle Contee nella Nuova Era supera la visione unipolare della tradizionale teoria dei poli di crescita, creando un “polo di crescita distribuito”, una rete capillare di dinamismo economico, si legge nel rapporto, sottolineando che ciò contribuisce allo sviluppo di alta qualità e alla stabilità sociale duratura, costituendo un superamento storico del modello teorico occidentale “centro-periferia”.

L’Economia delle Contee nella Nuova Era sta tracciando un nuovo percorso che funge da chiave per trovare soluzioni all’integrazione urbano-rurale, offrendo un modello cinese che bilancia efficienza ed equità, integrando tradizione e innovazione, e contribuendo a un quadro di sviluppo più equilibrato e sostenibile per i Paesi del Sud globale, conclude il rapporto.
(ITALPRESS).
-Foto Xinhua-

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Ucraina, von der Leyen “Proseguiremo il sostegno per tutto il tempo necessario”

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JOHANNESBURG (SUDAFRICA) (ITALPRESS) – “Siamo stati al fianco dell’Ucraina fin dall’inizio. L’obiettivo di Vladimir Putin era quello di conquistare Kiev in tre giorni o tre settimane. Ha fallito, clamorosamente. Questo è dovuto innanzitutto al coraggio del popolo ucraino, ma abbiamo sostenuto il popolo ucraino fin dal primo giorno il più possibile e abbiamo contribuito con oltre 180 miliardi per sostenere l’Ucraina non solo con capacità militari, ma anche, naturalmente, con il sostegno al bilancio. E questo continuerà senza ombra di dubbio”. Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa a Johannesburg con il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, in vista del summit G20.

“Abbiamo effettivamente varato 19 pacchetti di sanzioni e si tratta di sanzioni pesanti. Lo si vede quando si considerano le crescenti difficoltà dell’economia russa: l’inflazione alle stelle, i tassi di interesse alle stelle, un’economia di guerra surriscaldata. Lentamente ma inesorabilmente, i dati dimostrano che le sanzioni stanno facendo effetto. Perchè non in un colpo solo? Perchè le sanzioni – ha aggiunto – spesso rispondono anche all’aggiramento di scappatoie. E’ un processo in corso e la pressione sulla Russia è continua. Continueremo a sostenere l’Ucraina, come abbiamo fatto in passato. L’Ucraina può contare su di noi, perchè questa non è solo un’aggressione contro l’Ucraina, ma è un’aggressione ai principi della Carta delle Nazioni Unite. Si svolge su suolo europeo e, pertanto, sosterremo l’Ucraina per tutto il tempo necessario”, ha concluso.

(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-

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Cronaca

Ponte sullo Stretto, un “Continente sommerso” da 4,1 mld ridisegna il Sud

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ROMA (ITALPRESS) – Per decenni si è immaginato il Ponte sullo Stretto come un gesto ingegneristico assoluto, un arco sospeso nel vuoto, un record di acciaio lungo 3.300 metri, un’impresa che cambierà per sempre la geografia del Mediterraneo. Eppure, la verità più sorprendente è che questa campata epica, pur essendo il cuore simbolico del progetto, rappresenta soltanto una parte dell’investimento complessivo.
Il ponte da solo vale circa 5,2 miliardi di euro, pari a poco meno del 40% dei 13,5 miliardi previsti dalla programmazione nazionale. La parte più estesa, strutturata e impegnativa del progetto è un’altra, ovvero un “Continente sommerso”, un’infrastruttura nell’infrastruttura che mette in piedi una nuova mobilità per il Mezzogiorno. In questo continente ci sono strade, ferrovie, stazioni, gallerie, viadotti, sistemi di accesso, opere ambientali, parchi, riqualificazioni idrauliche, interventi sulle fiumare, recuperi di cave e ridisegni urbani.
Sono oltre 4,1 miliardi di euro di collegamenti e opere accessorie, pensate per integrare Sicilia e Calabria nel grande corridoio europeo Scandinavo-Mediterraneo e per trasformare l’area dello Stretto in uno snodo continentale. E’ proprio questo sistema di infrastrutture altamente complesse e innovative, a rendere possibile il ponte stesso, l’emersione finale di un “Continente sommerso” che ridisegnerà territori, mobilità, economie, stili di vita.
Ben prima di salire sul Ponte sullo Stretto, il “Continente sommerso” emerge già in Calabria, dove un sistema di collegamenti stradali e ferroviari riplasma il territorio intorno a Villa San Giovanni. Qui il valore delle opere accessorie raggiunge circa un quarto dell’investimento complessivo destinato ai collegamenti, in un’area che diventa porta d’ingresso dell’Europa continentale verso la Sicilia.
Sul versante calabrese nasceranno infatti 9,9 chilometri di nuove strade, con il 41% del tracciato in galleria. Le rampe principali (Piale, Minasi, Campanella) si svilupperanno come grandi tunnel naturali, integrati da viadotti e tratti all’aperto, per saldare il ponte all’autostrada A2 all’interno di un sistema progettato per distribuire i flussi senza sovraccaricare la viabilità urbana.
Parallelamente, prenderà forma un nuovo tratto ferroviario di 2,7 chilometri, in cui l’84% del percorso sarà in sotterraneo. Questo nodo ferroviario darà vita alla giuntura strategica tra la linea tirrenica storica, la futura linea AV/AC Salerno-Reggio Calabria e l’accesso ferroviario al ponte, realizzando così il primo tassello di una continuità ferroviaria che dal Sud Italia arriverà, senza interruzioni, fino a Roma, Milano, Monaco, Berlino, Oslo.
Sempre sul versante calabrese, a Piale, sorgerà il Centro Direzionale, un complesso che ospiterà gli spazi operativi per la gestione del ponte: uffici, servizi, aree di ristorazione, un centro conferenze. E’ l’infrastruttura di comando di un sistema che avrà una vita operativa ininterrotta, giorno e notte, e che farà da piattaforma (tangibile ma soprattutto intangibile) al più grande attraversamento sospeso del mondo.
Se in Calabria nascerà un nuovo sistema intermodale, capace di far dialogare il trasporto su ferro con quello su gomma, in Sicilia prenderà invece forma una nuova idea di mobilità urbana e regionale. L’isola è infatti il cuore pulsante del “Continente sommerso”, dove si concentra il 75% del valore complessivo delle opere di collegamento.
Il sistema stradale prevede la costruzione di 10,4 chilometri di nuovi tracciati, con il 71% in galleria, attraverso gli abitati di Ganzirri, Curcuraci, Pace, Annunziata e Faro Superiore. Le grandi gallerie (Faro Superiore, Balena, Le Fosse) diventeranno le nuove arterie incaricate di liberare la città dal traffico e collegare l’A18 e l’A20 direttamente al ponte, senza attraversare il tessuto urbano. I viadotti Pantano, Curcuraci, Pace e Annunziata completeranno invece l’ossatura del sistema stradale.
Nonostante gli interventi su strada siano notevoli, sarà la parte ferroviaria a generare il cambiamento più profondo. Il progetto prevede infatti la costruzione di 17,5 chilometri di linea ferroviaria, modellati per il 93% in galleria, una dorsale sotterranea che attraverserà Messina come una vera metropolitana, con tre nuove stazioni (Papardo, Annunziata, Europa) posizionate nei punti strategici della vita cittadina, come l’università, i poli ospedalieri, i quartieri più popolosi, il centro urbano. Papardo, nel dettaglio, sarà la porta della città accademica; Annunziata servirà la zona residenziale più densa; Europa sarà la stazione urbana di connessione tra la mobilità cittadina e la rete nazionale. In superficie non cambierà nulla, ma sotto i piedi dei cittadini nascerà una città nuova, più veloce, più sostenibile, più accessibile.
A dispetto delle convinzioni diffuse, il progetto che punta alla riemersione del continente nascosto non è fatto solo di acciaio e gallerie, ma anche di opere ambientali e paesaggistiche. Una parte consistente dei materiali di scavo dei cantieri sarà riutilizzata per rilevati, recuperi ambientali, opere di ripascimento del litorale tirrenico, attivando così un ciclo virtuoso che trasforma gli scavi in risorse, riducendo impatti e costi ambientali.
Sul piano idraulico, sarà ridisegnato l’assetto di fiumare cruciali per la stabilità del territorio, come Gibia, Laticogna, Serro della Torre, Piria e Prestianni. In parallelo, le cave dismesse diventeranno parchi e aree verdi, mentre in Calabria saranno riqualificati i laghetti del bacino del Petrace. Complessivamente nasceranno oltre 400.000 m² di parchi urbani, un sistema diffuso che restituisce qualità ambientale ai territori attraversati.
In sostanza, il “Continente sommerso” non è un’aggiunta al ponte, è ciò che permette al ponte di funzionare e ciò che, una volta ultimato, ridisegnerà la geografia della mobilità italiana. E’ un sistema che serve oltre 400.000 abitanti dell’area dello Stretto, che connette Messina e Reggio Calabria ai corridoi europei, che mette in continuità la Sicilia con il resto dell’Italia senza più interrompere la rete ferroviaria. E fa parte di un disegno più grande: quel maxi piano di investimenti ferroviari, già programmato dal Paese, per ricucire l’Italia da Nord a Sud. In questo quadro, il ponte non è un’opera isolata ma l’anello centrale di un sistema che include l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, il potenziamento delle dorsali siciliane, i nuovi nodi intermodali, i sistemi metropolitani.

– foto ufficio stampa Webuild –
(ITALPRESS).

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