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Cronaca

Graziano “Pd vuole difesa europea, Governo è diviso sul riarmo”

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ROMA (ITALPRESS) – I rischi che le imprese corrono con i dazi americani, il ruolo dell’Italia e dell’Europa nella ‘guerra a trè tra Stati Uniti, Cina e Russia, il caso De Luca e la riforma del servizio pubblico: questi i temi affrontati da Stefano Graziano, deputato del Pd e capogruppo del partito nelle commissioni Difesa e Vigilanza Rai, in un’intervista a Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress.
Graziano parte da una riflessione sulla posizione dei dem e del governo relativamente al tema della difesa: tale posizione, secondo il deputato, “è molto chiara, mentre invece oggi è emersa una spaccatura molto importante nella maggioranza: la Lega è contro il riarmo, Forza Italia è per l’Europa e Meloni dice di essere per l’Italia, come se ci fosse qualcuno effettivamente contro l’Italia. Noi ci siamo espressi a favore della difesa europea e abbiamo anche spiegato le ragioni, ovvero che ci vogliono finanziamenti a debito sull’Europa: se continuiamo così faremo solo riarmo e debito per i singoli Stati”.
“Noi siamo testardamente unitari e lavoriamo per un’alternativa a questo governo: Meloni ci sta portando alla distruzione dell’Europa e all’isolamento globale – ha aggiunto -. In ogni coalizione ci sono sensibilità diverse, ma noi abbiamo espresso la nostra con chiarezza: la leadership dipende dai numeri elettorali e per ora danno ragione a noi. A me di Trump preoccupano la volubilità e l’approssimazione, che stanno già facendo perdere migliaia di posti di lavoro: con la mentalità del ‘dazismò si sta innescando un forte meccanismo di instabilità nei mercati e nelle aziende. Putin e Trump stanno lavorando per distruggere l’Europa, penso che i dazi siano una catastrofe in un’epoca in cui c’è bisogno di pace e tranquillità: i problemi non riguarderanno solo l’Italia, ma le parole di Giorgetti sui margini stretti per i fondi da destinare alle imprese sono abbastanza chiare”.
Il deputato del Pd evidenzia poi come “per colpa di questo governo il Pnrr rischia di essere uno straordinario fallimento: la maggioranza è divisa in tre parti e non si capisce verso chi siano a favore e verso chi siano contrari, una simile linea non permette al paese di avere stabilità; sono incollati alle poltrone e lo hanno dimostrato stamattina, nella mancanza di chiarezza sulla mozione per il riarmo. I cittadini negli ultimi due anni e mezzo non hanno visto un cambiamento reale nelle loro tasche e anzi percepiscono un impoverimento: da 24 mesi siamo a crescita zero e questo non lo dico io, ma Confindustria. Sulla competitività è come se il governo non avesse la dimensione di cosa sta succedendo: il Pd ha una ricetta, che è unire l’Europa per diventare più forti, loro invece sono per i nazionalismi e gli europeismi a piacimento ma nel frattempo si fanno bersagliare da Trump e Putin. Abbiamo chiesto di sapere in Parlamento con quali condizioni Meloni va in America, perchè non vogliamo ci vada con il cappello in mano”.
Sul fronte interno, tiene banco il capitolo relativo alla bocciatura, da parte della Corte costituzionale, per il terzo mandato da governatore regionale della Campania di Vincenzo De Luca: sul tema, spiega Graziano (anch’egli campano), “già 4-5 mesi fa il Pd si era espresso contrariamente al terzo mandato, non solo di De Luca ma in generale, per una ragione di ricambio politico: non so se De Luca adesso farà una sua lista, so che da parte nostra servirà una grande coalizione progressista, in cui dobbiamo realizzare un programma condiviso che ci renda protagonisti sui temi che interessano i cittadini come sanità, lavoro, trasporti e giovani. Vogliamo un candidato presidente che possa coinvolgere un’area politica più larga possibile: nella gestione di De Luca ci sono luci e ombre, vanno prese le cose buone e bisogna tenere la porta aperta a un ragionamento complessivo”.
Infine il deputato dem si sofferma sulla situazione attuale in commissione Vigilanza Rai: “Siamo contro la politica delle poltrone e sulla Rai vorremmo si parlasse di più di politiche dell’informazione: servono un servizio pubblico indipendente e un’informazione libera, se non ci sono quelle il rischio è di andare incontro a una procedura di infrazione. Chiediamo una riforma in direzione del Freedom Act, per avere una governance più autorevole e indipendente e rendere i giornalisti più liberi nel servizio pubblico, a partire dalle trasmissioni d’inchiesta ma non solo. Il governo vuole solo eleggere un presidente scelto dalla maggioranza, senza che sia necessariamente un elemento di garanzia: a loro non interessano nè le garanzie nè i rischi di infrazione comunitaria, non si occupano della Rai ma la occupano”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Organismo Congressuale Forense, eletti Moretti Coordinatore e Brusa Segretario

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ROMA (ITALPRESS) – I 55 componenti dell’Assemblea dell’Organismo Congressuale Forense (OCF) hanno proceduto all’elezione dei nuovi membri dell’Ufficio di Coordinamento.
Fedele Moretti (Foro di Taranto), assume il ruolo di Coordinatore; Elisabetta Brusa (Foro di Varese), nuovo Segretario; Antonino Distefano (Foro di Catania) è il Tesoriere. L’ufficio di coordinamento sarà composto poi dagli avvocati Giovanni Barile (Foro di Torre Annunziata), Carlo Morace (Foro di Reggio Calabria), Paolo Rossi (Foro di Bologna) e Mariangela Spinella (Foro di Matera).
L’OCF è l’organismo di vertice di rappresentanza politica dell’Avvocatura italiana, ed esercita la rappresentanza politica del Congresso Nazionale Forense, di cui ha il compito di attuare i deliberati, ed elabora progetti e proposte a tutela degli interessi dell’Avvocatura e della società italiana.
“L’assemblea di OCF si insedia e lancia la campagna referendaria. L’Avvocatura è unita: sì alla separazione delle carriere dei magistrati – hanno dichiarato il Coordinatore Moretti e il Segretario Brusa – Abbiamo costruito una squadra che riflette la pluralità dell’Avvocatura italiana, le sue radici territoriali e la sua capacità di rinnovarsi. E’ una squadra che unisce esperienza e nuove energie, continuità e innovazione, con l’obiettivo di dare voce a un’Avvocatura sempre più protagonista nelle sfide che la giustizia e la società ci pongono. Al recente Congresso dell’Avvocatura di Torino sono emersi temi fondamentali per il futuro della professione: l’impatto dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali nell’esercizio della professione forense, la centralità dell’Avvocato nel processo e nelle attività non giudiziali, e l’apertura a nuovi ambiti di consulenza legale, con particolare attenzione all’equo compenso, alla tutela dei diritti dei cittadini e alla prevenzione del contenzioso”.
“Sentiamo forte la responsabilità di tradurre in azione queste istanze, rappresentando un fronte unitario e autorevole dell’Avvocatura italiana, anche in vista del completamento dell’iter della legge professionale”, concludono Brusa e Moretti.
Fedele Moretti è avvocato a Taranto con una lunga carriera nell’ambito dell’Avvocatura. E’ stato Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Taranto dal 2019 al 2021. Nel 2022 è stato eletto per la prima volta componente dell’Assemblea Nazionale dell’Organismo Congressuale Forense, rappresentando il Distretto di Lecce.
Elisabetta Brusa è avvocato a Varese, specializzata in diritto penale e di famiglia. Ha ricoperto ruoli di rilievo nell’Ordine degli Avvocati di Varese, tra cui Presidente dal 2019 al 2023, ed è attiva in iniziative di sensibilizzazione sociale. E’ al suo secondo mandato nell’Organismo Congressuale Forense.
Antonino Distefano è avvocato a Catania e si occupa prevalentemente di diritto civile e tributario. Attualmente è Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania, dopo aver ricoperto in passato il ruolo di Tesoriere e Vice Presidente dello stesso Consiglio. E’ stato Vice Presidente dell’Unione Regionale degli Ordini Forensi della Sicilia.

– nella foto, fornita dall’ufficio stampa Organismo Congressuale Forense, da sinistra a destra: Distefano, Spinella, Rossi, Moretti, Brusa, Morace e Barile –
(ITALPRESS).

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UniBg, gli smartphone dei cittadini possono essere utilizzati dopo un sisma per creare mappe ad alta risoluzione spaziale

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BERGAMO (ITALPRESS) – L’impatto di un terremoto sulle persone e sugli edifici dipende non solo dalle caratteristiche del terremoto stesso, ma anche dalla geologia locale che contribuisce ai cosiddetti “effetti di sito”. La mappatura degli effetti di sito ad alta risoluzione spaziale in contesto urbano è fondamentale per comprendere quali aree sono a maggior rischio e quali edifici sono sottoposti a maggiore sollecitazione durante una sequenza di eventi sismici.

Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications da Francesco Finazzi (Università degli studi di Bergamo, Italia), Fabrice Cotton (GFZ Helmholtz Centre for Geosciences, Germania) e Remy Bossu (European-Mediterranean Seismological Centre, Francia) rappresenta una svolta: gli smartphone dei cittadini possono essere utilizzati per creare mappe ad alta risoluzione spaziale degli effetti di sito e dello scuotimento del suolo dopo un sisma.

Grazie agli accelerometri integrati, gli stessi sensori che consentono di giocare in modo interattivo, gli smartphone sono in grado di misurare le vibrazioni indotte dalle onde sismiche. Combinando migliaia di queste misurazioni con modelli statistici avanzati, i ricercatori dimostrano che è possibile mappare il modo in cui la geologia locale amplifica le onde sismiche, raggiungendo un livello di dettaglio spaziale ben superiore a quello che possono fornire le sole stazioni della rete sismica nazionale.

Questo approccio si basa su Earthquake Network, un’iniziativa di citizen science lanciata nel 2013 da Francesco Finazzi. Earthquake Network trasforma gli smartphone in un sistema globale di monitoraggio dei terremoti. Quando si verifica un terremoto, gli smartphone dei cittadini che partecipano all’iniziativa lo rilevano in tempo reale e inviano informazioni a un server centrale. In pochi secondi è possibile allertare la popolazione nelle zone circostanti, concedendo loro tempo prezioso per mettersi al sicuro prima dell’inizio dello scuotimento più forte.

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La regione dei Campi Flegrei, in Italia, dove vivono circa 500.000 persone esposte ad alto rischio vulcanico e sismico, ha fornito il banco di prova perfetto. Tra aprile e giugno 2024, durante un periodo di intensa attività sismica che ha messo sotto pressione cittadini e amministratori locali, fino a 9.000 residenti della zona rossa (la zona a maggior rischio) hanno contribuito attivamente con i propri smartphone, rispetto alle sole 29 stazioni sismiche tradizionali presenti nella stessa area (Figura 1).

L’analisi congiunta dei dati smartphone e delle stazioni ha permesso ai ricercatori di produrre la prima mappa ad alta risoluzione dell’amplificazione di sito. La mappa mostra che l’amplificazione dovuta alla geologia locale varia da un fattore tra 0,25 e 0,75 nelle aree di Bagnoli, Fuorigrotta e del Rione Traiano, dove le onde sismiche tendono quindi a essere smorzate, a un fattore tra 2 e 3 nelle aree di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Arco Felice, dove le onde tendono a essere amplificate.

In caso di un nuovo terremoto nei Campi Flegrei, l’approccio sviluppato dai ricercatori consente inoltre di generare in modo rapido “ShakeMap” (mappe dell’accelerazione di picco del suolo) ad alta risoluzione partendo dalla mappa di amplificazione e dalle misurazioni degli smartphone raccolte durante lo specifico evento sismico. Queste mappe sono fondamentali per guidare le squadre di soccorso, stimare i danni e organizzare le risposte di emergenza. Con la crescita della popolazione urbana in tutto il mondo e l’urgente necessità di ShakeMap ad alta risoluzione, questo studio dimostra che i cittadini hanno un ruolo fondamentale nella raccolta di dati sismici tramite smartphone, in un’ottica in cui i cittadini offrono alla scienza qualcosa che gli appartiene (gli smartphone) per avere in cambio servizi utili alla collettività.

-Foto UniBg-
(ITALPRESS).

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Rauti “Dall’Artico dipendono i destini del pianeta, evitiamo i monopoli”

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