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Colpo New York a Boston, ok anche Denver in gara-1 delle semifinali di Conference

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il fattore campo è il grande sconfitto della notte Nba. Le due gare-1 delle semifinali play-off di Conference si chiudono con le vittorie degli ospiti che aprono la serie al meglio e si godono due successi di grande rilievo. New York mette ko i campioni in carica, imponendosi a Boston 105-108 all’overtime e risalendo la china dopo un secondo quarto chiuso con un +15 dai padroni di casa.

I Celtics, che nella regular-season avevano ottenuto un quattro su quattro negli scontri diretti con i Knicks, danno l’impressione di poter calare il pokerissimo, ma dopo l’intervallo la partita cambia. OG Anunoby e Jalen Brunson trascinano New York con 29 punti a testa, ma è la prestazione di squadra a fare la differenza con le doppie doppie da 14 punti e 13 rimbalzi di Karl-Anthony Towns e da 14 punti e 11 rimbalzi di Josh Hart. L’unico a non andare in doppia cifra del quintetto iniziale è Mikal Bridges, ma è fondamentale il suo contributo nel limitare le stelle degli avversari, in difficoltà soprattutto nelle triple. Di punti ne fanno 23 a testa Jayson Tatum e Jaylen Brown, con il primo che mette a referto anche 16 rimbalzi, c’è la doppia doppia anche per Derrick White con 19 punti e 11 rimbalzi, mentre ne fa 16 Jrue Holiday, nessuno Kristaps Porzingis, non al top e in campo solo per 13 minuti. Vincono i Knicks, campioni in carica ko all’overtime e chiamati all’immediato riscatto.

Vittoria in trasferta anche per i Nuggets che si impongono 121-119 sul parquet di Oklahoma, grazie alla tripla del sorpasso finale di Aaron Gordon. Per lui doppia doppia da 22 punti e 14 rimbalzi, ma al solito a fare la differenza è uno strepitoso Nikola Jokic che fa regoistrare al suo attivo 42 punti e 22 rimbalzi, aggiungendo anche 6 assist. Non è tutto qui perchè ci sono i 21 punti di Jamal Murray e i 18, dalla panchina, di Russell Westbrook, oltre alla terza doppia doppia di Denver che porta la firma di Christian Braun (11 punti e 13 rimbalzi).

Se da una parte il più atteso era Jokic, dall’altra non delude le attese neanche Shai Gilgeous-Alexander che chiude con 33 punti, 10 rimbalzi e 8 assist, ma non basta ai Thunder che portano tutto il quintetto in doppia cifra con Jalen Williams che ne fa 16, 14 sono quelli di Dort, 12 a testa per Holmgren e Hartenstein (per lui anche 9 rimbalzi), in più dalla panchina arrivano anche i 20 di Alex Caruso, ma il verdetto di gara-1 dice Nuggets.

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-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Under 21, Nunziata avverte la Germania “L’Italia vuole arrivare fino in fondo”

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ROMA (ITALPRESS) – Di fronte ci sarà un avversario fortissimo ma questa Italia non ha intenzione di fermarsi. Domani alle 21 gli azzurrini ritroveranno alla ‘Dac Arena’ di Dunajska Streda la Germania nell’ultimo dei quarti di finale dell’Europeo Under 21. Chi vince va in semifinale, chi perde torna a casa. Entrambe sono imbattute nel torneo, ma se l’Italia ha lasciato per strada due punti pareggiando con la Spagna e arrivando così seconda nel Gruppo A alle spalle della Rojita, la Germania è l’unica tra le sedici finaliste ad aver fatto percorso netto vincendo tutte e tre le gare del girone.

Colpisce la potenza di fuoco dei tedeschi, che con 9 gol all’attivo sono insieme al Portogallo il miglior attacco del torneo. Quattro, a cui vanno aggiunti due assist, li ha segnati Nick Woltemade, l’attaccante dello Stoccarda attualmente in testa alla classifica dei cannonieri. Gli Azzurrini possono invece vantare la seconda miglior difesa dell’Europeo (unico gol incassato quello dello spagnolo Jesus Rodriguez), a conferma della solidità di una squadra che anche nelle qualificazioni aveva subito solo 4 reti.

“La Germania – avverte il ct Carmine Nunziata in conferenza stampa – è una squadra solida, fisica, che ha grande intensità, sempre corta”. “E’ difficile trovarla impreparata – prosegue – E in più, soprattutto davanti, ha giocatori di qualità come Gruda e Woltemade. Dovremo andare in campo per cercare di fare la partita ed essere squadra, fare meno errori possibili e magari sfruttare i loro. Vogliamo arrivare in fondo, poi se gli avversari saranno più bravi tanto di cappello”.

Detto che Baldanzi tornerà ad allenarsi con il gruppo solo nella rifinitura di oggi (“vediamo se riuscirà a fare tutto con i compagni, per noi è un giocatore importante”), Nunziata non dà nessuna indicazione né sulla formazione né sul modulo, con l’Italia che dopo aver difeso a quattro nelle prime due gare del torneo si è presentata a tre contro la Spagna: “Preferisco aspettare la rifinitura per decidere – sottolinea il tecnico – dipende da come stiamo a livello fisico, se qualcuno rientra o meno. I ragazzi ormai hanno assorbito bene i due sistemi di gioco e non ho l’esigenza di provare delle cose come ho fatto l’altra volta”.

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Del resto la forza di questa squadra è il gruppo: 12 dei 23 convocati due estati fa hanno già condiviso l’entusiasmante cavalcata che portò la Nazionale Under 20 a giocarsi la finale del Mondiale. “Penso che questo abbia fatto la differenza in tutti questi anni, avere un gruppo affiatato vuol dire molto – riconosce Nunziata – E per me è un vantaggio perché i ragazzi sanno già cosa voglio da loro. Come li stimolerò? Non ce ne sarà bisogno, se un giocatore ha bisogno di stimoli prima di un quarto di finale di un Europeo vuol dire che c’è qualcosa che non va”.

Pronto a riprendere il suo posto in difesa capitan Lorenzo Pirola, che sogna di raggiungere una semifinale che all’Italia manca da 8 anni. “E’ il mio terzo Europeo e un po’ di partite come questa le ho già giocate. In una gara da dentro o fuori un episodio può cambiare tutto, dovremo essere bravi a portare gli episodi dalla nostra parte. Woltemade? E’ un attaccante di qualità, che segna molti gol. Stiamo facendo un lavoro importante a livello difensivo che coinvolge tutti gli undici giocatori in campo, cercheremo di aiutarci l’uno con l’altro anche domani e di dargli meno spazio possibile. Dovremo provare a comandare la partita, visto che abbiamo le qualità per farlo, e a proporre il nostro gioco”. Sugli spalti è atteso il neo ct della Nazionale maggiore, Rino Gattuso: “Sapere che ci viene a vedere ed è vicino a noi è uno stimolo in più per fare bene e per fargli vedere che noi dell’Under 21 siamo dei giocatori pronti”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Marc Marquez in pole al Mugello, Bagnaia secondo

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FIRENZE (ITALPRESS) – Marc Marquez si prende la pole position del Gran Premio d’Italia, nono appuntamento del Mondiale di MotoGP, in scena lungo il circuito del Mugello.

1’44″169 il tempo del leader della classifica iridata, che butta giù il record della pista e conquista la pole numero 100 in carriera in tutte le classi (la sesta dell’annata, al 72esima in MotoGP). Secondo a 0″059 Francesco Bagnaia (Ducati), appena davanti ad Alex Marquez (Ducati Gresini), terzo a 0″083.

Apre la seconda fila Fabio Quartararo (Yamaha), davanti a Maverick Vinales (Ktm Tech3) e Franco Morbidelli (Ducati VR46). Seguono Fabio Di Giannantonio (Ducati VR46), settimo, Pedro Acosta (Ktm), ottavo, e Alex Rins (Yamaha), nono. Soltanto decimo Marco Bezzecchi (Aprilia).

LA GRIGLIA DI PARTENZA DEL GP D’ITALIA

1^ fila
1. Marc Marquez (Esp) Ducati in 1’44″169, alla velocità media di 181.2 km/h
2. Francesco Bagnaia (Ita) Ducati in 1’44″228
3. Alex Marquez (Esp) Ducati Gresini in 1’44″252

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2^ fila
4. Fabio Quartararo (Fra) Yamaha in 1’44″411
5. Maverick Vinales (Esp) Ktm Tech3 in 1’44″514
6. Franco Morbidelli (Ita) Ducati VR46 in 1’44″568

3^ fila
7. Fabio Di Giannantonio (Ita) Ducati VR46 in 1’44″723
8. Pedro Acosta (Esp) Ktm in 1’44″780
9. Alex Rins (Esp) Yamaha in 1’44″844

 4^ fila
10. Marco Bezzecchi (Ita) Aprilia in 1’44″899
11. Raul Fernandez (Esp) Aprilia Trackhouse in 1’44″995
12. Fermin Aldeguer (Esp) Ducati Gresini in 1’45″199

-Photo IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Chivu “Al momento non possiamo fare molto più di così”

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ROMA (ITALPRESS) – Di solito in questo periodo dell’anno i calciatori sono sparsi per il mondo in vacanza, per ricaricare le batterie in attesa di ricominciare. Chi è al Mondiale per Club, invece, si trova immerso in un torneo ufficiale nel quale ogni partita è una partita vera, da affrontare però con una stagione nelle gambe e, specialmente nel caso dell’Inter, nella testa. Al debutto contro il Monterrey lo si è visto chiaramente, la stanchezza fisica e mentale c’è e Cristian Chivu, alla vigilia della gara contro i giapponesi dell’Urawa, non l’ha nascosto. “Veniamo da nove mesi di battaglie, cerchiamo di trovare le energie giuste per affrontare una squadra ordinata e pulita. Col Monterrey abbiamo fatto una partita seria, cercando di fare del nostro meglio. Abbiamo tirato fuori la nostra miglior versione di questo momento, abbiamo aggiunto la reazione e l’orgoglio. Non si può fare tanto al momento, prima del Monterrey avevamo fatto solo due allenamenti al completo, poi dopo la partita abbiamo concesso 48 ore per riprendersi. Questo non è un ritiro estivo dove provi novità, si possono fare richieste e provare cose che tra l’altro hanno già fatto in precedenza”, ha detto il neo allenatore dei nerazzurri.

Ci sono cose da correggere (“Vorrei vedere del cinismo. Abbiamo sbagliato situazioni che potevano facilitare l’andatura della partita”) ed errori da non ripetere (“Magari nella manovra siamo stati un po’ leziosi, potevamo far meglio. Sono cose di cui abbiamo parlato e su cui abbiamo lavorato, per cui mi aspetto miglioramenti da questo punto di vista”), pur partendo dalle basi della scorsa stagione, nonostante già nella prima gara si siano viste alcune novità come il cambio di sistema di gioco a centrocampo e l’utilizzo del trequartista: “A volte il centrocampo può essere a due, altre volte a quattro o a tre. Perchè quelli sotto la punta io li considero centrocampisti che invadono l’area con più facilità. Rimaniamo sulle cose fatte per non perdere certezze, ma parliamo di giocatori evoluti che sanno fare determinate cose e capiscono al volo le nostre richieste”.

Il tutto con l’idea di avere una squadra padrona del gioco, come in passato l’Inter ha dimostrato di saper fare: “Tutti gli allenatori vorrebbero una squadra dominante perchè bisogna tirar fuori tecnica, personalità, voglia di tenere in mano il pallino del gioco e delle situazioni sia quando si attacca in verticale che quando si gioca in accerchiamento. Penso sia l’obiettivo di tutti gli allenatori. Anche noi lo vorremo fare in un futuro breve, magari già da domani, quando avremo a disposizione più tempo per fare un altro tipo di lavoro”.

Idee chiare che Chivu cerca di trasmettere ai suoi dal primo giorno, con una squadra che sta cercando di voltare pagina e di applicare le nuove richieste dell’allenatore.

– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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