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Cronaca

Donne e scienza, alla Sapienza un’opera contro le disparità di genere

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ROMA (ITALPRESS) – In Italia c’è un profondo gap scientifico, ma i giovani italiani non ne sono a conoscenza: 2 su 3 ignorano il forte divario di laureati STEM rispetto al resto d’Europa e più di 9 su 10 sottovalutano le differenze di genere con un calo costante delle iscrizioni femminili negli ultimi 10 anni. I dati dell’indagine Ipsos, presentati nel corso di un evento promosso da MSD Italia e Sapienza Università di Roma, evidenziano il paradosso delle STEM: il gap scientifico è ignorato dalle nuove generazioni e questo contribuisce ad alimentare un divario su cui impattano – secondo gli stessi giovani – pregiudizi di genere (29%), mancanza di modelli femminili (22%) e un orientamento scolastico poco efficace (20%). In uno scenario poco incoraggiante, proprio il sodalizio tra scienza e arte può diventare la chiave per colmare questo “gap” e ispirare le nuove generazioni a seguire le proprie passioni, superando barriere culturali e sociali. Nasce così il progetto “Investing for future. Donne e STEAM: da gap a plus” promosso da MSD Italia e patrocinato da Sapienza, che ha come simbolo la maestosa opera di 4 metri d’altezza “Uraniàs passion” dell’artista Lorenzo Quinn e che si può ammirare da oggi nella Città Universitaria. Due mani femminili sorreggono una rappresentazione dell’atomo per esaltare il contributo fondamentale delle donne alla scienza e invitare a superare i pregiudizi di genere.
“In un contesto globale caratterizzato da incertezze e sfide imprevedibili – commenta Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratrice Delegata di MSD Italia – la scienza rappresenta un faro che illumina il nostro futuro e non ha confini tra le nazioni. La ricerca scientifica non può prescindere dalla capacità di accogliere e valorizzare il più ampio spettro di voci, esperienze e talenti. A cominciare da quelli delle donne. E’ con questo spirito che abbiamo dato vita a un progetto davvero unico che vuole promuovere la partecipazione femminile nelle STEAM e ispirare un cambiamento culturale e sociale oggigiorno necessario, utilizzando l’arte e la scienza come linguaggio universale. L’opera realizzata da Lorenzo Quinn rappresenta il nostro sguardo verso il futuro, un atto di responsabilità nel continuare a costruire, dentro e fuori la nostra realtà, un mondo dove le competenze non abbiano genere e le opportunità siano davvero per tutte e per tutti, ovunque. E’ per me motivo di particolare soddisfazione offrire questa opportunità a un’università prestigiosa come Sapienza, che vanta diversi Premi Nobel in Fisica. Auspico che, in un futuro prossimo, sempre più studentesse in Italia possano essere insignite di un Nobel in una disciplina STEM”.
La rettrice della Sapienza Antonella Polimeni ha accolto “con piacere il progetto di MSD Italia, pienamente coerente con gli obiettivi di Sapienza sul tema dell’uguaglianza di genere e che rappresenta un ulteriore tassello del nostro impegno a fianco delle donne in ogni ambito del sapere. Come Ateneo abbiamo posto in essere azioni e strumenti per incentivare la componente femminile dei corsi STEM, intervenendo in primo luogo sull’offerta formativa, istituendo corsi trasversali e transdisciplinari che siano centrati su temi di interesse strategico come quelli dell’innovazione e dell’alta tecnologia e attraverso iniziative mirate, come #100ragazzeSTEM che ha previsto l’assegnazione di 100 borse di studio triennali alle studentesse meritevoli fuori sede che si iscrivano a un corso di laurea STEM. Il bilancio a oggi è positivo e in crescita: i nostri dati evidenziano il primato delle ragazze STEM tra le laureate in corso, sia a livello di lauree triennali che in quello delle specialistiche rispetto ai loro colleghi maschi, confermando un ottimo andamento per i tempi in cui raggiungono il diploma, ma anche per i voti finali di laurea che ottengono. Nonostante ciò, la presenza femminile è ancora troppo bassa rispetto a quella maschile e indubbiamente siamo ancora lontani dal raggiungimento di una completa parità di genere”. “Ben vengano inoltre – ha aggiunto Polimeni – iniziative di spessore artistico e di sensibilità culturale che possano accrescere nelle ragazze la consapevolezza delle proprie potenzialità e ampliare il loro orizzonte professionale: l’opera installata oggi interpreta, e auspichiamo anticipi, uno scenario in cui tutte le intelligenze e le sensibilità contribuiscano pienamente al sapere scientifico”.
Circa 3 giovani su 4 credono nel potere dell’arte per integrare quello della scienza: l’unione tra arte e scienza – celebrata nella scultura “Uraniàs passion” – può contribuire a trasformare il gap scientifico del Paese in una risorsa: quel plus capace di motivare i giovani e in particolare le donne. “Mi sono ispirato – commenta l’artista Lorenzo Quinn – alla musa greca dell’astronomia e della matematica, Urania, per creare un simbolo del potere della scienza, capace di prosperare grazie alla diversità di genere. Sono da sempre convinto che l’arte possa abbattere i muri e aprire le menti: sono dunque entusiasta di poter contribuire con la mia opera al progetto di MSD e Sapienza e spero che questa scultura contribuisca ad ispirare a non porsi limiti e a vedere la bellezza intrinseca nella ricerca scientifica”.
Il 62% dei giovani ritiene che non esista un divario di genere nelle opportunità professionali, mentre la realtà mostra una netta differenza di quasi 20 punti percentuali nel tasso di occupazione maschile e femminile con solo il 3% di donne CEO in Italia . “In un Paese dove tra occupazione maschile e femminile persiste un gap del 18% a sfavore delle donne – ha spiegato Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos – resta molto da fare per rimettere in equilibrio il mondo del lavoro. Nei settori STEM, pregiudizi e stereotipi influiscono sulla carriera accademica delle ragazze sino dai gradi inferiori della scuola. Scuola e università, famiglia, istituzioni e impresa devono trovare un’alleanza e introdurre iniziative integrate che accendano l’interesse delle ragazze per i percorsi scientifici. Il ruolo delle arti che arricchisce l’interdisciplinarietà nelle STEAM è giudicato positivamente dall’opinione pubblica, anche se necessita di una più ampia notorietà per esplicare la forza trasformativa che viene riconosciuta a questo approccio educativo”.

– foto xi2/Italpress –
(ITALPRESS).

Cronaca

Dialogo di sapori in Cina, conclusa la Settimana della Cucina Italiana a chengdu

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CHENGDU (CINA) (XINHUA/ITALPRESS) – Pasta, pizza, Prosciutto di Parma… Una varietà di classiche specialità italiane ha deliziato il palato degli appassionati di gastronomia. La cerimonia di chiusura della decima Settimana della Cucina Italiana nel Mondo si è tenuta a Chengdu il 22 novembre, dove la cucina italiana, famosa in tutto il mondo, e Chengdu, Città della Gastronomia UNESCO, hanno iniziato un dialogo di sapori.

Il tema di quest’anno, “La cucina italiana tra salute, cultura e innovazione”, mette in evidenza il profondo legame tra il patrimonio culinario dell’Italia e la costante ricerca di eccellenza e progresso da parte del Paese.

Fabio Schina, console generale d’Italia a Chongqing, ha affermato che la cucina italiana rappresenta molto più di un insieme di ricette: è uno stile di vita che riflette storia, identità e creatività. Promuovere il cibo italiano a Chengdu, una “Città della Gastronomia”, è particolarmente significativo, ha aggiunto Schina: “I cittadini di Chengdu hanno una profonda comprensione dell’essenza del cibo e possono apprezzare il fascino della cucina italiana”.

Attraverso questa iniziativa, l’Italia continua a rafforzare i legami culturali ed economici in tutto il mondo, e in particolare in un mercato chiave come quello cinese, condividendo i valori di eccellenza, benessere e innovazione che definiscono la nostra identità nazionale, ha concluso il console.

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La cooperazione amichevole tra il Sichuan e l’Italia si sta approfondendo. E’ stato riferito che l’Università di Chengdu e l’Università degli Studi di Palermo hanno realizzato numerosi programmi di scambio. E le città di Dujiangyan e Procida hanno firmato ufficialmente un accordo di gemellaggio, e i settori di cooperazione tra le due parti continuano ad ampliarsi.

Il settore agroalimentare rappresenta per l’Italia una componente chiave del suo sistema economico e della sua capacità di esportazione. Nel 2024, secondo gli ultimi dati diffusi da Coldiretti, le esportazioni agroalimentari italiane hanno raggiunto il valore record di quasi 70 miliardi di euro, segnando un aumento dell’8,7% rispetto all’anno precedente.

La Settimana della Cucina Italiana nel Mondo è stata lanciata nel 2016 dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano. Essa mira a promuovere l’antica tradizione italiana della cultura del cibo e del vino attraverso un ricco programma di eventi in tutto il mondo.
(ITALPRESS).
-Foto Xinhua-

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Cronaca

Italian Hydrogen Summit alla Camera, chiesto avvio di un tavolo interministeriale

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ROMA (ITALPRESS) – Avviare un tavolo di lavoro interministeriale sull’idrogeno per affrontare lo sviluppo della filiera industriale, superare le attuali criticità esistenti e creare strumenti efficaci. E’ la richiesta emersa nel corso dell’Italian Hydrogen Summit, l’appuntamento annuale promosso da H2IT, Associazione Italiana Idrogeno. Alla Camera dei Deputati si sono riuniti rappresentanti delle istituzioni, del mondo produttivo, esperti e stakeholder del settore, per approfondire il ruolo dell’idrogeno nel panorama delle energie rinnovabili e il suo valore strategico per rafforzare la sicurezza energetica. A un anno dalla pubblicazione della Strategia Nazionale Idrogeno, le imprese chiedono una visione di lungo periodo e strumenti per pianificare investimenti strutturali, nella consapevolezza che occorre rafforzare la filiera industriale e la capacità manifatturiera.
L’idrogeno non è un prodotto che entra in un mercato esistente, ma un’intera filiera che necessita di uno sviluppo integrato e coordinato tra vari ambiti di competenza istituzionale. Il 2025 è un anno strategico per il futuro dell’idrogeno nel nostro Paese: le aziende stanno completando i progetti finanziati dal PNRR in scadenza nel 2026 e avviando l’implementazione delle iniziative IPCEI (Importanti Progetti di Interesse Comune Europeo). Parallelamente, si moltiplicano gli investimenti privati per la produzione di idrogeno rinnovabile destinato all’industria e alla mobilità. A livello europeo, permane la necessità di una semplificazione regolatoria che consenta di accelerare gli investimenti e rendere il mercato più attrattivo.
La mancanza di tempistiche definite e il rallentamento nell’attuazione del Decreto Tariffe, volto a incentivare la produzione di idrogeno rinnovabile tramite contratti per differenza, unitamente al mancato recepimento della Direttiva (UE) 2023/2413 (RED III) – che prevedeva l’introduzione di quote minime obbligatorie di utilizzo di RFNBO (Renewable Fuels of Non-Biological Origin) nell’industria e nei trasporti – rappresentano elementi di forte preoccupazione per H2IT. Tali criticità rischiano di compromettere lo sviluppo del settore e la competitività del sistema nazionale. Queste misure rappresentavano un passaggio strategico per la creazione di un mercato nazionale dell’idrogeno, in linea con le direttive europee e con la Strategia Nazionale Idrogeno. L’assenza di queste disposizioni rallenta l’intera filiera, mette a rischio le prospettive di sviluppo di un’industria nazionale dell’idrogeno e gli investimenti previsti dal PNRR per il settore, compromettendo anche la fiducia degli investitori e rischiando di vanificare anni di lavoro congiunto tra istituzioni e imprese.
E’ urgente, pertanto, favorire un dialogo aperto e costruttivo tra i Ministeri competenti, il mondo industriale e i territori. Al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) fanno riferimento circa un miliardo e mezzo di euro di investimenti PNRR destinati al settore idrogeno e due strumenti normativi fondamentali per l’attuazione della Strategia Nazionale Idrogeno: il Decreto Tariffe (che incentiva la produzione di idrogeno rinnovabile) e la citata Direttiva RED III. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), nell’ambito dello sviluppo della filiera dell’idrogeno in Italia, ha una dotazione di circa 2 miliardi di euro destinati agli IPCEI idrogeno. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha stanziato altri 600 milioni di euro di fondi PNRR per lo sviluppo della mobilità a idrogeno stradale e ferroviaria. Dal Summit è emersa la necessità di costruire strumenti a supporto della domanda industriale, per favorire il ricambio tecnologico con apparecchiature hydrogen-ready nei settori industriali difficili da elettrificare e della domanda nella mobilità, per favorire l’acquisto di flotte di veicoli a zero emissioni. E’ centrale anche il ruolo del Ministero per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, per avviare una visione strategica post-PNRR, capace di dare continuità agli investimenti e fiducia agli operatori del settore. L’idrogeno è una sfida europea, e l’Italia si sta posizionando in modo competitivo in questo scenario, per cui è essenziale accompagnare la transizione verso un mercato dell’idrogeno maturo, capace di generare valore, occupazione e innovazione per il Paese.
Il 2025 è stato un anno di concretezza per il settore dell’idrogeno. Alcune Regioni hanno saputo sostenere le imprese e valorizzare il proprio territorio per favorire lo sviluppo di una filiera. La Lombardia, ad esempio, con il progetto del treno a idrogeno, sta realizzando un flagship project, unico anche a livello europeo, con l’obiettivo di espandere un ecosistema di mobilità sostenibile che comprende lo sviluppo di stazioni di rifornimento lungo le autostrade. Il Friuli-Venezia Giulia, invece, con la North Adriatic Hydrogen Valley ha creato un ecosistema dell’idrogeno transfrontaliero, mentre la Puglia è stata tra le prime Regioni a dotarsi di una strategia sull’idrogeno, in un panorama di rinnovabili unico e un tessuto industriale molto forte.
“L’idrogeno è senza dubbio un tema strategico, proiettato verso il futuro e in grado di offrire un contributo determinante alla riduzione delle emissioni di CO2 – ha detto Tommaso Foti, Ministro per gli Affari Europei, il PNRR e le Politiche di Coesione -. Ci troviamo in una fase particolarmente significativa, sia sotto il profilo della ricerca sia sotto quello dell’applicazione concreta delle tecnologie. Dobbiamo tuttavia essere consapevoli che i costi restano ancora elevati, e ciò richiede un impegno costante e una visione di lungo periodo. I costi dell’energia sono destinati ad aumentare. Oggi non siamo competitivi: è necessaria una strategia energetica europea e l’adozione di misure che promuovano la neutralità tecnologica. Non possiamo limitarci a seguire precetti ideologici; deindustrializzare è semplice, reindustrializzare molto più complesso. Lo stanziamento di ingenti risorse attraverso il PNRR, insieme a riforme come la semplificazione normativa e l’introduzione di incentivi, rappresentano passi avanti importanti che vanno nella direzione giusta”.
Per Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, “quello dell’idrogeno è un tema di grandissima rilevanza. Ringrazio il Presidente Dossi per l’iniziativa odierna, che si pone un obiettivo importante: favorire il confronto fra istituzioni, aziende e operatori per mettere al centro i recenti sviluppi del settore. L’idrogeno è un vettore che ha prospettive enormi e confidiamo possa essere un elemento essenziale di quello che sarà il mix energetico del futuro. L’idrogeno per il Governo è un pilastro fondamentale nella transizione energetica. L’Italia ha messo in campo la Strategia Nazionale per l’idrogeno in favore di una filiera, che ha bisogno di un mercato solido, che dobbiamo accompagnare con nuovi strumenti. Bisogna lavorare anche per ridurre i costi di produzione, dobbiamo passare a dei prezzi che siano compatibili con il mercato, siamo ancora due, tre, quattro volte superiori. L’idrogeno – ha aggiunto – deve diventare un volano per la valorizzazione dell’industria nazionale ed europea e sono certo che dall’incontro di oggi arriveranno quei contributi di grande interesse che ci accompagneranno ad adeguare il nostro quadro normativo. Dobbiamo aumentare la produzione a livello di continente europeo e nelle importazioni: la previsione del 2030 di 10 milioni di tonnellate prodotte in Ue e 10 milioni di importazione è un obiettivo sfidante. L’idrogeno è l’elemento più diffuso al mondo e come Italia possiamo dire che abbiamo un grande giacimento anche noi”.
Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha sottolineato: “Il Governo riconosce il ruolo strategico dell’idrogeno per la sicurezza energetica e la decarbonizzazione per quei settori industriali che non dispongono ancora di alternative tecnologiche. L’Italia dispone di una filiera avanzata, con competenze tecnologiche distribuite lungo l’intera catena del valore, dagli elettrolizzatori ai sistemi di stoccaggio. Abbiamo investito negli IPCEI e attivato strumenti che mobilitano ulteriori risorse per sostenere la transizione ecologica. L’obiettivo è valorizzare l’ecosistema industriale nazionale e rafforzare la competitività europea tramite scelte rapide e pragmatiche. L’Italia – ha evidenziato Urso – è pronta a guidare questa sfida, promuovendo innovazione, nuovi impianti produttivi e partnership tra imprese e ricerca”.
Raffaele Fitto, Vicepresidente Esecutivo della Commissione Europea e Commissario Europeo per la Politica Regionale e di Coesione, in un videomessaggio, ha affermato: “Il Summit conferma che il tema dell’idrogeno è ormai pienamente al centro dell’agenda energetica e industriale. Non parliamo più di un settore emergente, ma di uno dei pilastri della transizione che stiamo costruendo. L’Italia ha scelto di investire con determinazione in questa direzione e la strategia nazionale sull’idrogeno sta già consentendo al Paese di posizionarsi tra i protagonisti europei nei processi di innovazione, decarbonizzazione e riduzione della dipendenza dai combustibili fossili. In questo percorso, la politica di coesione continua a rappresentare un alleato fondamentale. Con gli attuali programmi investiamo complessivamente 5 miliardi di euro nei sistemi energetici intelligenti, incluso l’idrogeno: risorse che sostengono progetti concreti e in grado di generare un impatto reale. Abbiamo introdotto nuovi incentivi e maggiore flessibilità per accelerare gli investimenti nella decarbonizzazione e nella sicurezza energetica”.
Secondo Francesco Battistoni, Segretario di Presidenza della Camera, “l’industria dell’idrogeno per l’Italia e per l’Europa rappresenta un pilastro fondamentale nella strategia complessiva della decarbonizzazione. Come Paese siamo consapevoli degli sforzi finora profusi e di quelli che ancora ci attendono per centrare gli obiettivi dell’agenda 2030. Il nostro faro d’azione è quello di arrivare progressivamente ad avere un mix di vettori energetici green a costi sostenibili che possano aiutare il mondo produttivo italiano e europeo a crescere e a rimanere competitivo. Al riguardo ringrazio il ministro Pichetto Fratin per aver impresso una svolta epocale nella strategia dell’approvvigionamento energetico coinvolgendo in questo processo tutti i protagonisti della filiera come H2IT, azienda leader nel settore dell’idrogeno che, sono certo, contribuirà a dare il suo prezioso apporto in termini di sapere e di conoscenza per attuare più velocemente la transizione energetica e ambientale in corso”.
Per Alberto Dossi, Presidente di H2IT: “Oggi l’Italia sta costruendo un ecosistema dell’idrogeno solido e competitivo, grazie a una rete di competenze che copre l’intera catena del valore. Non siamo più solo nella fase della sperimentazione: stiamo creando la domanda, e questo rappresenta un passaggio decisivo per rendere l’idrogeno una leva concreta della decarbonizzazione e della sicurezza energetica. L’idrogeno non è un esperimento, ma una vera strategia industriale che deve essere sostenuta nella neutralità tecnologica, lasciando al mercato la possibilità di scegliere. Per questo – ha concluso Dossi – chiediamo strumenti chiari e continui, dal recepimento della Direttiva RED III al Decreto Tariffe, per rendere l’idrogeno rinnovabile competitivo. Senza obiettivi nazionali precisi e senza continuità nei finanziamenti rischiamo di perdere progetti, competenze e opportunità. Il mondo corre, e l’Italia deve mantenere il passo, puntando su competitività, sovranità tecnologica e crescita industriale”.

– foto ufficio stampa ItalCommunications –
(ITALPRESS).

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Cronaca

UniBg inaugura l’anno accademico sotto il segno della rivoluzione digitale e dell’IA

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BERGAMO (ITALPRESS) – Nel mezzo di una rivoluzione senza precedenti, guidata dal digitale e dall’Intelligenza Artificiale, il ruolo dell’Università è decisivo per affrontare insieme le sfide del cambiamento, con strumenti di conoscenza e di responsabilità condivisa. Con questo spirito e questi obiettivi ha preso il via ufficialmente oggi, mercoledì 26 novembre, l’Anno Accademico 2025-2026 dell’Università degli studi di Bergamo. L’Aula Magna di Sant’Agostino, che per l’occasione ha cambiato volto con robot industriali, monitor e pannelli interattivi sull’AI allestiti in collaborazione con Intellimech e JOiiNT Lab, ha accolto la comunità accademica e numerose autorità cittadine, tra cui la sindaca di Bergamo Elena Carnevali, il vicepresidente della Provincia Umberto Valois, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e la consigliera delegata del ministro dell’Università e della Ricerca Alessandra Gallone, intervenuti per i saluti istituzionali. Dopo il corteo accademico e gli interventi di Michela Farina, rappresentante della Componente del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario nel Presidio della Qualità di Ateneo, e della presidente della Consulta degli studenti e delle studentesse di UniBg, Giorgia Morotti, la parola è passata al rettore Sergio Cavalieri, che nella sua prolusione ha richiamato la portata della “nuova rivoluzione cognitiva” in atto: un cambiamento profondo, capace di trasformare non solo la società, ma il modo stesso in cui l’essere umano elabora la conoscenza.

“Automazione, robotica e intelligenza artificiale stanno ridisegnando il rapporto con il lavoro e il funzionamento delle relazioni economiche, sociali e culturali” ha ricordato Cavalieri, sottolineando come la trasformazione digitale “stia già modificando i nostri processi cognitivi e il modo in cui pensiamo”. La sfida, secondo il rettore, è evitare che l’innovazione alimenti nuove disuguaglianze: “Molti rischiano di rimanere ai margini di un’economia sempre più digitale. Abbiamo bisogno di nuovi strumenti per comprendere la conoscenza proprio mentre il mondo cambia sotto i nostri occhi. In questo scenario il ruolo delle Università è decisivo“. Nel suo intervento Cavalieri ha ripercorso l’impegno di UniBg sul fronte dell’intelligenza artificiale: dalla costituzione del Tavolo interdipartimentale sull’IA alla pubblicazione di un’agenda di ricerca sull’AI, dall’attivazione del dottorato in Artificial Intelligence for Sustainable Futures alle Linee guida per un uso etico e consapevole dell’AI. A breve nascerà anche il Center for Responsible AI, pensato per riunire competenze e progettualità in collaborazione con centri di ricerca nazionali internazionali. Ampio spazio è stato dedicato anche al tema dell’internazionalizzazione, considerato una leva strategica per rispondere al fabbisogno formativo e all’aumento dei laureati a livello nazionale.

UniBg conta oggi oltre 280 insegnamenti in lingua estera, 490 accordi internazionali, 12 lauree magistrali e 1 triennale interamente in inglese, oltre a 19 doppi titoli attivi. “L’obiettivo è essere sempre più attrattivi, in particolare nei confronti degli studenti stranieri” ha ribadito Cavalieri. Punto centrale della programmazione di Ateneo è anche il tema delle infrastrutture e del diritto allo studio. Nel suo intervento il rettore ha ricordato l’avvio dei lavori sul compendio Montelungo-Colleoni, che porterà a 282 posti letto riservati al diritto allo studio grazie anche all’importante contributo di Regione e di Fondazione Cariplo, 170 posti letto a libero mercato e 7 nuove aule didattiche. Sono in fase di completamento anche lo Student Office di Via Calvi, impulso ai lavori già avviati sul Polo di Via Statuto, il pieno riutilizzo degli impianti sportivi di Loreto, previsto per la prossima primavera. La cerimonia si è conclusa con la Lectio Magistralis del prof. Oliver Riedel dell’Università di Stoccarda, dedicata al ruolo dei digital twin e dell’AI nei sistemi produttivi di nuova generazione, a conferma del forte legame tra le due università – tra i principali poli europei dell’innovazione -, preceduta dall’esecuzione per la prima volta dell’Inno dell’Università degli studi di Bergamo, “O vos, est aetas”, introdotta dal prof. Virgilio Bernardoni, professore di Musicologia e Storia della musica all’Università degli studi di Bergamo.

Sergio Cavalieri, Rettore dell’Università degli studi di Bergamo ha detto: “Nel nostro ruolo siamo chiamati a guardare con responsabilità al futuro dei giovani. Viviamo un periodo segnato da tensioni geopolitiche e da una trasformazione tecnologica rapidissima, a cui spesso rispondiamo con preoccupazione o rassegnazione. È invece fondamentale trasmettere fiducia e consapevolezza, valorizzando gli investimenti che il Paese destina alla formazione. L’Università deve farsi promotrice di una visione costruttiva del futuro, capace di rendere i nostri studenti e le nostre studentesse protagonisti e non spettatori del cambiamento’”. Elena Carnevali, sindaco del Comune di Bergamo ha aggiunto: “L’Università di Bergamo è un alleato fondamentale per lo sviluppo della città. Investire nella conoscenza, nella ricerca e nella formazione significa costruire una Bergamo più forte, più attrattiva e capace di cogliere le trasformazioni del presente. Con il Manifesto Bergamo Città Universitaria abbiamo scelto di rafforzare questa collaborazione e di darle un orizzonte strategico condiviso. Come Amministrazione siamo impegnati a lavorare al fianco dell’Ateneo per consolidare un ecosistema della conoscenza e dell’innovazione articolato attorno alle tre dorsali strategiche – salute, meccatronica, cultura e creatività – e capace di mettere in rete competenze, imprese e istituzioni. Un percorso che genera nuove opportunità per i giovani e conferma il ruolo di Bergamo come città che cresce e guarda avanti”.

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Per Umberto Valois, vicepresidente della Provincia di Bergamo “Ogni inaugurazione dell’anno accademico rappresenta molto più dell’avvio delle attività didattiche e scientifiche: è il rinnovo di un patto. Un patto tra l’Università, i suoi studenti e la comunità che la circonda. Un impegno reciproco a crescere insieme, a generare conoscenza e a trasformarla in sviluppo per tutto il territorio. La nostra Università ha saputo costruire negli anni un ruolo solido e insostituibile nel nostro territorio, coniugando apertura e sguardo internazionale e al tempo stesso forte radicamento con la terra bergamasca. Da parte della Provincia esprimo un sincero ringraziamento al Magnifico Rettore per la collaborazione costante e sempre orientata alla costruzione di sinergie efficaci”.

Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia ha detto che “La cerimonia rappresenta il momento più alto e simbolico della vita dell’Università, un vero atto di fiducia nella capacità dell’Ateneo e dell’intera comunità accademica di essere guida nel cambiamento a vantaggio del tessuto collettivo. Viviamo in un’epoca in cui la rivoluzione digitale permea la nostra quotidianità e il modo di studiare, produrre e comunicare richiede nuovi strumenti e, soprattutto, nuova conoscenza. Formazione e ricerca sono ciò che ci permette di governare l’innovazione e orientarla verso un futuro equo e sostenibile, tracciando la direzione strategica dell’Ateneo e il suo ruolo nella costruzione di un ecosistema di innovazione aperto, internazionale e responsabile. L’Università è prima di tutto comunità: un incontro tra pari, un’esperienza condivisa fatta di confronto e costruzione collettiva del sapere. È questo il momento giusto per assumersi la responsabilità dello studio, della crescita e del cambiamento. Le opportunità delle tecnologie digitali si colgono grazie alla capacità dell’Ateneo di essere parte delle reti globali che plasmano il futuro dell’industria e della società, come dimostrano i programmi di cooperazione internazionale, dalla Cina all’India, che testimoniano la volontà di anticipare il cambiamento e contribuire a costruirlo. Il compito dell’Università è generare progresso condiviso, aprendosi al contesto internazionale e al territorio, al fianco delle imprese e dei cittadini, per tutelare il nostro bene più prezioso: il benessere. L’augurio è che il nuovo anno accademico sia un anno di impegno, scoperta e nuove opportunità per tutta la comunità”.

Alessandra Gallone, consigliera del ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha concluso: “Portare il saluto del Ministro Anna Maria Bernini all’Università di Bergamo, la mia Università, è stato un grandissimo piacere. Oggi abbiamo ricordato che questo è davvero il tempo delle scelte: un tempo in cui università, ricerca, AFAM, imprese, sanità, pubblica amministrazione e territorio devono lavorare insieme per costruire un nuovo umanesimo capace di affrontare le sfide tecnologiche e sociali che abbiamo davanti .Il Ministro Bernini sta traducendo questa visione in azioni concrete: un FFO ai massimi storici, la conferma delle risorse per il diritto allo studio che permette a oltre il 40% degli studenti italiani – e bergamaschi – di essere esenti dalle tasse, investimenti per giovani ricercatori e per la continuità di Centri Nazionali, Partenariati e Piani Complementari, fino alla piena valorizzazione dell’AFAM come terzo pilastro della conoscenza. Bergamo sta diventando sempre più una città universitaria, con un ecosistema forte fatto di cultura, innovazione, sport e comunità. Agli studenti ho rivolto il messaggio più importante: non c’è felicità senza libertà e non c’è libertà senza coraggio. La formazione è la vera rivoluzione del Paese, e noi continueremo a sostenerla con determinazione”-

– foto ufficio stampa UniBg –

(ITALPRESS).

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