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Economia

4 italiani su 10 si sentono più poveri rispetto a un anno fa

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ROMA (ITALPRESS) – Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una crisi geopolitica ed economica internazionale che ha messo in difficoltà i Governi, la politica e i semplici cittadini. Lo scoppio di guerre ai confini dell’Europa, le sanzioni, l’aumento dei prezzi di beni come gas e petrolio e un’inflazione in costante crescita da ormai diversi anni, hanno messo in forte difficoltà le famiglie italiane. Secondo un sondaggio di Only Numbers, ad oggi, infatti, 4 italiani su 10 dichiarano di sentirsi più poveri rispetto anche a solo un anno fa, mentre quasi la metà della popolazione non ha notato un sostanziale cambiamento nella propria condizione economica.

Ad influire fortemente sulle tasche degli italiani sono quelle spese che sono alla base della quotidianità e del sostentamento di ogni famiglia e alle quali è quasi impossibile rinunciare. Le spese più gravanti sul budget domestico, infatti, riguardano generi alimentari, tasse e casa, seguite dalle spese per le cure mediche, che molto spesso vengono rinviate proprio per questioni economiche. In uno scenario così complesso, i cittadini chiedono aiuto ai Governi in carica, ma ad oggi, quasi 2 italiani su 3 non vedono dei risultati concreti da parte dell’attuale maggioranza nel contrasto al carovita e al continua aumento dell’inflazione.

Il sondaggio Only Numbers è stato realizzato il 20 e 21 giugno 2025 con metodologia CATI/CAWI su un campione di 1.000 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne.

– foto Only Numbers –

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(ITALPRESS).

Economia

Dazi, Patuelli “Con le guerre commerciali rischiamo una nuova recessione”

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MILANO (ITALPRESS) – “Se si sviluppassero guerre commerciali, i mercati ne soffrirebbero, aumenterebbero le incertezze per le imprese, i crediti potrebbero deteriorarsi maggiormente e le banche ne subirebbero gli effetti. Si rischierebbe una nuova recessione”. Lo ha affermato il presidente dell’ABI Antonio Patuelli aprendo a Milano i lavori dell’assemblea 2025 degli associati. “Occorre disinnescare i rischi di protezionismi e nuovi dazi, misure vecchie quanto il mondo, che penalizzano il libero mercato, le crescite economiche e sociali e la prosperità globale”, ha aggiunto Patuelli sottolineando inoltre che “non basta cercare di evitare nuovi dazi: occorre più dinamismo, semplificando, non abolendo le norme europee e italiane”.

“L’Euro si sta ben diffondendo nei mercati internazionali e si sta rapidamente anche rafforzando soprattutto sul dollaro: attenzione ai rischi di penalizzazione delle esportazioni”, ha aggiunto. “Le banche nell’Europa dell’Euro operano con tassi della BCE, anticipati da quelli di mercato, che sono più bassi di tutti quelli dell’Italia unita e sono circa la metà di quelli di USA e Gran Bretagna, e molto inferiori a quelli dei Paesi UE non appartenenti all’Euro”, ha ribadito Patuelli sottolineando come “ciò contribuisce a rendere meno costose le nuove emissioni del debito pubblico, favorisce gli investimenti di famiglie e imprese e costringe le banche ad operare con inferiori margini di interesse”.I tassi non sono l’unico fattore produttivo di concorrenza fra le economie: occorrono misure fiscali più competitive innanzitutto per i risparmiatori di lungo periodo ed una sempre maggiore lotta all’evasione fiscale, pur in un quadro di crescita delle entrate tributarie erariali in Italia”, ha dichiarato.

“La Commissione Europea ha finalmente approvato la proposta di Unione del Risparmio e degli Investimenti, per accelerare le Unioni bancaria e del mercato dei capitali, per favorire gli investimenti del risparmio per la competitività e lo sviluppo. E’ una svolta positiva che recepisce diverse nostre richieste, con scadenze vicine, che si assomma alle nuove proposte della Commissione per semplificare le norme per un’economia più sostenibile”, ha affermato il presidente dell’ABI: “Occorre ridurre gli adempimenti burocratici per gli obiettivi di sostenibilità che debbono essere perseguiti senza scaricare sulle banche compiti impropri. Le maggiori sensibilità ambientali, sociali e di governance rappresentano prioritarie strategie da perseguire giorno per giorno, per una società più giusta, non accrescendo la già eccessiva burocratizzazione”, ha concluso.

– foto IPA Agency –

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Economia

Sibeg Coca-Cola compie 65 anni, Busi “54 milioni di nuovi investimenti”

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MILANO (ITALPRESS) – 65 anni di storia, innovazione e radicamento nel territorio: Sibeg Coca-Cola, l’azienda che dal 1960 produce e sviluppa in esclusiva per la Sicilia i prodotti di The Coca-Cola Company, Monster Energy e distribuisce Acqua di Tepelene, celebra un traguardo importante. “Ogni ricorrenza è un’occasione per fare il punto sul cammino compiuto e per tracciare nuove rotte – afferma l’amministratore delegato Luca Busi – in 65 anni Sibeg è riuscita in un’impresa unica: trasformare una delle più forti global company al mondo in un’azienda familiare a km zero, capace di ascoltare e rispondere alle esigenze di cinque milioni di consumatori siciliani, più sette milioni di turisti che ogni anno visitano l’Isola. Abbiamo cucito un vestito su misura per la Sicilia in termini di offerta e di prodotto, trasformando ogni sfida in opportunità”.
Il bilancio degli ultimi anni racconta questo percorso: dal 2020 al 2025 il fatturato è cresciuto da 105 milioni a oltre 190 milioni di euro, con un incremento dell’81%. “Anche nell’anno del Covid siamo riusciti a contenere le perdite al -4%, dimostrando la nostra capacità di adattamento. Oggi, nonostante un contesto economico ancora complesso, restiamo un’azienda solida, con un Ebit sul fatturato che si attesta stabilmente tra l’8% e il 9%”. Secondo una ricerca della SDA Bocconi School of Management del 2023 Sibeg genera un impatto economico stimato in circa 36 milioni di euro e dà lavoro a oltre 1.000 persone tra diretti e indiretti a livello regionale. E continua a crescere: nel 2024 è stato registrato un incremento del 4% della forza lavoro, e si prevede un ulteriore +11% entro il 2027, grazie agli investimenti in corso.
Tra questi, i 13,5 milioni di euro per la nuova linea asettica – un progetto inaugurato a luglio dello scorso anno, che consente di portare in house la produzione di sport drinks, the e acque vitaminiche – e i 40 milioni destinati al nuovo magazzino verticale automatizzato, simbolo di una logistica sempre più efficiente e smart, che vedrà l’apertura del cantiere a settembre per diventare operativo a marzo 2027.
In un’intervista a Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy, Busi sottolinea come il ruolo di Sibeg Coca-Cola sia quello “di Innovation Hub e area test. Dal nostro stabilimento di Catania riusciamo a supportare le innovazioni di prodotto perchè siamo veloci nel trovare nuove soluzioni e in grado di arrivare al mercato rapidamente”.
E’ molto forte l’impegno della società sul fronte della sostenibilità. “Siamo stati la prima forza commerciale a girare con sole auto elettriche, e abbiamo installato anche 70 colonnine. Questo nel 2015. Ogni due anni rivediamo la nostra roadmap, con l’obiettivo di diventare Carbon Neutral entro il 2030”.
Infine, rispondendo a una domanda sulla Sugar Tax, l’ad di Sibeg Coca-Cola sottolinea: “Siamo all’ennesimo rinvio, ma ci aspettiamo la cancellazione. Siamo sicuri che riusciremo a farcela. Nonostante questo, nel nostro caso, gli investimenti sono andati avanti”.

– Foto Italpress –

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Economia

Ucraina, Zoppas “Sosteniamo le aziende italiane per la ricostruzione”

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ROMA (ITALPRESS) – La Ukraine Recovery Conference “mette insieme forze politiche e forze commerciali. Noi ci occupiamo della seconda parte. Si stima che la ricostruzione dell’Ucraina abbia un valore che si aggira intorno ai 500 miliardi di euro. Stiamo costruendo delle partnership che soprattutto a lungo termine possano dare opportunità alle nostre imprese”. Lo ha detto il presidente dell’Agenzia ICE, Matteo Zoppas, all’Italpress a margine dalla Ukraine Recovery Conference in corso a Roma.

“Oggi ci sono 77 bandi aperti nei settori della ricostruzione, dell’industria metallurgica, dei minerali critici, della transizione energetica, dell’industria agroalimentare, della produzione di macchinari, IT, edilizia, infrastrutture e sicuramente ce ne saranno tanti altri che arriveranno. Quello che facciamo è dare assistenza alle aziende a 360 gradi”, ha aggiunto.

“L’export italiano in Ucraina vale circa 2 miliardi di euro, un valore che nel 2024 è cresciuto del 20% rispetto al 2023 – ha spiegato Zoppas -. Ci sono delle strade da aprire e quello che noi dobbiamo fare è quello di creare quell’infrastruttura che serve per cogliere le opportunità di questi bandi sul pubblico ma anche sulla parte privata. Si stima che la crescita del prodotto interno lordo dell’Ucraina potrà arrivare circa al 7% al momento in cui dovesse finire il conflitto, significa anche avere tanti investimenti e opportunità da cogliere. Quando si creano delle partnership si possono creare dei vantaggi reciproci”.

-Foto screenshot video Italpress-
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