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Economia

Tajani “Banche fondamentali per la crescita, tassarle sarebbe un errore”

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MILANO (ITALPRESS) – Lo Stato in economia deve continuare a “fare l’arbitro” senza vestire i panni del giocatore e senza mettere nuove tasse sulle banche. Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, interviene così, intervistato dal direttore di Milano Finanza, Roberto Sommella, sulla possibile misura che il governo Meloni potrebbe imporre agli istituti di credito e che sta infuocando il dibattito estivo con tanto di caduta dei titoli creditizi in borsa.

In questa intervista a Milano Finanza il vicepremier traccia anche una linea rossa interna e un monito esterno: l’esecutivo resti imparziale nelle scalate bancarie mentre la Bce vari un Quantitative Easing anti-dazi.

“Fortunatamente in Italia abbiamo banche solide, e questo è un fattore positivo per la nostra economia. Ricordiamoci dove eravamo una decina di anni fa, con i vari salvataggi che sono costati miliardi ai contribuenti. Ma se guardiamo ad oggi ricordiamo anche che solo l’anno scorso il Governo ha fatto un accordo biennale con banche ed assicurazioni per circa 3,5 miliardi di euro che verranno versati alla casse dello Stato. Noi siamo per una economia liberale e non dirigista, e l’attività delle banche è sempre monitorata dai vari organismi di vigilanza, come Banca d’Italia e BCE. Le banche già pagano il 3,5% in più di Ires e lo 0,75% di più di IRAP. Bisogna sempre dialogare con le realtà economiche per evitare che aumenti dei loro costi non vengano scaricati su imprese e famiglie” ha detto Tajani.

A proposito di eventuali nuove tasse sulle banche, il leader di Forza Italia ha detto: “E’ giusto che le banche paghino le tasse come tutte le imprese, è giusto chiedere il loro sostegno all’economia nazionale, ma non permetteremo alcun colpo di mano che spaventi i mercati e disincentivi gli investimenti in Italia”.

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Mentre a proposito degli extra-profitti ha detto: “Siamo stati sempre contrari alla logica di tassare extra-profitti, visto che c’è già una tassazione progressiva. Mi sa tanto di dirigismo e statalismo sovietico che non appartiene alla nostra cultura economico-liberale. Il profitto deve essere tassato, giustamente, ma accanirsi significa andare a colpire al cuore il sistema produttivo: penso alle banche popolari e di credito cooperativo che garantiscono l’accesso al credito a milioni di piccole imprese. Creare la persecuzione delle banche è un errore gravissimo che si ripercuoterebbe sul mondo produttivo”.

Tajani commenta anche l’ipotesi di una tassazione dei buyback: “Si tratta di una proposta dannosa perché innanzitutto penalizza il risparmiatore che ha investito in azioni, si penalizza retroattivamente il valore e quindi l’attrattività della aziende virtuose che hanno annunciato il buyback, si scoraggiano e si allontanano gli investitori internazionali e si penalizzano i fondi pensione”. A proposito invece del cosiddetto risiko bancario, Tajani è lapidario: “Noi siamo per il mercato e per uno Stato che controlla, che si fa arbitro, ma non giocatore”.

Uno sguardo poi alla Bce, “Abbassare i tassi servirebbe non solo a rilanciare l’economia, ma anche ad abbassare il valore dell’euro, che da inizio anno si è rivalutato di oltre il 10% sul dollaro, e questo rischia di fare più danni dei dazi al nostro export. Le dico di più: per avere più incidenza servirebbe un nuovo “Quantitative easing”, come durante il Covid, che abbasserebbe il valore dell’euro aumentando la competitività, e darebbe risorse per finanziare una vera politica industriale, dell’innovazione, dell’energia, della sanità, della sicurezza e della difesa, intesa anche come trasporti e cybersicurezza”.

Sempre riguardo all’Europa, Tajani ha spiegato che “le sfide che abbiamo oggi, con Cina, India e anche Stati Uniti, oltre che Russia e altri grandi Paesi, non possono che essere affrontate dall’Europa Unita. Da soli subiremmo le decisioni altrui, basate sugli interessi dei grandi Paesi, senza nessuna possibilità di incidere. E questo è un serio rischio per un Paese esportatore come siamo noi, nonché povero di energia e materie prime. Rafforzare l’Ue è nel nostro interesse strategico nazionale. Abbiamo una sfida tecnologia, energetica, industriale e della difesa che dobbiamo vincere. E’ chiaro che l’Europa deve ridurre le nostre dipendenze dagli altri Paesi se vogliamo negoziare alla pari. Abbiamo bisogno di un grande piano industriale europeo che punti su difesa, industria, energia e nuove tecnologie, investendo in ricerca e sviluppo”.

Uno sguardo anche all’Ucraina: “La logica dei “Volenterosi” deve estendersi anche a questo piano industriale appena descritto. Una nuova CECA, non più su carbone e acciaio, ma su difesa, industria, tecnologia ed energia. Noi di Forza Italia abbiamo per primi presentato ad inizio 2025 un Piano industriale per l’Italia e l’Europa, che ho illustrato, ed è stato adottato, all’assemblea del PPE.  Poi servono riforme strutturali: abolire il voto all’unanimità tranne che in poche eccezioni; dare più potere al Parlamento europeo attribuendogli finalmente la facoltà di iniziativa legislativa; avere finalmente una “Missis Europe” o “Mister Europe” che unifichi le figure del presidente della Commissione e del presidente del Consiglio europeo. E poi bisogna arrivare al completamento del mercato interno, compresa l’integrazione finanziaria che sarebbe allontanata da nuove tasse sulle banche”.

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Tornando all’Italia, il titolare della Farnesina ha parlato anche di crescita: “L’aumento dell’inflazione che abbiamo avuto negli anni 2022-2023 è stato dovuto all’aumento dei prezzi energetici su scala globale, e non dipendente dall’andamento della nostra economia. Fortunatamente oggi siamo sotto il 2%. Dobbiamo rilanciare la crescita attraverso un fisco che premi chi investe, chi paga le tasse, riducendole, chi assume, chi lavora e fa straordinari, chi aumenta la produttività, chi studia, chi vuole fare figlio, chi fa un servizio per la collettività”.

Attenzione anche sui dazi: “Lavoreremo sempre per condizioni migliori. Tuttavia un effetto negativo c’è, inutile negarlo. Ma abbiamo una esportazione vasta e differenziata, che è capace di raggiungere altri nuovi mercati emergenti. Penso che il nostro sistema sia abbastanza forte da poter gestire questo livello di dazi. Per tutelare le nostre imprese ho dato vita a un Piano Strategico per l’export finalizzato a rinforzare la presenza italiana in attrattivi marcati extra Ue. E la riforma del Ministero degli Esteri appena approvata favorirà con la nuova Direzione Generale della Crescita la presenza delle imprese italiane nel mondo che saranno sostenute dalle ambasciate, dall’Ice, da Simest e da Sace”.

In manovra “come Forza Italia abbiamo proposto la riduzione dell’IRPEF dal 35% al 33% fino a 60.000 euro. Crediamo sia indispensabile aiutare il ceto medio, su cui oggi pesa gran parte del carico fiscale del Paese” dice Tajani a Sommella.

– Foto d’archivio IPA Agency –

(ITALPRESS)

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Economia

Dal patrimonio storico all’inclusione, nuovi progetti per la Fondazione Fincantieri

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ROMA (ITALPRESS) – A un anno dall’avvio del nuovo corso, Fondazione Fincantieri ha presentato, oggi, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma, i progetti e le attività che ne segnano il percorso di rilancio. L’incontro, che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e della società civile, è stato un’importante occasione di confronto sul ruolo della Fondazione come motore di sviluppo, innovazione e coesione nelle comunità.

Sono intervenuti Paola Severino, presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione e della Luiss School of Law; Antonella Polimeni, rettrice di Sapienza Università di Roma; Roberto Giulianelli dell’Università Politecnica delle Marche, autore del volume “Storia della cantieristica italiana nell’età contemporanea. Dall’Unità all’età giolittiana (1861 -1913 )”, presentato nel corso dell’evento. Per Fincantieri sono intervenuti l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Pierroberto Folgiero, il presidente Biagio Mazzotta, anche presidente emerito della Fondazione; il presidente della Fondazione Fausto Recchia e Lorenza Pigozzi, Direttore Comunicazione Strategica del Gruppo e membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione.

Il lavoro della Fondazione si articola su tre direttrici complementari che ne definiscono il triplice ruolo: custode della memoria, promotrice di innovazione e agente di impatto sociale. Attraverso la digitalizzazione degli archivi e la progettazione di un museo interattivo, Fondazione Fincantieri valorizza il patrimonio storico della cantieristica italiana, rendendo la memoria accessibile e trasformandola in uno strumento di conoscenza e cultura per comunità, scuole e pubblico. In questo ambito si inserisce anche la collana editoriale dedicata alla storia della navalmeccanica italiana. Il primo volume, Storia della cantieristica italiana nell’età contemporanea.

Dall’Unità all’età giolittiana (1861 -1913), a cura del Professor Roberto Giulianelli e pubblicato da Laterza, sarà in libreria dal 16 gennaio 2026. Il libro inaugura un ciclo di cinque volumi che raccontano oltre due secoli di storia del settore, evidenziando il ruolo centrale di Fincantieri. Le foto storiche presenti all’interno del volume sono state esposte in una mostra allestita in occasione dell’evento. Con “Navigare il Futuro”, la Fondazione rinnova il proprio impegno nella ricerca, nella formazione e nella promozione della cultura dell’innovazione. In memoria del Generale Claudio Graziano, è stato avviato un percorso dedicato a valorizzarne l’eredità, attraverso progetti formativi e una borsa di studio sostenuta dalla Fondazione Fincantieri in collaborazione con il Centro Alti Studi per la Difesa (CASD).

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Le collaborazioni con atenei come Sapienza Università di Roma e Luiss Guido Carli hanno dato vita a progetti di ricerca su nuovi materiali, medicina del lavoro e regolamentazione delle infrastrutture critiche sottomarine, tra cui il progetto SUBCAP. A livello internazionale, la partnership con la King Abdullah University of Science and Technology (KAUST) ha portato all’istituzione di una borsa di studio per giovani ricercatori nei settori della sicurezza marittima e della cyber-resilienza. Il filone “Navigare Insieme” pone al centro l’inclusione, il dialogo con i territori e la coesione sociale. Tra le iniziative già avviate rientrano i corsi di lingua italiana realizzati nei cantieri di Monfalcone, Sestri, Marghera e Ancona, in collaborazio ne con la società Dante Alighieri, per favorire integrazione linguistica, multiculturalità e pari opportunità.

Accanto a queste azioni, la Fondazione sta sviluppando nuovi progetti di impatto sociale orientati alla rigenerazione di spazi condivisi, alla creazione di luoghi di incontro e alla costruzione di un welfare territoriale concreto. L’obiettivo è offrire alternative al disagio giovanile, valorizzare l’esperienza degli ex dipendenti e rafforzare il capitale umano locale, ricostruendo legami di fiducia tra industria, famiglie, istituzioni e comunità. Nel corso dell’evento è stato presentato anche lo Young Advisory Board, un nuovo organo consultivo under 40 pensato per valorizzare il contributo delle giovani generazioni nella definizione delle linee culturali, scientifiche e sociali della Fondazione.

“Fondazione Fincantieri è il ponte tra la nostra storia industriale e il futuro che vogliamo contribuire a costruire. In un contesto in cui la dimensione industriale deve dialogare sempre più con la società, la Fondazione rappresenta uno strumento strategico per rafforzare il legame con i territori, valorizzare il nostro patrimonio e promuovere una cultura dell’innovazione e della responsabilità condivisa”, afferma Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fincantieri. “Attraverso progetti concreti e visione di lungo periodo, confermiamo l’impegno di Fincantieri a essere non solo motore economico, ma anche riferimento culturale e sociale per le comunità in cui operiamo”, aggiunge.

“La Fondazione nasce per promuovere formazione e innovazione creando ponti tra mondo industriale, accademico e società civile”. Così Biagio Mazzotta, presidente di Fincantieri, intervenendo all’evento. “Noi dobbiamo rendere accessibile la nostra storia, accelerare la ricerca, formare i talenti e rafforzare l’impegno sociale nei territori dove operiamo. Fondazione ha avuto un percorso di crescita consolidando il ruolo di motore di sviluppo per le comunità del mare. Si tratta di un lavoro collettivo che ha permesso di raggiungere questi importanti traguardi”, aggiunge.

“La Fondazione è un ponte tra storia, innovazione e persone e questo ponte lo vogliamo fare con attenzione particolare all’inclusione, in particolare nei territori dove l’azienda e’ radicata”. Lo afferma Fausto Recchia, presidente della Fondazione Fincantieri. “Volevamo mappare, conservare e valorizzare il nostro patrimonio storico fatto da 230 anni con l’obiettivo di rendere questa ricchezza fruibile a tutti. Inoltre – prosegue -, vogliamo il rapporto sul piano della formazione dei giovani in un momento in cui si rafforza il rapporto tra difesa e industria di riferimento”.

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– Foto xb1/Italpress –

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Economia

Manovra, riprogrammati i fondi per il Ponte sullo Stretto. Il MIT “Approfondimenti dopo rilievi Corte dei Conti”

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ROMA (ITALPRESS) – In arrivo un nuovo pacchetto di modifiche del Governo alla manovra per il 2026. Secondo quanto riferito da fonti parlamentari, lo avrebbe annunciato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha partecipato oggi a una riunione dell’ufficio di presidenza della commissione Bilancio del Senato.

Nel pacchetto, tra l’altro, misure su Transizione 5.0, previdenza complementare e una riprogrammazione delle risorse per il Ponte sullo Stretto.

NOTA DEL MIT “APPROFONDIMENTI IN CORSO, FONDI OK”

“Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini è determinato a realizzare il Ponte sullo Stretto e farà di tutto per velocizzare il via ai lavori. Il governo ha garantito la copertura finanziaria per l’opera: a causa dell’intervento della Corte dei Conti, sono in corso gli ulteriori approfondimenti richiesti: per questo, i fondi sono stati ricollocati perché i cantieri saranno aperti nei prossimi mesi anziché entro fine anno come auspicato”. Così il Mit in una nota.

– foto IPA Agency –

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Economia

In calo i canoni base dei conti correnti bancari, aumentano le commissioni sulle operazioni

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I ROMA (ITALPRESS) – Nel 2024 per i conti correnti di tipo tradizionale si è registrata una diminuzione dei canoni di base e di quelli per l’emissione delle carte di debito, mentre sono aumentate le commissioni medie applicate sulle operazioni effettuate. È inoltre aumentata l’operatività dei correntisti. Per effetto di questi fattori la spesa media complessiva di gestione è rimasta sostanzialmente invariata, a 101,1 euro (100,7 nel 2023). Lo rende noto la Banca d’Italia nell’Indagine sulla spesa dei conti correnti delle famiglie nel 2024.

Per i conti correnti online sono diminuiti i prezzi unitari dei servizi, mentre è aumentata l’operatività; la relativa spesa media di gestione è aumentata di 1,7 euro, a 30,6 euro. Per i conti postali sono aumentati sia le commissioni unitarie sia l’operatività, comportando un aumento della spesa media di gestione da 67,3 a 71,6 euro. La spesa media ponderata per le tre tipologie di conto corrente si è attestata a 85,3 euro, in calo di 2,5 euro rispetto a quella dell’anno precedente; la diminuzione riflette il cambiamento dei pesi della popolazione e in particolare l’aumento del peso dei conti online (-3,6 euro) e il contemporaneo aumento dei prezzi (+1,0 euro) e dell’operatività (+0,1 euro).

La commissione per la messa a disposizione dei fondi (MDF) applicata nei contratti di apertura di credito in conto corrente è rimasta pressoché stabile all’1,6 per cento del credito accordato (era l’1,7 nel 2023); la commissione unitaria di istruttoria veloce (CIV) applicata sugli sconfinamenti e sugli scoperti di conto corrente è aumentata da 13,7 a 16,2 euro.

– Foto IPA Agency –

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