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Cronaca

Fondazione Cariplo, Intesa Sanpaolo e Generation formano 10mila Neet

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MILANO (ITALPRESS) – Prende il via “Giovani e Lavoro per ZeroNeet”, il programma sostenuto da Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo e realizzato con Generation Italy – la fondazione no profit avviata da McKinsey & Company – che nei prossimi quattro anni punta a formare e accompagnare al lavoro 10.000 giovani tra i 18 e i 29 anni della Lombardia e delle province piemontesi di Novara e Verbano-Cusio-Ossola.
L’iniziativa è stata presentata ufficialmente il 2 ottobre nella cornice della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, alla presenza di istituzioni, enti del terzo settore, imprese e giovani. Non solo un lancio formale, ma anche un’occasione di confronto e di dialogo sul futuro del lavoro per le nuove generazioni, sui fabbisogni di competenze delle imprese e di come fare sistema per favorire l’occupazione dei giovani che non studiano e non lavorano.
“Giovani e Lavoro per ZeroNeet” si colloca all’interno della sfida ZeroNeet promossa da Fondazione Cariplo in collaborazione con Regione Lombardia e Intesa Sanpaolo, nata per sostenere 20.000 giovani che non studiano e non lavorano con azioni volte a prevenire l’abbandono scolastico, contrastare l’inattività giovanile e produrre conoscenza utile per interventi sempre più mirati. L’obiettivo è ambizioso ma chiaro: contribuire a ridurre il numero di giovani NEET (Not in Education, Employment or Training) in Lombardia e raggiungere in anticipo il traguardo fissato a livello europeo, ovvero scendere al 9% entro il 2030.
Ad aprire i lavori sono stati Sergio Urbani, Direttore Generale e CEO di Fondazione Cariplo, e Andrea Forghieri, Executive Director Intesa Sanpaolo per il Sociale, che hanno ribadito l’importanza di costruire un’alleanza strategica per dare una risposta concreta all’emergenza giovani del nostro Paese.
Nel 2024 si contavano in Italia circa 1,3 milioni di NEET tra i 15 e i 29 anni, pari al 15,2% della popolazione giovanile: un dato che colloca il Paese al terzo posto in Europa dopo Turchia e Romania, ancora distante dalla media UE dell’11%. In Lombardia i NEET sono circa 150.000, pari al 10,1% dei giovani, con differenze significative tra le province: si va dal 13,8% di Lodi e 12,7% di Pavia al 7,2% di Lecco e 7,6% di Monza e Brianza, Milano al 10,6%.
La sfida giovanile non riguarda solo l’inattività: molte imprese faticano a trovare candidati con le competenze necessarie, confermando l’urgenza di affrontare il mismatch di competenze tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. Secondo Unioncamere, in Lombardia sono oltre 340 mila le posizioni dichiarate difficili da reperire nel 2024, pari a circa il 50% delle posizioni aperte, in particolare per figure come analisti e progettisti software, tecnici programmatori, gestori di reti e sistemi informatici e addetti vendita. Su questo tema hanno dialogato Vincenzo Caridi, Capo Dipartimento per le politiche del lavoro, previdenziali, assicurative e per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e Sergio Rossi, Vicesegretario Generale della Camera di Commercio di Milano, Monza e Brianza.
Proprio dal mismatch di competenze prende ispirazione il progetto “Giovani e Lavoro per ZeroNeet” che intende costruire un ponte tra giovani che non studiano e non lavorano e datori di lavoro attraverso corsi formazione professionalizzante, intensivi e di breve durata sviluppati sulla base delle esigenze delle imprese. I corsi sono inclusivi, non prevedono alcun costo per i partecipanti nè esperienze e competenze pregresse ma solamente motivazione e attitudine. Al termine della formazione a tutti i partecipanti è garantito almeno un colloquio di lavoro. Come giovani e aziende possono aderire al progetto è stato spiegato durante l’evento da Oscar Pasquali, CEO di Generation Italy che segue la realizzazione operativa del progetto.
Accanto agli interventi istituzionali, spazio alle storie dei giovani che hanno trovato occupazione grazie ai corsi gratuiti erogati nel quadro di “Giovani e Lavoro”, il programma che da oltre cinque anni Intesa Sanpaolo e Generation Italy portano avanti per supportare l’occupazione giovanile a livello nazionale che ad oggi ha visto coinvolgimento di oltre 5.000 giovani con un tasso di occupazione al termine dei corsi superiore al 80%. Al loro fianco, le testimonianze delle imprese partner grazie al contributo di Michelangelo Ceresani, VP of Human Resources & Organization di Capgemini e Roberto Chironna, Responsabile del Personale & Governance di Madek, Simone Pantaleo, Global Talent Manager, Employer Branding and Talent Attraction di OVS, protagoniste nell’offrire nuove opportunità di inserimento lavorativo agli studenti dei corsi e nell’investire in modo concreto sulle competenze del futuro.
“In Italia ci sono oltre 1,3 milioni di giovani che non studiano e non lavorano, di cui circa 150.000 in Lombardia, un’emergenza generazionale del nostro tempo – afferma Sergio Urbani, Direttore Generale e CEO Fondazione Cariplo -. Con il programma ZeroNeet, e una dotazione complessiva di 50 milioni di euro, vogliamo ridurre questo numero, che oggi pesa per il 15% dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni, e raggiungere in anticipo l’obiettivo del 9% che l’Europa indica per il 2030. Fondazione Cariplo è da anni impegnata a favore dei giovani, sostenendo reti educative e restituendo loro nuove prospettive. Per far ciò, è fondamentale raggiungere i ragazzi dove si trovano, sia fisicamente che rispetto al loro percorso di vita, capire dove le imprese cercano competenze e quindi offrire programmi gratuiti e capaci di suscitare il loro interesse, per garantire non solo formazione ma anche reali opportunità di lavoro. L’esperienza con Giovani e Lavoro dimostra che oltre l’80% dei ragazzi formati trova occupazione. Questo risultato è possibile grazie alla collaborazione tra Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Intesa Sanpaolo e Generation Italy, un’alleanza che mette insieme risorse, competenze e visione per offrire a 10.000 giovani un futuro concreto”.
“Abbiamo aderito fin dall’avvio al progetto di Fondazione Cariplo mettendo a disposizione le nostre competenze e l’esperienza maturata con il programma ‘Giovani e Lavorò – sottolinea Andrea Forghieri – Executive Director Intesa Sanpaolo per il Sociale -. Negli ultimi anni abbiamo portato in classe mille giovani solo in Lombardia, più di 5.300 in tutto il Paese. L’80% di loro ha trovato un’occupazione stabile grazie un approccio innovativo che capovolge la prospettiva partendo dai reali bisogni di competenze delle imprese con cui lavoriamo tutti i giorni. La banca attraverso il programma Giovani e Lavoro crea un ‘pontè per favorire l’occupabilità. Oggi unire le forze con la Fondazione Cariplo e Generation Italy significa innescare sinergie virtuose per restituire fiducia e dare una prospettiva futura a chi è uscito dal mondo del lavoro”.
“Negli ultimi vent’anni giovani e donne hanno risentito in misura maggiore delle trasformazioni del lavoro: dal 2007 l’occupazione tra i 15 e i 34 anni è calata di 5,5 punti, mentre l’inattività è cresciuta di oltre 6 – spiega Oscar Pasquali, CEO di Generation Italy -. Eppure, le imprese faticano a coprire una posizione su due per mancanza di competenze. E’ un paradosso aggravato dal calo demografico, ma prima ancora una questione di dignità e di
futuro per chi non ha lavoro. I giovani che non studiano nè lavorano sono il nodo centrale di questa sfida, che
può essere affrontata solo insieme da famiglie, imprese e istituzioni. Per questo siamo orgogliosi di collaborare
con Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo a ‘Giovani e Lavoro per ZeroNeet, un progetto dove pubblico, privato, no-profit uniscono le forze per far incontrare giovani e imprese attraverso competenze e opportunità di lavoro”.
Il programma prevede percorsi gratuiti e intensivi, della durata variabile tra le 3 e le 14 settimane, pensati per
formare i giovani nelle professioni oggi più richieste dalle imprese e di più difficile reperimento.
I corsi riguardano quattro aree professionali: le vendite (addetti vendita in ambito retail e ospitalità/ristorazione); il digitale e la tecnologia (sviluppatori software Java e .Net, sviluppatori CRM Salesforce, sistemisti e analisti cybersecurity (Cisco), data engineer, sviluppatori cloud e SAP developer); il
manifatturiero (programmatore di macchina a controllo numerico e CAD-CAM designer); e infine i green jobs, con installatori di pannelli fotovoltaici e tecnici commerciali per le energie rinnovabili.
La formazione è erogata interamente online, ad eccezione dei percorsi per ristorazione, manifatturiero e green
jobs, che prevedono un format misto (50% online e 50% in presenza).
Grazie al modello Generation e al supporto di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo i corsi sono completamente gratuiti e ogni studente riceve non solo una formazione tecnica e trasversale, ma è sempre garantito almeno un colloquio di lavoro al termine della formazione e concrete opportunità di inserimento presso le imprese partner.
Per accedere ai corsi non sono richieste competenze pregresse o titoli di studio particolari. I requisiti sono avere tra i 18 e i 29 anni, essere domiciliati o residenti in Lombardia o nelle province piemontesi di Novara e Verbano-Cusio-Ossola e non essere impegnati in percorsi di studio, formazione o attività lavorative.
E’ sufficiente iscriversi sul sito di Generation, sostenere un breve test online di abilità logico-analitiche e un successivo colloquio individuale per valutare motivazione e potenziale.

– Foto f12/Italpress –

(ITALPRESS).

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PERCHE’ NON HA PIU’ SENSO CAMBIARE L’ORA E VEDERE LE CITTA’ BUIE ALLE 17

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L’immagine del Ponte Coperto di Pavia poco dopo le 17, con le luci già accese, rende bene l’idea. Ma questo vale ovviamente per tante altre città nel nostro Paese. Perché ci ostiniamo, nel 2025, a voler cambiare ancora l’ora due volte l’anno quando, mantenendo sempre l’ora legale, non saremmo costretti ad accendere le luci un’ora prima la sera (anzi, al pomeriggio, perché poi d’inverno si arriverà ad accenderle alle 16) per poi vedere la luce alle 5, quando a quell’ora in movimento c’è una micropercentuale di lavoratori? La domanda posta l’altro giorno dal leader spagnolo Sanchez alla Commissione europea non è affatto da sottovalutare.
Secondo Sánchez, la misura “aiuta a malapena a risparmiare energia e ha un impatto negativo sulla salute e sulla vita delle persone”. Il premier di Madrid annuncia un’iniziativa: “Il governo spagnolo proporrà all’UE, in sede di Consiglio Energia, di porre fine al cambio stagionale dell’ora e chiederà che venga messo in atto il relativo meccanismo di revisione”. Sarebbe bello che anche il governo italiano pensasse ad accodarsi a questa proposta e finalmente si desse una svolta definitiva alla questione. Già nel 2018 la Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker aveva proposto di porre fine agli spostamenti stagionali delle lancette, dopo una consultazione pubblica in cui l’84% dei 6,4 milioni di cittadini europei partecipanti si era espresso contro il sistema attuale. Il Parlamento europeo approvò l’idea, ma la mancanza di un accordo tra i Paesi membri bloccò tutto. La proposta di Juncker, che avrebbe dovuto entrare in vigore entro il 2019, si scontrò con le perplessità di diversi governi. Portogallo e Grecia si erano opposte apertamente, sostenendo che l’abolizione del cambio avrebbe potuto creare confusione nei trasporti, nei mercati e nei sistemi energetici. Altri Paesi, come Finlandia e Polonia, pur favorevoli alla fine dell’alternanza, avevano invece chiesto un maggiore coordinamento europeo per evitare fusi orari disallineati. Secondo le regole dell’UE, per modificare il sistema occorre l’approvazione di almeno 15 Stati membri che rappresentino il 65% della popolazione dell’Unione. Finora, il quorum non è stato raggiunto. Ma il governo spagnolo spera di riaprire la discussione: se arrivano proposte di buon senso perché non considerarle? Il sistema energetico è cambiato radicalmente negli ultimi anni. Il principio dell’ora legale è semplice: sfruttare meglio la luce del sole nelle ore estive e ridurre l’uso di illuminazione artificiale. Ma oggi, con la diffusione di lampade LED e tecnologie a basso consumo, il beneficio energetico è considerato marginale, come appunto evidenziato da Sánchez. Studi recenti stimano un risparmio medio inferiore all’1% sul consumo annuo di elettricità. E l’impatto a livello di salute non è da sottovalutare. Lo spostamento anche solo di un’ora può creare disturbi temporanei: insonnia, irritabilità, difficoltà di concentrazione – effetti più marcati in persone con problemi metabolici o cardiovascolari.
Studi indicano che l’ora solare può migliorare la qualità del sonno, perché più in linea con il ritmo naturale della luce, ma l’ora legale rimane popolare anche per i suoi effetti sociali: prolungare le ore di luce la sera può favorire uscite e turismo. Qualcuno dei nostri politici sarà in grado di dare una svolta e a mantenere tutto l’anno questa benedetta ora legale o dobbiamo lanciare l’ennesima petizione che suoni da sveglia?

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Intesa Cnel-Presidenti Assemblee Legislative Regioni su salute, imprese e lavoro

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ROMA (ITALPRESS) – E’ stato firmato un Protocollo d’intesa tra il CNEL e la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.

L’Accordo – sottoscritto dal Presidente del CNEL Renato Brunetta e dal Presidente del Consiglio regionale del Lazio e Coordinatore della Conferenza Antonello Aurigemma – consolida la collaborazione istituzionale tra il Consiglio e le Assemblee legislative regionali, definendo un quadro stabile di cooperazione su temi di comune interesse e in particolare: servizi per il lavoro, formazione professionale, apprendistato e politiche attive del lavoro, contrattazione collettiva, salute e sicurezza sul lavoro, nonchè gli ambiti relativi alle politiche industriali e al sostegno alle imprese, al rafforzamento della rete integrata dei servizi sociali territoriali, alle aree interne, alle analisi dei flussi migratori e delle conseguenti problematiche connesse all’integrazione degli stranieri.

La collaborazione riguarderà anche le attività relative alla predisposizione della Relazione CNEL sui servizi pubblici e gli interventi volti a promuovere l’inclusione socio-lavorativa delle persone private della libertà personale, mediante il lavoro, lo studio e la formazione in carcere e fuori dal carcere. Inoltre, prevede azioni per la sperimentazione di quanto disposto dalla legge 15 maggio 2025 n. 76, soprattutto in materia di partecipazione gestionale e organizzativa nelle aziende a partecipazione pubblica le cui quote di maggioranza sono possedute dalle Regioni.

“Questo accordo – ha dichiarato il Presidente del CNEL Renato Brunettaassume per noi un grande significato, perchè si colloca nel quadro di un intenso lavoro di rete portato avanti dal CNEL sin dall’avvio della XI Consiliatura. In particolare, l’intesa va a rafforzare la tessitura di relazioni interistituzionali sul piano locale, quello più vicinoalle esigenze dei cittadini e delle imprese sui territori. L’obiettivo è di rilanciare la collaborazione e il raccordo con le autonomie territoriali e al tempo stesso valorizzare il contributo delle Assemblee legislative regionali alla definizione delle politiche pubbliche”.

Le sfide del lavoro che cambia, delle imprese che devono adattarsi all’innovazione tecnologica e adottare modelli sostenibili, e della sanità che deve essere sempre più integrata e vicina ai cittadini, richiedono – ha dichiarato Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio regionale del Lazio e Coordinatore della Conferenzauna rete di cooperazione istituzionale. Ecco perchè il protocollo che oggi firmiamo ha un valore strategico: consente di condividere analisi, studi, dati, buone pratiche, e di promuovere proposte e indirizzi comuni su temi che toccano da vicino la vita quotidiana delle persone. L’intesa che oggi inauguriamo, quindi, non è solo un impegno reciproco tra istituzioni, ma un patto nei confronti dei cittadini, per l’eliminazione delle diseguaglianze, la valorizzazione delle specificità dei singoli territori e la realizzazione di un Paese più competitivo e più solidale”.

“Tutto parte – ha spiegato Aurigemma – da alcuni cambiamenti che si sono registrati nella società: alcune relazioni della Bankitalia che evidenziavano l’inverno demografico, l’aumento dell’età media della popolazione, senza dimenticare le nuove sfide future come l’innovazione tecnologica (compresa l’intelligenza artificiale) e la sostenibilità. Come assemblee legislative regionali, l’interlocutore migliore con cui affrontare queste sfide future non poteva che essere il CNEL, che è la sede della rappresentanza economica e sociale organizzata, il luogo del dialogo tra le parti, dove si incontrano le esperienze del mondo produttivo, dei lavoratori, delle professioni e del terzo settore. La Conferenza, dal canto suo, è la voce dei territori, che ogni giorno vivono le istanze concrete dei cittadini e delle comunità, ed è l’organismo di valorizzazione del ruolo istituzionale delle Assemblee delle Regioni e delle Province autonome, costituendo sede di coordinamento e di scambio delle esperienze per le attività di interesse delle Assemblee legislative regionali – ha proseguito -. Oggi abbiamo firmato questo protocollo che deve essere un punto di partenza, su tematiche strategiche come salute, imprese, lavoro. Quindi, questo documento segna l’inizio di una sinergia, di una collaborazione tra le realtà produttive (nonchè quelle lavorative e dei lavoratori) del Paese, e le Assemblee legislative che rappresentano le istanze dei cittadini. Nel cronoprogramma, il primo punto che affronteremo è sicuramente la sanità, con tematiche di rilevanza assoluta come la ripartizione dei fondi e l’adeguamento dei Drg a livello nazionale. Naturalmente, colgo l’occasione per ringraziare il Presidente Brunetta e tutti coloro che in queste settimane hanno lavorato per questo Protocollo, che ha una rilevanza strategica”.

Il Protocollo d’intesa è stato siglato a Villa Lubin al termine dell’evento “Salute, imprese e lavoro”, promosso dal CNEL in collaborazione con la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. L’incontro ha rappresentato un momento di confronto istituzionale sui temi della qualità dei servizi pubblici, delle politiche per il lavoro e dello sviluppo territoriale.

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Ad aprire i lavori è stato il Presidente del CNEL Renato Brunetta, seguito dall’introduzione della consigliera Marcella Mallen, coordinatrice del Gruppo di lavoro sulla Relazione al Parlamento e al Governo in materia di livelli e qualità dei servizi delle pubbliche amministrazioni. Nel corso dei lavori sono intervenuti i consiglieri CNEL FiovoBitti, Rossana Dettori, Mario Braga e Paolo Pirani, oltre a rappresentanti e funzionari delle Regioni e ai Presidenti dei Consigli regionali Roberto Ciambetti (Veneto), Quintino Pallante (Molise) e Stefano Balleari (Liguria). Le conclusioni sono state affidate ad Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio regionale del Lazio e Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.

– Foto Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome –

(ITALPRESS).

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PRONTO METEO – PREVISIONI PER 28 OTTOBRE 2025

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Pronto Meteo è il servizio di meteorologia di Pavia Uno Tv e Lombardia Live 24 in onda ogni giorno alle 19,30. Fornisce interessanti bollettini meteo per il fine settimana su Pavia e provincia e le province confinanti, visionabili anche sui nostri siti paviaunotv.it, lombardialive24 e sui nostri canali social. Ogni giorno, poi, ci sono aggiornamenti nelle Breaking News della sera e un sito dedicato alle previsioni, prontometeo.it, edito sempre da Agenzia CreativaMente.

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