Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato stamane a Pavia per visitare il Centro nazionale di adroterapia oncologica (Cnao), una delle sei strutture al mondo in cui i tumori vengono curati con l’utilizzo di protoni e ioni carbonio. “Questo è un luogo di speranza e di successo, c’è sempre una alternativa a conflitti e guerre. Un messaggio su quel che l’umanità richiede, su quel che si propone di andare incontro alle esigenze vere degli uomini di questo mondo” ha dichiarato il capo dello Stato, al quale è stato presentato in particolare il sincrotrone, attraverso il quale viene sviluppata la terapia per tumori radioresistenti. Parole di lode sono state indirizzate al presidente del centro Cnao Gianluca Vago.
Mattarella si è poi recato al Castello Visconteo, dove sono esposti in mostra gli Arazzi dedicati alla Battaglia di Pavia della quale si celebrano quest’anno i cinquecento anni. La mostra ha ottenuto dal Quirinale l’alto patronato. All’esterno un gruppo di manifestanti pro Pal ha organizzato un sit in, in questa giornata di scioperi e mobilitazioni. La direttrice dei Musei Civici, Laura Aldovini, ha raccontato che al termine, quando il presidente ha salutato, ha detto ‘è stata una cosa magnifica’”. Durante la visita, Mattarella si è soffermato sulle opere di Donato de’ Bardi, ha apprezzato il coro ligneo e i lavori del Bergognone, e ha mostrato grande interesse per i disegni di Leonardo da Vinci e il modello ligneo del Duomo.
La visita di Mattarella ha rappresentato un momento di riflessione e di valorizzazione dell’impegno scientifico e culturale italiano. In un periodo segnato da tensioni globali, il Presidente ha voluto sottolineare come dalla ricerca e dall’arte possa emergere un messaggio di pace, collaborazione e bellezza.
Quella di oggi è stata la terza vista del presidente Mattarella a Pavia. Dopo essere stato ospite del collegio Ghislieri, nel 2017, il 6 settembre 2021 giunse a Pavia per i 660 anni dell’Università.
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NEW YORK. In Sicilia si dice che “cu vucia chiu’ forti avi ragiuni”: chi grida più forte, alla fine, la spunta. È un proverbio nato tra i banchi dei mercati di Palermo, come appunto la Vucciria che significa gridare e dove l’urlo serve a vendere. Ma in America, quando un presidente grida in prima serata, spesso non sta vendendo un’idea: sta difendendo un potere che sente scivolare. E mercoledì sera Donald Trump, nel suo discorso “sull’economia”, ha dato proprio quell’impressione: non il leader sicuro del 2024, ma un uomo che parla, anzi urla con l’ansia di non essere più creduto. Il punto non è solo cosa ha detto – confine “sicuro”, prezzi “giù”, dazi come macchina miracolosa – ma come lo ha detto: Un “rant”, nel senso pieno: sfogo e intimidazione insieme. La distanza con la realtà quotidiana resta enorme: l’idea che l’inflazione sia ormai “finita” e che i prezzi siano scesi in modo generalizzato non coincide con quello che molte famiglie vedono tra spesa, affitti e bollette. E quando lo scarto tra propaganda e esperienza si allarga, alzare la voce non basta più: anzi, tradisce panico.
ROMA (ITALPRESS) – In questa edizione: – Neres e Hojlund battono un brutto Milan, Napoli in finale – La Fiorentina non si sveglia dall’incubo, ko anche a Losanna – L’Olimpia si ferma contro il Fenerbahce, decisivo l’ultimo quarto – La nuova Ferrari il 23 Gennaio a Fiorano, il nome resta un segreto – Volley, per Perugia è semifinale con la morte nel cuore
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