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Cronaca

Con “Buongrano” Mulino Bianco porta l’agricoltura rigenerativa a tavola

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CASTIGLIONE DELLE STIVIERE (MANTOVA) (ITALPRESS) – Mulino Bianco compie un passo decisivo nel percorso di sostenibilità che da sempre caratterizza la sua storia. E’ infatti il primo brand bakery in Italia certificato a realizzare un biscotto interamente prodotto con farina di grano tenero da agricoltura rigenerativa: il nuovo Buongrano.
Questo lancio segna l’avvio di una nuova fase della Carta del Mulino, il disciplinare del brand che ha definito innovativi standard per la coltivazione sostenibile del grano tenero, garantendo la qualità dei prodotti, la tutela della biodiversità e la valorizzazione del lavoro degli agricoltori. Oggi la Carta guida il cambiamento puntando, per Buongrano, sull’agricoltura rigenerativa: un approccio che non solo riduce l’impatto ambientale dell’attività agricola in termini di CO2 eq, ma restituisce nuova vitalità alla terra.
Con Buongrano, nel 2018, ha preso il via, per la farina di grano tenero, il progetto Carta del Mulino che, oggi, riguarda la maggior parte dei prodotti Mulino Bianco. Oggi, sette anni dopo, il biscotto torna nelle case dei consumatori con una nuova veste: è il primo prodotto con 100% farina di grano tenero da agricoltura rigenerativa e diventa il frutto tangibile di un nuovo approccio responsabile.
Che cosa significa per i consumatori? Scegliere Buongrano significa portare in tavola un biscotto che unisce il piacere del gusto a un’attenzione autentica per la Terra. Per Mulino Bianco non è solo un gesto, ma un modo di agire concreto: prendere dalla natura con rispetto, restituendole valore e nutrimento, per trasformare con il proprio saper fare ingredienti semplici in prodotti buoni e genuini. Il grano tenero di Buongrano nasce infatti da pratiche agricole che verranno verificate e monitorate grazie all’introduzione di una nuova regola del Disciplinare “Carta del Mulino” (vale a dire il rispetto del “Regenerative Agriculture Standard di Food Chain ID), ad oggi, applicata solo su Buongrano, che aiuta le piante a crescere più sane e forti, favorendo la fertilità del suolo e garantendo la disponibilità di cibo anche in futuro. Così, è possibile gustare un prodotto buono oggi, sapendo di fare qualcosa di buono anche per domani.
Con il suo nuovo pack dedicato, Buongrano rappresenta inoltre un’importante promessa di Mulino Bianco: estendere progressivamente questo modello a tutta la produzione. Entro il 2030, infatti, tutti i prodotti Mulino Bianco saranno realizzati con farina di grano tenero proveniente da agricoltura rigenerativa.
“Con Buongrano vogliamo scrivere un nuovo capitolo della storia di Mulino Bianco, che da cinquant’anni nutre la fiducia che il mondo possa essere un posto migliore. Portiamo nelle case delle persone prodotti buoni, investendo nella qualità degli ingredienti e nei processi di trasformazione, e prendendoci cura della natura. Il nostro obiettivo è far conoscere il valore dell’agricoltura rigenerativa: è il nuovo impegno della marca per continuare a garantire ai consumatori la stessa qualità di sempre, nutrendo al contempo la nostra terra”, afferma Laura Signorelli, Marketing Director Equity Mulino Bianco.
L’agricoltura rigenerativa è un approccio olistico che mette al centro la salute del suolo e degli agroecosistemi. Attraverso pratiche mirate come le rotazioni colturali, che restituiscono nutrienti al terreno e favoriscono la sua naturale fertilità, la copertura vegetale durante i periodi di riposo colturale per proteggere il suolo, la creazione di aree fiorite dedicate ad api, farfalle e altri insetti utili, la riduzione di fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi grazie a una gestione più attenta e l’uso di tecnologie digitali per monitorare gli impatti e migliorare costantemente le pratiche, è possibile rigenerare la fertilità dei terreni, aumentare la biodiversità, migliorare i cicli dell’acqua e rafforzare la resilienza delle comunità agricole.
La Carta del Mulino coinvolge oggi oltre 48.000 ettari coltivati da 1.800 agricoltori, 14 mulini esterni e 70 centri di stoccaggio e il mulino di proprietà Barilla. Con l’edizione 2025 il disciplinare rende l’agricoltura rigenerativa parte essenziale del modello produttivo nella filiera del grano tenero.
L’obiettivo è quello di rigenerare i terreni integrando le attuali pratiche agronomiche con altre che permettano di raggiungere benefici incrementali, rafforzando la tutela degli agroecosistemi e valorizzando il lavoro degli agricoltori attraverso formazione, innovazione digitale e nuove competenze.
I benefici sono già misurabili, con la riduzione delle emissioni di CO2 eq del 7% annuo rispetto all’agricoltura convenzionale (circa 9.500 tonnellate risparmiate ogni anno, l’equivalente di 320 camion carichi di CO2 eq). Inoltre, 2.000 ettari (pari alla superficie di 2.900 campi da calcio) sono già stati destinati a fasce di biodiversità, che hanno favorito un incremento del 40% degli insetti impollinatori, tra cui api, sirfidi e farfalle, nelle aree monitorate dall’Università di Bologna.
Il monitoraggio della salute del suolo è garantito da SOCRATE, un modello nato da un progetto innovativo che utilizza satelliti e intelligenza artificiale per misurare in maniera rapida, economica ed accurata, la sostanza organica del suolo, un indicatore chiave della fertilità. Con l’impiego di SOCRATE abbiamo potuto confermare che i terreni coltivati secondo la Carta del Mulino sono in grado di conservare e migliorare la sostanza organica e di conseguenza la salute del suolo.
Il percorso verso l’agricoltura rigenerativa di Buongrano è reso possibile grazie a un ampio sistema di collaborazioni scientifiche e istituzionali: WWF, CNR – IBE, Università di Torino, Bologna e Tuscia, insieme a partner tecnologici e tecnici come XFarm e Open Fields, contribuiscono a validare le pratiche agricole e a monitorarne l’impatto ambientale, garantendo un modello di eccellenza.
“La salute del suolo è alla base della qualità del nostro grano e quindi dei nostri prodotti. Con la Carta del Mulino stiamo lavorando al fianco di partner, agricoltori, stoccatori e mulini per diffondere sempre di più le pratiche di agricoltura rigenerativa, capaci di migliorare la fertilità dei terreni anno dopo anno, favorire la biodiversità e valorizzare il lavoro di tutta la filiera. E’ un percorso che richiede impegno e collaborazione, ma che ci permette di guardare con fiducia al futuro”, commenta Michele Zerbini, Soft Wheat & Flours Italy & Galliate Mill Purchasing Associate Director Mulino Bianco.
Anche WWF Italia, quale partner di questo percorso, riconosce l’importanza dell’agricoltura rigenerativa. “Oggi questo modello di agricoltura rappresenta una risposta concreta alla crisi climatica e alla perdita di biodiversità. Il percorso intrapreso da Mulino Bianco e dal Gruppo Barilla con la Carta del Mulino e che con Buongrano include pratiche di agricoltura rigenerativa è un segnale importante: dimostra che è possibile conciliare produzione alimentare di qualità con il ripristino e la tutela degli agroecosistemi, iniziando dal suolo”, commenta Eva Alessi, Head of Sustainability WWF Italy.

– news in collaborazione con Mulino Bianco –
– foto ufficio stampa Mulino Bianco –
(ITALPRESS).

Cronaca

Confindustria Energia, Brusco “Autonomia strategica Ue tema prioritario”

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ROMA (ITALPRESS) – “Un contesto globale sempre più instabile. Oggi più che mai, il sistema energetico italiano – ed europeo – si trova ad affrontare un momento di straordinaria complessità”. Con queste parole Guido Brusco, presidente di Confindustria Energia, ha dato il via ai lavori della Terza Conferenza Annuale della Federazione. “In questo scenario – ha sottolineato il presidente di Confindustria Energia – il tema dell’autonomia strategica europea – energetica, industriale e tecnologica – non è più una questione astratta, ma una priorità concreta. Allo stesso tempo, siamo chiamati a rispettare obiettivi climatici ambiziosi, che impongono una profonda trasformazione del nostro sistema produttivo ed energetico”.
La decarbonizzazione non è più un orizzonte lontano: è una sfida già in corso, che coinvolge ogni anello della filiera – dalla produzione alla distribuzione, dal consumo al riuso e riciclo. Ma non può essere affrontata con un approccio ideologico o, peggio, scollegato dalla realtà industriale ed economica degli Stati membri. E’ fondamentale pensare ad una transizione giusta, graduale e sostenibile. Una transizione che riconosca il ruolo dell’industria come parte della soluzione, e che rispetti il principio della neutralità tecnologica, evitando scelte calate dall’alto che rischiano di penalizzare segmenti chiave della nostra manifattura e della filiera energetica.
Decarbonizzare, sì, quindi, ma con realismo, con strumenti efficaci, e con l’intelligenza di valorizzare tutte le tecnologie disponibili – dal gas naturale all’idrogeno, dai biocarburanti al nucleare di nuova generazione, dalle rinnovabili alla CCS – senza esclusioni ideologiche, prevedendo misure che possano rispondere opportunamente al fabbisogno e alle opportunità di investimento al fine di affrontare le ricadute sociali, economiche e ambientali della transizione.
L’Italia, secondo quanto emerso, ha le competenze, le imprese, le tecnologie e le professionalità per giocare un ruolo da protagonista. “Ma servono regole chiare, tempi certi e processi decisionali snelli. Non possiamo più ignorare la farraginosità dell’attuale sistema autorizzativo, che oggi rappresenta il vero collo di bottiglia per gli investimenti nel settore energia”.
Progetti strategici per il futuro del Paese – nelle rinnovabili, nel gas, nelle reti e infrastrutture – restano bloccati per mesi, talvolta per anni, in un labirinto burocratico che scoraggia gli investitori, rallenta la transizione e indebolisce la nostra sicurezza energetica.
“Non chiediamo scorciatoie – indica Guido Brusco – ma certezza del diritto e responsabilità nelle decisioni. Chiediamo che il sistema Paese sappia premiare chi investe in innovazione, sostenibilità e lavoro, piuttosto che penalizzarlo con inefficienze che non possiamo più permetterci”.
Una recente ricerca realizzata dal CENSIS per Confindustria Energia nasce da una riflessione condivisa sulla natura e sui tempi della transizione energetica. Una transizione che non può più essere considerata solo un obiettivo ambientale, ma che va letta nella sua piena dimensione industriale, economica e sociale.
“In questo senso, la proposta di una legge quadro sull’energia, fondata sui principi di neutralità tecnologica e neutralità sociale, rappresenta un passaggio chiave – spiegano da Confindustria Energia -. Serve uno strumento in grado di superare la frammentazione normativa, favorire la chiarezza delle regole, e consentire una pianificazione solida e flessibile, in linea con l’evoluzione tecnologica”.
Nel primo semestre del 2025, secondo i dati pubblicati dal Servizio Studi del Dipartimento Attività produttive della Camera dei Deputati, la durata media di una Valutazione di Impatto Ambientale è stata di circa 1.000 giorni; per un Provvedimento Autorizzatorio Unico, oltre 1.200 giorni. Numeri incompatibili con l’urgenza del cambiamento richiesto.
Ma perchè la transizione sia davvero efficace, dovrà essere compresa, condivisa e sostenuta dalle comunità. “La ricerca evidenzia con chiarezza come la dimensione sociale sia oggi un fattore determinante – si legge ancora -. I cittadini si dichiarano disponibili a cambiare abitudini nei consumi, nella mobilità, nell’uso dell’energia. Ma questa disponibilità va alimentata con trasparenza, ascolto e coinvolgimento. E poi ci sono le persone. Non ci sarà transizione energetica senza una transizione delle competenze. Dobbiamo investire in formazione, attrarre giovani, aggiornare i profili professionali, e rafforzare la collaborazione tra imprese, università e istituzioni scolastiche”.
“In questo quadro – ha chiosato Brusco – voglio rivolgere un ringraziamento particolare al sindacato, con cui abbiamo recentemente concluso il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore energia e petrolio. Un risultato importante, frutto di un confronto serio, trasparente e orientato al futuro. Abbiamo dimostrato, insieme, che è possibile trovare soluzioni equilibrate, capaci di valorizzare il lavoro, migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori e, al tempo stesso, sostenere la competitività delle imprese. Questo è il modello di relazioni industriali che ci guida e che vogliamo rafforzare: basato sul dialogo, sulla corresponsabilità e su una visione di lungo periodo”.

– foto Confindustria Energia –

(ITALPRESS).

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La Fondazione Cariplo lancia un progetto per avvicinare i giovani al teatro

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MILANO (ITALPRESS) – Si chiama The Youth Club la nuova iniziativa sperimentale promossa da Fondazione Cariplo, pensata per avvicinare i più giovani a teatro, riducendo le disuguaglianze nell’accesso alla cultura. Oltre due milioni di euro messi a disposizione dalla fondazione per un progetto ambizioso e partecipato che mette in rete le principali Istituzioni culturali lombarde -e non solo – attive nello spettacolo dal vivo, con un obiettivo comune: contrastare la povertà educativa, ridurre le disuguaglianze e favorire la partecipazione attiva delle nuove generazioni alla vita culturale. The Youth Club si rivolge a bambine, bambini, adolescenti e giovani fino ai 30 anni con l’intento di rendere il teatro accessibile e significativo per i ragazzi abbattendo le barriere economiche, sociali e territoriali che spesso limitano l’accesso alla cultura. Le Istituzioni aderenti si impegnano a valorizzare e rafforzare i propri programmi culturali rivolti ai pubblici 0-30 anni, sviluppando nuovi formati, adottando linguaggi a loro più vicini e costruendo relazioni attive con scuole, università, centri di aggregazione, oratori e altri soggetti educativi per raggiungere e coinvolgere i giovani là dove vivono, crescono e si formano.

“La maggior parte dei giovani e dei bambini in Italia non va a teatro, se non in qualche occasione, con la scuola – commenta Giovanni Azzone, presidente Fondazione Cariplo – . È una parte del problema che risponde al nome di povertà educativa. Chi non ha opportunità di questo tipo è come se rinunciasse a sviluppare una parte del suo bagaglio culturale. Certo servono iniziative adeguate ai bambini, ai ragazzi e ai giovani di oggi, con un’offerta che avvicini queste generazioni. Il rischio è duplice: i teatri non riusciranno nel realizzare un cambio generazionale di pubblico, e le nuove generazioni perderanno una grande occasione per emozionarsi, accrescersi, entusiasmarsi di fronte alla potenza dell’esperienza teatrale”.

The Youth Club punta ad invertire la tendenza. “Lo fa con l’alleanza e la condivisione degli obiettivi con tante realtà teatrali sul territorio – sottolinea Azzone – . È un pezzo importante del percorso per far vivere la magia dello spettacolo ai più giovani; lo abbiamo fatto anche con il programma Laivin che in diciotto anni ha coinvolto oltre 42 mila studenti delle scuole superiori, in questo caso facendo loro provare l’ebbrezza di salire sul palco e mettersi in gioco. Agganciare i giovani per regalare loro esperienze formative. Questo è l’obiettivo. In cambio avremo una generazione che integri i loro passatempi con altre attività a valenza culturale”.

A oggi, sono 10 le Istituzioni culturali aderenti al progetto: Associazione Centro Teatrale Bresciano, Brescia; Associazione Lirica e Concertistica Italiana (AsLiCo) – Teatro Sociale di Como; Fondazione del Teatro Grande, Brescia; Fondazione I Pomeriggi Musicali Teatro Dal Verme, Milano; Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, Cremona; Fondazione Teatro Carlo Coccia, Novara; Fondazione Teatro Donizetti, Bergamo; Fondazione Teatro Fraschini, Pavia; Teatro dell’Elfo Impresa Sociale, Milano e Teatro Franco Parenti Impresa Sociale, Milano.

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– foto ufficio stampa Fondazione Cariplo –

(ITALPRESS).

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ACCOLTELLATO NEL PIAZZALE DELLA STAZIONE DI VOGHERA, 42ENNE GRAVE

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La lite è iniziata sui binari e proseguita poi nel piazzale della Stazione di Voghera. Tutto è accaduto questo pomeriggio attorno alle 17: un 42enne di Voghera, senza fissa dimora, è stato colpito con due coltellate alla schiena nel piazzale della stazione di Voghera ad un nordafricano che frequenta i giardini nei paraggi. L’aggressore è stato subito individuato dai carabinieri e portato in caserma. Mentre il ferito è stato soccorso dal 118 e portato al San Matteo di Pavia dove si trova ricoverato in prognosi riservata. Dalle testimonianze raccolte pare che i due avessero litigato sul primo binario della stazione, il litigio è proseguito all’esterno e mentre il 42enne si stava allontanando, è stato inseguito e colpito alla schiena con la lama, che gli ha provocato una profonda ferita.

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