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Economia

Manovra, Bankitalia “Gli interventi di copertura dovranno essere certi”

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ROMA (ITALPRESS) –  “La manovra delineata nelle sue linee più generali nel DPFP appare incentrata su una ricomposizione del bilancio e prevede un limitato aumento del disavanzo nel 2027-28 rispetto all’andamento tendenziale. Il Documento non include informazioni sufficienti per avanzare valutazioni sulle singole misure. In ogni caso, gli interventi di copertura dovranno essere certi. Sarebbe inoltre opportuno limitare gli incrementi di spesa o le riduzioni di entrate di natura temporanea: hanno effetti solo transitori sulla domanda, aumentano il livello del debito e risultano spesso difficili da rimuovere”. Così il capo dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia, Andrea Brandolini, durante le audizioni preliminari sul documento programmatico di finanza pubblica 2025 davanti alle commissioni bilancio di Camera e Senato.

Il Documento indica per l’anno in corso un indebitamento netto al 3% del prodotto, in discesa di tre decimi di punto rispetto al livello del 2024. Il saldo primario – che l’anno scorso era tornato in avanzo (0,5 punti percentuali del PIL) per la prima volta dalla pandemia – salirebbe allo 0,9%; gli oneri per interessi resterebbero stabili. Questi andamenti sono attribuiti a una maggiore incidenza delle entrate, in particolare quelle contributive, solo in parte controbilanciata dall’aumento dell’incidenza delle spese primarie. La pressione fiscale passerebbe dal 42,5 al 42,8%. Continuerebbe la crescita degli investimenti pubblici, che anche grazie a quelli finanziati dal Dispositivo di ripresa e resilienza (DRR, la componente principale di Next Generation EU) si collocherebbero al 3,7% del PIL, il valore più elevato dall’avvio dell’area dell’euro. Le attese di indebitamento per il 2025 appaiono nel complesso coerenti con i dati di cassa attualmente disponibili, nonostante l’incertezza che, come usuale, contraddistingue queste valutazioni”, ha aggiunto.

“Nell’area dell’euro, il quadro congiunturale è tornato a indebolirsi dopo la temporanea accelerazione del primo trimestre, anch’essa in buona parte riconducibile all’anticipo delle importazioni degli Stati Uniti. Il prodotto è cresciuto in misura modesta nei mesi primaverili e gli indicatori disponibili non prefigurano un rafforzamento per la seconda metà dell’anno”, ha aggiunto. “Le proiezioni macroeconomiche degli esperti della BCE diffuse a settembre indicano una crescita del PIL pari all’1,2 per cento nel 2025, all’1,0 nel 2026 e all’1,3 nel 2027 ha illustrato – L’inflazione si collocherebbe in media al 2,1 per cento nell’anno in corso, per portarsi su valori poco inferiori al 2 per cento nel prossimo biennio”.

“In rapporto al PIL, la spesa per pensioni (che resta più alta della media dell’UE) e la spesa sanitaria rimarrebbero invece sostanzialmente stabili, rispettivamente intorno al 15,3 e al 6,4%. Il rapporto tra spesa sanitaria e prodotto si è assestato ormai da tempo (con la sola ovvia eccezione del biennio 2020-21, segnato dalla pandemia) su un valore contenuto nel confronto con altre grandi economie europee”, ha detto.

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“Il quadro programmatico sembra non includere, se non in parte, maggiori oneri per la capacità di difesa, sebbene il DPFP giudichi realistico, sulla base degli impegni presi in sede NATO, un graduale aumento della spesa nel prossimo triennio, fino a 0,5 punti di PIL in più nel 2028. In assenza di misure correttive ulteriori rispetto alla manovra, una maggiore spesa per la difesa rispetto a quella incorporata nel tendenziale condurrebbe a una dinamica della spesa netta più sostenuta rispetto a quanto programmato”, ha concluso.

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Economia

Golden Power, la Commissione Europea apre una procedura d’infrazione contro l’Italia. Giorgetti: “Faremo una proposta”

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BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – La Commissione Europea ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia sull’uso del golden power. Bruxelles invita l’Italia a conformarsi alla normativa bancaria dell’Unione.

“La Commissione solleva obiezioni sulla norma cosiddetta Golden Power, riformata nel 2022 con il governo Draghi. Sulla base delle valutazioni della sentenza risponderemo ai rilievi che ci vengono mossi nelle sedi competenti. Con spirito costruttivo e collaborativo faremo una proposta normativa che farà chiarezza e supererà le obiezioni. Siamo convinti che permetterà di avere un quadro di competenze condiviso”. Lo dichiara il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti rispetto all’apertura della procedura d’infrazione sulla normativa Golden Power.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Economia

Manovra, Meloni: “L’obiettivo è rafforzare il tessuto produttivo della Nazione e difendere l’economia reale”

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ROMA (ITALPRESS) – “La manovra economica per il 2026 si inserisce nel solco di quelle precedenti, e aggiunge ulteriori tasselli al nostro lavoro, sia sul fronte della tutela del potere d’acquisto degli italiani che del sostegno alle imprese che investono in Italia e che creano occupazione e ricchezza sul nostro territorio. Abbiamo scelto, per questo, di dare continuità a misure che hanno funzionato molto bene, come il credito d’imposta sugli investimenti nella Zona economica speciale unica del Sud o la super deduzione del costo del lavoro per le nuove assunzioni, e di ripristinare strumenti che sono molto apprezzati dal tessuto produttivo”. Così la premier Giorgia Meloni, in un messaggio inviato al Forum della Distribuzione Moderna.

“Mi riferisco, in particolare, alla reintroduzione del super e dell’iper-ammortamento, con uno stanziamento di 4 miliardi. È un intervento che prevede, ai fini dell’ammortamento, una maggiorazione del costo di acquisizione di beni che arriva fino al 180% in caso di investimenti volti a innovare tecnologicamente le imprese e che sale fino al 220% per quelli necessari ad accompagnarle nel percorso di transizione ecologica”, aggiunge.

“Rafforzare il tessuto produttivo della Nazione, difendere l’economia reale, creare le condizioni per la crescita, aiutare i più fragili e ridare ossigeno al ceto medio. Questi sono i nostri obiettivi, e so che sono anche i vostri. Di chi ha a cuore questa Nazione e lavora ogni giorno con un solo grande scopo: rendere l’Italia sempre più forte, giusta e competitiva”, conclude Meloni.

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Lusetti “I contratti pirata nel terziario impoveriscono i lavoratori”

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ROMA (ITALPRESS) – Oltre 200 contratti “pirata” su 250 nei settori del terziario. Una perdita che può arrivare fino a 12 mila euro l’anno per ogni lavoratore coinvolto. Sono i numeri del dumping contrattuale denunciati da Mauro Lusetti, vicepresidente di Confcommercio, in un’intervista a Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
Confcommercio rappresenta oltre 700 mila imprese nei settori del terziario, commercio, ristorazione, trasporti e distribuzione. Lusetti ricorda che i contratti firmati dall’associazione di categoria riguardano oltre 2,2 milioni di addetti nelle imprese associate, ma vengono applicati a più di 5 milioni di persone in totale. “Il contratto del terziario è quello maggiormente applicato nel panorama economico italiano”, sottolinea il vicepresidente.
Da mesi Confcommercio ha avviato una battaglia politica e associativa contro i contratti in dumping. “Più di 100 mila lavoratori sono soggetti a questi contratti che prevedono compensi inferiori dai 6 mila ai 12 mila euro annui rispetto ai contratti sottoscritti da Confcommercio con Cgil, Cisl e Uil – prosegue Lusetti -. Questi accordi, pur rispettando formalmente le norme di legge, non hanno le condizioni migliorative che contengono invece i contratti sottoscritti da noi”. Tra le carenze più gravi l’assenza della tredicesima mensilità, coperture ridotte per malattie e permessi, mancanza degli elementi legati alla bilateralità.
“E’ una patologia di un libero mercato nel quale le regole sono molto labili”, commenta Lusetti, che lancia un appello alle istituzioni: “Stiamo chiedendo con forza di codificare le organizzazioni maggiormente rappresentative del mondo del lavoro, delle imprese, dei lavoratori e fare sì che i contratti sottoscritti da loro abbiano valore universale”.
Riguardo alla proposta del Governo sulla flat tax applicata agli aumenti retributivi previsti nei contratti nazionali, Lusetti sottolinea: “Ci sono luci e ombre. La proposta prevede di detassare gli aumenti contrattuali previsti dai contratti sottoscritti a partire dal 2025, ma nel 2024 Confcommercio ha sottoscritto contratti per milioni di persone, con i primi aumenti già scattati lo scorso anno. Saremmo esclusi da questa normativa e crediamo che questo vada esattamente contro una logica di coerenza e uniformità nel trattamento dei lavoratori”.
L’associazione di categoria sta lavorando con le istituzioni e il Governo per superare quello che Lusetti definisce “un vulnus serio”.
Sul fronte del costo della vita, Lusetti evidenzia come i rinnovi contrattuali, pur avendo accelerato, non abbiano ancora recuperato pienamente il tasso di inflazione cumulato degli anni precedenti, e questo porta a “consumi fermi. Se non riparte la domanda interna è un problema affidarsi solo alle esportazioni”.
Per mettere più soldi in tasca agli italiani, secondo Lusetti servono interventi su più fronti. “Bisogna agire sull’efficienza statale per abbassare il livello di tassazione degli stipendi che è ancora elevato”, afferma il vicepresidente di Confcommercio, che apprezza gli interventi del Governo sulla riduzione del cuneo fiscale. Inoltre è importante “il welfare aziendale, su cui Confcommercio punta molto, attraverso la bilateralità condivisa con i sindacati, e che può mettere la gran parte dei lavoratori nelle condizioni di avere redditi adeguati”.

– Foto Italpress –

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