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Cronaca

UniCredit, in 20 anni dal Fondo Carta Etica 45 milioni al sociale

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MILANO (ITALPRESS) – Vent’anni di impegno concreto a fianco delle persone e dei territori. UniCredit ha celebrato oggi presso il proprio headquarter a Milano il ventennale del Fondo Carta Etica, l’iniziativa pionieristica che dal 2005 trasforma un gesto quotidiano, l’uso della carta di credito, in un’occasione concreta di solidarietà.
L’evento, che ha visto la partecipazione di rappresentanti del Terzo Settore, delle istituzioni e di UniCredit, è stato l’occasione per mettere al centro il valore della progettualità sociale come leva per costruire comunità più coese e inclusive. Ad aprire i lavori è stato il professor Paolo Venturi, Direttore di AICCON – Research Centre – Università di Bologna, che ha tracciato un quadro dell’evoluzione del Terzo Settore in Italia, evidenziandone il contributo crescente come motore di sviluppo e innovazione sociale.
Nel suo intervento, Venturi ha sottolineato come la crescita sostenibile non possa prescindere dalla felicità condivisa e dalla partecipazione, e come il “fare banca” oggi significhi anche contribuire alla costruzione di valore sociale. In questa prospettiva, ha ricordato che il Progetto Carta Etica rappresenta un esempio concreto di collaborazione tra impresa e comunità, capace di generare fiducia, coesione e nuove forme di economia civile.
Dalle testimonianze successive è emerso come il successo di Carta Etica risieda proprio nella capacità di sostenere nel tempo iniziative solide, generative e radicate nei territori.
Nel corso di questi vent’anni, il Fondo ha raccolto oltre 45 milioni di euro con cui ha sostenuto oltre 1.600 progetti in tutta Italia, supportando iniziative che spaziano dall’inclusione lavorativa alla cura, dalla formazione alla rigenerazione urbana.
Il programma si è articolato in due momenti di confronto.
La prima tavola rotonda ha affrontato il tema delle alleanze tra istituzioni, Terzo Settore e imprese per il futuro del Paese, con gli interventi del Forum Terzo Settore, principale organismo di rappresentanza unitaria del Non profit italiano, e di Caritas Italiana, che ha presentato il progetto “Pepe – Promuovere Engagement di comunità contro la Povertà Educativa”, nato nel 2023 dalla collaborazione con UniCredit per contrastare la povertà educativa e favorire l’inclusione dei giovani attraverso reti territoriali diffuse.
La seconda tavola rotonda ha dato voce ad alcune delle realtà sostenute dal Fondo Carta Etica negli anni.
Tra queste, CSV Net, con l’iniziativa nazionale Semi di Bene, nata per stimolare progettazione e raccolta fondi attraverso la piattaforma ilMioDono.it; Cavarei a Forlì con Chicchiamo in Corso, impegnata nel creare opportunità di formazione e lavoro per persone con disabilità sensibilizzando la cittadinanza al valore della diversità; la Coop. Sociale Rigenerazioni Onlus con i progetti Cotti in Fragranza e la Fattoria Didattica Sant’Onofrio, realizzati insieme alla Fondazione Don Calabria, che a Palermo e Casal di Principe offrono percorsi di reinserimento e formazione per giovani fragili; La Meridiana, con Il Paese Ritrovato, il primo villaggio in Italia dedicato alla cura di persone con forme di demenza e affette dalla sindrome di Alzheimer e Apogeo ETS, con l’Audio Visual Hub Napoli, che forma giovani Neet napoletani avviandoli alla professione di tecnico audio-video cinematografico.
Il meccanismo alla base di Carta Etica è tanto semplice quanto innovativo: per ogni spesa effettuata con le carte di credito “Etiche”, UniCredit destina il 2 per mille dell’importo al Fondo Carta Etica, senza alcun costo per i titolari. Si tratta di un modello unico nel panorama bancario italiano, che rende la solidarietà parte integrante della relazione tra banca e comunità. Le risorse, gestite dal Comitato di Solidarietà UniCredit, sono interamente dedicate a progetti di utilità sociale promossi da enti e organizzazioni del Terzo Settore, selezionati in base alla loro capacità di rispondere ai bisogni concreti delle comunità e di generare un impatto duraturo.
Nel 2024, grazie al lavoro delle strutture regionali della banca, 80 organizzazioni del Terzo Settore hanno ricevuto 1,6 milioni di euro per progetti locali. A questi interventi si aggiungono iniziative come Pay for Success e quelle promosse dalle Fondazioni azioniste e da UniGens, che ampliano la rete di solidarietà del Gruppo. Anche le campagne nazionali “1 voto, 200.000 aiuti concreti” e “Dono di Squadra”, realizzate tramite la piattaforma ilMioDono.it, restano un punto di riferimento per la partecipazione collettiva, premiando nel 2024 oltre 150 progetti in tutta Italia e coinvolgendo colleghi, clienti e cittadini in un gesto condiviso di responsabilità sociale.
In occasione dei vent’anni del Fondo Carta Etica, per l’edizione speciale dell’iniziativa “1 voto, 200.000 aiuti concreti”, UniCredit incrementerà il plafond messo a disposizione, per ampliare ulteriormente il sostegno a favore delle organizzazioni Non profit impegnate nei territori.
“Carta Etica è l’espressione concreta del nostro impegno verso le persone e i territori – ha detto Remo Taricani, Deputy Head Italy di UniCredit -. E’ un progetto che accoglie e valorizza la diversità delle esperienze, dando voce alle piccole realtà locali e alle iniziative di respiro nazionale. La sua vera forza nasce dalla partecipazione condivisa: un ponte che unisce la banca, i cittadini e il Terzo Settore in un percorso di solidarietà autentica e collettiva. Celebrare questi vent’anni significa riconoscere un traguardo importante, ma soprattutto rinnovare la nostra convinzione che il progresso economico e quello sociale debbano camminare insieme”.
Don Marco Pagniello, direttore Caritas Italiana, ha commentato: “Il progetto PEPE ha tra i suoi obiettivi quello di dimostrare che il contrasto alla povertà educativa è un investimento sociale, oltre che un’opportunità per costruire una società più giusta. Nel lungo termine, il progetto punta a diventare una buona prassi da proporre anche per favorire politiche pubbliche orientate alla creazione di comunità educantì.
‘Il Terzo settore è un’antenna sui territori che individua i bisogni delle persone e delle comunità e sa quali sono le migliori risposte da offrire – ha spiegato Giancarlo Moretti, Portavoce di Forum Terzo Settore -. Ma nel perseguire una reale prospettiva di sviluppo, puntando sull’emancipazione dal bisogno piuttosto che su palliativi alle situazioni più gravi di marginalità, il Terzo settore non può operare da solo. Molto spesso si costruiscono delle alleanze, sia con gli enti locali che con le imprese del territorio, ma c’è bisogno ora di un salto di qualità, nella stabilità delle relazioni e nella costruzione di obiettivi condivisi, per rendere queste esperienze di collaborazione dei patti stabilì.
Paolo Venturi, Direttore di AICCON – Research Centre – Università di Bologna, ha sottolineato che ‘la competitività oggi non si misura solo in termini economici, ma è profondamente legata al capitale sociale: alle relazioni, alla fiducia, alla capacità di generare legami significativi. In questo senso, la Carta Etica non ha solo sostenuto progettualità sociali nel corso degli anni, ma ha generato impatto sociale, potenziando le comunità e rafforzando il tessuto relazionale che le rende più resilienti e innovativè.
Il progetto Carta Etica si inserisce nel più ampio impegno di UniCredit per lo sviluppo sostenibile e il supporto alle comunità. Dal 2022, la banca ha erogato 13,2 miliardi di euro in finanziamenti sociali, tra microcrediti, impact financing e prestiti in aree svantaggiate; ha lanciato l’iniziativa UniCredit per l’Italia, per oltre 35 miliardi di euro, e destinato, nel 2024, 78,1 milioni di euro in contributi sociali. Nel solo 2024 anche UniCredit Foundation ha erogato 30 milioni di euro a favore di progetti dedicati ai giovani e all’istruzione. Infine con progetti come Skills for Transition e l’adesione alla Venice Sustainability Foundation, UniCredit conferma la volontà di essere un attore attivo del cambiamento, promuovendo una crescita sostenibile e inclusiva per le persone e i territori in cui opera.

– foto ufficio stampa UniCredit –
(ITALPRESS).

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BREAKING NEWS LOMBARDIA – 13 NOVEMBRE 2025

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I fatti del giorno: Terminata la fuga di Elia del Grande, era tornato a casa – Indagini sulla morte in sala parto al Policlinico di Pavia – 22enne arrestato a Voghera con droga in casa – Aria malata, scattano i divieti anche nel Pavese – Indagini Urbanistica a Milano, Cassazione “Catella non va arrestato” – Uccisa su ciclabile, chiesta altra condanna per assessore Milano – Pronto Meteo Lombardia per il 14 Novembre.

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Al via in Regione il ‘World Manufacturing Forum 2025’

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MILANO (ITALPRESS) – L’eccellenza del settore manifatturiero lombardo a livello europeo e la resilienza delle imprese del territorio di fronte alle criticità di uno scenario internazionale sempre più complesso. Questi i temi chiave dell’intervento del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana che oggi ha aperto i lavori della prima giornata del ‘World Manufacturing Forum’, evento internazionale promosso dalla World Manufacturing Foundation (organizzazione del Politecnico di Milano e di Confindustria Lombardia), in collaborazione con Regione Lombardia.

Tema portante dell’edizione 2025, in programma fino a domani a Palazzo Lombardia, è in particolare il ruolo delle nuove tecnologie nel percorso di transizione ecologica e digitale del comparto, due ambiti cruciali per promuovere la competitività del settore. “Siamo la principale regione manifatturiera d’Europa – ha sottolineato il presidente Fontanae lo abbiamo confermato con risultati eccellenti nel 2024, sia sul fronte dell’export sia su quello dell’import. Anche nei primi mesi del 2025 abbiamo dimostrato una notevole capacità di tenuta. Dobbiamo continuare a sostenere con convinzione le nostre aziende manifatturiere. E’ evidente che stiamo attraversando un periodo complesso: le tensioni internazionali e geopolitiche generano difficoltà, ma sono certo che la capacità, la solidità e la flessibilità dei nostri imprenditori ci consentiranno ancora una volta di superare questa fase”. 

Al convegno, da cui è emerso il ruolo di primo piano della Lombardia come hub del comparto, ha partecipato anche l’assessore regionale all’Università, Ricerca e Innovazione Alessandro Fermi che ha evidenziato l’importanza di un approccio sinergico al tema dell’innovazione, capace di far dialogare in modo proficuo formazione, imprese e mondo della ricerca.

“L’edizione 2025 del World Manufacturing Forum – ha spiegato l’assessore – ha scelto come obiettivo l’esame delle tecnologie in grado di migliorare la produttività, l’efficienza e la sostenibilità del comparto manifatturiero. È ciò che sta facendo anche Regione Lombardia con il ‘Piano industriale strategico per il rilancio della Lombardia’. Accanto a bandi e misure a sostegno delle imprese, dunque, abbiamo deciso di puntare sul rafforzamento delle competenze e sullo sviluppo di una nuova mappatura delle specializzazioni settoriali, che ci aiuti a far emergere anche i poli minori, per poi connetterli con i poli specialistici di riferimento, i centri di ricerca, le strutture formative e le aziende più dinamiche. In questa pianificazione strategica si integrano anche le Zone di Innovazione e Sviluppo (Zis), che promuovono l’aggregazione tra soggetti pubblici e privati, stimolando al contempo uno scambio di conoscenze tra università, centri di ricerca, aziende e mercati”.

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Tra i relatori il presidente di Confindustria Lombardia Giuseppe Pasini, il presidente della World Manufacturing Foundation Diego Andreis e Marco Taisch, presidente del comitato scientifico della World Manufacturing Foundation e professore al Politecnico di Milano. Nel corso dell’evento è stato letto inoltre un messaggio del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che ha sottolineato l’importanza delle tecnologie di ultima generazione e della sostenibilità nel sviluppo del settore. Tanti i temi emersi nel corso dei diversi panel tematici: dall’importanza di sfruttare al meglio soluzioni come l’intelligenza artificiale, alle potenzialità dell’Industrial Internet of Things (IIoT) per rendere le pmi del settore sempre più resilienti e competitive di fronte alle sfide globali in tema di sostenibilità e digitalizzazione.

Sull’importanza di mettere il comparto manifatturiero al centro delle politiche nazionali ed europee in un contesto internazionale complesso si è soffermato in particolare il presidente di Confindustria Lombardia Pasini. “Il tessuto industriale lombardo – ha detto – pur in un contesto globale caratterizzato da cambiamenti epocali, sta dimostrando flessibilità e capacità di adattamento. L’incertezza è il nemico numero uno di chi fa impresa e le imprese non possono competere da sole nell’attuale contesto di incertezza globale. Abbiamo perciò l’esigenza di far tornare l’industria manifatturiera al centro delle politiche sia nazionali che soprattutto europee”. 

“In uno scenario geopolitico sempre più complesso, tra dazi, nuove potenze industriali e filiere globali in trasformazione – ha chiarito Marco Taisch, presidente del comitato scientifico del World Manufacturing Foruml’Europa e l’Italia devono puntare sui propri fondamentali: innovare i prodotti rendendoli intelligenti e sostenibili, ridisegnare le organizzazioni per rispondere alla domanda ‘tutto e subito’ e utilizzare realmente le tecnologie digitali, non solo l’intelligenza artificiale. Il nuovo paradigma industriale si fonda sulla capacità di analizzare i dati per prendere decisioni basate sui numeri: dopo lavoro, materie prime e impianti, i dati diventano il quarto fattore produttivo”.

“Il World Manufacturing Forum – ha commentato il presidente Andreis – torna in un momento storico complesso, segnato da trasformazioni tecnologiche accelerate e da forti tensioni sulle catene di fornitura globali. L’Italia e la Lombardia restano un motore industriale fondamentale, ma nessun sistema produttivo può affrontare da solo le sfide attuali. Servono visione, cooperazione e scelte industriali chiare per colmare il divario con le grandi potenze e guidare una crescita sostenibile e inclusiva”. 

-Foto Regione Lombardia-
(ITALPRESS).

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Prevenzione dei tumori maschili, Lilt lancia la campagna “Nastro Blu”

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ROMA (ITALPRESS) – In Italia, un uomo ogni 9 riceve una diagnosi di tumore alla prostata. E’ la neoplasia più diffusa della sfera genitale maschile e per questo spesso temuta, ma di cui non bisogna avere paura: grazie a prevenzione e diagnosi precoce, si registra una percentuale di guarigione superiore al 90%. E’ il messaggio lanciato dalla campagna nazionale Nastro Blu 2025, promossa dalla LILT-Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, dedicata alla sensibilizzazione e alla prevenzione delle più frequenti patologie oncologiche maschili e presentata oggi al Museo Ninfeo-ENPAM di Roma.
Dal 15 al 30 novembre 2025, le Associazioni territoriali LILT daranno vita a una rete capillare di iniziative in tutta Italia, con visite urologiche, incontri divulgativi e scientifici, pannelli informativi, attività nelle scuole e nei luoghi di lavoro, oltre a campagne social e spazi di ascolto. L’obiettivo è invitare gli uomini a prendersi cura di sè: conoscere i principali fattori di rischio, esperire controlli regolari e adottare stili di vita corretti sono gesti semplici ma fondamentali per la prevenzione.
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha ricordato in un videomessaggio che “la promozione della prevenzione primaria e secondaria è un’attività prioritaria del Ministero della Salute, che rafforziamo anche con la legge di bilancio 2026”, potenziando “i programmi di screening oncologici e ampliando le fasce d’età per l’accesso allo screening del tumore del colon-retto”. Inoltre, “in linea con il Piano Oncologico Nazionale e le raccomandazioni europee, stiamo anche valutando la possibilità di estendere progressivamente gli screening ad altre neoplasie maschili, per esempio il tumore della prostata. E continuiamo a finanziare la rete italiana per lo screening del cancro al polmone, che vogliamo inserire quanto prima nei programmi gratuiti del servizio sanitario nazionale”.
Il Ministro della Salute ha sottolineato che “la prevenzione è il farmaco migliore che abbiamo, e il nostro impegno con la LILT è quello di raggiungere un numero sempre più ampio di cittadini, donne e uomini. Ringrazio la LILT per quello che fa ogni giorno a sostegno della prevenzione, per essere un punto di riferimento per migliaia di persone”.
Ogni anno si registrano 41.000 nuovi casi di tumore alla prostata, che rappresentano oltre il 20% delle neoplasie maschili. La massima incidenza si ha dopo i 65 anni. Le altre sedi uniche di tumori prettamente maschili sono il testicolo e il pene. Il tumore del testicolo, pur rappresentando appena l’1-3% di tutte le neoplasie maschili, è il più frequente negli under 45, con circa 2.400 nuovi casi l’anno. E grazie alle terapie disponibili, ha una curabilità superiore del 90%. Il carcinoma del pene è invece una neoplasia rara (circa 500 nuovi casi ogni anno in Italia), con una prognosi favorevole in caso di diagnosi precoce: è del 74% la sopravvivenza media a 5 anni.
“La salute non è solo assenza di malattia, ma equilibrio, responsabilità e rispetto per sè stessi – ha sottolineato il presidente LILT, Francesco Schittulli -. Con la campagna Nastro Blu vogliamo ricordare che la prevenzione è un metodo di vita: un percorso quotidiano che parte dalla consapevolezza”.
In tal senso, ha aggiunto, “la LILT è accanto agli uomini di ogni età attraverso i suoi ambulatori. La tutela della salute non è un diritto astratto, ma un dovere quotidiano e un atto culturale: per questo continuiamo a impegnarci per sviluppare la cultura della prevenzione, consolidandola nel tessuto psicosociale del nostro Paese. Perchè la prevenzione è cura”.
Bernardo Rocco, Direttore di Clinica Urologica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS Roma, ha sottolineato che “la diagnosi precoce è un vero salva-vita, non possiamo più permetterci che la paura o la vergogna ostacolino la salute”. Giuseppe Tonini, Vicepresidente del Comitato Scientifico LILT e Direttore di Oncologia medica della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, ha ricordato che “prevenire non significa vivere nell’ansia: significa conoscere i propri rischi, riconoscere i segnali e fare i controlli giusti, al momento giusto. La prevenzione però non è solo diagnosi: è adozione di comportamenti sani, come controllare il peso, seguire un’alimentazione equilibrata e sana, praticare attività fisica regolare e abolire il fumo, riducendo anche il consumo di alcol. E’ un investimento sul benessere del proprio futuro”.
Testimonial LILT della campagna, Beppe Convertini ha dato voce agli uomini che spesso esitano ad affrontare questi temi: “Noi uomini siamo restii a farci visitare, ma la prevenzione è la nostra prima alleata. Entrare in pista significa prendersi cura di sè e di chi ci vuole bene. Controllarsi non è segno di debolezza, ma di forza e responsabilità”.

– ufficio stampa Lilt –
(ITALPRESS)

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