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Mea culpa IWF su doping nei pesi, Urso “Apertura importante”
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3 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – La Federazione Internazionale di Sollevamento Pesi (IWF) prende una posizione netta nella lotta al doping a seguito della squalifica dell’atleta kazako Nijat Rahimov, oro nella categoria 77 kg a Rio 2016. Per la prima volta nella sua storia l’IWF ammette gli errori commessi in passato, rilanciandosi però con l’assenza di casi di positività ai Giochi di Tokyo 2020. “Sebbene in passato siano stati commessi errori, cosa che l’IWF riconosce, sono state adottate misure forti e decisive affinchè la situazione nel sollevamento pesi migliori” scrive in un comunicato, citando direttamente le parole del Presidente ad Interim, Michael Irani: “Purtroppo, in passato, avevamo una cultura del doping. Il comitato esecutivo dell’IWF riconosce questo problema e negli ultimi tre anni ha deciso di investire milioni di dollari nei test antidoping e nello sviluppo di uno sport pulito, per garantire il rinnovamento del sollevamento pesi. Non accettiamo alcuna forma di doping nella nostra disciplina e stiamo facendo tutto il possibile per cacciare coloro che ne fanno uso”.
Un comportamento che non poteva passare inosservato agli occhi del Presidente FIPE Antonio Urso, per 12 anni alla guida della Federazione Europea, che ha fatto della lotta al doping una bandiera personale. E’ stato lui a risanare l’ambiente europeo, ed è stato lui, in barba ad un ambiente a dir poco ostile alle sue “idee di pulizia”, a denunciare per anni i comportamenti illeciti dell’ormai ex n°1 IWF, Ajan.
“Cinque anni fa in un accesissimo esecutivo della Federazione internazionale, chiesi che a fare i controlli antidoping ci fosse un’agenzia esterna. La discussione durò ore e si arrivò alla conclusione che la IWF continuò a fare questi controlli internamente; di fatto, quindi, non era cambiato nulla. E’ iniziato a cambiare qualcosa quando finalmente l’Esecutivo si è reso conto di non avere altre alternative e ha dato il benvenuto all’ITA (International Testing Agency) all’interno della IWF per i controlli antidoping. E’ ovvio che la presenza dell’ITA non può essere la soluzione al problema ma da quando c’è, le sacche di risultati dubbi si sono notevolmente ridotte. Ancora prima che arrivasse l’ITA però, avevamo affrontato e risolto il problema all’interno dell’EWF, perchè c’era stata una presa di coscienza da parte delle singole Federazioni che il doping non era e non è una soluzione percorribile per arrivare allo scopo. Lo avevamo risolto, quindi, attraverso un percorso culturale. Se oggi l’IWF festeggia un’Olimpiade priva di casi di positività non posso che esserne felice, perchè vuol dire che l’idea posta in essere cinque anni fa e bocciata in quell’esecutivo, oggi si dimostra essere vincente. Credo che l’ITA debba fare non solo attività di controllo antidoping ma anche di intelligence, un lavoro statistico sulla crescita dei risultati degli atleti, per capire come si muovono i numeri in alcune Nazioni, ma spero che questo rappresenti il prossimo step; quel che è certo è che i soli controlli antidoping fatti in competizione valgono veramente poco”.
Un percorso che non solo bonificherebbe l’intero sistema, ma che al contempo lo renderebbe anche più spettacolare:”Paradossalmente – prosegue Urso – alla pesistica non serve un uomo che faccia record straordinari e fuori misura; per far diventare spettacolare questo sport serve che in ogni categoria ci siano diversi atleti che possano far risultati importanti, dove tra loro c’è la competizione, che rende viva e interessante la gara stessa. Serve agonismo sano. Questo lo abbiamo visto già in diverse edizioni degli ultimi campionati europei, dove il 55% delle Nazioni che hanno partecipato hanno vinto una medaglia. Questo significa che c’era una pari distribuzione delle possibilità, non erano sempre gli stessi (pochi) a vincere, perchè sul podio poteva salire chiunque a condizione che lo ‘starter’ fosse uguale per tutti. In queste condizioni anche i nostri ragazzi sono riusciti a dare un segno importante”. Ne sono testimonianza viva le tre medaglie olimpiche di Tokyo 2020 con Giorgia Bordignon, Nino Pizzolato e Mirko Zanni, e i grandi risultati a livello internazionale: nel quadriennio appena trascorso, l’Italia ha infatti conquistato 223 medaglie contro le 130 del quadriennio 2013/2016.
“Mi auguro che sia la IWF, sia l’ITA, sia il CIO possano vedere in prospettiva come indirizzare in maniera ancora più chirurgica i controlli, che non devono crescere in termini quantitativi ma qualitativi. E’ il ‘dovè e ‘quandò che fanno la differenza. Che qualcosa stia cambiando lo vediamo dal fatto che per la prima volta l’IWF ammette delle responsabilità, che stanno non solo in capo a chi ha permesso questo sistema ma anche in capo a chi questo sistema lo ha avvalorato e non lo ha mai denunciato. Questa ammissione mi sembra un’apertura importante; spero che vi corrispondano anche una serie di azioni altrimenti rimarrebbero solo delle parole e niente di più. Questa ammissione, dal mio punto di vista, è quindi apprezzabile ma spero non sia tardiva perchè solo se fosse corrisposta da un progetto vero, serio e uguale per tutti, l’anima di questa disciplina sportiva potrebbe risanarsi e consentirci di rimanere nel programma olimpico anche in futuro”.
(ITALPRESS).
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Sconfitta con maxi-rissa per Detroit, solo 3 punti per Fontecchio
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Dopo la pioggia lo tsunami, Mensik piega Djokovic e trionfa a Miami
Sport
Sconfitta con maxi-rissa per Detroit, solo 3 punti per Fontecchio
Pubblicato
1 ora fa-
31 Marzo 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Sconfitta esterna con maxi-rissa per Detroit nella notta italiana della regular-season dell’Nba.
Sul parquet del Target Center di Minneapolis, di fronte a quasi 19mila spettatori, i Pistons cedono per 123-104 ai Minnesota Timberwolves, trascinati dai 27 punti siglati da Beasley, top-scorer della serata; tra gli ospiti ne infilano 26 Randle e 25 Edwards, mentre la 29enne ala piccola pescarese Simone Fontecchio non riesce ad incidere quanto vorrebbe, finendo a referto con 3 punti, 5 rimbalzi ed un assist in 26 minuti complessivi di impiego.
Ma la notizia è la maxi-rissa che si scatena in campo dopo un fallo su Reid nel secondo quarto: un brutto episodio che cinque giocatori (Reid e Donte DiVincenzo per i TimberWolves, Stewart, Holland II e Sasser per i Pistons) e due tecnici (Prigioni di Minnesota e l’head coach Bickerstaff di Detroit) pagano con l’espulsione.
Crollo casalingo per San Antonio: gli Spurs cedono per 148-106 ai Golden State Warriors, che creano un gap incolmabile con i 47 punti complessivi messi a segno dalla coppia Podziemski-Moody.
Successi interni invece per Cleveland e New York: i Cavaliers piegano per 127-122 i Los Angeles Clippers, che possono consolarsi solo per i 34 punti realizzati da un ispirato Powell, il più prolifico dell’incontro; i Knicks hanno la meglio sui Portland Trail Blazers per 110-93 sebbene l’israeliano Avdija termini la sua ottima performance con un bottino personale di 33 punti.
Anche i New Orleans Pelicans sfruttano il fattore campo mettendo al tappeto per 98-94 i Charlotte Hornets con 20 punti di Bridges e 19 di Smith. Colpi esterni, infine, per Atlanta Hawks (145-124 sui Milwaukee Bucks), Toronto Raptors (127-109 sui Philadelhia 76ers) e Houston Rockets (148-109 sui Phoenix Suns).
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Sport
Dopo la pioggia lo tsunami, Mensik piega Djokovic e trionfa a Miami
Pubblicato
1 ora fa-
31 Marzo 2025di
Redazione
MIAMI (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Dopo la pioggia, un autentico tsunami. E’ quello che si è abbattuto nella notte italiana al “Miami Open”, secondo Masters 1000 della stagione, dotato di un montepremi complessivo pari a 11.255.535 dollari e disputatosi sul duro dell’Hard Rock Stadium.
A trionfare, in un autentico scontro generazionale, è stato Jakub Mensik, che si è aggiudicato la sfida con il sei volte re Novak Djokovic con il punteggio di 7-6(4) 7-6(4), maturato in due ore e 4 minuti di gioco. Il centesimo titolo Atp per il fuoriclasse serbo, testa di serie numero 4, rimane ancora una chimera e il grande tennis tiene a battesimo la nascita di un nuovo campione al primo centro della carriera.
A 19 anni Mensik si aggiudica un torneo perfetto: un solo set perduto, ma soprattutto 7 tie-break giocati e 7 vinti, di cui gli ultimi 4 (due in semifinale e due in finale) vinti sempre per 7 punti a 4.
“A dire il vero – esordisce Mensik – non so proprio cosa dire. E’ incredibile quello che è successo. Questo è stato il giorno più importante della mia vita e ho fatto una prestazione davvero grande. Sono felice di aver tenuto i nervi saldi sia prima di scendere in campo che dopo. Ora mi sento super felice e penso che le emozioni vere arriveranno più tardi, quando mi renderò conto di quello che ho fatto”.
Dopo oltre sei ore di attesa per la pioggia, Mensik è entrato in campo come nulla fosse, ha gestito al meglio la pressione e ha mantenuto le premesse portandosi subito avanti 3-0. Il ceco è salito avanti fino al 4-1, poi sul 4-2, nel delicato settimo game, ha perso la battuta rimettendo in corso il serbo. Ma in quel frangente Mensik ha concesso al rivale l’unica palla break di tutto il match dominando poi il tie-break del primo set per 7 punti a 4.
Nel secondo set Mensik ha cercato di fare il vuoto nel quinto game, ma ha mancato due palla break. L’epilogo ancora una volta al tie-break che ancora una volta si è concluso per 7 punti a 4 con il ceco che ha chiuso con l’ultimo servizio vincente del match.
“Avevo già giocato contro Djokovic – prosegue Mensik – e credo che il compito di batterlo in finale sia un’impresa veramente ardua. Oggi mi sono sentito sempre bene e ho deciso di sfruttare il mio momento. Mi sono concentrato solo sulla partita, come avevo fatto nei sei turni precedenti, senza mai pensare a niente”.
Sul pallottoliere di Mensik sono finiti 14 ace in 12 turni di battuta, un solo doppio fallo, il 67% di prime messe in campo, il 77% di punti fatti con la prima, il 54% dei punti fatti con la seconda, una sola palla break concessa e un bilancio finale di 76 punti vinti e 76 punti perduti.
Mensik è il primo ceco a conquistare un Masters 1000 dopo Tomas Berdych campione a Parigi-Bercy nel lontano 2005. Nel ranking odierno Mensik guadagna 30 posizioni attestandosi al numero 24 della classifica Atp.
E’ il secondo più giovane campione a Miami dopo Carlos Alcaraz nel 2022 e il nono più giovane campione di un Mille dopo Chang (Open del Canada 1990 a 18 anni e 157 giorni), Nadal (Monte Carlo 2005), Alcaraz, Nadal (Roma 2005), Alcaraz (Madrid 2022), Nadal (Montreal 2005), Nadal (Madrid 2005) e Rune (Bercy 2022). Insomma, è nata una stella.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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Il Milan si sveglia troppo tardi, il Napoli vince 2-1 al Maradona e risponde all’Inter
Pubblicato
12 ore fa-
31 Marzo 2025di
Redazione
NAPOLI (ITALPRESS) – Il Napoli supera 2-1 il Milan nel posticipo della domenica e rimane ampiamente in corsa per lo scudetto. Sono Politano e Lukaku a mettere la firma su una vittoria maturata nel primo tempo, con Jovic a siglare l’unica rete rossonera nelle battute finali della ripresa dopo che Meret aveva fermato la conclusione di Gimenez dal dischetto.
Ai partenopei basta poco più di un minuto per trovare l’1-0. Dalla destra, Di Lorenzo serve in profondità Politano che sfrutta un’incomprensione difensiva tra Hernandez e Pavlovic per infilarsi tra i due e battere Maignan con il sinistro. Al quarto d’ora, una deviazione al volo di tacco di Anguissa su un tiro-cross di Politano esce non di molto alla sinistra del portiere. Il raddoppio arriva al 19′. Gli ospiti perdono palla in uscita, Gilmour la recupera e serve in area Lukaku, che viene perso dai centrali avversari e trafigge Maignan con il mancino per il 2-0. Tre minuti dopo, Anguissa ci prova con un destro da fuori ma l’estremo difensore francese alza in corner. La reazione rossonera è piuttosto timida e i padroni di casa non faticano a gestire il doppio vantaggio fino all’intervallo. Conceicao mette subito dentro Leao, lasciato inizialmente in panchina.
Il primo guizzo dei 7 volte campioni d’Europa arriva al 14′, quando il portoghese sfonda sulla sinistra e serve al centro Pulisic che allarga a sua volta per l’altro neo entrato Gimenez, il quale però spara alto con il sinistro dal limite dell’area. Al 24′, Maignan e compagni si procurano una grande occasione quando Hernandez viene atterrato in area da Billing, guadagnando così un calcio di rigore. Dal dischetto si presenta Gimenez, che calcia però male e si fa ipnotizzare da Meret. Pavlovic è uno degli ultimi a mollare e al 34′ va al tiro dalla distanza, ma Meret alza sopra la traversa. I rossoneri spingono e al 39′ accorciano le distanze. Hernandez chiede e ottiene il triangolo da Leao, entra in area e serve al centro il neo entrato Jovic, il quale ci mette la punta del piede destro e infila la sfera alle spalle di Meret. L’attaccante serbo è in palla e, in pieno recupero, va alla conclusione dal limite con il destro ma la palla esce di circa un metro alla sinistra del palo. Sarà l’ultima occasione del match, con il risultato che non cambierà più.
Grazie a questa vittoria, il Napoli sale a quota 64, tornando a tre punti di ritardo dalla capolista Inter. Per il Milan, fermo al nono posto a quota 47, la strada verso l’Europa si fa sempre più in salita.
IL TABELLINO
NAPOLI (4-3-3): Meret 7.5; Di Lorenzo 7, Rrahmani 6.5, Buongiorno 6.5, Olivera 7; Gilmour 7, Lobotka 6.5 (36’st Juan Jesus sv), Anguissa 6.5 (20’st Billing 5); Politano 7.5 (40’st Ngonge sv), Lukaku 7.5 (40’st Simeone sv), Neres 6.5 (40’st Mazzocchi sv). In panchina: Scuffet, Turi, Esposito, Marin, Hasa, Okafor, Raspadori. Allenatore: Conte 6.5.
MILAN (4-2-3-1): Maignan 6; Walker 5 (34’st Jimenez sv), Gabbia 5, Pavlovic 5, Hernandez 6.5; Bondo 5.5 (1’st Leao 6.5), Fofana 5; Pulisic 5 (34’st Jovic 7), Reijnders 5.5, Joao Felix 5 (10’st Chukwueze 6); Abraham 5 (10’st Gimenez 5). In panchina: Sportiello, Torriani, Florenzi, Terracciano, Thiaw, Tomori, Sottil. Allenatore: Conceicao 5.5.
ARBITRO: Sozza di Seregno 6.
RETI: 2’pt Politano, 19’pt Lukaku, 39’st Jovic.
NOTE: cielo sereno, campo in buone condizioni. Al 24’st Meret para un calcio di rigore a Gimenez. Ammoniti: Lukaku, Jimenez, Conceicao (all.), Conte (all.). Angoli 2-6. Recupero: 2′, 5′.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).


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