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Cronaca

Notai contro criminalità e riciclaggio nel segno di Falcone e Borsellino

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PALERMO (ITALPRESS) – Nel luogo simbolo della lotta alla mafia, l’Aula Bunker del Carcere Ucciardone di Palermo, si è conclusa la manifestazione”la Costituzione Diffusa”, un ciclo di tre giorni di incontri organizzato dal Consiglio Nazionale del Notariato in collaborazione con la Fondazione italiana del Notariato e il Consiglio Notarile di Palermo e con la partecipazione della Fondazione Circolo dei lettori e di Sellerio Editore, dedicato alla legalità, all’etica e alla deontologia e guidato dal filo rosso della Costituzione. La giornata di lavoro ha ospitato tra gli altri gli interventi di Matteo Frasca, Presidente della Corte d’Appello di Palermo, Valentina Rubertelli, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Mario Marino, Consigliere Nazionale del Notariato, Diego Barone, Consigliere della Fondazione del Notariato, la lectio magistralis di Luciano Violante, Presidente emerito della Camera dei Deputati su “Le democrazie si distruggono per suicidio” e un contributo di Massimo Palazzo, notaio in Pontassieve.
La presidente del Consiglio Nazionale Valeria Rubertelli si è detta “emozionata” di trovarsi “in quello che considero il tempio della legalità al quale tanti hanno immolato sè stessi e le proprie famiglie, primi fra tutti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. Il Notariato “guarda a Falcone e Borsellino anche per quello che la Ministra Cartabia, al trentennale della
nascita della DNA, ha definito come esempi di ‘visione
e concretezzà: quella visione e quella concretezza – ha aggiunto Rubertelli – che occorrono oggi come e più di allora, tempi nei quali nuovi e non meno allarmanti pericoli si insinuano nella vita economica e sociale caratterizzata da ingenti flussi di danaro provenienti anche dal PNRR e dalle opportunità che la criminalità di oggi sfrutta”.
La criminalità “profitta, infatti, della vulnerabilità delle istituzioni pubbliche e dell’economia globale, mediante la corruzione e il riciclaggio dei profitti illeciti favoriti da una precisa scelta strategica che non possiamo dimenticare – ha detto ancora Valeria Rubertelli -: quella da tempo adottata, dalle mafie italiane, di operare in silenzio e quasi sempre rinunciando alla violenza così favorendo una attenuata percezione del pericolo mafioso fin quasi alla negazione della sua perdurante esistenza. Ecco perchè anche la lotta alla criminalità deve cambiare paradigmi e seguire quello che è stato l’insegnamento di Falcone: essenza della lotta alla criminalità è la lotta al riciclaggio”.
Il Notariato promuove una serie di iniziative come la lotta alla violenza di genere e al riciclaggio, portando avanti una proposta di articolato normativo che istituisca, a spese e sotto la responsabilità del notariato, una datawarehouse dell’antiriciclaggio, una sorta di super banca dati a livello nazionale nella quale far confluire tutti gli atti notarili e che restituisce, grazie all’intelligenza artificiale, dopo averli incrociati tra loro e con altre banche dati, un resoconto volto a fornire degli alert idonei ad avvalorare (oppure no) l’opportunità della segnalazione.
Il Notariato promuove inoltre la collaborazione con l’Agenzia Nazionale dei Beni confiscati alle mafie, stipulando con essa una
convenzione volta a dismettere i propri beni immobili, aziende e partecipazioni societarie per il tramite della vendita all’asta sfruttando il sistema delle aste telematiche organizzate dallo stesso Notariato.
Solidale con i profughi di guerra, sostiene anche la creazione di un Comitato “Una casa per l’Ucraina” che ha come scopo quello di finanziare, con le somme raccolte presso i notai italiani, la ristrutturazione di beni confiscati alle mafie per mettere a disposizione dei rifugiati ucraini un tetto sotto il quale riparare le proprie famiglie.
-foto ufficio stampa Consiglio Nazionale Notariato-
(ITALPRESS).

Cronaca

MAX PEZZALI, TRA FESTA AD APPIANO E POLEMICHE PER UNA BENEMERENZA A PAVIA. ARRIVA LA RISPOSTA DI MAX E SPIAZZA TUTTI!

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eri ad Appiano Gentile ha fatto capolino Max Pezzali, grande tifoso nerazzurro. Ed è stata festa con tutti i giocatori e lo staff. Oggi invece a Pavia, la sua città, dopo il successo riscontrato dalla serie andata in onda su Sky, a far notizia sono le polemiche legate alle benemerenze di San Siro. Gli avvocati di Max Pezzali hanno inviato una lettera al sindaco di Pavia, Michele Lissia, e alla giunta chiedendo di non assegnare la benemerenza a Mauro Repetto, ex degli 883, che ha fatto tappa per la sua “prima” del nuovo tour nelle settimane passate proprio al Teatro Fraschini di Pavia. Sullo sfondo c’è una causa civile tra Max Pezzali e Claudio Cecchetto. I legali di Max Pezzali sostengono che i diritti sul nome della band spettano soltanto a chi della band ha il merito della notorietà, cioè a Pezzali. Se il Consiglio comunale, nonostante la richiesta di soprassedere all’assegnazione della benemerenza, procederà comunque in tale senso, gli avvocati si riservano di far valere le ragioni di Max Pezzali nei confronti del Comune di Pavia. Come andrà a finire la vicenda? Chiude la polemica proprio Max sul suo profilo Fb e precisa: “Fosse per me, oltre al premio San Siro di Pavia, a Mauro darei anche un Grammy per l’importanza che ha avuto nella mia vita. Quello che sta venendo fuori in queste ore c’entra con delle questioni legali abbastanza di dominio pubblico che non coinvolgono Mauro, ma sono legate all’utilizzo del nome degli 883, una storia che appartiene a Mauro quanto a me. Nonostante quello che sta cominciando a girare in rete, il legame tra me e Mauro è indistruttibile, sancito da quelle canzoni che ormai sono più vostre che nostre. A noi piacciono le birre scure e le moto da James Dean, non quelle stronzate che si dicono nei film”. Chapeaux.

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Cronaca

Netanyahu, Tajani a Salvini “Unica linea quella mia e di Giorgia Meloni”

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MILANO (ITALPRESS) – “La politica estera si deve fare in maniera costruttiva. E’ una cosa seria. Ogni parola va pesata, ponderata, calibrata. C’è di mezzo un Paese. E quindi la linea viene espressa dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri”. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Repubblica, commentando le dichiarazioni del leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini su Netanyahu. “Poi un leader di partito parla di quello che vuole – aggiunge -, ma restano opinioni politiche di leader di partito, che però non diventano automaticamente la linea dell’esecutivo. Io tendo a evitare di rispondere a nome del governo su questioni legate alle competenze degli altri ministri”. “Vogliamo prima leggere le carte, capire le motivazioni della sentenza, ragionare su cosa sostiene la Corte. Noi riconosciamo e sosteniamo la Corte penale. Ma lo facciamo ricordando che deve avere sempre una visione giuridica e non politica. Nel pieno di una guerra di questa violenza il primo obiettivo degli Stati, e della Repubblica italiana, è quello di trovare alleanze politiche per fermare le morti a Gaza e in Libano, per ritornare a un percorso diplomatico. Noi dobbiamo portare la pace a Gaza, non dobbiamo credere che portare qualcuno in carcere aiuti la pace” dice ancora il numero uno di Forza Italia e vicepremier. “Stiamo dicendo, il presidente del Consiglio ed io, che una sentenza di questa portata ha un effetto politico profondo sulla gestione non di un confitto, ma della sua conclusione. Non è possibile equiparare e mettere sullo stesso piano il premier democraticamente eletto di Israele e un capo terrorista. Una cosa è sottolineare la sproporzione della risposta di Israele nella Striscia, su cui siamo tutti d’accordo. Altro è un mandato di cattura. Non ci sono tre posizioni. Ce n’è soltanto una: quella del presidente del Consiglio, concordata con il ministro degli Esteri” conclude Tajani.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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Cronaca

La Russa “Non sono interessato a fare il Presidente della Repubblica”

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ROMA (ITALPRESS) – “Non farò il presidente della Repubblica”. Lo dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa in una lettera a Repubblica, manifestando il suo “Disinteresse totale” per la corsa al Quirinale nel 2027. “La mia storia lo renderebbe problematico – ammette -. Ma soprattutto non coincide con le mie ambizioni e con il mio desiderio di potermi schierare sulle cose che reputo importanti” e conservare “la libertà di dire, sia pure ogni tanto, quello che penso senza ipocrisie”. “So e capisco che quasi sempre (o sempre?) chi diventa presidente del Senato un minuto dopo conforma il suo agire alla possibile prospettiva di futuro presidente della Repubblica – scrive La Russa -. Io ho volutamente avuto una diversa postura, proprio perchè non ci ho mai pensato e nemmeno mai l’ho desiderato. Per cui, se Repubblica vuole interrogarsi sulle ipotesi più improbabili si chieda cosa voteresti per avere Schlein al posto della Meloni? O meglio, cosa sareste disposti a votare pur di non averla”.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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