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LA VOCE PAVESE – NECCHI, UNA MOSTRA AL BROLETTO DI PAVIA CHE TUTTI DOVREBBERO VEDERE

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LA VOCE PAVESE – NECCHI, UNA MOSTRA AL BROLETTO DI PAVIA CHE TUTTI DOVREBBERO VEDERE
Per decenni i termini “macchina da cucire” e “Necchi” sono stati sinonimi, soprattutto in Lombardia. Una storia industriale iconica, che ora viene celebrata in un museo temporaneo a Pavia, città che era sede dell’azienda: in piazza Vittoria le storiche macchine da cucire sono esposte al pubblico insieme a manifesti pubblicitari, cimeli e modelli provenienti da un grande archivio che da anni raccoglie la testimonianza di una delle più celebri aziende italiane. Il momento è speciale, non solo perché la Necchi racchiude una grossa parte di storia contemporanea pavese: la mostra, inaugurata il 17 dicembre 2022 e che sarà visitabile sino al 30 aprile 2023 negli spazi Discover Pavia di Palazzo Broletto, va infatti a omaggiare la storia industriale della città proprio in corrispondenza dell’inizio del nuovo anno, momento in cui Pavia diventerà la nuova Capitale della cultura d’impresa. Per saperne di più: www.necchipaviaitalia.it.

1835 – Ambrogio Necchi Fonda a Pavia un’Azienda di costruzioni meccaniche e vendita di ferramenta.

21 ottobre 1898 – Nasce Vittorio Carcano, figlio di Ambrogio e Maria Carcano

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1920 – Vittorio Necchi, in disaccordo con la famiglia, fonda la IRI dove inizia la produzione di macchine per cucire

1925 – Con la liquidazione dalla Ambrogio Necchi, Vittorio trasforma IRI in Società Anonima Industrie Riunite Italiane con sede legale in Località Torrettina a Pavia.

1928 – Vittorio Necchi trasferisce la produzione in Piazza d’Armi.

1932 – Necchi lancia sul modello BD.

1934 – La Necchi BDA lancia la forma quadra.

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27 ottobre 1935 – Vittorio Necchi è nominato Cavaliere del Lavoro per meriti acquisiti nel campo dell’industria meccanica.

1940 – Vittorio Necchi è insignito del titolo di Grand’Ufficiale della Corona d’Italia.

1941 – IRI diventa Aziende Industriali Vittorio Necchi.

1947 – Inizia l’avventura americana di Leon Jolson.

1949 – I modelli Necchi sono esposti al museo delle arti di Detroit.

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1950 – Nasce la Vittorio Necchi S.p.a.

1951 – Pavia è identificata come la “Capitale Internazionale della Macchina per Cucire”.

1953 �� Necchi lancia lo stato dell’arte nel campo del cucito domestico: la Supernova Automatica.

1954 – La Supernova porta il primo Compasso d’Oro a Pavia.

1955 – Il Magnifico Rettore dell’Università di Pavia conferisce a Vittorio Necchi la laurea honiris causa in Fisica. .

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1957 – Necchi presenta all XXXV Fiera di Milano la prima macchina portatile: la Mirella.

1958 – Il modello Mirella vince il secondo Compasso d’Oro.

1962 – Necchi presenta la Logica, la prima macchina per cucire elettronica.

1963 – Vittorio Necchi finanzia e fonda il corso di Ingegneria Elettrotecnica presso l’Università degli Studi di Pavia, la quale gli conferirà una medaglia di benemerenza.

1965 – Necchi inizia la produzione di gruppi elettromeccanici per calcolatori elettronici destinati alla multinazionale IBM.

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17 novembre 1975 – muore senza eredi il fondatore Vittorio Necchi. E’ l’inizio della fine.

11 novembre 2010 – Terminata la spoliazione di quello che fu un vero colosso dell’industria, orgoglio e vanto dell’economia Pavese. Con la chiusura del concordato della Necchi Compressori S.r.l. dell’Azienda creata da Vittorio Necchi non resta più nulla, nemmeno la memoria.

2019 – Grazie al Bilancio Partecipativo, viene lanciata l’idea del recupero della memoria industriale Pavese

2020 – Nasce Necchi, Pavia, Italia: si apre un nuovo capitolo della storia Necchi. La memoria sarà restituita alla città.

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S. MESSA DI DOMENICA 13 LUGLIO 2025 – XV DEL TEMPO ORDINARIO

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Dalla chiesa di Porana di Pizzale (PV) la Santa Messa di Domenica 13 Luglio 2025, XV del tempo ordinario. Celebra Don Marko Osuru Alisentus.

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CRESCERE INSIEME – 13 LUGLIO

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Anche oggi c’è l’incontro con Don Franco Tassone, parroco del SS.mo Salvatore e della Chiesa del Sacro Cuore a Pavia. Sacerdote da sempre a fianco degli ultimi, tra la Mensa del Fratello di Don Giuseppe Ubicini e la Casa del Giovane con il venerabile Don Enzo Boschetti, nei segni di un cammino che ha fatto crescere opere e segni della presenza del Signore al servizio dei poveri ed emarginati.

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TERRE D’OLTREPÒ, BEDUSCHI FA “COPIA/INCOLLA”: CAMBIANO CDA, LA LINEA NO

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LA VOCE PAVESE – TERRE D’OLTREPÒ, BEDUSCHI FA "COPIA/INCOLLA": CAMBIANO CDA, LA LINEA NO
Un burrascoso cambio ai vertici, ma non nella sostanza. Dopo l’insediamento dei nuovi Consigli di Amministrazione della cooperativa e della Spa di Terre d’Oltrepò, l’intervento dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, si è rivelato sorprendentemente allineato al piano industriale e alla visione strategica tracciata nei mesi precedenti dall’ex governance, in particolare dall’amministratore delegato Umberto Callegari.
Nonostante l’annunciato rinnovamento in discontinuità, le dichiarazioni dell’assessore hanno finito per riproporre fedelmente — e in alcuni passaggi quasi testualmente — le linee guida già note: il rafforzamento del brand unico Terre d’Oltrepò, l’attenzione alla filiera produttiva, la valorizzazione del vino del territorio sui mercati esteri, il focus sulla qualità come leva competitiva e la centralità del socio all’interno della strategia aziendale. A ciò si è aggiunto l’appello – reiterato da Callegari allo sfinimento – di concentrare il conferimento delle uve per dare slancio alle strategie aziendali.
Più che un nuovo corso, quello delineato da Beduschi appare dunque come un’esplicita conferma del lavoro impostato nei mesi scorsi da Callegari e dalla precedente dirigenza. Nessuna discontinuità reale è stata annunciata, né dal punto di vista industriale né dal punto di vista commerciale. Al contrario, la ripresa pressoché integrale del programma conferma la bontà del percorso già avviato, riconoscendone implicitamente il valore e la concretezza anche agli occhi della Regione.
Una scelta che, di fatto, legittima retroattivamente l’operato della precedente gestione, pur in un contesto in cui si è optato per un ricambio dei vertici societari. Il segnale che arriva da Beduschi, quindi, non è quello di una rivoluzione o di un cambio di rotta, ma piuttosto quello di una prosecuzione di un piano che ha già dimostrato di essere solido, coerente e in linea con le necessità di sviluppo dell’Oltrepò vitivinicolo. Ma allora perché la politica non l’ha lasciato attuare a una governance spinta a dimettersi a un mese dalla vendemmia in una situazione già di per sé delicatissima? Ma davvero c’era da dare lo zuccherino a chi aveva scelto di mestare nel torbido e optare per gli attacchi personali anziché badare alla sostanza?

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