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Tsitsipas a vele spiegate in semifinale a Melbourne

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MELBOURNE (AUSTRALIA) (ITALPRESS) – Sono stati sufficienti tre set e 2 ore e 17 minuti di tennis a Stefanos Tsitsipas, numero 3 del seeding, per superare l’outsider ceco Jiri Lehecka per 6-3 7-6(2) 6-4 e planare alle semifinali dell’Open d’Australia, il primo Slam stagionale dotato di un montepremi record (76,5 milioni di dollari australiani) in corso sui campi in cemento di Melbourne Park. E’ questo il verdetto tra un campione alla ricerca della consacrazione, a un passo dal primo titolo Slam della carriera e dalla prima posizione mondiale, e un giovane che è riuscito a gestire nel migliore dei modi la pressione e il nervosismo nello scendere in campo nella Rod Laver Arena con in palio una posta così elevata. “Ho avuto un approccio differente rispetto alle altre partite – ha dichiarato Tsitsipas al termine dell’incontro – ma alla fine la cosa più importante è di aver trovato una soluzione a tutto. Sono stati tre set molto lottati. Penso che Jiri abbia giocato un grande torneo. Il futuro è dalla sua e credo proprio che diventerà un grande giocatore”. Nella semifinale di venerdì Tsitsipas è atteso dal russo Karen Khachanov. Il bilancio parla chiaro: 5 partite e 5 vittorie del greco. A Shanghai nel 2017 e 2018, a Rotterdam nel 2021, all’Open del Canada 2021 e a Roma lo scorso anno. Il russo, testa di serie numero 18, ha beneficiato nel primo quarto del programma maschile, sul risultato di 7-6(5) 6-3 3-0 in proprio favore, del ritiro dell’americano Sebastian Korda, 29esima forza del seeding, costretto ad arrendersi a problemi al polso destro. Definita la prima semifinale anche in campo femminile. Ad affrontarsi nella parte alta del tabellone, orfana della polacca Iga Swiatek, saranno la kazaka Elena Rybakina e la bielorussa Victoria Azarenka, rispettivamente teste di serie numero 22 e 24. Rybakina ha sconfitto nei quarti, con il punteggio di 6-2 6-4, dopo un’ora e 19 minuti di gioco, la estone Jelena Ostapenko, 17esima forza del tabellone; Azarenka ha invece eliminato la statunitense Jessica Pegula, terza forza del seeding, per 6-4 6-1, in un’ora e 37 minuti di partita.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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Morto a 69 anni il tecnico del Boca Juniors Miguel Angel Russo

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BUENOS AIRES (ARGENTINA) (ITALPRESS) – Miguel Angel Russo non ce l’ha fatta. Il 69enne allenatore del Boca Juniors è decdeduto nella notte italiana a Buenos Aires. “L’Atletico Boca Juniors annuncia con profonda tristezza la scomparsa di Miguel Angel Russo. Miguel lascia un segno indelebile nel nostro club e sarà sempre un esempio di allegria, calore umano e impegno. Siamo vicini alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento di dolore. Addio, caro Miguel!”, l’annuncio del Boca. Russo, che dal 21 settembre aveva dovuto lasciare la guida della squadra per motivi di salute, è deceduto in seguito a una lunga malattia che combatteva dal 2017.

Lunedì scorso le sue condizioni si erano aggravate, tanto da essere ricoverato in terapia intensiva per un’infezione alle vie urinarie. Nella notte italiana l’annuncio del suo decesso. Nato a Lanus nel 1956, da calciatore (centrocampista) ha vestito la maglia dell’Estudiantes (dal 1975 al 1988) e dell’Argentina (17 presenze con l’Albiceleste), per poi cominciare la carriera da allenatore nel Lanus e poi tornare nel club di La Plata.

Successivamente ha guidato tanto altre squadre argentine, tra queste Rosario Central, San Lorenzo, Velez e Racing. Era alla sua terza esperienza alla guida del Boca Juniors con cui nel 2007 vinse la Libertadores con Juan Roman Riquelme, ora presidente del club, come giocatore. In Europa ha vissuto una breve esperienza in Spagna, sulla panchina del Salamanca, ma ha allenato anche in Cile (Universidad), Messico (Morelia), Colombia (Millonarios), Perù (Allianz Lima), Paraguay (Cerro Porteno) e Arabia Saudita (Al Nassr).

– Foto IPA Agency –

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(ITALPRESS).

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Il volley azzurro al Quirinale, Mattarella “Siete stati formidabili, gli italiani vi sono riconoscenti”

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ROMA (ITALPRESS) – “Bentornate e bentornati, grazie per i vostri doni che conserverò con grandissima cura. Siete stati formidabili, complimenti e grazie. Siete stati seguiti in maniera appassionati dagli italiani e tutti vi sono riconoscenti”. Lo ha dichiarato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso del suo intervento al Quirinale durante il ricevimento delle due squadre azzurre di volley per celebrare i successi iridati. “Avete parlato di sacrifici, difficoltà, rinunce, pressione che si avverte, gli affetti distanti: tutto questo complesso di elementi e condizioni rappresentano un sacrificio alto. Affiancato dalla passione che è alla base dei successi. E la ricompensa sta certamente nei successi e nell’affetto che vi circonda. Ma c’è un’altra ricompensa e cioè aver sollecitato, spinto, tante bambine e bambini a dedicarsi alla pallavolo e comunque ad uno sport e questo è un grande contributo per la vita del nostro Paese”. 

BUONFIGLIO “IN CENTO GIORNI TRE VOLTE AL QUIRINALE”

“In appena cento giorni è la terza volta che sono qui al Quirinale, ma l’emozione è sempre la stessa. Se non è un record poco ci manca, e continueremo a provare per tornarci”, ha dichiarato il presidente del Coni Luciano Buonfiglio. “Sento il dovere e il piacere di salutare i due coach perchè il loro compito non è stato facile, ma sono due allenatori che provengono dallo stesso ceppo. Siete un modello per tutto il mondo sportivo italiano, come vittoria e come modello organizzativo” ha aggiunto. “Grazie Presidente per l’attenzione, per il suo affetto, sappiamo che lei segue i principali eventi sportivi con emozione. La consideriamo uno di noi, che sta in panchina ma che fa sempre il tifo per noi. Faremo in modo che l’inno d’Italia continui a suonare anche d’inverno come è stato per l’estate”. “Si tratta di un’impresa straordinaria dello sport italiano, oggi celebriamo i fratelli e le sorelle d’Italia. La pallavolo italiana è un modello da studiare” ha concluso.

MANFREDI “ABBIAMO SCRITTO PAGINA DI STORIA INDELEBILE”

“Grazie Presidente per averci accolti qui ancora una volta. Essere ricevuti al Quirinale è un onore immenso, significa che è stato fatto qualcosa di rilevante per l’Italia. Lo è ancora di più quando sono invitate due squadre che hanno scritto una pagina indelebile della storia dello sport italiano”. Così il presidente della Federvolley, Giuseppe Manfredi. “Abbiamo conquistato un’impresa straordinaria, sono risultati che ci riempiono di orgoglio e sono frutto del lavoro condiviso. Nelle vittorie c’è il volto di un intero movimento. La pallavolo è lo sport delle famiglie, un movimento sano, che cresce nelle palestre scolastiche e nelle realtà di provincia. È una realtà che unisce e sa formare. Abbiamo il dovere di farla crescere ancora – ha spiegato -. Il successo non si misura solo con le medaglie, ma con ciò che lasciamo alle future generazioni. Ogni bambino e bambina deve avere la possibilità di scoprire la bellezza della pallavolo e dello sport in generale”, ha aggiunto. “Investire nello sport scolastico è una scelta culturale ed economica, lo sport è il luogo dove si impara a perdere e rialzarsi e reagire a situazioni difficili, come hanno fatto le nostre nazionali. Vedere le azzurre cantare l’inno con la coppa è un’immagine che resterà nel cuore di tutti gli italiani”, ha concluso.

VELASCO “LO SPORT AIUTA A DIFENDERE CULTURA DEMOCRATICA”

“Per noi è un grande orgoglio essere qui, quando il Presidente della Repubblica ci riceve vuol dire che tutta l’Italia ci riceve. In un mondo dove le divisioni vanno per la maggiore, credo che lo sport possa aiutare a difendere la cultura democratica. La squadra femminile da questo punto di vista è un modello da ammirare, abbiamo molta diversità, ma è una diversità che riesce a lavorare insieme”. “Queste ragazze non hanno mai mollato. Ci sono molte culture, a partire da me che nell’83 sono arrivato qui e mi sono innamorato dell’Italia. Uno dei miei assistenti – ha aggiunto – viene dall’Argentina, figlio di immigrati calabresi. Ci sono ragazze che hanno origini della Nigeria, dalla Costa d’Avorio, dalla Germania, dalla Russia: è l’immagine della nuova società italiana ed europea”. Lo ha detto il Ct della nazionale femminile, Julio Velasco.

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DE GIORGI “FESTEGGIAMO QUALCOSA DI STRAORDINARIO”

“Presidente, lei ha ancora qualche anno di mandato, io qualcuno in meno. Spero di incontrarla presto. Grazie per questo invito speciale per noi, sono contento e felice di essere qui insieme alla squadra e allo staff. Presidente, lei è il nostro primo motivatore, prima di partire abbiamo visto l’intervento del nostro capitano Giannelli nel quale auspicava di tonare da lei che è la nostra prima spinta. È stato un mondiale difficile, ma abbiamo sempre cercato l’equilibrio, nella consapevolezza del percorso che stavamo facendo. Questi ragazzi hanno capacità di includere, non lasciano indietro nessuno e hanno cercato energie valoriali”. Queste le parole del ct della nazionale azzurra maschile, Ferdinando De Giorgi.

DANESI “CONTINUEREMO A DARE IL MASSIMO PER L’ITALIA”

“Caro Presidente, oggi si trova di fronte 28 ragazzi che hanno sognato, si sono sacrificati ed alla fine ce l’hanno fatta. Continueremo a dare il massimo per rappresentare l’Italia. Lei conosce la pallavolo, la segue, la ama e questo per noi è importantissimo. I nostri numeri dicono tanto, ma non dicono tutto. Dietro ogni successo c’è il grande lavoro dello staff che approfittiamo per ringraziare”. Così la capitana azzurra Anna Danesi.

ANZANI “SUCCESSO CHE ISPIRERÀ NUOVE GENERAZIONI”

“Questo back to back ci rende orgogliosi di aver portato in alto i colori dell’Italia. Ripetersi non è mai facile, è frutto di sacrifici e determinazione che ci hanno accompagnato in questo lungo cammino. Non è solo una vittoria sportiva, ma la testimonianza di ciò che si può raggiungere con unità e passione. Questa coppa appartiene all’Italia e a chi ha creduto in noi. Siamo certi che questo successo possa ispirare le nuove generazioni a credere nei propri sogni”. Così il vicecapitano azzurro Simone Anzani che ha fatto le veci del capitano Simone Giannelli, impegnato con il proprio club di appartenenza.

– Foto Quirinale –

(ITALPRESS).

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De Siervo “Sfogo di Rabiot per Milan-Como? Rispetti i soldi che guadagna”

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ROMA (ITALPRESS) – Lo sfogo di Rabiot contro Milan-Como in Australia? Si scorda, come tutti i calciatori che guadagnano milioni di euro, che sono pagati per svolgere un’attività, cioè giocare a calcio. Dovrebbe avere rispetto dei soldi che guadagna e assecondare maggiormente quello che é il suo datore di lavoro, cioè il Milan, che ha accettato e spinto perchè questa partita si potesse giocare all’estero”. Lo ha detto l‘amministratore delegato della Serie A, Luigi De Siervo a margine dell’assemblea di Lega allo stadio Olimpico, commentando le parole del centrocampista rossonero Rabiot che ha definito “folle” la decisione di spostare Milan-Como a Perth, in Australia.

“La salute dei giocatori è un elemento fondamentale, ci battiamo perchè questa cosa abbia delle logiche – ha aggiunto l’ad della Lega – Stiamo parlando di una cosa complicata, ma non impossibile. Stiamo cercando di farlo in una logica di armonia, soprattutto se la si pensa come un fatto eccezionale. La sfida organizzativa é complicata, le ore di volo sono tante ma si viaggia su una business class dall’altra parte del mondo, cosa che le squadre fanno stabilmente. I calciatori di vertice, che hanno stipendi commisurati alla fatica che svolgono, dovrebbero capire meglio di altri che questo è un sacrificio che si può fare”, ha concluso.

“Il Tour de France è partito da Firenze, il Giro d’Italia parte stabilmente dall’estero. Questo lo si fa per rinforzare il prodotto, non per indebolirlo. Mi auguro che i tifosi, che hanno a cuore il futuro del calcio italiano, capiscano che questi piccoli sacrifici portano dei vantaggi sul medio-lungo periodo”, ha aggiunto.

“La Nfl o la Nba giocano diverse partite all’estero – ha continuato De Siervo -. Questo nel rispetto dei tifosi, che soffrono questa distanza, ma i tifosi in realtà sono a livello globale. Il calcio si è interrogato. La Uefa ha risposto dicendosi contraria ma accettando l’eccezionalità di questo evento. Stiamo quindi parlando di un unicum, crediamo che se il calcio non agisce in maniera misurata e con delle regole certe, rischia di perdere posizioni rispetto ad altri sport”, conclude De Siervo.

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Ipotesi Serie A a 18 squadre tramontata? Dal punto di vista industriale per le tre grandi leghe, quella inglese, spagnola e italiana, l’idea di restare a 20 squadre è un’idea che in questo momento ci convince. Perché nel momento in cui si calasse a 18, si perderebbe circa il 20% di eventi sportivi e anche una forma di rappresentatività, anche legata a grandi città e grandi territori e si andrebbe più rapidamente nella logica della compressione dei valori e degli interessi dei campionati nazionali rispetto a queste grandi competizioni europee”, ha detto De Siervo.

“Abbiamo avuto il merito e la fortuna negli ultimi anni di consentire a squadre italiane di arrivare in fondo alle competizioni europee e non è detto che questo accada sempre. Pensate se tutta l’aspettativa dei nostri tifosi fosse riposta solo sulle coppe europee dove per anni non abbiamo ottenuto i risultati meritati e sperati”, ha aggiunto De Siervo.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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