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Economia

Banca Mediolanum, nel 2022 utile netto 521,8 mln, crediti erogati +3%

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MILANO (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Banca Mediolanum ha approvato i risultati economici consolidati del Gruppo al 31 dicembre 2022. Sono stati inoltre approvati i risultati economici individuali grazie ai quali il Consiglio d’Amministrazione proporrà all’Assemblea degli Azionisti un saldo dividendo di 0,26 euro per azione, pari a circa 192 milioni. Considerando l’acconto di 0,24 euro distribuito a novembre scorso, il dividendo complessivo proposto per l’esercizio 2022 ammonta a 0,50 euro per azione, per un totale di circa 369 milioni. L’Assemblea degli Azionisti per l’approvazione del bilancio d’esercizio è prevista per il giorno 18 aprile 2023 alle ore 10:00 in unica convocazione. “In un anno caratterizzato dalla forte correzione dei mercati, la solida raccolta netta in risparmio gestito ha saputo mantenere le Commissioni Nette all’eccellente livello di 1,03 miliardi di euro, in crescita del 7% rispetto al 2021″, spiega Banca Mediolanum.

Il Margine da Interessi, pari a 407 milioni, ha fortemente beneficiato del repentino rialzo dei tassi data la forte esposizione del portafoglio crediti e dei titoli detenuti dalla Tesoreria ai tassi variabili, determinando una crescita del 51% rispetto all’anno precedente. Il Margine di Contribuzione ha quindi visto un aumento del 16% a 1,43 miliardi di euro e, grazie alla gestione dei costi e all’impatto positivo dei tassi di interesse sugli accantonamenti, il Margine Operativo ha raggiunto 680,3 milioni, in aumento del 35% rispetto allo scorso anno. L’Utile Netto è pari a 521,8 milioni di euro, inferiore del 27% rispetto all’anno precedente principalmente per la presenza nel 2021 di effetti non ricorrenti legati al buon andamento dei mercati finanziari. Il totale delle Masse Gestite e Amministrate ha raggiunto 103,66 miliardi, in calo del 4% rispetto al 31 dicembre 2021, nonostante la mitigazione apportata dalla forte raccolta netta. Gli Impieghi alla clientela retail del Gruppo si attestano a 16,44 miliardi, in crescita del 14% rispetto al 31 dicembre 2021. L’incidenza dei Crediti deteriorati netti sul totale crediti del Gruppo è pari allo 0,68%. (ITALPRESS) – (SEGUE). Il Common Equity Tier 1 Ratio al 31 dicembre 2022 risulta pari al 20,6%, livello di assoluta eccellenza che tiene peraltro conto della distribuzione di dividendi per circa € 369 milioni. I risultati commerciali sono pari a 12,49 miliardi di euro. La Raccolta Netta Totale è stata positiva per 8,30 miliardi di euro, in diminuzione del 10%, mentre la Raccolta Netta Gestita ha raggiunto 5,95 miliardi, in calo dell’11% rispetto allo scorso anno. I Crediti Erogati ammontano a 4,01 miliardi, il 3% in più rispetto all’anno precedente. I Premi Assicurativi delle Polizze Protezione, inoltre, hanno registrato un aumento del 10%, raggiungendo 183,9 milioni. Il numero dei Family Banker al 31 dicembre 2022 è pari a 6.054, anche grazie alla forte crescita in Spagna, mentre il totale dei Clienti bancari si attesta a 1.686.200, in aumento del 6% anno su anno.

“Ricorderemo il 2022 perché contrassegnato dal ritorno dell’inflazione a doppia cifra e soprattutto dall’esplosione del conflitto in Ucraina che, purtroppo, continua a perdurare. Nonostante la complessità di questo scenario Banca Mediolanum ha registrato un’ottima performance sia in termini di acquisizione di nuovi clienti sia per l’incremento del numero dei Family Banker che hanno scelto di lavorare con il nostro Gruppo. Vorrei soprattutto sottolineare un risultato economico estremamente solido in quanto totale espressione del business ricorrente, con un utile di 522 milioni di euro e un margine operativo record di oltre 680 milioni di euro, in crescita del 35%”, commenta in una nota Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum.
“Sono risultati che attestano, ancora una volta, la forza competitiva del modello di Banca Mediolanum, e che consentono di proseguire in una politica di dividendi molto generosa con una proposta di cedola complessivamente pari a 50 centesimi – aggiunge -. Infine, desidero evidenziare l’eccellente crescita dimensionale e reddituale di Banco Mediolanum, la nostra controllata in Spagna. Archiviamo quindi un anno pienamente positivo in termini economici e commerciali e che attesta, in ultima analisi, la bontà della strada prescelta e che continueremo a seguire, vale a dire quella di una crescita organica”.

– foto ufficio stampa Banca Mediolanum –

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(ITALPRESS).

Economia

Occupazione in crescita e prezzi in rallentamento, ma la spesa delle famiglie non prende slancio

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ROMA (ITALPRESS) – Occupazione in crescita e prezzi in rallentamento, ma la spesa delle famiglie non prende slancio, e nel 2025 si fermerà a +5,6 miliardi di euro (+0,5%) in termini reali. È questo il quadro che emerge dall’analisi e dalle proiezioni Confesercenti-CER sulla congiuntura economica italiana nel terzo trimestre 2025.

Il mercato del lavoro mostra un segnale incoraggiante, con gli occupati nel trimestre in aumento dello 0,9% su base annua, il dato migliore dall’inizio dell’anno, anche se il dato di agosto registra una perdita di quasi 60mila posti. Sul fronte dei prezzi, l’inflazione scende all’1,6%, un decimo in meno rispetto al trimestre precedente e al di sotto dell’obiettivo BCE. Il Pil recupera la flessione primaverile ed è atteso in crescita dello 0,1% sul trimestre precedente e dello 0,5% su base annua, anche se è al di sotto dei ritmi registrati nei primi tre mesi del 2025 (+0,3% congiunturale e +0,7% tendenziale).

Tuttavia, le famiglie non sembrano beneficiare pienamente di queste condizioni: le proiezioni dei consumi indicano una crescita nel terzo trimestre di +0,2% sui tre mesi precedenti e +0,6% sull’anno. Dopo un 2024 più vivace, la domanda per consumi sembra essersi fermata: nei primi nove mesi del 2025 l’aumento acquisito della spesa è dello 0,3%, contro l’1,3% dello stesso periodo dell’anno precedente. Secondo le stime di Confesercenti-CER, a fine 2025 la crescita complessiva si fermerà a +0,5%, pari a circa 5,6 miliardi di euro in più a prezzi costanti.

Il rallentamento dei consumi si riflette sul commercio al dettaglio, che continua a mostrare segnali di sofferenza: nel terzo trimestre il volume delle vendite si riduce dello 0,4%, dopo i cali già registrati nei mesi precedenti. Sul fronte del clima di fiducia, ci sono timidi segnali di risalita: tra le famiglie l’indice passa da 95,9 a 96,5 punti, mentre per le imprese del commercio sale da 103,1 a 103,7, restando comunque sotto i livelli del primo trimestre.

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“L’economia italiana resta in crescita, ma rallenta. Ci sono segnali positivi di stabilità sul fronte del lavoro e dei prezzi, ma consumi e vendite continuano a perdere slancio”, commenta Nico Gronchi, Presidente di Confesercenti. “Il 2026 porterà sfide cruciali su molti fronti: con il dispiegarsi degli effetti dei dazi e la conclusione del PNRR, che finora ha sostenuto gli investimenti, la spesa delle famiglie sarà determinante per la domanda interna e per la crescita. Lo stesso Governo nel DPFP confida per il prossimo anno in un incremento dei consumi del +1,2%, un obiettivo difficile da raggiungere senza un impulso più deciso. Il previsto intervento sul fisco potrebbe non avere la scala necessaria per svolgere questo ruolo, tanto che, secondo i prospetti riportati nel DPFP, il Governo non associa ad esso alcun effetto espansivo sui consumi. Occorre fare di più per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e riattivare la crescita”.

-Foto IPA Agency-
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Tajani “Sono contro l’extraprofitto, ma questo è il momento di parlare con il mondo bancario”

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FIRENZE (ITALPRESS) – “Non esiste base giuridica per l’extraprofitto” ma “credo che nessuna banca non voglia parlare con la politica nel momento in cui c’è bisogno di rinforzare la manovra economica. L’abbiamo fatto l’anno scorso, l’impegno era per due anni, se c’è bisogno, però, io che sono un combattente anti-extraprofitto sono anche pronto a cercare di fare una mediazione”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani a margine del Festival nazionale dell’Economia civile a Firenze.

“Bisogna stare molto attenti quando si parla di tassazione delle banche – ha aggiunto Tajani -. Ho anche detto ai miei colleghi di governo che, in vista della manovra, questo è il momento di parlare con il mondo bancario. Se c’è bisogno di aiuto si può parlare: ma mai fare operazioni ex abrupto, perché questo spaventa il mercato, oltre a far danni se si generalizza”. “Abbiamo sventato due anni fa l’extraprofitto – ha sottolineato Tajani – perché poi si finiva per colpire le Bcc e le banche popolari, mentre c’erano danni minori per le banche più grandi: quindi bisogna stare sempre molto attenti quando si parla di banche, però credo che sia giusto parlare”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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DPFP, UPB “Scenario accettabile, ma stime esposte a molteplici rischi”

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ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) ha validato lo scorso 29 settembre le previsioni macroeconomiche tendenziali del Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP) 2025, a conclusione di una procedura di confronto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nell’arco delle scorse settimane. Lo rende noto l’UPB che ha valutato lo scenario macroeconomico tendenziale del DFPF 2025 “complessivamente accettabile, sebbene in alcuni casi le previsioni si collochino sull’estremo superiore o appena oltre le stime del panel UPB”.

In particolare, “la crescita del PIL del QMT non eccede l’intervallo definito dal panel, salvo uno sforamento marginale (dello 0,1%) nel 2027; la previsione per il 2025 è in linea con quelle dell’UPB e del panel, mentre le differenze sugli anni successivi scontano le incertezze sull’accumulazione di capitale e l’instabilità del contesto internazionale; la crescita cumulata sull’ orizzonte 2025-28, pari al 2,7%, si colloca sull’estremo superiore delle stime del panel; la variazione del PIL nominale è accettabile nel complesso, situandosi sul livello superiore dell’intervallo definito dal panel in tutti gli anni tranne quello in corso, ma eccede lievemente le attese dell’UPB; l’incremento cumulato del PIL nominale tra il 2025 e il 2028, pari all’11,0%, è nel complesso coerente con l’intervallo delle stime del panel, sebbene leggermente più elevato. Tali stime “sono esposte a molteplici rischi, bilanciati nel breve termine ma prevalentemente orientati al ribasso nel medio termine, in gran parte riconducibili ai conflitti internazionali e alla dinamica degli investimenti”.

I principali fattori di rischio “sono individuabili in quattro ambiti: il protezionismo, le guerre e i piani di riarmo, fonti primarie di incertezza con effetti sull’economia di difficile quantificazione; la dinamica degli investimenti in costruzioni, dati i possibili effetti di concentrazione degli interventi finanziati dal programma NGEU nel prossimo anno, che potrebbero generare colli di bottiglia sul lato dell’offerta con conseguente freno alla crescita, cui si aggiungono attese incerte sugli investimenti residenziali; la volatilità dei mercati e le politiche monetarie, dove il fragile e instabile contesto internazionale rischia di ingenerare rapide reazioni avverse dei mercati finanziari, con effetti sull’economia italiana, caratterizzata da un elevato debito pubblico; il rischio climatico e ambientale, ormai fattore strutturale di vulnerabilità, poiché la crescente frequenza e intensità di eventi meteorologici estremi richiede risorse per la prevenzione e la gestione delle emergenze, con impatti sui prezzi e sulla capacità produttiva”, conclude l’UPB che procederà a valutare anche il quadro macroeconomico programmatico del DPFP, che incorpora gli effetti dell’aggiustamento di bilancio.

– foto IPA Agency –

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