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Cronaca

A Sanremo i Maneskin infiammano l’Ariston. Enogu “Amo l’Italia”

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SANREMO (ITALPRESS) – L’esibizione dei Maneskin con Tom Morello, i 60 anni di “Fatti mandare dalla mamma” cantata con Sangiovanni con standing ovation dell’Ariston, il monologo di Paola Egonu, la campionessa di pallavolo che è la co-conduttrice della terza serata del Festival di Sanremo. Serata che si prolunga più delle altre perchè è la prima in cui si sono esibiti tutti e 28 i cantati e in cui il “vincitore in pectore” Mengoni ottiene la standing ovation, in cui anche Amadeus ha la sua presentazione trionfale. A tributargliela è Morandi che lo accoglie dando i numeri: “L’uomo che in quattro anni è stato fino a oggi su questo palco 5681 minuti, ha indossato 45 giacche diverse, ha ospitato
119 cantanti in gara, ha ascoltato 9973 canzoni”. Quelle in gara in questa 73esima edizione sono, più degli altri giorni, le protagoniste della serata in cui a votare è il pubblico con il televoto e la demoscopica. Alla voce piccoli inconvenienti c’è il vestito incastrato nel tacco di Paola, del duo Paola e Chiara, alla quale va in soccorso Amadeus inginocchiatosi per aiutarla. Alla lista si iscrive anche Gianluca Grignani che deve ricantare il suo brano per un problema in cuffia. E’ dello stesso Grignani il messaggio “No war” mostrato sul retro della camicia, e getta i fiori donatigli in platea. Fiori che Lazza porta, invece, in platea a mamma Francesca. La terza è anche la serata del miniconcerto dei Maneskin che mettono una dopo l’altra I wanna be your slave, Zitti e buoni, The loneliest e Gossip ospitando sul palco anche il chitarrista Tom Morello, e fanno alzare in piedi l’Ariston. Un Ariston che ha messo “brividi di paura” a Paola Egonu entrata sulle note del brano vincitore della scorsa edizione. “E’ la mia canzone. Sono sul palco di Sanremo e voglio divertirmi”, spiega la Egonu che racconta di aver cominciato a giocare a pallavolo grazie Mila e Shiro. “Non ho parenti sportivi: papà è camionista, mamma infermiera. Guardavo il cartone in tv e sognavo di essere come loro, mio papà mi ha detto: “Provaci””. Nel suo monologo parla di razzismo ma solo per ricordare il fatto che “siamo tutti uguali oltre le apparenze”. Ribadisce poi il suo “amore per l’Italia e che nonostante abbia perso più finali di quelle che ha vinto, questo non ne fa una perdente”. “Cosi come non è perdente chi a scuola prende il voto più basso e non è perdente chi non riesce a realizzare il proprio sogno al primo colpo”.
-foto agenziafotogramma.it-
(ITALPRESS).

Cronaca

MAX PEZZALI, TRA FESTA AD APPIANO E POLEMICHE PER UNA BENEMERENZA A PAVIA. ARRIVA LA RISPOSTA DI MAX E SPIAZZA TUTTI!

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eri ad Appiano Gentile ha fatto capolino Max Pezzali, grande tifoso nerazzurro. Ed è stata festa con tutti i giocatori e lo staff. Oggi invece a Pavia, la sua città, dopo il successo riscontrato dalla serie andata in onda su Sky, a far notizia sono le polemiche legate alle benemerenze di San Siro. Gli avvocati di Max Pezzali hanno inviato una lettera al sindaco di Pavia, Michele Lissia, e alla giunta chiedendo di non assegnare la benemerenza a Mauro Repetto, ex degli 883, che ha fatto tappa per la sua “prima” del nuovo tour nelle settimane passate proprio al Teatro Fraschini di Pavia. Sullo sfondo c’è una causa civile tra Max Pezzali e Claudio Cecchetto. I legali di Max Pezzali sostengono che i diritti sul nome della band spettano soltanto a chi della band ha il merito della notorietà, cioè a Pezzali. Se il Consiglio comunale, nonostante la richiesta di soprassedere all’assegnazione della benemerenza, procederà comunque in tale senso, gli avvocati si riservano di far valere le ragioni di Max Pezzali nei confronti del Comune di Pavia. Come andrà a finire la vicenda? Chiude la polemica proprio Max sul suo profilo Fb e precisa: “Fosse per me, oltre al premio San Siro di Pavia, a Mauro darei anche un Grammy per l’importanza che ha avuto nella mia vita. Quello che sta venendo fuori in queste ore c’entra con delle questioni legali abbastanza di dominio pubblico che non coinvolgono Mauro, ma sono legate all’utilizzo del nome degli 883, una storia che appartiene a Mauro quanto a me. Nonostante quello che sta cominciando a girare in rete, il legame tra me e Mauro è indistruttibile, sancito da quelle canzoni che ormai sono più vostre che nostre. A noi piacciono le birre scure e le moto da James Dean, non quelle stronzate che si dicono nei film”. Chapeaux.

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Cronaca

Netanyahu, Tajani a Salvini “Unica linea quella mia e di Giorgia Meloni”

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MILANO (ITALPRESS) – “La politica estera si deve fare in maniera costruttiva. E’ una cosa seria. Ogni parola va pesata, ponderata, calibrata. C’è di mezzo un Paese. E quindi la linea viene espressa dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri”. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Repubblica, commentando le dichiarazioni del leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini su Netanyahu. “Poi un leader di partito parla di quello che vuole – aggiunge -, ma restano opinioni politiche di leader di partito, che però non diventano automaticamente la linea dell’esecutivo. Io tendo a evitare di rispondere a nome del governo su questioni legate alle competenze degli altri ministri”. “Vogliamo prima leggere le carte, capire le motivazioni della sentenza, ragionare su cosa sostiene la Corte. Noi riconosciamo e sosteniamo la Corte penale. Ma lo facciamo ricordando che deve avere sempre una visione giuridica e non politica. Nel pieno di una guerra di questa violenza il primo obiettivo degli Stati, e della Repubblica italiana, è quello di trovare alleanze politiche per fermare le morti a Gaza e in Libano, per ritornare a un percorso diplomatico. Noi dobbiamo portare la pace a Gaza, non dobbiamo credere che portare qualcuno in carcere aiuti la pace” dice ancora il numero uno di Forza Italia e vicepremier. “Stiamo dicendo, il presidente del Consiglio ed io, che una sentenza di questa portata ha un effetto politico profondo sulla gestione non di un confitto, ma della sua conclusione. Non è possibile equiparare e mettere sullo stesso piano il premier democraticamente eletto di Israele e un capo terrorista. Una cosa è sottolineare la sproporzione della risposta di Israele nella Striscia, su cui siamo tutti d’accordo. Altro è un mandato di cattura. Non ci sono tre posizioni. Ce n’è soltanto una: quella del presidente del Consiglio, concordata con il ministro degli Esteri” conclude Tajani.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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Cronaca

La Russa “Non sono interessato a fare il Presidente della Repubblica”

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ROMA (ITALPRESS) – “Non farò il presidente della Repubblica”. Lo dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa in una lettera a Repubblica, manifestando il suo “Disinteresse totale” per la corsa al Quirinale nel 2027. “La mia storia lo renderebbe problematico – ammette -. Ma soprattutto non coincide con le mie ambizioni e con il mio desiderio di potermi schierare sulle cose che reputo importanti” e conservare “la libertà di dire, sia pure ogni tanto, quello che penso senza ipocrisie”. “So e capisco che quasi sempre (o sempre?) chi diventa presidente del Senato un minuto dopo conforma il suo agire alla possibile prospettiva di futuro presidente della Repubblica – scrive La Russa -. Io ho volutamente avuto una diversa postura, proprio perchè non ci ho mai pensato e nemmeno mai l’ho desiderato. Per cui, se Repubblica vuole interrogarsi sulle ipotesi più improbabili si chieda cosa voteresti per avere Schlein al posto della Meloni? O meglio, cosa sareste disposti a votare pur di non averla”.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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