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Cronaca

Covid, Schillaci “Contagi aumentati ma nessun allarmismo”

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ROMA (ITALPRESS) – “I numeri dei contagi sono aumentati, ma questo era prevedibili perchè veniamo dal periodo estivo. E’ un dato in linea che potrebbe crescere, ma siamo tranquilli. Non c’è nessuno allarmismo, i dati che più ci interessano riguardano i ricoveri e le terapia intensive e questi dati a oggi sono trascurabili, siamo sereni”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ospite a Rtl 102.5. “La cosa più importante è il vaccino per le categorie più fragili, i soggetti sopra i 60 anni e gli operatori sanitari. Il vaccino – ha aggiunto – è un presidio fondamentale e il nuovo vaccino sarà disponibile già dalla prossima settimana, gratis per tutti anche per chi non rientra nelle categorie raccomandate. Conteremo molto sulle farmacie e sui medici di famiglia”. Il ministro ha poi chiarito che il vaccino “si potrà anche fare insieme con l’antinfluenzale, con due inoculazione. Oltre al Covid c’è anche l’influenza che negli altri passati ha causato tanti decessi”.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

Cronaca

UNA IDEA CONTRO L’ABBANDONO DEGLI ANIMALI: INSERIRLI NELLO STATO DI FAMIGLIA

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Tanti, troppi abbandoni, soprattutto nel periodo estivo. Ogni giorno noi di “Amici a 4 zampe”, in onda ogni Domenica alle 19 su Pavia Uno Tv e Lombardia Live 24, ci troviamo di fronte a decine di abbandoni di cani e gatti, che all’improvviso non servono più. O per il carattere, o per mutate esigenze familiari, o, ancor peggio, perché sono un ingombro e bisogna partire per le vacanze. E allora ecco qui una idea intelligente, lanciata da Michela Vittoria Brambilla, presidente e fondatrice della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, insieme a Michaela Biancofiore, senatrice di Noi Moderati. Una legge che prevede l’inserimento degli animali nello stato di famiglia. L’idea è quella di introdurre una diretta responsabilità anche legale da parte del padrone dell’animale: i microchip infatti, essendo legati a numeri di cellulari, possono essere disattivati e, quindi, facilmente elusi. In generale, l’obiettivo è quello di rafforzare il legame tra il padrone e l’animale: “Puntiamo a inserire un sistema mutualistico veterinario per chi non ne ha le possibilità e permessi di lavoro per chi deve accudirli” ha spiegato Michela Vittoria Brambilla. E poi bisogna pensare anche ad aiuti da parte di Stato e Regioni per chi ama gli animali (che fanno bene anche allo stato psicofisico della persona) e non può permettersi di pagare vaccinazioni, veterinario, crocchette, alimenti vari…Ecco, chi ama gli animali e non vuole vedere tutti questi abbandoni in questo periodo, può darci una mano inoltrando questo post, non solo sulle proprie bacheche e quelle dei gruppi, ma anche a politici e amministratori del territorio (vediamo chi si distinguerà cogliendo al volo questa proposta nella categoria!) : rendiamo tutti, con un piccolo sforzo, questo Paese più a misura dei nostri amici a 4 zampe. E puniamo con leggi più severe e stringenti chi li abbandona! Questa è la nostra campagna estiva che vogliamo promuovere al meglio ovunque, anche via social.
(Nella foto le mascotte Joy, Ronny e Toby, i miei jackini che sono membri a tutti gli effetti della White Russell House, perchè la famiglia è composta anche da loro!)

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Sanità, Schillaci “Sulle liste d’attesa serve gioco di squadra”

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MANDURIA (ITALPRESS) – Sul decreto per abbattere le liste d’attesa “c’è un cronoprogramma che sta andando avanti, un’interlocuzione costante con le Regioni. Questo non può che essere un gioco di squadra. Il cronoprogramma è scandito da una serie di decreti attuativi e dovrebbe concludersi nell’arco di due mesi”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo al “Forum in Masseria”, a Manduria, organizzato da Bruno Vespa e Comin & Partners.
“Ho chiarito che non c’è nessuna voglia mia e del Governo centrale di occupare degli spazi che oggi la legge italiana lascia alla Regioni – ha spiegato il ministro -. La parte pratica della sanità da oltre 20 anni è in mano alle Regioni”. Il Centro Unico per le prenotazioni, che unisce le prestazioni delle strutture pubbliche e di quelle private convenzionate, e l’organismo centrale per la vigilanza sui tempi “sono un ausilio alle Regioni. E’ un gioco di squadra – ha ribadito Schillaci -: il governo, il ministero, le Regioni, i direttori generali. Ognuno deve fare la sua parte, anche i cittadini. Tutti quelli che hanno prenotato una prestazione due giorni prima di effettuarli saranno chiamati, perchè abbiamo visto che a volte purtroppo i cittadini non vanno all’appuntamento e non chiamano per disdirlo. Questo è un richiamo anche ai cittadini, questo impatta a volte anche nel 15-20 per cento dei casi”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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CONSORZIO VINI OLTREPÒ PAVESE, IL RINNOVAMENTO SI ATTUA A TEMPO DI RECORD: SI DIMETTONO 5 CONSIGLIERI IMBOTTIGLIATORI. LA TERAPIA FUNZIONA: E’ LA FINE DELLE EGEMONIE DEL PASSATO

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di Emanuele Bottiroli
Stavolta nell’Oltrepò del vino non saranno solo una rivoluzione e un risanamento a parole. Gli esponenti delle passate gestioni del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese nella terra degli scandali, dei mugugni, del disvalore uve-vini-terreni e delle svolte da Gattopardo hanno rassegnato in blocco le loro dimissioni: Renato Guarini, titolare della Losito e Guarini recentemente al centro di una maxi inchiesta giornalistica del team RAI di Report, Quirico Decordi, che a Motta Baluffi (a 100 chilometri dai vigneti oltrepadani) è titolare della Vinicola Decordi e noto per i suoi aforismi, Pierpaolo Vanzini, titolare dell’azienda Vanzini che fa Charmat extra dry nella terra del Metodo Classico extra brut e da tempo prezioso “ufficiale di collegamento” di categoria, Federico Defilippi, titolare della Defilippi Fabbio (scritto così non è un refuso Ndr) molto noto anche per la sua vitalità social, e Valeria Vercesi, titolare della società agricola Cantina Vercesi Nando e figlio Maurizio, hanno sentito che per loro non c’era più spazio e hanno tolto il disturbo sbattendo la porta. I big fra i dimissionari erano in Consorzio dall’era di Livio Cagnoni, che ha reso noto l’Oltrepò per l’inchiesta sul falso Pinot grigio IGT: danno reputazionale enorme per il quale in Consorzio nessuno degli  storici amministratori ha mai pensato di chiedere conto sul piano legale o con azioni di responsabilità, attuando invece varie campagne per non cambiare nessuno dei fondamentali che avevano costituito la radice dello scandalo (tanto è vero che nonostante gli annunci reiterati negli ultimi 5 anni i disciplinari di produzione IGT Provincia di Pavia prevedono ancora praticamente le rese fantascientifiche dell’era Cagnoni, quando ci si scandalizzava giustamente per il “vino di carta” e le inchieste che ne scaturirono). E pensare che i big tra gli attuali dimissionari si sono seduti per anni accanto a Cagnoni nella sala consiliare del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese essendo in quella sede suoi pari (una testa un voto). E come votavano? Male, a giudicare dai valori dei terreni all’ettaro in Oltrepò, dal prezzo di mercato degli sfusi e dalla profonda crisi del Bonarda dell’Oltrepò Pavese DOC, crollato nei volumi. Le dimissioni irrevocabili del quintetto sono arrivate venerdì 5 luglio, a meno di 5 mesi dall’insediamento del nuovo consiglio d’amministrazione del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese presieduto da Francesca Seralvo e voluto dal CEO di Terre d’Oltrepò, Umberto Callegari, nel dialogo con il presidente di Torrevilla, Massimo Barbieri, che avevano dato vita a un patto forte con i produttori di filiera della prima zona di produzione della Lombardia. Il giorno dopo il voto assembleare si era spiegato che non ci sarebbero più state egemonie, timori reverenziali o rendite da posizione e che i produttori sarebbero tornati al centro, così come le strategie per creare valore e dare standing alla zona di produzione che è sì vero che ha scritto pagine indelebili nella storia dell’enologia italiana ma che faticava a scrivere presente e, soprattutto, futuro. Certo nessuno si aspettava che la rivoluzione Callegari-Seralvo-Barbieri e del nuovo consiglio sarebbe stata così rapida, dopo anni di tergiversare, di tatticismi e di disallineamento. Ora gli schieramenti sono pienamente a fuoco. Per spiegare la loro decisione i dimissionari hanno fatto diramare una nota stampa dall’ufficio stampa della Losito e Guarini in cui si legge: “Sono mesi che assistiamo a una gestione del Consorzio, da parte della presidenza e di alcuni membri del Cda, opaca e governata da logiche riconducibili a interessi particolari di qualche azienda, contrarie al rispetto dell’interesse collettivo di tutto il territorio che il Consorzio dovrebbe tutelare – dichiarano i dimissionari – dove è stato mortificato il ruolo del CdA, ridotto a mero luogo di ratifica di decisioni prese in altre sedi, e sono stati adottati provvedimenti che rischiano di portare verso un preoccupante dissesto finanziario”. Praticamente si attribuiscono a 5 mesi di lavoro del nuovo corso tematiche che, se veritiere e confermate, chiamerebbero in causa proprio gli stessi dimissionari che fino ad oggi sono stati consiglieri d’amministrazione e molti dei quali siedono in Consorzio fin dall’era di Livio Cagnoni. “È stata una decisione sofferta e un passo importante – dichiarano ancora i dimissionari – che abbiamo cercato in tutti i modi di evitare e che non avremmo voluto adottare, ma che oggi diventa necessaria non solo per tutelare le nostre persone in quanto componenti dell’organo di gestione del Consorzio davanti a pratiche e comportamenti contrari alle regole dettate dallo statuto, ma anche per dare un segnale inequivocabile sulla necessità di cambiare rotta, restituendo al Cda il ruolo di governo del Consorzio che deve mirare alla tutela e salvaguardia degli interessi collettivi di tutti i produttori del territorio”. In sintesi – traspare tra le righe – non piace che oggi le decisioni maturino con una diversa filiera e una nuova governance che non attribuisce più alcuna “golden share” di categoria e che al contrario sulle decisioni da prendere pondera bene ogni passo. La risposta ufficiale del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese non si è fatta attendere: “La Presidenza del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese desidera ribadire con forza i propri obiettivi di trasparenza, etica e lealtà tra tutti gli associati. Il nostro impegno è rivolto a garantire una gestione trasparente, rispettosa delle norme di legge e focalizzata sull’interesse collettivo di tutte le categorie rappresentate dal Consorzio. Il nostro Consiglio di Amministrazione ha intrapreso un percorso volto a rendere l’azione del Consorzio sempre più efficiente ed efficace, adottando decisioni strategiche per il raggiungimento dei fini istituzionali. Queste decisioni – spiega il Consorzio – mirano a valorizzare le varie denominazioni del territorio e a sostenere le imprese della filiera vitivinicola che operano con serietà e impegno nell’Oltrepò Pavese. Riteniamo imprescindibile l’adesione a principi di lealtà commerciale, rispetto delle norme e correttezza professionale. Il Consorzio promuove un ambiente di collaborazione e unità, in cui ogni comportamento deve contribuire alla valorizzazione dell’immagine e del prestigio delle nostre denominazioni. Ogni consorziato – si legge nel comunicato del Consorzio – è tenuto a rispettare questi principi, sanciti dallo Statuto del Consorzio, per garantire l’armonia e il successo collettivo. Le aziende dimissionarie rappresentano la sola fase dell’imbottigliamento di tutta la filiera, che rappresenta ora il vero focus di tutela e promozione del Consorzio, talune nemmeno presenti sul territorio e rappresentano in termini di rappresentatività della produzione DOC/DOCG solo il 12,4%”. Il comunicato prosegue: “Inoltre, stiamo già lavorando per dare una forma più moderna e performante al Consorzio, con una nuova direzione volta alla valorizzazione della filiera e della qualità. Il nostro obiettivo è riportare l’Oltrepò Pavese al prestigio che avrebbe sempre dovuto avere, attraverso un rinnovato impegno per l’eccellenza e l’innovazione. Il Consiglio di Amministrazione, con il sostegno della maggioranza dei suoi membri, continuerà a lavorare con determinazione per il bene comune di tutti i consorziati, superando ogni ostacolo che si opponga al progresso e alla crescita del Consorzio. Il nostro obiettivo rimane quello di promuovere e valorizzare le eccellenze del nostro territorio, assicurando che ogni azione intrapresa sia volta a realizzare gli scopi istituzionali per cui il Consorzio è nato”. A fronte di questo scambio e di queste dimissioni, che confermano un cambiamento in atto a tempo record, ieri ha pensato d’intervenire con un comunicato a partita aperta l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, in cui si legge: “Il sistema vitivinicolo dell’Oltrepò Pavese rappresenta un pilastro dell’agroalimentare lombardo e credo sia nell’interesse di tutti che quanto accade in queste ore all’interno del Consorzio di Tutela sia il prima possibile oggetto di un confronto con le istituzioni. Regione Lombardia è da sempre a fianco di questo mondo e per questo ci attiveremo da subito per un confronto rapido e mi auguro risolutivo con i rappresentanti del settore vinicolo pavese. Già nei prossimi giorni – prosegue Beduschi – mi recherò presso la sede del Consorzio per fare sentire la presenza di Regione Lombardia e soprattutto per proseguire con l’ascolto e il sostegno, che da parte nostra non è mai mancato. Il mondo del vino lombardo sta vivendo un periodo di crescita, soprattutto sui mercati internazionali, che è simbolo di quanto potenziale è ancora in grado di esprimere. Lo deve fare insieme, ragionando come sistema: un sistema di cui l’Oltrepò è parte integrante”. Parole che mostrano la distanza del mondo politico che non ha ancora scelto da che parte schierare l’istituzione e che non sembra aver compreso come sia impossibile far convivere interessi tanto divergenti nella medesima stanza dei bottoni, specie a causa della spavalderia di chi si è sentito con lo scettro in mano per tanto tempo. Il nuovo Consorzio – sembra di capire – prosegue il suo cammino sulla strada di un’autorevolezza da ricostruire.

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