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Cronaca

Juve in rosso ma ci sarà un aumento di capitale da 200 mln

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TORINO (ITALPRESS) – Ancora un bilancio in rosso, sebbene con una drastica riduzione delle perdite, ma ci sarà un nuovo aumento di capitale da 200 milioni a “conferma dell’impegno e del legame che la famiglia Agnelli ha con la Juventus e che quest’anno raggiunge i 100 anni”, sottolinea il Ceo Maurizio Scanavino. Il Consiglio di Amministrazione della società bianconera ha approvato oggi “il progetto di bilancio d’esercizio e il bilancio consolidato per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2023 che evidenzia una perdita di 123,7 milioni (239,3 milioni al 30 giugno 2022), in parte influenzata dagli effetti negativi sui ricavi e sui costi correlati agli esiti dei procedimenti sportivi italiani e internazionali”, si legge in una nota del club. Il Cda ha anche “aggiornato le stime del Piano 2023/24-2026/27, che conferma le linee strategiche e di sviluppo del gruppo fondate sulla competitività sportiva, sul rafforzamento del brand e sul consolidamento dell’equilibrio economico-finanziario, con rilevante e strutturale riduzione dell’indebitamento finanziario netto. Sulla base di stime preliminari al 30 settembre 2023, il primo trimestre dell’esercizio è previsto chiudersi con perdite superiori al terzo del capitale sociale, integrando i presupposti previsti dagli artt. 2446 e 2447 cod. civ”. “A supporto della realizzazione degli obiettivi del Piano, nonchè tenuto conto degli impatti – nell’esercizio in corso e in quello precedente – derivanti dagli esiti dei procedimenti sportivi italiani e internazionali avviati nel 2022/23, il Consiglio di Amministrazione ha definito le linee guida di una manovra di rafforzamento patrimoniale da attuarsi mediante la riduzione del capitale sociale al minimo legale e contestuale aumento del capitale sociale, a pagamento, per massimi 200 milioni di euro”. La Exor, informa ancora la Juventus, “ha espresso il proprio sostegno all’operazione, impegnandosi a sottoscrivere la quota di aumento di capitale di propria pertinenza, pari al 63,8%, e ha inoltre manifestato la propria disponibilità ad effettuare versamenti in conto futuro aumento di capitale per massimi 128 milioni circa. Juventus valuterà di costituire un consorzio di garanzia per la sottoscrizione e liberazione delle nuove azioni eventualmente non sottoscritte”. Il bilancio sarà sottoposto ad approvazione in occasione dell’assemblea ordinaria degli azionisti del 23 novembre all’Allianz Stadium. “Questo aumento di capitale – ha sottolineato ancora Scanavino a Sky Sport – arriva in un momento molto importante: la non partecipazione alle coppe europee a causa della squalifica poteva mettere in difficoltà la società ma grazie a queste risorse possiamo progettare con serenità e decisione il futuro prossimo della Juventus. Sono risorse – chiarisce – che devono essere inserite in un progetto che deve coniugare sostenibilità e competitività: sono stati confermati i giocatori più rappresentativi e di valore della Juventus e per il futuro il progetto, condiviso con l’allenatore e il direttore sportivo, vedrà un mix di campioni esperti e solidi e giovani talenti che emergeranno dalla Next Gen o che andremo a individuare sul mercato con un preciso progetto di scouting”. E per quanto riguarda gli obiettivi di questa stagione, “siamo allineati con Allegri e Giuntoli: la Juve deve tornare a essere vincente al più presto. Bisogna procedere passo dopo passo, con i piedi molti saldi per terra, e vedremo dove riusciremo ad arrivare. La qualificazione alla Champions è però fondamentale per l’equilibrio dei conti”.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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Shock anafilattico, farmaci salvavita ai pazienti a rischio una priorità

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MILANO (ITALPRESS) – Ogni anno in Italia vengono registrati circa 40 casi fatali di shock anafilattico. Di questi più della metà sono causati da allergie alimentari, l’altra metà è provocato da punture di imenotteri, ma il dato resta incerto e sottostimato perchè questo conteggio considera soltanto i casi che balzano agli onori della cronaca, mentre molti altri sfuggono alle statistiche perchè, oltre a mancare una sorveglianza nazionale, spesso non vengono classificati come tali dal personale di pronto soccorso. Gli esperti chiedono il riconoscimento della reazione anafilattica all’interno dei LEA, la riclassificazione dell’auto-iniettore di adrenalina in classe A, la creazione di una rete di centri allergologici di riferimento, uniformità di distribuzione di 2 autoiniettori in tutte le Regioni e l’attivazione di campagne di formazione per tutti gli operatori.
In Italia, il quadro di accesso ai dispositivi salvavita nelle diverse Regioni italiane non è omogeneo e molti pazienti allergici e a rischio shock anafilattico, sono sprovvisti di auto-iniettori di adrenalina, inoltre, la classificazione dell’adrenalina in regime ospedaliero, complica l’accesso al farmaco salvavita da parte del paziente.
Se ne è parlato all’interno dell’evento istituzionale “Anafilassi: prevenzione e consapevolezza – un impegno istituzionale per la sicurezza del paziente di riferimento” promosso da Food Allergy Italia APS in collaborazione con l’Intergruppo Parlamentare sulla malattia celiaca, allergie e AMFS, con i patrocini di AAIITO (Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri), SIAAIC (Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica), SIAIP (Società Italiana di Allergologia e Immunologia pediatrica), FOFI (Federazione Ordini Farmacisti Italiani), Federfarma e FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi). L’evento, organizzato da Cencora Pharmalex, e realizzato grazie al contributo non condizionato di Viatris, ha voluto fare il punto sull’attuale situazione in Italia, con l’obiettivo di diffondere consapevolezza sulla tematica.
“Food Allergy Italia APS è impegnata da sempre nel sostenere i diritti delle persone allergiche e tutelare la massima sicurezza dei pazienti a rischio di anafilassi. Nelle opportune sedi istituzionali, ci battiamo per il diritto di accesso al farmaco salvavita e per sensibilizzare, informare e formare sia le persone allergiche che tutti i soggetti coinvolti nella gestione del paziente allergico riguardo alla prevenzione delle reazioni ed all’uso degli autoiniettori di adrenalina – così Marcia Podestà, Presidente Food Allergy Italia APS all’apertura dei lavori – Ancora oggi in Italia si muore per anafilassi, a causa della mancanza di un piano di prevenzione efficace dell’anafilassi e delle difficoltà di accesso all’autoiniettore di adrenalina per le persone a rischio. Nonostante le raccomandazioni di EMA e AIFA, molte Regioni italiane non garantiscono ancora la corretta erogazione di due autoiniettori per ciascun paziente. Questi dispositivi salvavita dovrebbero essere forniti attraverso le farmacie più vicine ai pazienti, in modo da assicurare un accesso tempestivo in caso di emergenza”.
La riclassificazione dell’adrenalina auto-iniettabile salvavita dalla Fascia H alla Fascia A, con reperimento diretto in farmacia territoriale, permetterebbe al SSN di rispondere alle necessità dei pazienti. Accanto a questo punto focale, dal dibattito sono emersi diversi altri punti imprescindibili a garantire la sicurezza dei pazienti allergici. Gli esperti parlano della necessità di garantire quantità ottimali di farmaci salvavita per la gestione dell’anafilassi ed adottare misure per prevenire la carenza di tali farmaci anche attraverso la creazione di una rete di centri allergologici di riferimento per l’allergia alimentare con un coordinamento nazionale.
“L’unica modalità per rispondere prontamente ad uno shock anafilattico è la somministrazione, tempestiva, di adrenalina auto-iniettabile, raccomandata dall’EMA in numero di due prescrizioni. E’ fondamentale che ai pazienti allergici a rischio sia facilitato l’accesso agli auto-iniettori di adrenalina, per immediata autosomministrazione in caso di reazione grave – spiega Antonella Muraro, Direttore Centro di Specializzazione Regionale per lo Studio e la Cura delle Allergie e delle Intolleranze Alimentari, Azienda Ospedaliera Università di Padova -AOPD Padova; Coordinatore delle Linee Guida Europee per l’Anafilassi -. E’ essenziale che ai pazienti venga prescritta una terapia d’emergenza appropriata sia come dosi corrette sia come corretta modalità di somministrazione”.
Ancora, dare priorità all’introduzione precoce degli allergeni nelle iniziative nazionali di sanità pubblica e parallelamente aumentare consapevolezza sul tema delle allergie alimentari introducendo adeguata formazione per specialisti, pediatri, medici di medicina generale e di pronto soccorso e farmacisti. Ma anche campagne informative rivolte all’opinione pubblica che comprendano pazienti, famiglie, operatori del settore alimentare, ristoratori, operatori delle mense scolastiche, scuole e luoghi di lavoro anche integrando l’offerta formativa delle scuole alberghiere.
Non di minore importanza rimane l’obiettivo di aggiornare i LEA inserendovi i percorsi diagnostici e terapeutici delle allergie e l’anafilassi, compresi i trattamenti salvavita e adeguare le procedure extra-LEA affinchè siano legate a un effettivo bisogno del paziente.
“Riconoscere le allergie alimentari è il primo passo per poter garantire alle persone allergiche la tutela necessaria. Oggi si è discusso di garantire a tutti i pazienti e i soggetti a rischio accessibilità immediata ai dispositivi salva vita, ebbene questo è un impegno che insieme ai colleghi parlamentari intendiamo portare avanti – così Elena Murelli, 10° Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza, Senato della Repubblica e Presidente Intergruppo Parlamentare sulla malattia celiaca, allergie alimentari e Amfs – Stiamo lavorando ad una mozione che possa impegnare gli enti preposti ad aumentare la consapevolezza e la formazione sul tema delle allergie alimentari, prima causa di anafilassi nella comunità al difuori degli ospedali, introducendo corsi obbligatori di formazione specifica sull’utilizzo degli autoiniettori di adrenalina e garantire a tutti i pazienti a rischio un’equa accessibilità, abbattendo le diseguaglianze tra le Regioni”.

– foto ufficio stampa PharmaLex Italy –
(ITALPRESS).

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“Le donne, non le dive”, un treno speciale per il Taormina Film Festival

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ROMA (ITALPRESS) – Un treno speciale, personalizzato con i volti delle grandi donne del cinema e dedicato al Taormina Film Festival, in programma dal 10 al 14 giugno, di cui Intercity, brand di Trenitalia (Gruppo FS), è Main Partner per il secondo anno consecutivo: è stato presentato alla stazione di Roma Termini “Le donne, non le dive”, il treno Intercity che collegherà Roma e la Sicilia a partire da oggi, 5 giugno, fino a settembre. A bordo, gli interni dei vagoni sono decorati con ulteriori scatti delle attrici e con i colori e le grafiche della mostra, creando un’esperienza immersiva per i passeggeri. Durante il tragitto, i due semitreni si separeranno al momento dell’attraversamento dello Stretto di Messina, prendendo direzioni diverse con mete finali a Palermo e Siracusa. Inoltre, raggiungere la Sicilia con Intercity darà la possibilità di beneficiare di una riduzione del 50% sul costo del biglietto di ingresso del Taormina Film Festival e di qualunque manifestazione in programma all’interno degli eventi programmati dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia. Per i clienti X-GO, l’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.
“Per noi il treno è un simbolo itinerante di una narrazione femminile nuova, potente e necessaria – ha detto Francesca Serra, Direttore Business Intercity Trenitalia -. In questo momento particolare è bene dare un messaggio rispetto al valore vero delle donne, a quello che possono fare nella quotidianità. Crediamo molto nel messaggio del settantunesimo Festival, ‘Le donne, non le divè: anche un’attrice in realtà è una donna che vive le sue vicissitudini e non deve essere vista solo e esclusivamente come una diva”.
La Fondazione Taormina Arte Sicilia, ha aggiunto il Commissario Straordinario della Fondazione, Sergio Bonomo, “è particolarmente attenta alle donne: continuiamo in maniera molto determinata a sviluppare una sinergia che mira a rafforzare il programma di Taormina Arte Sicilia e del Festival con i programmi di sviluppo e di programmazione di Trenitalia e Intercity”.
Per il Sovrintendente della Fondazione, Felice Panebianco, “la scelta del treno è la cosa più logica, perchè comunque il cinema è magia, passione e romanticismo e cosa c’è di più entusiasmante e magico del viaggio in un treno che ci porta verso il nostro destino, con il panorama che scorre?”, ha spiegato.
Per il direttore artistico del Festival, Tiziana Rocca, “questa edizione parte all’insegna dell’eleganza femminile, con questo meraviglioso treno personalizzato dai volti delle attrici che hanno partecipato in passato alla manifestazione”. Tra i membri della giuria di quest’anno ci sarà anche l’attrice Ilenia Pastorelli, che ha sottolineato la forza del messaggio “Le donne, non le dive” presente sulla livrea dell’Intercity. “E’ un racconto delle nostre grandi attrici: non siamo dive, ma siamo donne”, ha sottolineato al taglio del nastro.

– foto ufficio stampa FS –
(ITALPRESS).

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Intesa Sanpaolo, sostenibilità stimolo per le Pmi dell’agroalimentare

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MILANO (ITALPRESS) – Come fare in modo che la sostenibilità, elemento al quale le imprese prestano un’attenzione ogni giorno sempre maggiore, diventi un fattore anche per la crescita e la competitività in un settore fondamentale come il Made in Italy agroalimentare? Questa è la domanda al centro del “Global Summit – La sostenibilità: fattore di crescita delle aziende nel settore agroalimentare” organizzato oggi a Milano da Gambero Rosso in partnership con Intesa Sanpaolo.
L’incontro, giunto alla terza edizione, ha visto la partecipazione a tavoli di confronto di rappresentanti di diverse aziende, le quali si trovano a far fronte tanto alla sfida dei cambiamenti climatici quanto ad un contesto economico internazionale imprevedibile. E proprio in questo scenario le imprese italiane (in maggioranza medio-piccole) necessitano di tutto l’aiuto possibile.
“Accompagniamo le piccole medie aziende, in particolare quelle del settore dell’agroalimentare, sulla strada della sostenibilità, consapevoli e convinti che sia un fattore cruciale per la loro competitività – ha dichiarato Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese, Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo -. Per noi significa impiegare le risorse in modo efficiente, approcciare la transizione energetica verso le rinnovabili, rispondendo alle nuove esigenze dei consumatori finali. La sostenibilità deve far parte della strategia delle imprese in un percorso di crescita e in uno scenario in evoluzione”.
Scenari che sono stati oggetto di una ricerca presentata nel corso del convegno e realizzata da Stefania Trenti, Head of Industry and Local Economies – Research Department Intesa Sanpaolo.
In base ai dati illustrati, per l’Italia la crescita economica è prevista intorno all’1% nel biennio 2025-26, ma con rischi al ribasso. Contemporaneamente proseguirà l’incremento del tasso di risparmio, ma il recupero del potere d’acquisto resta in atto. Per le imprese agroalimentari si attende che la domanda interna cresca a ritmi stabili (+0,6% a prezzi costanti) nel biennio 2025-26, sostenuta dal recupero delle spese finali delle famiglie italiane.
“Lo scenario in cui si muoveranno le imprese agroalimentari italiane è sicuramente molto complesso e incerto: pesa sul piano della domanda internazionale l’eventuale introduzione di dazi e l’ammontare di questi da parte dell’amministrazione Trump. Ma anche su questo versante pensiamo che l’agroalimentare possa reggere bene all’introduzione dei dazi anche in virtù del fatto che è posizionato su una fascia di prezzo-qualità molto elevata, per cui le esportazioni potrebbero anche non subire una penalizzazione significativa”, ha affermato Trenti.
Gli Stati Uniti rimangono infatti un mercato rilevante per l’alimentare italiano: il peso “stelle e strisce” sul totale dell’export dell’alimentare e bevande è del 13,4%, superiore alla media del manifatturiero (10,4%). Per alcuni comparti il peso sale ben oltre il 20%, con punte del 28% circa per le bevande dissetanti e acque minerali e del 25% circa per l’olio e per il vino.
Secondo Trenti, prodotti come “il vino potrebbero perdere tra il 2 e il 4%. Ma si tratta di analisi che sottovalutano fortemente il posizionamento qualitativo sull’alta gamma delle imprese italiane, ma anche la capacità di reazione delle nostre imprese. Quello che noi stiamo osservando, per esempio, è un significativo anticipo delle consegne sul mercato americano con un export che nei primi tre mesi dell’anno si è mantenuto fortemente positivo”.
La strategia delle imprese di anticipare le consegne verso gli Stati Uniti prima dell’introduzione dei dazi sembra esser stata produttiva: nel primo trimestre del 2025, le esportazioni di agro-alimentari verso il mercato americano sono cresciute del 10,9% tendenziale in valore, meglio di quanto realizzato dalla Francia (+8%) e dalla Spagna (+4%). Fa meglio dell’Italia solo la Germania (+14,3%) ma su livelli molto più contenuti (558 milioni di euro l’export agro-alimentare tedesco contro gli oltre 2 miliardi dell’Italia). Tuttavia, la minaccia statunitense rende le imprese molto propense a cercare comunque nuovi clienti in altri mercati o a posticipare le tempistiche degli investimenti.
“C’è anche un elemento positivo legato allo spegnimento delle tensioni inflattive e alla riduzione dei tassi di interesse che è stata accompagnata dalla riduzione dell’inflazione – sottolinea Trenti – Questo creerà spazio nel reddito disponibile delle famiglie per poter aumentare i consumi anche della filiera agroalimentare. La domanda di questi prodotti in Italia continuerà a essere sostenuta, come già negli scorsi anni, anche dai flussi turistici nel 2025 e nel 2026 per la concomitanza di eventi eccezionali che creano buone opportunità anche per le imprese della filiera”.
In aggiunta a questi elementi, sono tre le principali preoccupazioni delle imprese rilevate dalla ricerca di Intesa Sanpaolo: costo delle materie prime e dei semilavorati, costo dell’energia e cambiamenti climatici. I primi due sono una conseguenza diretta delle tensioni internazionali innescate dalla guerra tra Russia e Ucraina e deil rallentamento delle supply chain mondiali a causa del crollo del traffico mercantile nel Mar Rosso quale effetto collaterale del conflitto a Gaza.
“La Divisione Banca dei Territori in questi anni ha erogato importanti risorse per investire nella sostenibilità, oltre 10 miliardi di euro. Il nostro approccio è quello di sostenere e premiare le aziende che investono in questo ambito – ha spiegato Roscio -. In particolare, premiare vuol dire incentivare il finanziamento con delle agevolazioni di prezzo, in termini di minor costo, e riconoscere il valore della sostenibilità nella valutazione creditizia. E in ultimo, svolgiamo un’attività di advisor verso le nostre aziende per accompagnarle ad accedere agli incentivi ancora presenti del PNRR, in particolare quelli relativi alle energie rinnovabili”.
Prosegue Roscio, “Anche l’internazionalizzazione delle imprese è un fattore importante su cui dare consulenza e supporto alle piccole medie aziende verso nuovi mercati come ad esempio gli Emirati, l’Arabia Saudita, l’India, l’Oriente. Non dimentichiamo che le nostre aziende, in particolare quelle del settore agroalimentare, sono grandi esportatrici capaci anche di investire direttamente in paesi stranieri”.
“La recente missione a Dubai, guidata dal nostro responsabile di Divisione Stefano Barrese, ha visto proprio la partecipazione di aziende del settore dell’Agrifood e dell’Agritech e aveva lo scopo di facilitare la conoscenza di un nuovo mercato, incontrare altri buyer e altri partner con i quali stringere relazioni commerciali, ma anche conoscere gli esponenti governativi. Quindi tutte quelle che possono essere le chiavi di accesso in termini societari, diritto del lavoro, di opportunità, di incentivi in quel mercato”, ha concluso.

– foto xh7/Italpress –
(ITALPRESS).

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