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Cronaca

Bankitalia, economia lombarda frena. Rischio stagnazione a fine 2023

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MILANO (ITALPRESS) – Frena l’economia lombarda con il rischio di una possibile stagnazione per la seconda parte del 2023. Nel primo semestre dell’anno, il Pil lombardo è cresciuto solo dell’1,3% rispetto al corrispondente periodo 2022. Un evidente rallentamento dato che lo scorso anno il Pil nei confronti del 2021 era stato del 3,8%. Questo lo scenario che emerge dal report 2023 sull’andamento economico della Lombardia redatto da Banca d’Italia e presentato oggi durante l’incontro organizzato da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con Banca d’Italia (Sede di Milano).
Oggi l’inflazione è al 5,3%, ma le componenti di fondo indicano una stabilizzazione. La prospettiva, insomma, è che non prosegua la discesa. In crescita il costo medio dei prestiti per le imprese: fra il 5,4% e il 6% con una forte esposizione di rischio di rialzo dei tassi. Preoccupazioni, inoltre, per l’aumento dei costi di materie prime ed energia – in particolare gas e petrolio – dovuti soprattutto agli effetti della guerra tra Israele e Palestina. In calo gli investimenti: – 3,6% nel settore industriale secondo le previsioni delle imprese per il 2023 nei confronti dell’anno precedente. Cresce invece il commercio al dettaglio (+ 4,7% nel primo semestre di quest’anno), ma a valori correnti: non tenendo perciò conto dell’andamento dei prezzi e dei volumi effettivi di vendita. Nel report della Banca d’Italia, indicazioni più positive sono emerse per turismo e ristorazione e nel mercato del lavoro (con una crescita dell’occupazione dell’1,5% nel primo semestre 2023 e migliori performance in particolare per i servizi). Il report di Banca d’Italia è stato illustrato da Giorgio Gobbi, direttore della Sede di Milano di Banca d’Italia, da Paola Rossi, capo Divisione analisi e ricerca economica territoriale, e da Francesco Bripi, divisione analisi e ricerca economica territoriale. “L’economia italiana sta rallentando al pari di quella italiana e di quella mondiale – sottolinea Gobbi – . Sta rallentando perchè sta rallentando il commercio mondiale, a cui l’economia lombarda è molto aperta: una parte rilevante della produzione lombarda è esportata all’estero. Rallenta perchè, a causa dell’inflazione, calano i consumi. E, infine, rallenta perchè le condizioni finanziarie si stanno facendo più restrittive”. Secondo il bollettino economico di Banca d’Italia, uscito nei giorni scorsi, che per l’economia italiana fornisce la previsione sul consuntivo 2023 e sul 2024 e 2025, “l’economia italiana crescerà nel 2023 attorno allo 0,7%. L’economia lombarda non si scosterà molto da questo valore, anche se non possiamo fare previsioni puntuali.
Questo si inserisce in un contesto di debolezza mondiale, infatti nel 2023 anche l’area dell’euro non crescerà molto di più. Nel 2024, l’economia italiana crescerà solo marginalmente: + 0,8%, per arrivare a un modesto + 1% nel 2025″. “Dopo un 2022 in decisa crescita, il rallentamento dell’economia lombarda quest’anno è preoccupante – interviene il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – . Soprattutto per due motivi: l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, a causa del più che drammatico conflitto in Israele che rischia di ampliarsi e che si aggiunge a quello in Ucraina. E per l’inflazione che ha fermato la sua discesa ma che potrebbe invertire la rotta”. Secondo Sangalli, stiamo vivendo “una ‘permacrisì: uno stato di crisi permanente che vede rincorrersi un’emergenza dopo l’altra” e “una ‘nuova globalizzazionè” poichè “di sicuro, siamo all’alba di una nuova geografia mondiale della politica e dei mercatì”. Di fronte a questo scenario, “la vera chiave di volta non sarà nella produzione o nelle armi, ma nella conoscenza. L’obiettivo non è più, dunque, quello del controllo, ma è quello della conoscenza, della comprensione, che portano alla responsabilità”.
Per quanto riguarda il salario minimo, sottolinea, “sarebbero controproducenti interventi legislativi. Il punto centrale è dare più forza alla contrattazione collettiva tra le organizzazioni d’imprese e dei sindacati maggiormente rappresentativi”. Infatti, “nei contratti stipulati da Confcommercio, infatti, il salario minimo orario al livello più basso è già oltre i 9 euro”. Nei contratti collettivi nazionali del terziario (applicato a 2,8 milioni di lavoratori) e del settore turismo la paga oraria, nel livello più basso, va dai 9,47 ai 9,80 euro. La retribuzione oraria più alta dai 16,73 ai 20,60 euro. “La contrattazione collettiva – prosegue Sangalli – è un valore aggiunto perchè contiene un sistema articolato di welfare aziendale (come, ad esempio, assistenza sanitaria integrativa e previdenza complementare), dunque uno strumento prezioso che può garantire maggiore sostenibilità economica e sociale”. Sui temi economici di attualità – inflazione e riduzione del potere d’acquisto; aumento dei tassi d’interesse e difficoltà di accesso al credito; lavoro e formazione; mercato immobiliare – si è focalizzata la successiva tavola rotonda – moderata da Andrea Silla, caporedattore vicario Rai Tgr Lombardia – con Vincenzo Albanese (titolare Wea Consulting); Babila Bruni (direttore Risorse Umane Mandarin Oriental Hotel Group); Paolo Ferrè (presidente FederAscomfidi); Sebastian Gatto (amministratore delegato Savini Group); Antonio Morgese (amministratore Gelaterie Rigoletto). (ITALPRESS).

Foto: xm4

Cronaca

Dazi, La Russa “Sono convinto che si possa arrivare a un’intesa”

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ROMA (ITALPRESS) – “La cosa peggiore sarebbe stata subito una ritorsione, credo che in questo la Meloni sia stata decisiva. Credo che la strada su cui ci stiamo incamminando di un confronto serio e cominciato con il rinvio di 90 giorni sia foriero di buone speranze e buoni risultati. Sono convinto che si possa e si debba arrivare a un’intesa che parte da posizioni anche distanti”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, al Tg2 Post. “Io sono ottimista, lo sono in base alla conoscenza che ho di Giorgia Meloni. La paura non aiuta, l’imprevedibilità va considerata ma non mi spaventa”, aggiunge.

– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Papa, Piantedosi “Piano funerali in evoluzione, evento straordinario”

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ROMA (ITALPRESS) – “Il piano è partito adesso. Abbiamo fatto una ricognizione delle risorse: è un’organizzazione in evoluzione, prevediamo circa 170 delegazioni straniere, alcune di grandissimo impegno, come quelle dei capi di Stato di Paesi molto importanti”. A dirlo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in un’intervista al TG1.

“E’ un evento veramente straordinario, per una serie di concomitanze che credo a memoria quasi mai si siano verificate – ha aggiunto Piantedosi -. Oltre ai funerali del Santo Padre, abbiamo le celebrazioni del 25 aprile che si svolgeranno secondo canoni già prefissati e preordinati. E poi avevamo gli eventi giubilari del Giubileo degli adolescenti, i cui eventi sono stati confermati, quindi centinaia di migliaia di persone a Roma che impegneranno la città tutti i giorni. Insomma ci stiamo attrezzando”.

– foto IPA Agency –
(ITALPRESS)

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Cronaca

Ucraina, Tajani “Putin non può decidere la pace alle sue condizioni”

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ROMA (ITALPRESS) – “Mi sembra complicato organizzare vertici in questa situazione, con decine di capi di Stato ai funerali di Papa Francesco: certamente Zelensky e Trump si saluteranno, ma per affrontare questioni concrete bisognerà aspettare qualche giorno”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Porta a Porta su Rai1. “Dobbiamo lavorare sul fronte mediorientale e Roma ancora una volta è stata crocevia di pace e dialogo, ospitando il vertice tra Iran e Stati Uniti con la mediazione dell’Oman – prosegue Tajani -. Stiamo lavorando per la pace in Ucraina e Medio Oriente, non è facile ma è un impegno del governo su cui è improntata la nostra politica estera. Per decidere come fare la pace bisogna parlare con gli ucraini, Putin non può decidere di porla alle sue condizioni: la pace giusta è quella che dà garanzie ai più deboli, la Russia ha violato il diritto internazionale e non può pensare di imporre la pace alle sue regole”.

– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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