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Cronaca

Osservatorio Nomisma, misure urgenti per evitare la carenza di farmaci

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ROMA (ITALPRESS) – Servono misure urgenti per salvaguardare la biodiversità “interna” del comparto farmaceutico ed evitare una altrimenti inevitabile carenza strutturale di medicinali. A lanciare l’allarme – dati europei e nazionali alla mano – è l’edizione 2023 dell’Osservatorio Nomisma sul ‘Sistema dei farmaci generici in Italia”, presentata oggi a Roma, presso l’Ara Pacis, con la partecipazione di rappresentanti del mondo istituzionale, del panorama industriale e degli operatori del mondo sanitario.
Focus del report il cambiamento strutturale del contesto competitivo e i conseguenti segnali di forte sofferenza del settore registrati in tutti i principali Paesi europei, messi a fuoco tramite l’analisi dei dati e delle politiche di contrasto alle interruzioni della catena di fornitura dei medicinali fuori brevetto, insieme ad una serie di interviste ai vertici europei delle aziende del settore dei farmaci generici che operano sui mercati internazionali.
I dati – illustrati da Lucio Poma, chief economist di Nomisma e coordinatore scientifico dello studio – disegnano un sistema produttivo dei farmaci generici stretto tra l’incudine dei prezzi ed il martello dei costi produttivi. Un mix che rende sempre più vulnerabili le lunghe catene di approvvigionamento gravate anche dalla dipendenza da un’unica fonte o area geografica.
La quota di produzione globale di principi attivi in Europa è scesa dal 53% del 2000 all’attuale 25%; la quota di produzione di API in Cina è sempre più aumentata fino a rappresentare oggi oltre il 20% delle nuove registrazioni; soprattutto Cina ed India forniscono ai mercati dell’Unione Europea oltre il 56% del fabbisogno di principi attivi: considerando anche i prodotti intermedi la dipendenza si acuisce raggiungendo una quota pari al 74%.
Sul versante dei costi a livello europeo, secondo i dati di Medicines for Europe, nel 2022 i costi di trasporto sono cresciuti fino al 500%; i costi della materia prima tra il 50% e il 160%; i costi del packaging tra il 20% e il 33%; i prezzi dell’energia tra il +65% del gas e il +30% dell’elettricità.
Le imprese non potendo operare sul fronte dei prezzi hanno dovuto assorbire questa impennata dei costi produttivi, riadattando i processi di approvvigionamento e comprimendo le marginalità industriali. Il risultato – nuovo e inatteso – è sotto gli occhi di tutti: c’è carenza di farmaci su diversi mercati europei.
In 10 anni sono scomparsi dai mercati europei il 26% dei farmaci equivalenti, il 33% degli antibiotici e il 40% dei farmaci oncologici; in relazione ai soli antibiotici, si è osservata la scomparsa di 16 tipologie in Polonia, 11 in Spagna e 10 in Francia; in Italia in 10 anni su due farmaci largamente utilizzati nella pratica clinica – un antibiotico e un antitumorale – il numero di fornitori è sceso rispettivamente da 10 a 3 e da 18 a 2.
Il dato è lo specchio anche del processo di consolidamento che ha coinvolto le aziende presenti nel mercato: nel 2022 il 69% dei farmaci generici commercializzati in Europa ha fatto riferimento a meno di due imprese, un ulteriore 9% solamente a tre imprese;
scendendo nel dettaglio, oggi il 56% degli antibiotici e il 70% dei farmaci oncologici fanno riferimento a meno di due imprese (rispettivamente il 52% e 67% nel 2012); in diverse tipologie di medicinali il numero di aziende produttrici è sceso drasticamente nell’ordine del 30-40%, lasciando solo un fornitore o due nella maggior parte dei Paesi.
L’impoverimento del tessuto industriale con l’uscita di alcuni operatori dal mercato e la perdita di farmaci a disposizione dei pazienti sta mettendo a nudo le fragilità del settore: ‘Non ci sono scorte di riserva nel sistema sanitario – spiega uno degli intervistati -. Ci vogliono 6-8 mesi perchè altre aziende si organizzino per produrre un medicinale se è economicamente vantaggioso. E in caso di gara d’appalto le aziende impiegano 3-6 mesi per produrre, confezionare e spedirè.
Il report analizza anche le misure implementate finora dai singoli Paesi per arginare la crescente carenza di farmaci. In Germania – dove sono generici circa l’80% dei medicinali venduti nel Paese – una normativa in vigore da luglio ha previsto un aumento fino al 50% del prezzo massimo dei medicinali per uso pediatrico e per gli antibiotici e un intervento sulle gare organizzate dalle assicurazioni sanitarie per l’acquisto dei farmaci generici: le gare per gli antibiotici dovranno essere basate su un modello multi aggiudicatario (accordo quadro) con dei lotti e relativi fabbisogni soddisfatti per una quota percentuale da farmaci con la produzione di API nell’UE e nell’area economica europea; non potranno essere fatte gare per medicinali pediatrici, per i quali sarà anche abolito il prezzo di riferimento; sarà aumentato il periodo di scorta a sei mesi per specifici farmaci acquistati in gara; sarà stabilita una lista di criticità per i farmaci pediatrici e crea un sistema di “segnalazione precoce” (early warning) per farmaci con rischio di carenze.
In Francia l’intesa raggiunta di un tavolo tecnico governativo avviato alla luce delle carenze registrate a inizio anno prevede un aumento del prezzo di alcuni farmaci, specialmente quelli generici, in cambio di garanzie industriali volte ad assicurare una fornitura sufficiente a coprire la domanda interna. Misura ritenuta insufficiente dall’associazione dei produttori di farmaci generici e biosimilari francesi, che ha ribadito la richiesta di una sostanziale riduzione per i generici della clausola di salvaguardia che impone alle aziende farmaceutiche una contribuzione nel caso in cui il loro fatturato sia cresciuto più del tasso fissato annualmente per legge.
In Italia, al tavolo di lavoro istituito in gennaio al MIMIT con la partecipazione di tutta la filiera farmaceutica, le aziende di generici e biosimilari hanno ribadito la necessità di pianificare un aggiornamento dei livelli di rimborso delle fasce dei medicinali che sono soggette ad un rischio più elevato di indisponibilità. Il MIMIT, a fine luglio 2023 ha aperto un bando con una dotazione di 391,8 milioni di euro dai fondi PNRR per lo strumento dei “Contratti di sviluppo” a sostegno dei programmi industriali delle filiere produttive strategiche, anche nelle aree del centro nord del Paese, in vari settori compreso quello chimico farmaceutico.
Aiuti di Stato: esplicitamente vietati dalla normativa europea e dal Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea in quanto possono determinare delle distorsioni del mercato, sono entrati in gioco nel contesto della pandemia con un quadro temporaneo adottato nel marzo 2020 dalla Commissione UE e rimasto in vigore fino al 30 giugno 2022 e riferito esclusivamente per la produzione di medicinali che erano correlati alla cura del Covid.
La richiesta delle aziende di settore è quella di perfezionare il quadro temporaneo rendendolo più flessibile al fine di eliminare queste limitazioni e di estendere, superando i sei mesi previsti, le tempistiche di realizzazione dei progetti di investimento. A rendere più pressante la richiesta l’adozione da parte del governo statunitense, nell’agosto 2022, dell’Inflation Reduction Act” che prevede l’erogazione di incentivi per 750 miliardi di dollari in settori specifici e che potrebbe incoraggiare implicitamente il fenomeno delle delocalizzazioni dall’Europa agli Stati Uniti delle imprese che rientrano nei settori interessati dal provvedimento per beneficiare di questi aiuti.
Appare indispensabile che l’Unione europea adotti misure specifiche a sostegno del settore farmaceutico in uno scenario economico ancora instabile e indecifrabile.
A oggi, il concetto di bene pubblico nella farmaceutica off-patent è stato esclusivamente ricondotto in tutti i Paesi UE alla riduzione dei prezzi dei farmaci attraverso il meccanismo del rimborso al prezzo più basso. ‘Una visione già obsoleta e ormai improponibilè, secondo Nomisma, che sottolinea la necessità di ‘ridisegnare il confine tra pubblico e privato, alla ricerca di un nuovo equilibrio che contemperi anche la salvaguardia e il rafforzamento del sistema produttivo, con azioni sia sul lato della domanda che dell’offertà.
Quattro le azioni da attuare sul fronte della domanda: revisione o eliminazione del payback per i farmaci fuori brevetto; di fronte alla impennata della struttura dei costi, agire sul livello di rimborso dei farmaci fuori brevetto per arrestare l’emorragia di fornitori che si sta delineando, individuando quelli con particolari condizioni di vulnerabilità oppure individuando una soglia critica di prezzo al di sotto del quale la sostenibilità industriale è compromessa; nuovi meccanismi pubblici di acquisto di farmaci in ospedale, ripensando il meccanismo di determinazione dei fornitori e del prezzo; meccanismi di incentivo e sostegno economico per mantenere in produzione i farmaci più consolidati e con meno fornitori, salvaguardando la biodiversità.
Più complesso l’intervento sul lato dell’offerta, conclude il rapporto: ‘Significa tornare ad attivare la dimenticata politica industriale del Paese lasciando alle imprese il tempo necessario per ‘crescere e amalgamarsì e offrendo una controparte burocratica amministrativa di pari efficienzà.
‘Dalla ricerca emerge evidente la sottovalutazione dell’impatto sociale del farmaco in generale e, in particolare, del farmaco generico: un eventuale shortage di questi prodotti impatterebbe direttamente e pesantemente sulla popolazione, che si troverebbe privata dei medicinali indispensabili per curare malattie anche gravi. Tanto più in una situazione geopolitica come quella attuale con una polarizzazione a blocchi del mondo, che rende estremamente difficile e incerto l’approvvigionamento di materie primè, ha affermato Maurizio Marchesini (presidente di Nomisma), che ha aperto i lavori. ‘La progressiva diminuzione – talvolta la scomparsa – dei farmaci – ha proseguito – è un fattore di alto rischio anche per il fatto che la produzione nel settore farmaceutico ha tempi diversi rispetto agli altri settori (non solo per i margini temporali necessari per riavviare la produzione, ma anche per la produzione delle macchine per il confezionamento dei prodotti, che – noi di Marchesini lo sappiamo bene – sono sottoposte a test di verifica e validazione lunghissimi): tornare a produrli richiede mesi di tempo. Ritengo – ha concluso – che siano urgenti policy mirate, anche europee, perchè vengano devolute al comparto necessarie attenzioni e risorsè.
‘Per assicurare continuità di cure a milioni di cittadini italiani per le patologie croniche è necessario scongiurare il rischio di carenze di farmaci divenuti non più industrialmente sostenibili. Dal momento che la capacità produttiva è al suo massimo, i Paesi europei competeranno sempre di più sui grandi volumi per assicurare le cure e se l’Italia non saprà guardare alle cause profonde delle carenze di medicinali essenziali, perderà questa sfidà, è il pronostico di Enrique Hausermann, presidente di Egualia.
‘Purtroppo – ha aggiunto – non ci sono in pista nel nostro Paese provvedimenti che puntino ad affrontare questo nodo cruciale. Resta dunque urgente e prioritario trovare delle forme di bilanciamento per affrontare l’esplosione dei costi produttivi per i farmaci a più basso costo, che rischiano progressivamente di scomparire dal mercatò.
‘Seppur consci del contesto macroeconomico nel quale la manovra di bilancio 2024 si sta delineando e degli sforzi che il Governo ha profuso nell’assicurare risorse adeguate al SSN, vorremmo poterci confrontare sugli interventi necessari e le modifiche normative che rimangono da fare, tanto legate alla governance farmaceutica quanto alla politica industriale, con l’obiettivo di alleggerire la pressione che da tempo sta schiacciando il nostro settore industriale, minando la capacità futura di garantire al SSN farmaci di qualità, sicuri ed efficaci a costi sostenibili – ha concluso Hausermann -. In caso contrario un comparto essenziale per la tutela della salute pubblica rischia di essere irreversibilmente compromessò.

– foto xi2/Italpress –
(ITALPRESS).

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Bagnaia vince la Sprint di Motegi, Martin quarto

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MOTEGI (GIAPPONE) (ITALPRESS) – Francesco Bagnaia (Ducati Lenovo) vince la Sprint Race del Gran Premio del Giappone, disputata sullo storico tracciato di Motegi. Il pilota campione del mondo ha saputo approfittare della caduta a quattro giri dal termine di Pedro Acosta, fino a quel momento in testa con margine. Bagnaia recupera così qualche punticino in classifica su Martin, riducendo il gap a 15 punti. Il podio di giornata viene completato da Enea Bastianini (Ducati Lenovo), al secondo posto, e da Marc Marquez (Ducati Gresini), al terzo. Quarto posto per Jorge Martin (Ducati Prima Pramac), autore di una gara in difesa: segue Franco Morbidelli (Ducati Prima Pramac), al quinto posto. Nell’ordine, completano la top ten Fabio Di Giannantonio, Alex Marquez, Jack Miller, Maverick Vinales e Marco Bezzecchi. Sono caduti anche Raul Fernandez, Espargaro, Nakagami, Mir. Out, invece, Binder a causa di un problema tecnico.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS)

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Manovra, Tajani “Extraprofitto incomprensibile, concetto extraterrestre”

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MILANO (ITALPRESS) – “Il ministro Giorgetti sta lavorando seriamente con i ministri alla nuova legge di Bilancio. Tutti devono contribuire, pagando le tasse che già ci sono. Finchè saremo al governo non ci sarà nessuna nuova tassa”. Lo ha detto il leader di Forza Italia e vicepremier, Antonio Tajani, intervistato da “La Stampa”. “Il concetto di extraprofitto è incomprensibile – aggiunge -, se qualcuno guadagna molto pagherà le tasse in base al sistema fiscale che abbiamo. Extraprofitto è un concetto extraterrestre. Il dialogo con le banche deve essere sempre aperto, anche per rassicurare gli investitori stranieri che sono interessati all’Italia”. “La nostra spesa pubblica è di mille miliardi: 10 miliardi rappresentano l’1% di questa spesa, che possiamo recuperare con una maggiore efficienza di gestione, tagli agli sprechi, privatizzazioni, vendita del patrimonio non utilizzato, liberalizzazioni. Ma ricordo che soprattutto dobbiamo ridurre il costo del debito pubblico. Dobbiamo fare tutto il possibile per far scendere i tassi d’interesse e diminuire il costo del denaro. Serve liquidità nelle tasche di imprese e famiglie. Credo che le parole di Giorgetti siano state male interpretate. E infatti il calo in Borsa è durato poche ore” dice ancora Tajani. Infine, sullo Ius Scholae, il leader di Fi ha detto: “Credo che poco alla volta anche i partiti con cui siamo saldamente alleati si apriranno a una discussione pratica e responsabile”. (ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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Il Verona ribalta il Venezia e vince il derby 2-1

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VERONA (ITALPRESS) – Il vantaggio iniziale, il pari subito pochi minuti dopo e il ko nei minuti finali. Il Venezia vede ripetersi quello che sembra ormai un leit-motiv nella sua stagione e cade nel derby del Veneto: rimonta e vince 2-1 l’Hellas Verona, trascinata da Tengstedt e favorita dall’errore di Joronen (autogol). Inutile la rete in apertura di Oristanio.
Paolo Zanetti prova ad aggredire i rivali con un assetto estremamente offensivo: Livramento e Lazovic esterni, Mosquera-Tengstedt insieme in attacco in un 4-4-2. Manca però qualcosa a livello difensivo al suo Verona, che si fa sorprendere dopo soli due minuti: la difesa è posizionata malissimo su un corner, Oristanio svetta e firma il vantaggio del Venezia. L’Hellas ha un paio di minuti nei quali rischia di capitolare, poi si risveglia e aggredisce gli arancioneroverdi.
Lazovic va vicino al pari, che arriva al 9′: Mosquera ispira Tengstedt, che insacca l’1-1 con uno splendido tiro al volo. L’ex Benfica si conferma un fattore nella stagione dell’Hellas ed è immarcabile per il Venezia, sfiorando due volte la doppietta.
Rispondono a tono i lagunari, che sprecano con Haps e vanno vicini al bis con Oristanio. La partita è vibrante e, col passare dei minuti, si amplia il dominio del Verona: il Venezia perde regolarmente le marcature sui corner e rischia, con Magnani poco preciso.
Si va al riposo sull’1-1 e gli ospiti spaventano subito Zanetti: Busio calcia, Montipò devia. Risponde Magnani, che non trova la porta di testa, ma il Venezia sembra avere un impeto migliore: Oristanio e Sverko flirtano col vantaggio, senza trovarlo. Joronen salva i suoi sulla conclusione di Duda, poi li condanna all’81’: erroraccio sulla conclusione di Kastanos, autogol e 2-1. Ancora una volta il portiere, salvifico in Serie B, si rivela lo sfortunato artefice di un ko dei lagunari. La scena si ripete e Di Francesco, punito nuovamente dai calci piazzati, prova il tutto per tutto inserendo Raimondo e passando al tridente.
Zanetti risponde chiudendosi coi cinque difensori e ripartendo con efficacia: più chances per il Verona che per il Venezia nei minuti finali, e il derby si tinge di gialloblù. L’Hellas vince 2-1 e torna al successo dopo tre ko consecutivi, quattro nelle ultime cinque gare: Zanetti sale a 9 punti, Di Francesco resta penultimo a quota 4. Il suo Venezia non sembra imparare dai suoi errori e li paga carissimi: la vittoria nel derby manca dal 2007/08 e dalla C1.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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