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Economia

Al via la piattaforma di e-procurement MEF/Consip

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ROMA (ITALPRESS) – Dal 1° gennaio 2024, con l’entrata in vigore della “digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti”, ha preso avvio l’ecosistema nazionale degli appalti pubblici – tra gli obiettivi più rilevanti del PNRR (milestone M1C1-75) – che consente l’interoperabilità tra piattaforme certificate e banche dati, lo scambio e il riuso di informazioni, l’accessibilità digitale a dati e documenti.
Un passaggio epocale di modernizzazione dell’Italia e di crescita a livello europeo, che consentirà alla Pubblica Amministrazione di fare acquisti in modo più efficace e trasparente, offrendo servizi migliori a cittadini e imprese, con benefici per tutto il Paese.
Ma cosa significa in concreto digitalizzare gli appalti pubblici? Vuol dire superare definitivamente non solo l’era della carta negli appalti, ma andare oltre l’idea stessa della gara pubblica come predisposizione di documenti, passaggi burocratici, notifiche. Ora amministrazioni e imprese entrano in una dimensione digitale e immateriale di tutte le fasi del processo di acquisto. Non ci saranno più documenti ma interoperabilità di dati tra piattaforme “certificate”.
Per raggiungere questo traguardo, Consip S.p.A., che gestisce – per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze – la piattaforma nazionale di e-procurement www.acquistinretepa.it, ha operato in piena sinergia con Anac, AgID e PagoPA – con il coordinamento della Presidenza del Consiglio, del Dipartimento della Trasformazione Digitale e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’adeguamento della piattaforma MEF/Consip, avviato con l’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti, ha raggiunto un importante traguardo con la certificazione AgID nel dicembre 2023 e proseguirà, accompagnando amministrazioni e imprese nella digitalizzazione per tutto il 2024.
Caterina Marcantonio, Responsabile della Divisione Promozione sistema di e-procurement di Consip S.p.A., in prima linea nella gestione del progetto, ne racconta la complessità e gli interventi messi in atto.
“Consip – inizia Caterina Marcantonio – ha affrontato con unità e coesione questa straordinaria sfida, che siamo fieri di aver gestito con successo. Attraverso una war-room, fortemente voluta dal nostro Amministratore Delegato Marco Mizzau, aperta giorno e notte e che ha visto anche la sua continua presenza, abbiamo trasformato idee in soluzioni, riuscendo a garantire la continuità operativa per tutti i nostri clienti”.
“Un lavoro di squadra – ‘tutti in campò per traguardare l’obiettivo del PNRR – anticipato di due anni – e dotare il Paese delle infrastrutture per la completa digitalizzazione degli appalti”.
“Un’opportunità storica, un progetto temerario e ottimista nei tempi di realizzazione, nel quale il digitale ha un ruolo fondamentale, è che mette a terra una strategia di sistema che si fonda sulle riforme pianificate dall’Unione Europea per la ripresa nazionale dopo la pandemia. E’ cambiata la visione del procurement pubblico, con una idea ben definita per il futuro del Paese, ambiziosa e con obiettivi di lungo periodo: sostenere la Pubblica Amministrazione nelle attività di scelta consapevole e inclusive degli acquisti e consentire alle PMI di essere sempre più digitali e competitive. Dal 6 gennaio, giorno di avvio operativo – prosegue Caterina Marcantonio – è stata raggiunta una media giornaliera di circa 3.000 richieste di Cig ad Anac tramite la nostra piattaforma. Richieste che vengono restituite agli utenti entro tempi stabiliti e garantiti direttamente da Anac. Il notevole aumento delle procedure secondo le nuove regole è evidente, come dimostrano gli oltre 37.000 Cig gestiti fino ad oggi. Non sono pochi. Ad esempio, sul Mercato Elettronico della PA (MEPA), gli affidamenti diretti sotto i 5.000 euro sono stati 21.000, superando i 15.000 dell’intero gennaio 2023. Nonostante il contesto nuovo e complesso in fase di avvio, la piattaforma e-procurement si adatta pienamente alle esigenze di cambiamento del sistema nazionale degli acquisti pubblici”.
“Anche l’accesso alla piattaforma tramite i sistemi di identità digitale – continua Caterina Marcantonio – come già da anni avviene in altri ambiti – dal pagamento delle rette scolastiche alle richieste di certificati anagrafici – garantisce una operatività sicura e affidabile anche nel procurement, secondo gli indirizzi del Codice dell’Amministrazione Digitale”.
La piattaforma MEF/Consip – attraverso la quale sono stati gestiti nel 2023 acquisti per circa 27 miliardi di euro, pari all’1,7% del PIL italiano, con oltre 500mila contratti stipulati tra 140mila imprese (oltre il 97% PMI) e 13.500 amministrazioni abilitate – si conferma, dunque, un punto di riferimento nel sistema di e-procurement nazionale e continuerà a garantire, con il progetto di digitalizzazione, una gestione sempre più efficace degli acquisti pubblici.
“Dopo la sfida del PNRR e aver raggiunto questo risultato epocale di rivoluzione del sistema nazionale degli appalti pubblici – conclude Caterina Marcantonio – non dobbiamo fermarci a osservare le previsioni di crescita, ma dobbiamo implementare i cambiamenti necessari al nostro sistema che rappresenta la cerniera di collegamento tra amministrazioni pubbliche e tessuto imprenditoriale, protesi verso un miglioramento continuo. Le evoluzioni di medio e lungo saranno ancora tante: l’adozione di soluzioni e paradigmi Cloud, una nuova customer journey che pone il “cliente al centro”, l’implementazione di soluzioni di Generative AI, che renderanno la nostra piattaforma la soluzione di riferimento per la Pubblica Amministrazione”.

– Foto ufficio stampa Consip –

(ITALPRESS).

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Meloni “Dalle banche 5 miliardi su 44 di profitti. Chieste risorse a chi ha avuto grandi benefici”

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ROMA (ITALPRESS) – “Non vogliamo tassare la ricchezza prodotta dalle aziende, perchè daremmo un segnale sbagliato. Vogliamo un contributo sulla rendita accumulata per condizioni di mercato che la politica del governo ha fortemente contribuito a creare”. Così la premier Giorgia Meloni a Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, nel nuovo libro di Bruno Vespa “Finimondo”, in uscita giovedì 30 ottobre per Mondadori-Rai Libri. “Ho spiegato – continua Meloni – che per mantenere i conti in ordine, occorrono delle risorse e le abbiamo chieste a chi, grazie a questa politica, ha avuto dei grandi benefici”.

“Se cresce lo spread, se sale il rating dell’Italia, se le banche hanno potuto approfittare dei 200 miliardi messi a disposizione dal governo Conte per rinegoziare con la garanzia dello Stato prestiti che avevano già erogato, o dei crediti del superbonus, sempre grazie a Giuseppe Conte, è giusto che quelle stesse banche ci diano una mano a continuare in una politica così profittevole. Se su 44 miliardi di profitti nel 2025 ce ne mettono a disposizione circa cinque per aiutare le fasce più deboli della società, credo che possiamo essere soddisfatti noi e che in fin dei conti possano esserlo anche loro”, aggiunge Meloni.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Mastrapasqua “Collegare le pensioni al numero dei figli. La crisi demografica impone scelte forti”

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ROMA (ITALPRESS) – L’idea di collegare la pensione al numero di figli che si fanno “è tutt’altro che un azzardo”. Lo dice in un’intervista all’Italpress l’ex presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua. “La crisi demografica impone scelte forti – afferma -. Peraltro l’idea di collegare una migliore prestazione previdenziale in funzione del numero dei figli era contenuta anche nella legge Dini del 1995. Ma era rimasta tra le pieghe della riforma previdenziale e soprattutto all’epoca non c’era la crisi demografica con cui oggi dobbiamo confrontarci. L’Istat pochi giorni fa ci ha ricordato che nel 2024 le nascite sono state 369.944, in calo del 2,6% sull’anno precedente e del 42,2% rispetto al 1995, quando venne predisposta la riforma Dini di cui abbiamo parlato“. La crisi demografica mette in crisi tutto il sistema del welfare? “Certo, a cominciare dalle pensioni. Il sistema previdenziale a ripartizione, che vige in Italia, è un’ottima forma di patto generazionale, a condizione che ci siano nuove generazioni – evidenzia -. Con il sistema a ripartizione la mia pensione sarà pagata dai contributi di mio figlio, così come io ho pagato quella di mio padre. E senza nuovi nati non ci saranno nuovi lavoratori, meno lavoratori vuol dire un Pil più basso, meno contributi previdenziali e pensioni più magre. Bisogna invertire questo trend, in maniera radicale”.

Non bastano i bonus per favorire le famiglie che fanno più figli? “I bonus sono necessari, ma non sufficienti – replica Mastrapasqua -. Serve uno shock. E quindi bisogna immaginare una convenienza forte, una scommessa sul futuro proprio, della propria famiglia, del proprio Paese. Ma soprattutto una occasione per migliorare la propria condizione”. Mastrapasqua propone un aumento di 800-1000 euro al mese per la pensione di chi fa più di due figli. “Questo serve. Si tratta di avere il coraggio di progettare una proposta “disruptive” che coniughi esplicitamente l’”investimento” di fare figli con un premio a lunga scadenza: nell’orizzonte di un risparmio finanziario potremmo paragonare a un Btp trentennale, non incassabile fino a scadenza. Comunque – spiega – si deve poter contare su una grande convenienza; non un semplice ritocco al coefficiente di trasformazione come prevede la Dini del ’95, quando la crisi demografica era solo all’orizzonte. Ci vuole un intervento radicale, che assicuri un incremento di almeno il 50% della prestazione previdenziale raggiunta a scadenza, di vecchiaia o anzianità per i genitori che mettono al mondo almeno due figli. Un patto generazionale con una obbligazione dello Stato”.

Solo per le madri? “La Dini prevedeva il beneficio, assai modesto, solo per le madri. Credo che oggi sia il tempo di ragionare su entrambi i genitori, che devono poter contare su un grande incremento della futura prestazione previdenziale”, conclude Mastrapasqua.

– foto IPA Agency –

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(ITALPRESS).

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Economia

Si rafforza BRIDGeconomies, la rete europea a supporto delle PMI in Campania e Puglia

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ROMA (ITALPRESS) – Si chiama BRIDGeconomies ed è il progetto europeo al quale partecipa ENEA per fornire gratuitamente alle aziende di Campania e Puglia assistenza sull’accesso a finanziamenti e opportunità UE e servizi integrati che favoriscono l’innovazione e il trasferimento tecnologico.

Il progetto ha usufruito di un finanziamento di circa 1 milione di euro per il periodo 2022-2025 e beneficerà di un ulteriore finanziamento di circa 900 mila euro per il triennio 2025-2028. BRIDGeconomies, che riunisce 13 partner tra camere di commercio, associazioni imprenditoriali, agenzie di sviluppo, centri di ricerca e università del Mezzogiorno, è uno dei sei consorzi italiani a offrire servizi della Enterprise Europe Network (EEN), la più grande rete mondiale a supporto delle piccole e medie imprese, istituita dalla Commissione Europea nel 2008, oggi presente con circa 600 punti di contatto in 57 Paesi.

“Come ENEA abbiamo creato un database con 1270 clienti della rete EEN che ricevono newsletter e vengono costantemente aggiornati sulle opportunità offerte. Ad oggi le imprese che sono supportate nel processo di innovazione e crescita a livello internazionale sono circa 850, quelle che beneficiano della consulenza specialistica dei nostri esperti 112, mentre le aziende che ricevono corsi di orientamento e formazione specializzati sono 525. Numeri importanti e in fase di continua crescita”, spiega il responsabile ENEA del progetto Oscar Amerighi, della divisione Knowledge transfer management, che collabora anche con i colleghi dei dipartimenti Energia e Sostenibilità. I servizi forniti dalla rete EEN comprendono: supporto all’innovazione con analisi delle capacità di gestione di ciascuna azienda; assistenza per il trasferimento tecnologico; sviluppo di partenariati attraverso la ricerca; identificazione di partner per accedere a progetti europei.

“Grazie ai nostri servizi sono circa 80 le aziende che finora hanno conseguito risultati importanti in ambito di partenariato internazionale. Inoltre, come ENEA abbiamo sottoscritto accordi di collaborazione con Confindustria, università e altri stakeholder presenti nelle due regioni e posto in essere diverse azioni sul tema della sostenibilità, come la realizzazione di due tavoli di simbiosi industriale a Salerno e a Taranto e la proposta di un servizio di assessment della sostenibilità aziendale e sul tema della digitalizzazione, anche in collaborazione con gli European Digital Innovation Hub CETMA-DIHSME e I-NEST”, conclude Amerighi. ENEA ha promosso anche il tema delle reti energetiche integrate, in vista dello sviluppo di un dimostratore di smart grid di piccola taglia presso il Centro di Portici, in provincia di Napoli, finanziato nell’ambito del Progetto Mission Innovation – POA Smart Grid, che sarà a disposizione delle imprese per mostrare i vantaggi relativi all’ottimizzazione dei consumi derivanti dall’adozione di tecnologie intelligenti e di fonti rinnovabili.

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Tra le varie iniziative portate avanti da ENEA nell’ambito del progetto: eventi, quali Innovation Village e Open Day della ricerca con incontri one-to-one tra ricercatori e imprese; incontri B2B tra imprese, incubatori e investitori, sia pubblici che privati.

– foto ufficio stampa Enea –

(ITALPRESS).

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