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Cronaca

CDP, 10 mld nel 2021/2023 per lo sviluppo sostenibile delle Regioni

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ROMA (ITALPRESS) – Oltre 100 rappresentanti del sistema regionale sono intervenuti ai tavoli di confronto organizzati presso la sede di Cassa Depositi e Prestiti a Roma, nell’evento “Strumenti e iniziative per lo sviluppo del territorio, che è stato l’occasione per fare il punto sui risultati frutto delle sinergie fra Cassa Depositi e Prestiti, Istituzioni locali e forze economiche del territorio, per elaborare soluzioni che consentano di gestire nella maniera più efficiente le risorse messe a disposizione di enti pubblici, imprese e infrastrutture. L’evento è stato aperto dal presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini, mentre per l’Associazione Nazionale delle Finanziarie Regionali (ANFIR) è intervenuto il presidente Michele Vietti. Ha partecipato anche Paolo Calvano, in qualità di rappresentante della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nel Consiglio di Amministrazione di CDP. “E’ stata una giornata operativa, di lavoro, molto pragmatica, con quattro tavoli – sulla sanità, sugli aspetti immobiliari, sul supporto alle imprese e sulle infrastrutture – che ha consentito non solo a Cdp di spiegare che cosa può fare in termini di finanziamenti, ma anche per la consulenza e il supporto nella programmazione, e che ha permesso alle regioni di scambiarsi esperienze” e di immaginare “idee di utilizzazione delle risorse. La combinazione di risorse di Cassa e risorse regionali dà un forte contributo alla crescita”, ha detto l’amministratore delegato di Cdp, Dario Scannapieco. Anche il Presidente di CDP, Giovanni Gorno Tempini, ha parlato di “una giornata importate perchè rappresenta un’occasione per ascoltarsi e confrontarsi, fondamentale per avere un impatto concreto, non solo dal punto di vista del rendimento finanziario, ed offrire soluzioni per il territorio con investimenti che siano efficaci”.
Nel triennio 2021-2023, nel complesso CDP ha portato a termine iniziative per quasi 10 miliardi di euro: a favore di Regioni, Province Autonome, Società partecipate dalle Regioni e programmi dedicati alle imprese in collaborazione con le Finanziarie regionali sono stati mobiliati direttamente 2,5 miliardi, di cui un miliardo è stato destinato allo sviluppo delle infrastrutture in particolare nei settori delle reti di trasporto, della mobilità sostenibile e delle energie rinnovabili. A questi si aggiungono le operazioni di rifinanziamento di debiti pregressi delle Regioni con il Ministero dell’Economia e delle Finanze che, tra il 2021 e il 2022, hanno raggiunto un ammontare complessivo pari a 7,3 miliardi, generando risparmi per 1,8 miliardi.
Inoltre, in sinergia con le Finanziarie regionali, CDP ha promosso strumenti innovativi di sostegno finanziario, come i Basket Bond, volti a facilitare l’accesso al credito delle Piccole e medie imprese locali: dal loro avvio, i Basket Bond Regionali, che beneficiano di garanzia pubblica, hanno portato a finanziare 123 Pmi, attivando in totale risorse per oltre 335 milioni di euro.
Con questi strumenti, ha spiegato Scannapieco, “si permette a Cassa di finanziare le imprese che emettono dei mini bond: questo dà la possibilità alle imprese di accedere a una finanza ‘Cassa più altri investitorì, disintermediando il canale bancario” e “significa ampliare le fonti di finanziamento per le imprese e dare loro maggiori opportunità di crescita”.
Cassa Depositi e Prestiti, ha proseguito Scannapieco, “è un’istituzione che ha 175 anni e il ruolo delle istituzioni è collaborare con le altre. Quando diamo un finanziamento, non dobbiamo sederci dall’altra parte del tavolo delle Regioni e delle controparti, ma dobbiamo sederci accanto a loro e di fronte a noi ci deve essere il problema che analizziamo e poi definiamo come gestirlo”. Per dare slancio al Paese, il Pnrr è fondamentale. “Il Pnrr è un programma di riforme che deve portare a mettere a terra le risorse in maniera molto più rapida: le idee ci sono, le imprese ci sono ma ci sono delle lungaggini, dei problemi nel mettere a terra le risorse”. Bisogna “sburocratizzare, dare maggiore certezza nei tempi e nei costi”: questo “significa nei fatti sostenere gli investimenti e quindi la ripresa e l’innovazione del Paese”, ha concluso Scannapieco.

– foto ufficio stampa Cassa depositi e prestiti –
(ITALPRESS).

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Milano-Cortina, da Open Fiber 900 km di fibra ottica

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Fibra ultraveloce per Milano-Cortina, da Open Fiber rete da 900 km

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MILANO (ITALPRESS) – Un ambizioso progetto, già avviato, per garantire una connessione di rete ad alta velocità nei principali presidi di pronto intervento in vista dei giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026.
E’ questa la base dell’accordo operativo presentato oggi tra la Città metropolitana di Milano e Open Fiber.
Come illustrato da Stefano Mazzitelli, direttore commerciale di Open Fiber, “in totale sono circa 900 km di rete nuova per i tre anelli previsti. Dal punto di vista economico parliamo di un ordine di grandezza di circa 3 milioni di euro. Le tempistiche del progetto sono molto strette: le Olimpiadi sono alle porte e quindi dobbiamo completarlo fra novembre e gennaio. Mi piace annunciare il fatto che c’è stata una richiesta specifica di accelerare un progetto per l’ospedale Niguarda e la linea Milano-Livigno è già operativa. La nostra rete FTTH, grazie a caratteristiche di resilienza, affidabilità e altissima velocità, si conferma il mezzo ideale per sostenere servizi di pubblica utilità e sicurezza, garantendo comunicazioni real-time e mission critical fondamentali per la protezione del territorio e la gestione di informazioni delicate”.
I tre anelli in fibra ottica ad altissima velocità saranno in grado di garantire una connessione sicura e protetta fino a 10 Gigabit al secondo. Nello specifico, il primo anello riguarderà la Polizia di Stato e raggiungerà la Centrale Operativa Interforze Semogo a Valdidentro (SO), l’Ufficio Polizia di Frontiera a Tirano, la Questura di Sondrio e il Commissariato di Sesto S. Giovanni (MI).
Il secondo anello interesserà diversi enti del territorio di Sondrio: la Questura, la Polizia stradale, il Comune, la Prefettura e il Comando Provinciale dei Carabinieri.
Il terzo anello invece collegherà i presidi di Livigno, Bormio e Sondalo con l’ospedale Niguarda di Milano.
“La sinergia sviluppata con Città Metropolitana di Milano ci consentirà di completare rapidamente un progetto fondamentale, collegando enti pubblici strategici che devono scambiarsi informazioni sensibili in tempo reale con la massima sicurezza, un’esigenza cruciale soprattutto in occasione di un evento globale come i giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026”, ha aggiunto Mazzitelli.
Francesco Vassallo, Vicesindaco della Città metropolitana di Milano, ha definito il progetto “il risultato di oltre vent’anni di lavoro silenzioso ma determinato, frutto di una visione chiara e condivisa: dotare il territorio metropolitano di un’infrastruttura digitale robusta e pubblica”. Il riferimento è ai circa 8000 km di fibra ottica posti dal 2005 che circondano la città metropolitana di Milano. Un’infrastruttura che collega circa 100 comuni metropolitani, 156 istituti scolastici, ospedali, la questura di Milano e la Polizia Postale e delle Comunicazioni della Lombardia.
“Oggi mettiamo a disposizione la nostra esperienza consolidata in 25 anni: fornire connettività di qualità agli organi istituzionali che ne fanno richiesta – ha aggiunto Vassallo – vogliamo offrire una connettività che al termine delle olimpiadi rimarrà a disposizione delle comunità stesse. La nostra rete non è solo un insieme di cavi, ma il cuore pulsante di una nuova amministrazione intelligente, capace di integrare scuola, sanità, sicurezza e immobilità sostenibile in un sistema digitale realmente connesso e al servizio dei cittadini”.
Sull’importanza che questo progetto avrà non soltanto per la durata delle Olimpiadi, ma anche per il futuro del territorio si è soffermato anche Alberto Zoli, Direttore generale dell’ospedale Niguarda di Milano e Medical Care manager per la Lombardia per i giochi olimpici Milano-Cortina 2026.
“Sarà un sostanziale miglioramento perchè riusciremo a garantire in una sorta di ospedale diffuso le trasmissioni di immagini, dati e quant’altro occorre per il trattamento dei pazienti. I nostri pazienti avranno come punti di riferimento non solo le Medical Station e i policlinici nelle venue, ma soprattutto nei villaggi olimpici peraltro diffusi in Alto Valtellina – ha affermato – Saranno erogate delle prestazioni sanitarie anche di tipo diagnostico, dove immagini e dati saranno sostanzialmente quelle che faranno la differenza tra esserci o non esserci. E la telemedicina sarà quella che farà da padrone da questo punto di vista”.
Alla fine “rimarrà – aggiunge – un ospedale diffuso che terrà in collegamento diretto e concreto l’ospedale di Sondalo con l’ospedale Niguarda di Milano. Molti operatori dell’ospedale di Milano sono già impegnati in Alta Valtellina e quindi stanno lavorando”.
Per il Questore di Milano Bruno Megale “questo progetto ha consentito di portare la fibra ottica in tutti gli uffici della Questura di Milano e nei commissariati distaccati. Un collegamento che ha accelerato la trasmissione dei dati e le attività di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda la trasmissione dei video, delle immagini, ma anche i servizi per il cittadino”.
“Con questi collegamenti siamo riusciti anche a implementare servizi tipo i passaporti, l’ufficio immigrazione… servizi che interessano direttamente tutta la cittadinanza di Milano. Quindi un collegamento attivo all’avanguardia tra la questura centrale e tutti gli uffici distaccati sul territorio”, ha aggiunto Megale ricordando la centrale operativa comune in via Drago “che permetterà di seguire tutti gli eventi in tempo reale”.
-foto f14/Italpress –
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Cina-Italia: Xìan-Roma a piedi, viaggio di un uomo sulla nuova Via della seta

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ROMA (ITALPRESS/XINHUA) – Sotto il dolce sole autunnale, il trentaquattrenne Cheng Long stava in piedi davanti al Colosseo di Roma, con accanto uno zaino logoro. Vestito con una semplice maglietta blu, la sua pelle scurita da due anni di viaggio, sembrava in tutto e per tutto un viandante. Era il punto finale di un viaggio iniziato a Xìan, in Cina, ripercorrendo gli echi moderni dell’antica Via della seta attraverso l’Eurasia.

“Ho provato a cercare le parole giuste, ma nessuna sembrava adatta”, ha detto Cheng al suo pubblico durante una diretta streaming. Ha pianto per due ore, sopraffatto dalla stanchezza, dall’orgoglio e dall’incredulità di aver concluso in Italia il suo cammino durato due anni.

Cheng è cresciuto nella provincia nord-occidentale cinese di Shaanxi, terra di antiche storie di carovane e dell’antica capitale Xìan. Da bambino era affascinato dalla leggenda dell’inviato Zhang Qian, mandato a occidente oltre 2.100 anni fa per aprire quella che sarebbe diventata la Via della seta. Quella storia ha piantato in lui un sogno che decenni dopo lo avrebbe portato attraverso i continenti.

Si è allenato duramente, correndo mezze maratone e scalando i monti Qinling. A 23 anni ha camminato da Sichuan a Xizang, oltre 2.000 chilometri, e sapeva che un giorno sarebbe andato ancora più lontano. Dopo anni di lavoretti e di assistenza alla madre malata, nel 2023 Cheng ha deciso che il valore della vita si misura nel significato, non nel comfort. Quando la madre è guarita, ha venduto la sua macchina, ha fatto un bagaglio leggero, ha portato con sè una bandiera nazionale e ha iniziato a camminare verso ovest.

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Si è fatto chiamare “Dragon Walker”. Dai soli 8.000 follower sui social media all’inizio, il suo pubblico è cresciuto fino a quasi 300.000 quando è arrivato a Roma.

Il percorso di Cheng lo ha portato attraverso Horgos, nello Xinjiang, poi in Kazakistan, sul Caucaso, in Turchia, in Grecia e, infine, in Italia – più di 10.000 chilometri a piedi. Ha sopportato il caldo sopra i 50 gradi Celsius, valichi di montagna coperti di neve e notti senza un riparo. Ha consumato diciannove paia di scarpe, si è infortunato a un ginocchio e spesso ha sofferto la fame. In Kazakistan, un colpo di calore lo ha quasi ucciso, prima che degli stranieri lo portassero in una piccola clinica.

I soldi erano scarsi. Mentre i suoi risparmi stavano diminuendo in Europa, ha cominciato a trasmettere in diretta streaming, accettando piccole donazioni dagli spettatori per poter proseguire. “All’inizio rifiutavo – ha detto – ma senza quell’aiuto non sarei riuscito a finire”.

L’Italia gli ha lasciato una profonda impressione. Quando è arrivato a Benevento, nel sud del Paese, senza un posto dove dormire, un macellaio locale gli ha permesso di dormire nel cortile e la mattina gli ha portato caffè e cibo – un gesto che, ha detto Cheng, “ha catturato il calore dell’Italia”.

Per Cheng, la strada non era solo un test fisico ma un riflesso vivente della nuova Via della seta. Ha visto autostrade costruite dai cinesi in Asia centrale, auto familiari in città straniere e le reti digitali che connettono regioni un tempo isolate. “La Via della seta oggi è fatta di acciaio e fibra, non di cammelli e sabbia”, ha detto. “Ma lo spirito della connessione rimane”.

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Ciò che lo ha colpito di più è stata la gentilezza umana. Sconosciuti gli hanno offerto cibo, passaggi e amicizia senza badare a nazionalità o fede. “La gentilezza è la lingua che tutti parlano”, ha detto.

Cheng intende tornare in Cina per un breve riposo, per poi viaggiare di nuovo per rivedere le persone che lo hanno aiutato. Il suo viaggio, terminato nella Città Eterna italiana, ha dimostrato che anche nel ventunesimo secolo la Via della seta continua a collegare le persone attraverso strade, lavoro e compassione condivisi.

“La cosa importante è non aspettare il momento perfetto, ma fare il primo passo”, ha detto Cheng ai suoi follower.
Fonte foto: Xinhua
(ITALPRESS).

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