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Politica

Meloni “Aiutare l’Ucraina significa lavorare per la pace”

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ROMA (ITALPRESS) – I fronti dell’Ucraina e del Medio Oriente “sono uno frutto dell’altro. Quello che ha aperto l’invasione russa dell’Ucraina è l’idea che il diritto internazionale non esistesse più, che potesse essere violato, che chi era militarmente più forte poteva invadere il suo vicino, che le regole non erano più le stesse. Quando si aprono questi fronti le crisi tendono a moltiplicarsi”. Lo dice il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un punto stampa a margine del vertice Ue-Egitto, al Cairo.
“Per questo continuo a ritenere che aiutare l’Ucraina significa lavorare per la pace – prosegue Meloni -. Ciò non toglie che bisogna lavorare per trovare delle soluzioni di pace. Ma deve essere una pace giusta. Per cui condivido pienamente le parole del presidente della Repubblica, e cerchiamo di lavorare per quello che l’Italia può fare. Può sicuramente fare la sua parte soprattutto per costruire pace”.
“L’Egitto su Gaza è un attore di primo piano, è prezioso anche su questo, come lo sono anche altri attori come il Qatar. Il lavoro per una de-escalation lo dimostra. Penso che occorra continuare a dialogare soprattutto con questi Paesi, con gli attori regionali e continuiamo anche noi a fare la nostra parte – sottolinea Meloni -. Io sto parlando con tutti per arrivare a una de-escalation, alla cessazione delle ostilità e al rilascio degli ostaggi. Sono cose molto complesse che si costruiscono con il contributo di tutti quanti per questo è importante essere qui”.
Quanto al caso Regeni, “l’Italia pone tendenzialmente sempre questa questione, c’è un processo in cui noi siamo andati avanti a fare quello che dobbiamo fare. Il lavoro che stiamo facendo non cambia la nostra posizione sulla materia – afferma il premier -. C’è un procedimento giudiziario che sta andando avanti, per noi è importante. Continueremo a tentare di ottenere anche qualcosa di più, ma penso che quello che dobbiamo fare noi è andare avanti sul fronte della verità e della giustizia, ed è giusto il lavoro che sta facendo la magistratura”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Politica

Meloni “Referendum è stato un voto su opposizioni, non su governo”

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MILANO (ITALPRESS) – Sui referendum dell’8-9 giugno “il punto centrale per me è che dall’inizio di questa vicenda io non ho capito il senso da parte dell’opposizione di sinistra di presentare dei referendum abrogativi di leggi che aveva fatto la sinistra e dire che il referendum era un test contro contro il governo. A me invece pare che fosse solo una cosa interna alle opposizioni. Se volessimo dirla tutta, anche chi è andato a votare ha comunque votato contro leggi della sinistra, non contro leggi fatte da noi. Quindi cerchiamo di essere onesti. Io dico, mi pare che si sia trattato di un referendum sulle opposizioni più che sul governo e che tra l’altro il responso sia stato abbastanza chiaro”.

Così la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in videocollegamento con Milano per i 25 anni di attività del quotidiano “Libero”. Secondo la premier, “la reazione della sinistra al risultato del referendum non mi ha sorpreso perchè la sinistra ragiona sempre nello stesso modo: se vince le elezioni di qualunque genere allora è un trionfo della democrazia, mentre se le perde allora c’è un problema di democrazia. E addirittura si mettono in discussione le regole della democrazia”.

“Se proponi un referendum, poi ti puoi considerare vincitore se al referendum si raggiunge il quorum e se i cittadini hanno espresso in maggioranza la posizione che sostenevi. Se non l’hanno fatto, non hai vinto – ha aggiunto – Qui invece noi abbiamo una opposizione che non solo dichiara vittoria anche senza aver raggiunto il quorum, ma che proclama trionfante che la melone è stata sconfitta perchè il numero di chi ha votato è superiore ai voti che il centrodestra ha raccolto alle politiche, cosa peraltro non vera”.

“C’è stata addirittura chi ha detto che loro sapevano benissimo che non sarebbe mai stato raggiunto il quorum e quindi non è una sconfitta. Però se sapevate che non avreste mai raggiunto il quorum, perchè ci avete fatto spendere 400 milioni di euro per organizzarlo?”, ha ribadito.

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– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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Politica

Mattarella “Proteggere l’infanzia è un dovere della Repubblica”

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ROMA (ITALPRESS) – “Negli ultimi decenni, l’azione congiunta di governi, organizzazioni internazionali e società civile, ha sottratto milioni di bambine e bambini a condizioni di lavoro degradanti, reinserendoli in percorsi di istruzione, protezione e crescita. Frutto di un impegno corale, questi risultati rischiano oggi di essere compromessi dalle crisi globali, dai conflitti armati, dai cambiamenti climatici, dall’aumento delle disuguaglianze”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Si calcola che oltre 160 milioni di minori nel mondo siano ancora coinvolti in forme di lavoro che mettono a rischio la loro salute, ostacolandone lo sviluppo e violandone la libertà – aggiunge il capo dello Stato -. Sono bambini spesso invisibili, costretti a svolgere lavori pericolosi per sopravvivere: perché la fame è più urgente dell’infanzia, perché le loro scuole sono state distrutte dalle bombe, perché non esistono alternative né prospettive. Situazioni sommerse di sfruttamento e di esclusione sono presenti anche in Italia, soprattutto in contesti segnati da fragilità sociale ed economica”.

“L’abbandono scolastico apre la strada alla povertà educativa, all’emarginazione sociale e, nei casi più gravi, al coinvolgimento dei minori in attività illegali o sotto il controllo di ambienti criminali. Si innesca così un circolo vizioso che compromette, di generazione in generazione, le possibilità di crescita e sviluppo dei minori e delle loro famiglie. La Costituzione, agli articoli 31 e 34, afferma con chiarezza il dovere della Repubblica di proteggere l’infanzia e garantire il diritto all’istruzione – conclude Mattarella -. Operare per la piena affermazione dei diritti dei bambini è un dovere sociale che misura la civiltà e la coesione di un popolo. E’ il fondamento su cui costruire una società più giusta, capace di affrontare con responsabilità le sfide presenti e quelle future”.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

(ITALPRESS).

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Politica

La proposta di Conte “Abbassare il quorum del referendum al 33%”

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ROMA (ITALPRESS) – “Non sottovaluterei 14 milioni di cittadini che sono andati a votare, però l’istituto del referendum va riformato e noi abbiamo una proposta. Per quanto riguarda il referendum abrogativo dobbiamo abbattere il quorum a un terzo, portandolo al 33%. Così anche chi è contrario, sarà motivato ad andare a votare”. Così il presidente del M5S Giuseppe Conte in un’intervista al Corriere della Sera. “Inoltre, chiameremo tutte le forze politiche al confronto su un nuovo modello di referendum propositivo, con cui i cittadini potranno contribuire a introdurre nuove leggi – prosegue -. È la democrazia partecipativa, che abbiamo già sperimentato all’interno del M5S, con un risultato sorprendente”.

“Chiamare gli iscritti solo a votare con un click, con la democrazia diretta, rischiava di non farli sentire protagonisti. Per cui lo scorso anno abbiamo sperimentato con Nova un processo di democrazia partecipativa, sollecitando i nostri elettori ad avanzare proposte. È stato un successo – spiega l’ex premier -. Abbiamo ricevuto 22 mila contributi e da allora il M5S ha incrementato gli iscritti del 15%”.

 “L’arroganza con cui la maggioranza ha festeggiato il risultato è imbarazzante – aggiunge -. Un governo che esulta perché le persone non vanno a votare si dovrebbe vergognare. La stessa Meloni nel 2016 invitava il governo a rispettare chi era andato alle urne. Quando fai troppe giravolte poi finisce che ti gira la testa e perdi il senso dell’orientamento”. “Noi non abbiamo mai parlato di spallate a Meloni, ma continueremo a batterci contro il precariato, i lavoratori sottopagati e contro tutti i fallimenti di questo governo”, afferma ancora Conte.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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