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Politica

Ue, Milano Finanza “Meloni perde partita, per Ursula bis irto di scogli”

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MILANO (ITALPRESS) – “Sarebbe sbagliato pensare che quella di Giorgia Meloni è la prima sconfitta cocente per l’Italia in quanto il suo partito non ha votato per la rielezione di Ursula von der Leyen. Essersi tirati fuori dalla maggioranza dei partiti storici che hanno reso possibile il bis della politica tedesca alla guida della Commissione Europea (popolari, socialdemocratici, liberali più i verdi) forse è stata alla fine per Fratelli d’Italia una strada obbligata, perchè un voto favorevole l’avrebbe fatta confluire tra i partiti d’opposizione del nostro paese che hanno detto sì, a partire dal Pd. E sarebbe sbagliato anche pensare che tale voto contrario ridurrà le possibilità di avere commissari di peso, perchè queste erano già basse in quanto in Europa vige una legge non scritta di escludere dai posti di comando i partiti di destra e gli euroscettici, cosa che sono Lega e Fratelli d’Italia, ad eccezione di Forza Italia guidata abilmente da Antonio Tajani, che a questo punto diventa l’unico portiere tra Roma e Bruxelles”. Lo scrive Roberto Sommella, direttore di Milano Finanza, nel suo editoriale odierno. “Ma il punto non è questo – aggiunge -. L’Italia registra sconfitte brucianti a Bruxelles più o meno dal 1992, anno dell’entrata in vigore del Trattato di Maastricht”. “Dunque, questa di Meloni non è la prima nè l’ultima sconfitta ma potrebbe essere la più pericolosa.(SEGUE)(ITALPRESS). E questo perchè i posti che contano in Europa non sono quelli di commissario (dove punta il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto) ma quelle direzioni generali che rappresentano il cuore del gigante normativo comunitario e dove noi possiamo contare poche figure di rilievo come Mario Nava e Roberto Viola, mentre francesi e tedeschi dominano i gangli della Commissione a prescindere dai risultati alle elezioni nei rispettivi paesi” scrive ancora Sommella. “Sarà una sconfitta cocente, questo sì, se il nostro governo non riuscirà a imporre le istanze nazionali, a favore di famiglie e imprese, in sede di Consiglio Europeo, il vero governo dell’Unione. L’Europa funziona a maggioranze variabili sui singoli dossier ed è nel Consiglio che si possono ribaltare le vicende dei cammini normativi” chiosa il direttore. “Ma sarebbe un errore pensare anche che Ursula von der Leyen avrà vita facile coi suoi 401 voti a favore, perchè ella dovrà coniugare il vecchio New Green Deal col nuovo New War Deal, in quanto i paesi membri dovranno aumentare gli sforzi ambientalisti e aumentare le spese militari, scomputandole dal deficit come giustamente pretende il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e come forse proporrà nel suo lavoro Mario Draghi – conclude -. La partita dunque è persa e non siamo nella maggioranza di Ursula, ma il campionato europeo ha molti match in programma ed è lì che l’Italia dovrà battersi ancora per ridurre l’impatto delle politiche green su casa, auto e emissioni industriali. In caso perdesse altre battaglie allora sì che rischieremmo una ingiusta retrocessione insieme al presidente del Consiglio”.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

Politica

Crosetto “No all’invio di militari italiani in Ucraina”

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ROMA (ITALPRESS) – “Noi abbiamo sempre detto no all’invio di soldati italiani in Ucraina, anche perché l’Ucraina dispone adesso delle forze armate più forti che esistono in Europa. Sono circa 700.000, ad esempio, gli ucraini che servono nell’esercito e sono riusciti a fermare quella che è considerata l’armata più forte che esiste, cioè quella russa che in su questo momento conta su oltre 1 milione e mezzo di persone. Tutti dicono che l’Ucraina sta perdendo questa guerra, ma l’Ucraina non stava cercando di vincere la guerra contro la Russia. La Russia cerca di invadere e vincere la guerra, l’Ucraina sta solo cercando di difendersi. La cosa che mi colpisce è che la grande armata russa ha conquistato il 2% del territorio ucraino negli ultimi anni di guerra. Quindi adesso loro hanno bisogno soltanto della pace, della tregua e della pace”. Così il ministro della Difesa Guido Crosetto, ospite della trasmissione “Ore 14 sera” su Rai2.

“Sono convinto che gli ucraini possano garantirsi da soli la propria sicurezza in futuro, ma la garanzia più grande è quella che gli viene dall’applicazione di un articolo come il numero 5 della NATO, cioè la garanzia di sicurezza che se avvenisse nuovamente un’invasione come quella che c’è stata interverrebbero tutti quelli che si sono impegnati. In primis gli Stati Uniti, che poi sono gli unici che hanno una vera capacità di deterrenza nei confronti della Russia, cioè quelli che fanno paura veramente alla Russia in caso di intervento – ha spiegato -. Questi sono i punti su cui si sta discutendo anche in queste ore e in questi giorni e mi auguro in qualche modo di riuscire anche qua, come abbiamo fatto a Gaza, non a trovare la migliore delle soluzioni possibili, ma aver tirare fuori un bandolo per iniziare a srotolare una matassa che diventa ogni giorno più complicata”. Secondo il ministro, “ogni giorno in Ucraina muoiono 1.000 – 1.500 persone ogni giorno da 4 anni e ogni giorno senza interruzione cadono sull’Ucraina centinaia di missili, di bombe, di razzi, di droni. A noi dà fastidio e ci ha stufato parlare della guerra in Ucraina. Pensi a quelle popolazioni che, ad esempio, adesso affrontano uno degli inverni più duri che esistono in Europa, avendo perso il 90% della capacità energetica, della luce e del gas. E ogni giorno gli attacchi russi sono principalmente su obiettivi civili, neanche su quelli militari. Il 93% degli attacchi che sono stati ieri sono stati su obiettivi civili”.

“Quindi siamo di fronte a una tragedia nella quale sono morti oltre un milione e 100mila russi e 700.000 uraini, proporzioni da Prima Guerra Mondiale. Una tragedia che va avanti ogni giorno e va fermata in qualunque modo, anche precario, e poi va costruita poco per volta la possibilità di una pace e di una vita normale per quel popolo che non ha fatto nulla per meritarsi una guerra in casa”, ha concluso il ministro.

– foto IPA Agency –

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Ucraina, Tajani “Nessuna alternativa al piano di Trump, ma il linguaggio volgare di Putin non aiuta”

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ROMA (ITALPRESS) – “Non è un periodo facile, ci sono due guerre in corso: a Gaza c’è il cessate il fuoco, mi auguro che ci si possa arrivare in tempi rapidi anche in Ucraina ma non è affatto semplice. Si sta lavorando, credo che Trump ce la stia mettendo tutta per arrivare a un accordo: non è facile perché ci sono interessi contrapposti, soprattutto per quanto riguarda il Donbass la Russia lo vuole tutto, anche la parte che non è arrivata a conquistare”. Lo afferma il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Dritto e rovescio.

“Non credo ci sia un’alternativa al piano Trump, l’unica possibilità è quella della mediazione degli Stati Uniti – continua Tajani, – Come abbiamo avuto un buon risultato finora in Medio Oriente, così credo si possa ottenere con la Russia. L’Italia sta assecondando il lavoro americano, credo sia l’unica chance che abbiamo per arrivare a un accordo: sosteniamo l’Ucraina perché è un paese invaso, ma bisogna arrivare alla pace il prima possibile. Nessun occidentale ha mai usato il linguaggio di Putin: possono esserci toni forti, ma dire che sono tutti maiali non mi pare una dichiarazione da capo di Stato. Noi non siamo in guerra con la Russia, abbiamo solo detto che bisogna difendere l’integrità territoriale dell’Ucraina: il linguaggio volgare non aiuta a ricucire”.

– foto IPA Agency –

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Politica

Palazzo Chigi “Su accordo Mercosur Governo pronto dopo risposte ad agricoltori”

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ROMA (ITALPRESS) – “In merito all’accordo sul Mercosur, come già dichiarato in Parlamento dal presidente Meloni e ribadito anche al presidente del Brasile Lula, il governo italiano è pronto a sottoscrivere l’intesa non appena verranno fornite le risposte necessarie agli agricoltori, che dipendono dalle decisioni della Commissione europea e possono essere definite in tempi brevi”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi.

Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, aveva riferito in un punto stampa a Brasilia di aver avuto una conversazione con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Secondo Lula, al centro del colloquio è stato l’accordo Ue-Mercosur. “Mi ha detto che non è contraria all’accordo”, ha detto Lula, aggiungendo che Meloni avrebbe chiesto però di “pazientare” al massimo un mese, a causa della contrarietà degli agricoltori italiani all’accordo. Sempre secondo Lula, Meloni avrebbe detto di essere convinta di poter convincere la categoria ad accettare l’intesa.

– foto IPA Agency

(ITALPRESS).

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