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Economia

Furlan (Uilca) “Il settore del credito è centrale, Governo cambi rotta”

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PALERMO (ITALPRESS) – “Come Uil abbiamo fatto uno sciopero generale con la Cgil perchè la manovra, complessivamente, è contraria per molti motivi a ciò che vogliamo: ovvero, un Paese che metta al centro la giustizia sociale, l’attenzione ai più deboli, un’equa distribuzione della ricchezza e il rinnovo dei contratti con la detassazione degli aumenti. Noi chiediamo che il Governo cambi rotta completamente: crediamo che del nostro settore la politica si occupi troppo poco: non si coglie che il settore del credito è centrale per la vita del Paese”. Lo dice in un’intervista all’Agenzia Italpress il segretario generale Uilca, Fulvio Furlan, sottolineando che in seno al Governo, davanti a operazioni come l’Offerta pubblica di scambio lanciata da UniCredit su BancoBpm, si facciano però “affermazioni un pò avventate, tipo sostenere che Unicredit non è italiana, mentre noi abbiamo lavorato per anni perchè Unicredit consolidasse la sua italianità e con questo management ciò sta avvenendo. Dire certe cose mette in dubbio un lavoro che è stato fatto e che impatta sulla vita e il lavoro di migliaia di persone”.
In merito alla questione Unicredit-Banco Bpm, “non facciamo mai il tifo per una banca o per un’altra, e nemmeno per le aggregazioni in sè: però come sindacato – osserva Furlan – riteniamo che sia indispensabile che operazioni societarie di questa portata debbano avere una finalità industriale, una logica di continuità aziendale e di sviluppo delle aziende, in modo che non vengano negate le identità che si fondono, ma siano funzionali a costruirne una più virtuosa. E’ necessario inoltre che si metta al centro la tenuta occupazionale e il bene delle persone che lavorano in banca. Non so come finirà questa vicenda, ma faremo un presidio fortissimo dal punto di vista sindacale per capire come e se si realizzerà questa situazione e per gestire i passi successivi nel caso l’operazione si concludesse: per noi è fondamentale che venga salvaguardato il ruolo centrale delle banche; ma è fondamentale anche che le persone che lavorano in banca non abbiano penalizzazioni per scelte societarie che possano essere da parte di qualcuno vissute solo come logica finanziaria; devono avere invece una logica industriale”.
Dal ricambio generazionale a quello del benessere lavorativo fino alla “desertificazione bancaria”: per la Uilca sono tanti i temi al centro della propria azione. “Noi crediamo che ci sia necessità, come detto con il rinnovo del Contratto nazionale, di migliorare la qualità della vita dei lavoratori e ridurre le pressioni commerciali, anzi azzerarle se possibile – sottolinea Furlan -. L’obiettivo è ridurre i carichi di lavoro e dare tutta una serie di strumenti che facciano lavorare meglio le persone e allo stesso tempo rispondano al crescente stress da lavoro correlato che colpisce la categoria e diano anche la possibilità di vivere di più la loro dimensione come persone, con più tempo libero e vicini alle famiglie. Per questo – continua – abbiamo inserito nel contratto una serie di strumenti per la conciliazione tempi vita-lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro: per fare questo serve però anche un adeguato livello occupazionale. Crediamo che se le banche fanno uscire personale, questo personale deve essere sostituito con l’ingresso di giovani, in modo che i livelli occupazionali rimangano gli stessi”.
Su questo tema, precisa, “abbiamo inserito degli strumenti nel Contratto nazionale, come la staffetta generazionale e l’aumento del fondo per l’occupazione”.
Quello della desertificazione bancaria “è un problema che riguarda tutti: ha aspetti di legalità, di mancanza di servizi che colpisce soprattutto i più deboli, ha aspetti che riguardano la mancanza di soggetti come le banche che favoriscono lo sviluppo economico”. Da qui la campagna “Chiusura filiali? No, grazie” promossa da Uilca. “Far parlare i cittadini e le istituzioni è un modo per convincere le banche a cambiare rotta: capiamo che fanno ragionamenti di natura economica, ma devono anche recuperare il loro ruolo sociale – sottolinea Furlan -. Credo che abbiamo raggiunto un buon risultato, ora di desertificazione si parla di più, e siamo riusciti anche a fare aprire un tavolo di lavoro al Cnel, al quale partecipano Anci, Conferenza delle Regioni, Abi e organizzazioni sindacali: un luogo di dibattito per delle proposte che, com’è nella natura del Cnel, possono essere tramutate in legge per favorire un cambio di rotta, considerando le esigenze di tutti”.

– foto Italpress –
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Economia

Unicredit, via libera con prescrizioni dal Cdm a OPS su Banco BPM

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ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dei ministri ha deliberato di esercitare, a tutela di interessi strategici per la sicurezza nazionale, i poteri speciali nella forma dell’imposizione di specifiche prescrizioni, in relazione all’offerta pubblica di scambio volontaria su tutte le azioni ordinarie di Banco BPM da parte di UniCredit. Lo rende noto Palazzo Chigi.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Economia

Aspi, Cda nomina Arrigo Giana nuovo amministratore delegato

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ROMA (ITALPRESS) – Il consiglio di amministrazione di Autostrade per l’Italia, riunitosi sotto la presidenza di Antonino Turicchi, ha nominato Arrigo Giana quale amministratore delegato e Andrea Valeri vicepresidente.

Il consiglio, inoltre, con il parere favorevole del Collegio Sindacale, ha confermato Piergiorgio Peluso come dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari sino all’approvazione del bilancio della Società al 31 dicembre 2027.

-Foto Aspi-
(ITALPRESS).

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Economia

Confindustria “Incertezza e dazi deteriorano il quadro economico”

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ROMA (ITALPRESS) – “Il Pil italiano è atteso in crescita modesta nel 1° trimestre 2025: i servizi frenano e l’industria rallenta il calo. Prosegue il taglio dei tassi ma l’ondata di incertezza generata dai continui annunci sui dazi e i dazi stessi frenano scambi e, con l’instabilità dei mercati finanziari, decisioni di spesa e investimento. Unico effetto collaterale positivo: scende il costo dell’energia”. E’ l’analisi dell’ultima congiuntura flash del Centro studi di Confindustria.A marzo si è deteriorato per il secondo mese il clima di fiducia, scendendo sotto la media del 2024. È aumentata l’incertezza di politica economica, che frena le scelte di investimento delle imprese. I giudizi sulle condizioni per investire nel 1° trimestre 2025 peggiorano rispetto a fine 2024, sia nei servizi che nelle costruzioni, mentre restano quasi invariati nell’industria”, prosegue l’analisi.

Inoltre “nel 4° trimestre 2024 si è avuta una correzione al ribasso del reddito reale delle famiglie (-0,6%), limitando l’espansione annua a +1,2%; è scesa verso valori pre-pandemia la quota di risparmio (8,5% da 9,1%), favorendo i consumi. Indicatori negativi a inizio 2025: a febbraio le vendite al dettaglio sono rimaste ferme (+0,1% gli alimentari); a marzo è caduta la fiducia delle famiglie”. Secondo il Csc “a febbraio la produzione è calata (-0,9%), dopo il rimbalzo a gennaio (+2,5%). La variazione acquisita nel 1° trimestre è positiva (+0,4%) dopo 5 trimestri in calo. RTT indica un calo profondo del fatturato a febbraio, il PMI segnala ancora flessione a marzo (46,6 da 47,4), la fiducia peggiora. I dazi agiranno negativamente principalmente sul manifatturiero”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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