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Cronaca

Gentiloni “L’eclissi dell’Occidente in diretta, Meloni scelga”

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ROMA (ITALPRESS) – “Adesso tocca a noi, oggi è naturale che prevalga un sentimento di angoscia. E’ stato uno spettacolo tragico: non so se sia stata una trappola orchestrata in cui Zelensky è caduto, o se sia venuta così, ma certo è qualcosa di mai visto. Abbiamo assistito all’eclissi dell’Occidente in diretta tv”. Così, in una intervista a la Stampa, in merito allo scontro alla Casa Bianca, l’ex commissario Ue, Paolo Gentiloni, secondo cui “Trump si è comportato come se la differenza tra chi ha invaso e chi si difende gli fosse indifferente. Anzi, definendo Zelensky dittatore e dicendo che ha già perso una guerra che invece è in uno stallo terribile e sanguinoso, avalla le opinioni di Putin. Già solo questo è enorme”.
Il taglio degli aiuti militari all’Ucraina “sarebbe gravissimo, ma lo considero improbabile. Ora si tratta di lavorare a ricostruire quel che è possibile del rapporto tra Trump e Zelensky. Molto dobbiamo fare noi europei. L’Ucraina non è sola”. “E’ giusto – sottolinea Gentiloni – restare aggrappati alla relazione transatlantica, e hanno fatto bene Macron e Starmer nei giorni scorsi a cercare di tenere in vita quel che si può. Hanno fatto questo tentativo senza sacrificare l’Ucraina. Lo stesso dovrebbe fare chi immaginasse un ruolo simile da pontiere per il governo italiano, che però non mi pare scontato. Perchè la coalizione di governo ha posizioni diverse”. Per quanto riguarda la premier Giorgia Meloni, “cerca di essere in sintonia con l’estrema destra americana sui temi identitari e ideologici, senza rompere con gli europei sulle questioni economiche e di geopolitica. Ma, con l’accentuarsi delle divisioni, stare in questi due binari diventa impraticabile”. Pertanto, anche la Presidente del Consiglio dovrà scegliere, “per forza, difficile per l’Italia sottrarsi”. Sul tema della difesa comune, secondo Gentiloni, “non basta qualche decimale in più di spesa in ordine sparso: serve un finanziamento comune che superi le resistenze a produrre in Europa e ad acquistare sistemi di difesa europei”. Poi, osserva: “Siamo affezionati alle nostre democrazie, al nostro welfare, ai diritti civili, alla pace. Questi valori vanno difesi perchè sono minacciati in un mondo abitato da tensioni e da autocrazie: l’Europa non può restare l’unica erbivora in un mondo di carnivori. Ho il massimo rispetto per le posizioni pacifiste o addirittura di disarmo: ma tra chi ha responsabilità di governo nessuno in Europa si sta sottraendo, tranne Orban. E riguardo l’ipotesi di truppe di pace europee in Ucraina, è difficile discuterne in astratto. E non è utile dividersi tra chi è a favore e chi è contrario a qualcosa di cui non si conoscono i contorni”. Ed in merito ai dazi, dice: “L’Europa non ha nulla da temere, se non le proprie divisioni. Lavoriamo per evitare una guerra commerciale: ma se Trump la inaugura, non siamo più deboli degli americani. Penso che il momento dovrebbe spingerci nella direzione esattamente opposta a quella dei rapporti bilaterali: a cercare la forza e l’unità dell’Europa”.
– foto Ipa agency –
(ITALPRESS).

Cronaca

Sala “De Corato ha lavorato tre anni, poi si è rifugiato in politica”

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MILANO (ITALPRESS) – “A proposito di De Corato. Semplificando (e capisco che non si dovrebbe mai semplificare) ho detto che De Corato non ha mai lavorato in vita sua. Il Senatore mi ha risposto che non è assolutamente vero: tra il 1970 e il 1980 ha lavorato per “diversi anni” in un’azienda milanese. Quindi valuta la querela nei miei confronti. Dal suo CV in effetti risulta che ha lavorato dal 1974 al 1977. Sembra un po’ eccessivo definire quel lasso di tempo “diversi anni”. Ma forse no. Per chi non è abituato a lavorare, tre-quattro anni possono essere un periodo veramente lungo – suppongo difficile da sopportare – che può spingerti poi a rifugiarti nella politica (quasi per un cinquantennio, a spese del contribuente. Ma anche questo è il nostro Paese)”. Lo scrive sul suo profilo Facebook il sindaco di Milano, Giuseppe Sala.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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Cronaca

A Gaza 12 morti in attacchi israeliani

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RAMALLAH (PALESTINA) (ITALPRESS) – E’ di 12 morti il bilancio di due attacchi israeliani effettuati all’alba di oggi nel nord e nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono i media palestinesi. A Khan Younis, nel sud di Gaza, il bombardamento ha provocato 10 morti, tra cui dei bambini. Altri due morti sono segnalati a Beit Lahia, nel nord della Striscia. Al momento l’esercito israeliano non ha commentato. Un portavoce delle Forze di difesa israeliane ha lanciato su X un avvertimento alla popolazione di Shejaiya, nel nord della Striscia, di evacuare l’area in previsioni di un attacco contro obiettivi terroristici.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-

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Cronaca

Dazi, Weber “Con gli Usa con possiamo definire regole comuni”

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ROMA (ITALPRESS) – “I dazi imposti dagli Stati Uniti sono dannosi per tutti. Quindi il nostro messaggio agli Stati Uniti è: per favore, fermatevi. L’idea è riportare Washington al tavolo dei negoziati per una discussione reale e sostanziale su come organizzare il commercio a lungo termine tra Europa e Stati Uniti, basato su regole e su un’intesa comune. La reazione europea è equilibrata. Noi siamo responsabili, ma è anche chiaro che l’Europa non può essere messa sotto pressione dall’amministrazione statunitense. Chiediamo il rispetto di dialogare nel merito”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, il presidente del Ppe Manfred Weber. “Accolgo con grande favore la pausa di 90 giorni decisa da Trump e in risposta decisa anche dalla Commissione e dagli Stati membri. Ci dà tre mesi per sederci insieme e discutere”, spiega. “E’ vero che l’Europa eccelle nella produzione di buoni prodotti e abbiamo un surplus commerciale con gli Stati Uniti sui beni. D’altra parte, gli americani sono forti nei servizi. Quindi, se Trump si concentra maggiormente sui beni europei, dovremmo concentrarci maggiormente sui servizi americani. Siamo pronti ad avviare immediatamente colloqui con gli amici americani su come rispondere alla vera questione sul tavolo, ovvero la Cina perchè non è un’economia di mercato classica. L’America e l’Europa devono restare unite e trovare un’intesa comune. Insieme rappresentiamo il 50% del Pil mondiale. Possiamo definire le regole per il domani”, sottolinea Weber. “Bisogna evitare qualsiasi escalation. Gli Usa sanno che tutte le opzioni da parte europea sono sul tavolo. E’ il tempo di negoziare: dobbiamo proporre al dealmaker Trump un accordo che abbia solo vincitori e nessun perdente”, chiosa il leader del Ppe.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-

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