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Ue, Schlein “Serve difesa comune, non riarmo nazionale”

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ROMA (ITALPRESS) – “Quella presentata oggi da Von Der Leyen non è la strada che serve all’Europa. All’Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale. Sono due cose molto diverse. Il piano Von Der Leyen, a partire dal titolo, punta sul riarmo e non emerge un indirizzo politico chiaro verso la difesa comune. Indica una serie di strumenti che agevolerebbero la spesa nazionale ma senza porre condizioni sui progetti comuni, sull’interoperabilità dei sistemi”. Lo afferma in una nota Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico.

“Ci sono molti aspetti da chiarire, ad esempio su come funzionerebbe il nuovo meccanismo in stile Sure, per capire se finanzia progetti comuni o spesa nazionale. Ma questa non è la strada giusta. Manca ancora la volontà politica dei governi di fare davvero una difesa comune e in questo piano della Commissione mancano gli investimenti europei finanziati dal debito comune, come durante la pandemia. Così rischia di diventare il mero riarmo nazionale di 27 paesi e noi non ci stiamo”, aggiunge.

“Noi abbiamo un’idea precisa. Quello che serve oggi è un grande piano di investimenti comuni per l’autonomia strategica dell’UE, che è insieme cooperazione industriale, coesione sociale, transizione ambientale e digitale, sicurezza energetica e anche difesa comune. Anche, ma non solo! Magari cancellando le altre cruciali priorità su cui i governi sono più divisi – sottolinea la leader del Pd -. E’ irrinunciabile contrastare le diseguaglianze che sono aumentate. Per questo è inaccettabile utilizzare i fondi di coesione per finanziare le spese militari nazionali. E’ il momento delle scelte e della chiarezza. Abbiamo bisogno di una risposta all’altezza della sfida globale – strategica, economica, politica – al ruolo dell’Europa nel mondo. E questa risposta non è quella presentata oggi. Noi porteremo la nostra posizione già al prossimo vertice dei socialisti e democratici a Bruxelles, in vista del Consiglio straordinario”.

– Foto IPA Agency –

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(ITALPRESS).

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Amministrative, 117 comuni alle urne: alle 12 affluenza in calo al 13,55%

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MILANO (ITALPRESS) – Urne aperte dalle 7 di questa mattina per le elezioni amministrative 2025, con l’elezione diretta del sindaco e il rinnovo dei consigli comunali in 117 comuni delle regioni a statuto ordinario e in nove comuni commissariati della Sicilia. Sono quasi due milioni gli italiani chiamati alle urne per il primo turno delle elezioni amministrative, che si svolgeranno oggi fino alle 23 e domani dalle 7 alle 15.

ALLE 12 AFFLUENZA AL 13,55%

Alle ore 12 di oggi, l’affluenza per le elezioni amministrative che interessano 117 comuni italiani è del 13,55%, in calo rispetto al 15,54% dell’ultima tornata. È quanto emerge dai dati del Viminale pubblicati sul portale Eligendo. A Genova i votanti sono stati il 13,37% (furono il 15,11% l’ultima volta). Matera al 13,39%, in lieve calo rispetto all’ultimo 14,98%. Taranto al 14,24% (era il 16,05%), Ravenna all’11,89% era al 12,87%.

I riflettori sono puntati soprattutto su Genova, un vero e proprio test per il ‘campo largò: il centrosinistra si è compattato sulla candidatura di Silvia Salis, vicepresidente vicaria del CONI ed ex martellista, che sfiderà Pietro Piciocchi, attuale sindaco facente funzioni dopo che l’ex primo cittadino Marco Bucci è stato eletto a presidente della Regione.

Oltre al capoluogo ligure, sono chiamati al voto anche i cittadini di Ravenna, Taranto e Matera: qui il centrodestra schiera Antonio Nicoletti, mentre il centrosinistra si divide tra l’ex sindaco del M5S, Domenico Bennardi, decaduto lo scorso ottobre per le dimissioni di 17 consiglieri comunali su 32, e il dem Roberto Cifarelli, che scende in campo però con una lista civica. A sfidare i due ‘big’ saranno i civici Luca Prisco e Vincenzo Santochirico.

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A Ravenna sono sette i candidati a prendere il posto di Michele De Pascale, eletto alla presidenza della Regione Emilia-Romagna: il centrosinistra converge sul segretario provinciale del Pd Alessandro Barattoni, appoggiato anche da M5S e AVS. Il centrodestra invece si presenta diviso: Forza Italia e Fratelli d’Italia puntano su Nicola Grandi, la Lega su Alvaro Ancisi. Democrazia Cristiana sceglie Giovanni Morgese, l’area comunista sostiene invece Marisa Iannucci e la lista civica La Pigna punta sulla capogruppo in Consiglio comunale, Veronica Verlicchi.

Altrettanto frammentato è lo scenario a Taranto, dove gli aspiranti sindaci sono sei: l’ex presidente del consiglio comunale Piero Bitetti è sostenuto dal Pd, mentre i pentastellati hanno presentato la candidatura della giornalista Annagrazia Angolano. Nel centrodestra, Luca Lazzaro ha il sostegno di Forza Italia e Fratelli d’Italia.

A correre per la carica di sindaco di Taranto, con il sostegno di sette liste civiche, è l’avvocato Francesco Tacente. Mirko Di Bello corre per la coalizione Adesso, mentre Mario Cito è sostenuto dalla lista At6-Lega d’Azione Meridionale. Una sfida che appare aperta e che potrebbe facilmente portare al ballottaggio, in programma domenica 8 e lunedì 9 giugno, insieme ai referendum su lavoro e cittadinanza.
(ITALPRESS).

Foto: Ipa Agency

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Gaza, Crosetto “L’Italia è amica di Israele, ma Netanyahu sbaglia”

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ROMA (ITALPRESS) – Serve un riassetto della difesa europea e globale in un mondo che cambia velocemente. Lo chiede, in un’intervista al quotidiano “Il Tempo”, il Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto.

Crosetto ha espresso parole di amicizia nei confronti di Israele, ma non ha lesinato critiche a Netanyahu, dicendo di fare fatica a comprenderlo e che non può ignorare le sofferenze del popolo palestinese. “La sacrosanta guerra ad Hamas non rende moralmente accettabile la morte di innocenti, il blocco degli aiuti umanitari, la mancanza di cibo e cure” ha detto.

L’Italia continua a sostenere con convinzione la soluzione dei “due popoli, due Stati” come unica via per una pace duratura – ha evidenziato Crosetto -. L’Italia, pur difendendo il diritto alla sicurezza di Israele, non smetterà di affermare che il rispetto del diritto internazionale umanitario e la tutela delle vite innocenti devono sempre prevalere”.

Secondo il Ministro, il mondo sta attraversando un “riassetto mondiale degli equilibri” con rapidissimi cambiamenti economici, sociali, tecnologici, industriali e geopolitici. La competizione sarà “senza esclusione di colpi” e potrebbe porsi anche sul piano militare, dato l’atteggiamento di alcune nazioni che non escludono l’uso della forza. Le battaglie per la supremazia tecnologica, il potere digitale, le risorse energetiche, le materie prime e l’acqua, unite all’ampliamento dei “territori da conquistare” come fondali marini, Spazio, Luna e Marte, porteranno a contrapposizioni intense.

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-Foto IPA Agency-
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Politica

Barachini “Gli Over the Top fanno gli editori, ma senza vincoli”

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TRENTO (ITAPRESS) – “Qualunque catena di supermercati nelle nostre città è in grado di sapere quali prodotti rifornire nei quartieri. Hanno perfettamente l’analisi di quanto rifornire in più, con grande precisione su aree piccolissime. Il dato è talmente raffinato che è possibile questa logica commerciale. È facile che la stessa logica valga per l’informazione, si può capire quale area è più sensibile a certe informazioni, ma la differenza è che l’informazione non è un prodotto, è un bene fragile, che ha un effetto sulla coscienza libera e democratica. Quindi va trattato in modo diverso”. Lo ha detto Alberto Barachini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, al Festival dell’Economia di Trento organizzato dal Gruppo 24 Ore e da Trentino Marketing.

“Quello che anche a livello europeo si sta tentando di fare – ha spiegato Barachini – non è un controllo, una deterrenza, o una limitazione dell’innovazione, ma servono dei guard rail etici per evitare che i dati sensibili diventino di proprietà di entità o persone che ne fanno un uso non corretto”, anche alla luce del fatto che gli Over the Top stanno facendo gli editori anche se non hanno la stessa tassazione e gli stessi vincoli che hanno gli editori tradizionali”.

“Le norme vanno sempre adattate alla realtà che cambia, e oggi tutto cambia rapidamente. Quando all’inizio del nostro lavoro andavamo ai vertici europei e presentavamo il nostro modello di sostegno all’editoria venivamo visti come atipici. Oggi invece in Europa, soprattutto in Francia e Germania, ci guardano con attenzione, perché viene compresa la necessità di difendere il sistema anche da potenziali influenze straniere. Ci si rende conto che senza un sistema di difesa, si viene narrati da realtà esterne al Paese, secondo logiche che possono essere politiche o commerciali”, ha aggiunto Barachini.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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