Tutti si stupiscono delle novità che emergono in questi giorni sul delitto di Garlasco, e che potrebbero riscrivere la storia di un processo che ha mandato in galera Alberto Stasi, basandosi non su certezze investigative. Io invece mi stupisco di come le persone, spesso “schiave” di certe trasmissioni tv in cui in primo piano compare ancora il plastico della casa della famiglia Poggi, oppure dei social sempre più presidiati da tuttologi (all’occorrenza anche inquirenti, criminologi, etc.), o ancor peggio dando retta a gente come Fabrizio Corona che arriva di fronte a Palazzo di Giustizia a Pavia nel giorno degli interrogatori e fa il suo show, non siano in grado di andare un minimo oltre il seminato e non facciano lo sforzo di ragionare sul perché accadono certe cose in questo Paese. Solo per chi vuole fare questo sforzo e ha tempo e voglia: oggi sul Giornale c’è un interessante articolo di Luca Fazzo che mette ben in luce tutto il marcio che circolava in Procura a Pavia e che oggi, grazie ad una persona dalla schiena dritta e con profondo senso della giustizia, come il nuovo procuratore Fabio Napoleone, insieme ai pubblici ministeri Valentina De Stefano e Giuliana Rizza, emerge alla luce di recenti indagini. Fazzo scrive, tra le altre cose, in un articolo con un titolo ben chiaro “Pm, politici e salotti. Così il delitto di Garlasco svela il grumo di potere che avvelena Pavia”, e di cui molti sono a conoscenza, ma in pochi hanno il coraggio di denunciare: “Non si può capire la storia senza precedenti dell’inchiesta-bis per l’omicidio di Chiara Poggi se non andando a vedere cosa c’è dietro: il grumo di veleni e di affari che si è impadronito di Pavia, città un tempo gloriosa, oggi terra di conquista per barbari come quelli sbarcati davanti al Borromeo. Un grumo che non risparmia nessuno: la politica, le imprese, i carabinieri, la magistratura. La rilettura dell’inchiesta su Garlasco è solo la punta più ghiotta della rilettura a tappeto che il nuovo procuratore Fabio Napoleone sta compiendo di una intera stagione di intrighi e favori. Né Napoleone né il suo vice Stefano Civardi dormono a Pavia. Finito il lavoro tornano a Milano, a distanza di sicurezza dai salotti pavesi, dalle cene al Cassinino, col tartufo dispensato a etti, di cui nessuno si chiedeva chi pagasse il conto. O al Lino, il ristorante dei fratelli D’Arena, specializzati in intercettazioni per conto della Procura. Le prime vittime del repulisti di Napoleone sono note: il maggiore dei carabinieri Maurizio Pappalardo, il maresciallo Antonio Scoppetta, l’ex procuratore Mario Venditti, tutti indagati. Intorno a Pappalardo, che sarà processato dal 13 giugno, un vortice di donne, auto, soldi, rapporti politici, giocate al casinò….. Un disastro, insomma. C’è andato di mezzo Stasi, c’è andata di mezzo l’anima di una città”.
LA VOCE PAVESE – STARTUP, PAVIA RESTA NELLA MEDIA MA NON BRILLA
Pavia e provincia si piazzano a metà classifica nella fotografia scattata da Unioncamere sul numero di startup attive in Italia. Al 30 giugno, il territorio pavese contava 63 realtà iscritte come startup innovative, un dato che la colloca lontana dalle province leader come Milano (2.463 imprese) ma comunque sopra molte altre realtà lombarde come Mantova, Lecco, Cremona, Sondrio e Lodi. Nonostante ciò, il risultato appare modesto, soprattutto se si considera la presenza dell’Università di Pavia, da sempre ambiente fertile per lo sviluppo di idee imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico.
Il numero delle startup in provincia è anche in leggero calo rispetto a un anno fa, quando erano 66, a dispetto del trend nazionale che registra una crescita dell’1,42% nel secondo trimestre del 2025.
Nel dettaglio, le imprese più solide sono rare. Solo quattro startup (tra cui le vigevanesi Quantix Digital e Atom Lab, la Bright System di Cura Carpignano e la pavese Saturnalia) impiegano tra i 5 e i 9 addetti e superano il mezzo milione di euro di produzione. Accanto a loro si segnalano anche Prokardia (monitoraggio cardiaco con IA) e Ora Energy Solutions (energia). Ma il resto del panorama pavese mostra fragilità: ben 28 startup non arrivano a 100mila euro annui di fatturato.
Si affiancano a queste 15 piccole e medie imprese innovative, più stabili ma meno dinamiche. A livello nazionale, il valore medio della produzione nel 2023 è stato di 208mila euro per impresa. Le startup con prevalenza femminile sono il 13,7%, quelle a guida under 35 il 16,1%, mentre quelle a compagine straniera rappresentano il 4,2%. In calo le startup con dipendenti, che oggi sono 4.705 su oltre 12mila, con una media di 3,48 addetti per impresa. Pavia tiene il passo ma, almeno per ora, non corre.
ZONA LOMBARDIA – 29 LUGLIO 2025
Il commento ai fatti del giorno in Lombardia: un focus quotidiano a cura di Emanuele Bottiroli, un esperimento multimediale allargato anche ai social, per essere sempre aggiornati su quanto avviene sul nostro territorio in tempo reale. Dal lunedì al venerdì alle 13 su Lombardia Live 24.
RADIO PAVIA BREAKFAST NEWS – 29 LUGLIO 2025
Tutte le mattine, dalle 8.30, sulle emittenti del gruppo multimediale di Agenzia CreativaMente Editore, potete trovare le notizie in breve del territorio mentre fate colazione. Vi aggiorniamo in modo chiaro e veloce, in soli 5 minuti, prima di andare al lavoro, con Radio Pavia Notizie, le Breakfast News che trovate sia in formato newsletter che podcast sui nostri siti e social della rinata Radio Pavia (radio-pavia.it, pagine Facebook, Instagram, You Tube e scaricando la app sul vostro cellulare), su Pavia Uno Tv, Lombardia Live 24 e Itinerari News.
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