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Cronaca

Sallusti “In Italia il conservatorismo è ancora un’eresia”

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MILANO (ITALPRESS) – “Nel gergo comune l’eretico è quello che è fuori dalle regole condivise, mentre la parola eresia significa scelta. In questo libro rivendico la possibilità di scegliere di essere un liberale, un conservatore, quando invece oggi questa scelta viene bollata come eretica, nel senso che non sei ritenuto degno di partecipare alla vita democratica, al dibattito civile”. Lo dice il giornalista e scrittore Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress, in merito al suo libro “L’eresia liberale”, edito da Rizzoli.
Riguardo all’attualità politica, per Sallusti “Giorgia Meloni ha la fortuna di avere degli avversari che non solo perdono il referendum ma non si accorgono di averlo perso. Questo garantisce a Meloni una lunga fase di governo. Schlein, Conte, Fratoianni sono una sorta di assicurazione sulla vita del governo”.
“Giorgia Meloni sostiene che per lasciare un segno vero nel paese servono 10 anni – spiega il direttore del Giornale -. I primi 5 servono a smontare un sistema che hai trovato, poi se sei bravo nei secondi 5 anni puoi rimontarlo. Per arrivare alla seconda legislatura lei ha puntato tutto su una cosa, che non sono i provvedimenti singoli, ma la stabilità del governo. Lei conta sul fatto che gli italiani quando si tornerà a votare gli riconosceranno la capacità di aver reso l’Italia un paese stabile”.
A una domanda su Leone XIV, Sallusti risponde così: “I papi sono come i genitori, non si scelgono, si accettano e si rispettano. Detto questo, credo che questo papa sia una grande novità per molti motivi. I grandi del mondo dovranno confrontarsi con un papa americano, questa che sembra un’osservazione di geopolitica in realtà secondo me avrà avrà degli sviluppi interessanti”.
Alla vigilia del secondo anniversario della morte di Silvio Berlusconi, Sallusti sottolinea: “Io credo che il mondo liberale conservatore che lui ha sdoganato gli debba la riforma della giustizia. E’ un risarcimento postumo, ma è doveroso non solo nei confronti del presidente Berlusconi, ma degli italiani”.
Per il direttore del Giornale “il giornalismo oggi è in confusione. Il primo motivo è che l’informazione progressista di sinistra, che costituisce la maggior parte della classe intellettuale italiana, per la prima volta, forse addirittura più che ai tempi di Berlusconi, per mille motivi si trova a essere minoranza e e questo non lo accetta. Questo si va ad aggiungere al fatto che il giornalismo in generale è in grande crisi, anche perchè i social hanno fatto perdere non solo mercato, ma anche identità alla professione”.
E a proposito di informazione, Sallusti ricorda il suo maestro: “Indro Montanelli diede a noi allora giovani del Giornale tre insegnamenti fondamentali. Il primo è che se non si riesce a spiegare qualcosa in 60 righe non si riesce neanche in 60.000. Secondo, scrivere una sola cosa alla volta. Terzo, andare controcorrente”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Mattarella “Speranza di pace si estenda da Medio Oriente a Ucraina”

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Cronaca

M5S, Giuseppe Conte confermato presidente

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ROMA (ITALPRESS) – Giuseppe Conte è stato confermato presidente del Movimento 5 Stelle con l’89,3% dei voti.
Alle ore 18 di oggi si sono concluse le votazioni degli iscritti.
Su 101.783 iscritti aventi diritto al voto hanno votato in 59.720 pari al 58,67%.
Al quesito “Sei favorevole all’elezione di Giuseppe Conte quale presidente dell’associazione MoVimento 5 Stelle?” hanno votato sì 53.353, hanno votato no 6.367.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Mattarella “La speranza di pace si estenda dal Medio Oriente all’Ucraina”

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ROMA (ITALPRESS) – “Le notizie giunte nei giorni scorsi da Gaza, dopo gli accordi di Sharm El-Sheikh, con i primi passi di intesa tra le parti in conflitto in Medio Oriente e con il rilascio degli ostaggi, ci ricordano che i processi di pace hanno bisogno di perseveranza, di pazienza, di lavoro di mediazione, di assunzione di responsabilità”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento al convegno internazionale e interreligioso “Osare la pace”, organizzato a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio.
“Istituzioni, diplomazie e numerosi altri “facilitatori di pace”, incluse le comunità religiose, svolgono quest’opera giorno dopo giorno, spesso lontano dai riflettori e senza ambire a superflui riconoscimenti esteriori – ha proseguito Mattarella -. Vorrei qui – anche come viatico per gli sviluppi futuri – richiamare una frase del Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayeb che, parlando di pace e di fratellanza interreligiosa, ha ribadito la necessità per tutti di innalzare «lo stendardo della pace, anzichè quello della vittoria, e [sedersi] al tavolo del dialogo». Alla forza della prepotenza va contrapposta la forza tranquilla delle istituzioni di pace. L’auspicio è che la “scintilla di speranza”, come l’ha definita Leone XIV, innescata in Terra Santa si estenda anche all’Ucraina, dove le iniziative negoziali stentano ancora a prendere concretezza mentre le sofferenze di bambini, donne, uomini procurate dalla spietatezza dell’aggressione russa non accennano a diminuire”.
Per il capo dello Stato “quanto avviene ci impone di perseverare in una risposta comune, equilibrata, mossa dal senso di giustizia e di rispetto per la legalità internazionale, dalla vigenza universale dei diritti dell’uomo. Sono i principi in cui si riconosce la Repubblica Italiana”.
“Il contributo dei peace-maker, che costruiscono ponti e tessono relazioni tra comunità in conflitto, e dei peace-keeper, che vegliano sul rispetto dei cessate il fuoco e sulla protezione dei più vulnerabili, è inestimabile: far sorgere un principio di pace anche nei contesti più ostili – ha aggiunto il presidente della Repubblica -. Il messaggio è chiaro: alla violenza delle armi esiste sempre un’altra strada, un modo diverso e più conveniente per risolvere le contese, sottraendosi a rischi fatali di escalation incontrollate, i cui effetti pongono a rischio la sopravvivenza dell’umanità. Nella memoria dell’uomo rischiano di affievolirsi i ricordi delle tragedie che hanno caratterizzato l’ultima guerra mondiale: abbiamo fra noi Kondo Koko, un’Hibakusha, una sopravvissuta alla bomba nucleare che devastò Hiròshima. Persino quello che fu uno spartiacque nella storia, appare oggi in discussione. Non si può omettere di ricordare che osare la pace include e abbraccia altri aspetti: dalle ampie zone di grande povertà nel mondo, alle sofferenze dei migranti, alla crescente concentrazione della ricchezza in poche mani in luogo della sua diffusione. Di fronte alle guerre e per la pace parlano le religioni, con la forza della loro autorevolezza, con la definizione della pace come “santa”, nell’infaticabile ricerca di quel che unisce gli esseri umani, nella promozione della solidarietà globale”.
“Tutti noi siamo oggi chiamati a rinnovare la nostra fiducia nella causa della pace – ha concluso Mattarella -. Rendiamo comune e condiviso l’appello di questo incontro: continuiamo a osare la pace. Continuiamo a investire in percorsi di dialogo e di mediazione, a sostenere chi soffre, a costruire ponti tra i popoli, per contribuire a un mondo in cui la pace non sia un sogno per illusi, ma una realtà condivisa. Quella realtà in cui, come ricordava Papa Francesco, «si riconosce la dignità di ogni essere umano, quando la fratellanza diventa principio ispiratore di un ordine internazionale più giusto e sostenibile»”.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

(ITALPRESS).

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