Cronaca
Riflettori sulle isole minori, protagoniste per tre giorni a Lipari
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4 ore fa-
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Redazione
LIPARI (MESSINA) (ITALPRESS) – Dal 10 al 12 ottobre l’isola di Lipari è stata protagonista degli “Stati Generali delle isole minori marine” organizzati dal ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci. Una tre giorni che ha visto il coinvolgimento di numerosi esponenti delle diverse realtà insulari, dai sindaci alle associazioni di categorie operanti in diversi settori, dal turismo ai trasporti alla tutela ambientale. L’obiettivo era accendere i riflettori sulle problematiche che accomunano le diverse isole minori italiane e riflettere sulle strategie da adottare per mitigare le ricadute negative e permettere alle comunità locali di esprimere tutte le loro potenzialità.
I problemi principali evidenziati sono stati principalmente le difficoltà nei collegamenti con le isole maggiori e la terraferma, spopolamento, criticità nei servizi essenziali, minor possibilità di sviluppo per le imprese locali. Sul tema dei collegamenti si è soffermato in particolare il viceministro alle infrastrutture e trasporti Edoardo Rixi, sottolineando che “dobbiamo trovare il modo di individuare approdi che abbiano dei coefficienti standard: capacità di rifornimento, altezza della banchina, protezione a mare. Non possiamo avere isole dove puoi andare solo con qualche tipologia di imbarcazione perchè altre non ci possono andare”. Ma, ha detto, “dobbiamo anche rivedere la flotta traghetti che è la più numerosa e una delle più complesse al mondo. Oggi il 55% degli approdi delle isole minori non è in grado di far attraccare una nave con mare a forza 5”.
Sul tema del rinnovo del naviglio si sono fatti sentire anche gli armatori. Tra questi il direttore generale di Confitarma Luca Sisto: “la ascoltiamo l’associazione quando faremo il draft del nuovo decreto flotte o lo vedremo già scritto? Non conosco armatori che rinunciano a un contributo pubblico per rinnovare la propria flotta: evidentemente quel decreto flotte è stato scritto male, ma allora scriviamolo meglio”.
Per meglio aiutare le realtà locali, il presidente della commissione vigilanza anagrafe tributaria della Camera Maurizio Casasco ha suggerito “una politica fiscale intelligente: solo così possiamo pensare non solo a un’assistenza in termini di una fiscalità generalizzata che pure deve esserci specifica, ma anche quella dell’attrattività degli investimenti e quindi dell’opportunità per i giovani di rimanere o di ritornare” e anche “una ZES per le isole minori con una fiscalità e una normativa specifica”.
Il ministro per gli affari europei, politiche di coesione e Pnrr Tommaso Foti ha invece sottolineato come le isole minori non siano state trascurate in termini di risorse con “978 progetti e un impegno di spesa di 508 milioni di euro di cui 446,5 finanziati dal PNRR”.
Da parte sua il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli si è augurato che “entro una quindicina di giorni il disegno di legge sulle isole minori diventi realtà. Abbiamo un pò meno di due anni alla fine della legislatura. I tempi per potercela fare ci sono e se non ce la facciamo la colpa sarà solo nostra”.
Al termine dei lavori il ministro Musumeci ha apprezzato la riuscita degli stati generali, dando appuntamento per la primavera del 2027. Numerosi gli interventi alla tre giorni, fra cui anche quelli dei ministri Fitto, Giuli, Nordio, Piantedosi, Schillaci, Ciriani, Santanchè e Pichetto Fratin, e del premier Giorgia Meloni (con un videomessaggio). “Speriamo che le proposte domani possano diventare azione anche con il coinvolgimento delle opposizioni che in una democrazia compiuta sono un lievito essenziale”, ha concluso Musumeci.
Fonte foto: IPA
(ITALPRESS).
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Cronaca
Omicidio Palermo, confermato fermo presunto omicida. Ritrovata pistola
Pubblicato
3 minuti fa-
12 Ottobre 2025di
Redazione
PALERMO (ITALPRESS) – Nel tardo pomeriggio di oggi i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, nei confronti di un giovane 28enne palermitano, ritenuto responsabile di omicidio. L’uomo era stato accompagnato nella mattinata verso le ore 13.00 presso la caserma del Comando Provinciale di Palermo per essere sottoposto a interrogatorio da parte dei magistrati della locale Procura della Repubblica. La perquisizione domiciliare eseguita poco prima dagli operanti presso la propria abitazione aveva consentito di rinvenire una pistola semiautomatica calibro 9 illegalmente detenuta. Il provvedimento di fermo odierno trae origine dalle immediate attività d’indagine – svolte dal Nucleo Operativo della Compagnia di Piazza Verdi con l’ausilio del Nucleo Investigativo di Palermo – che hanno consentito di identificare e rintracciare, nel quartier Zen, il presunto responsabile dell’omicidio del ventenne, colpito mortalmente alla testa, mentre, intorno alle tre di questa mattina, era intento a lavorare in un pub di famiglia del centro storico cittadino. L’indagato sarà tradotto presso la Casa Circondariale di Palermo “Pagliarelli” e, nelle prossime ore, sarà interrogato dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale.(ITALPRESS).
Foto: Xd8
Cronaca
Mkhitaryan “Inzaghi fondamentale per l’Inter, Chivu ha un gran futuro”
Pubblicato
2 ore fa-
12 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Un lungo viaggio in giro per l’Europa, diversi Paesi toccati, dall’Ucraina all’Italia, passando per Germania e Inghilterra, ma ancora tanta voglia di giocare. Ora Henrikh Mkhitaryan è al quarto anno con la maglia dell‘Inter, una squadra che negli ultimi anni è stabilmente tra le migliori d’Italia e d’Europa, grazie anche a un allenatore come Simone Inzaghi, da questa stagione sulla panchina dell’Al-Hilal. “Di lui ho solo bei ricordi, se lo vedrò lo riabbraccerò, gli ho mandato un messaggio quando è andato in Arabia perchè è stato un allenatore fondamentale per questa Inter”, ha detto al Festival dello Sport di Trento il centrocampista nerazzurro.
A livello personale, il centrocampista armeno spiega che il tecnico piacentino “mi ha dato una seconda giovinezza. L’ho avuto tra i 33 e i 36 anni e mi faceva giocare quasi tutte le partite, mi ha fatto sentire importante”. Il rapporto tra Inzaghi e l’Inter si è chiuso dopo la finale di Monaco, con il 5-0 subito contro il Psg che, per Mkhitaryan, è sia orgoglio che un trauma: “Tutti e due i sentimenti sono forti. Sono orgoglioso perchè la stagione è stata molto lunga, ma in tre settimane abbiamo perso tre titoli. E’ la regola del calcio. C’è rimpianto perchè non siamo riusciti a vincere un trofeo dopo nove mesi di stagione, ed eravamo una squadra abituata a vincere”.
Ora c’è Cristian Chivu, rumeno come l’allenatore che lo ha lanciato nel calcio europeo, allo Shakhtar Donetsk, ovvero Mircea Lucescu: “Lucescu è stato davvero importante per me. Non direi che lui e Chivu si assomigliano, perchè il calcio è cambiato, da quando ero allo Shakthar ad oggi è quasi un altro sport. Ma mi trovo benissimo con tutti e due ed è la cosa più importante. Chivu mi fa giocare meno? Non posso dimenticare che tra poco avrò 37 anni – prosegue Mkhitaryan sull’attuale allenatore nerazzurro – La mia voglia di giocare è tantissima, ma bisogna capire le scelte dell’allenatore. Sono pronto ad aiutare la squadra anche giocando una partita a settimana. Io ne parlo benissimo, perchè vedo un allenatore che vuole crescere e imparare ogni giorno e ha un grande futuro”. Tra le grandi figure che hanno caratterizzato la sua carriera c’è anche il suo ex procuratore, Mino Raiola: “Non era solo un rapporto di lavoro, è stata una connessione come tra padre e figlio. Ci sono stati tanti episodi, tanti momenti tra noi due. Sapeva cosa volevo io, mi ha sempre aiutato e dato consigli. E’ sempre stato affidabile, mi ha aiutato tantissimo”, è il ricordo del centrocampista ex Roma.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Zidane “Tornerò ad allenare, Juve nel cuore ma sogno la Francia”
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4 ore fa-
12 Ottobre 2025di
Redazione
TRENTO (ITALPRESS) – Ha scritto la storia del calcio da giocatore e ha vinto tre Champions League da tecnico del Real Madrid, ma al momento Zinedine Zidane è fermo e in attesa d’impiego. Nel suo intervento al Festival dello Sport di Trento, però, Zizou non mostra la fretta di rimettersi in sella: “Sono fermo ma, avendo i miei figli, la mia vita è bella. So fare anche altre cose, come andare a vedere i miei figli giocare: giocano tutti e tre in Spagna. Un giorno tornerò a fare l’allenatore, ma adesso non mi manca. Tornerò sicuramente, prima o poi. Allenare la Juve? Non lo escludo, il club ha fatto altre scelte e anch’io, ma ho sempre la Juve nel cuore. In futuro, mi piacerebbe allenare la Nazionale francese. Vedremo”.
Non può ovviamente mancare un ricordo della Juventus, a cui l’ex fantasista deve tanto: “Gli anni a Torino sono stati bellissimi, sono arrivato dalla Francia dove il calcio non era importante come in Italia. Vincere era la cosa più importante, dovevamo farlo sempre, sia in casa che fuori casa”. “In Francia, invece, c’era una mentalità diversa – prosegue – Per me non era semplice, arrivando dopo Platini, anche perchè il modo di lavorare era diverso: c’era tantissimo lavoro fisico con Ventrone, che non è più con noi, e poi ho capito perchè fosse importante. L’avvocato Agnelli? Quando facevo una bella partita o un gol, alle tre-quattro del mattino tornavamo a casa e lui mi chiamava alle sei per farmi i complimenti e parlandomi in francese. Era un signore, si vedeva la sua passione per il calcio. Del Piero? Quello che faceva in campo era impressionante, ho avuto la fortuna di fare quattro-cinque anni con lui e con tanti giocatori di livello: Montero, Padovano, Vieri, Boksic… Avevamo una bella squadra, ma lui aveva qualcosa di particolare. Non so spiegarmi come mai quella Juve non sia riuscita a vincere la Champions, abbiamo perso due finali…”.
Si passa poi a commentare la sua (breve) carriera da allenatore: “Quando ho smesso, ho cambiato la mia vita occupandomi dei figli e della famiglia, godendomi gli amici e viaggiando tanto. Dopo tre-quattro anni, avevo 37 anni e mi sono chiesto: ‘adesso, che faccio?’. Non potevo continuare a fare quella vita, avevo un amico che faceva l’allenatore e lì ho deciso di prepararmi e provare”. “Avevo fatto due anni il manager – ricorda – e non mi piaceva, poi ho deciso di cambiare percorso e iniziare ad allenare, mi sono reso conto che mi piaceva. Ho avuto tanti maestri in Francia, ma l’allenatore da cui ho imparato di più è Marcello Lippi. Quando sono arrivato qui, era tutto difficile per me, sia fisicamente che in campo. Lui però mi ha sempre difeso e ha sempre creduto in me, è stato fondamentale”.
Nelle vittorie, secondo Zidane, “per me l’80% è il merito dell’allenatore e 20% dei giocatori. Conta tutto, anche l’atteggiamento in allenamento. Trasmetti sempre la tua energia, devi sempre lasciare i problemi a casa e non trasporli sulla squadra. Nel Real Madrid avevo una grande squadra, ma ho trasmesso loro la fiducia totale. Li allenavo, avevo la fiducia assoluta di vincere con loro e gliela trasmettevo ogni giorno. E in campo si vedeva tutto questo, insieme alla mia idea di giocare a calcio. Ho allenato Modric, CR7, Benzema, Kroos… Che giocatori”, conclude Zidane.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).


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