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LA VOCE PAVESE – RIPARTE LA SCUOLA, CON GLI INSEGNANTI CHE NON RIESCONO A VACCINARSI

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La Voce Pavese di Emanuele Bottiroli: il commento in diretta alle ore 20 al fatto del giorno in provincia di Pavia.

Lunedì 10 gennaio la scuola riprende in presenza anche se molti presidi, sindacati e medici l’hanno caldamente sconsigliato, suggerendo di ripartire in DAD fino al normalizzarsi della situazione legata alla nuova ondata pandemica. Ma chi pensa ai docenti e al personale scolastico che vuole immunizzarsi? Ci scrive un ascoltatore: «Oltre al danno, la beffa. Ed eccoci di nuovo in una situazione simile a quella post 5 agosto 2021, quando è stata deliberata l’obbligatorietà del vaccino anti Covid 19 anche per il personale scolastico: allora per il personale under 60 è stata un’impresa riuscire a prenotare l’inoculazione in tempi utili per ottenere il green pass entro l’inizio delle attività, per il personale docente prevista con il Collegio dei Docenti del primo di settembre mentre per il personale ATA, collaboratori scolastici ed assistenti amministrativi l’operatività era prevista anche nel mese di agosto, sicuramente a far data dal 23. Anche in questa fase di terza dose i problemi non mancano, situazioni riportate da non pochi docenti che a più di un mese dalla scadenza del green pass non trovano la possibilità di prenotare il vaccino in tempo utile ai fini della continuità del green pass e che di conseguenza si troverebbero “scoperti” e sospesi dal lavoro con la conservazione del posto di lavoro ma, allo stesso tempo, senza retribuzione. Oggi, ancora una volta, tra una e l’altra disposizione ministeriale, l’una a sostituzione dell’altra a distanza di 2 o 3 giorni dalla prima pubblicazione, molti docenti fiduciosi di quanto riportato sul sito della Regione Lombardia, si trovano in condizioni di grande disagio nel prenotare per tempo utile il vaccino: dopo aver compilato l’autocertificazione pubblicata nel sito della regione gli insegnanti si presentano fiduciosi all’hub di Pavia per l’inoculazione del dovuto vaccino ma, gli addetti all’accoglienza, sprezzanti della validità di tale autocertificazione, protocollo previsto da Regione Lombardia, rispondono che “loro non applicano questo protocollo” e così, chi nella tranquilla certezza dei tempi programmati si ritrova nelle condizioni di elemosinare la certificazione vaccinale altrove, laddove viene accettata questa convenzione, anche se molti rischiano la sospensione dello stipendio fino all’efficacia del rinnovo del green pass. Come fare, cosa fare, quando, ma… i signori del Governo non potrebbero, in un’aspettata semplicità, rendere meno complicato il percorso per adempiere agli obblighi imposti? Rispetto dei canali preferenziali, efficienza nell’assistenza, e magari, se non si tratta di un’ipotesi eccessivamente futuribile, se l’hub vaccinale potesse da subito rilasciare anche il nuovo green pass, non sarebbe più risolutivo o nel nostro paese le cose troppo semplici sono troppo difficili da applicare?». Il paese reale chiama i palazzi della politica e delle istituzioni. Ci sarà qualcuno in ascolto? 

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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