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LA VOCE PAVESE – CRAC GESTISPORT, 500 ADDETTI ALLA PORTA E PISCINA DI VOGHERA CHIUSA

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La Voce Pavese di Emanuele Bottiroli: il commento in diretta alle ore 20 al fatto del giorno in provincia di Pavia. 

Sono stati messi alla porta e obbligati ad andarsene nel giro di mezza mattina con una mail o un sms senza alcun preavviso i cinquecento collaboratori e le migliaia di clienti dei centri sportivi comunali di Merate e Oggiono nel Lecchese, Gorla Minore e Jerago in provincia di Varese, Bresso, Carugate, Lainate, San Donato e Voghera, dove il Centro Natatorio Dagradi ora è chiuso e spetterà ad Asm Voghera Spa ridargli un futuro. Gli impianti avrebbero dovuto restare aperti fino a marzo, fornendo tempo e modo a tutti di organizzarsi dopo il pronunciamento all’antivigilia di Natale del giudici del tribunale di Milano che hanno decretato il fallimento causa lockdown da Covid della coop Gestisport di Carugate che gestiva le nove strutture pubbliche tra piscine, palestre e palazzetti. Il curatore fallimentare Mario Candiani ha invece chiesto e ottenuto la serrata immediata, scattata a cavallo dell’Epifania. Sono in molti a Voghera a chiedersi se sia stato un fulmine a ciel sereno oppure se ci si potesse aspettare quanto accaduto e dunque prendere provvedimenti per tempo, garantendo la continuità del servizio. Dal canto suo il sindaco di Voghera, Paola Garlaschelli, in un post Facebook ha spiegato la situazione.  

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PRONTO METEO – PREVISIONI DAL 24 FEBBRAIO

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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TURISMO, LA REGIA CHE MANCA

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LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
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