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Pioli “Approccio decisivo, entusiasmo tifosi importante”

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MILANO (ITALPRESS) – “Sarà bello giocare davanti a tanti tifosi che ci stanno portando un grande entusiasmo”. Così Stefano Pioli, allenatore del Milan, in conferenza stampa alla vigilia della trasferta col Verona. “Ho visto grande attenzione e motivazione in settimana – ha aggiunto il tecnico rossonero -. Affrontiamo un avversario che può crearci difficoltà, ma abbiamo consapevolezza e fiducia. Non siamo solo bravi, possiamo essere i migliori”. Il Milan è padrone del proprio destino, anche se le ultime tre gare di campionato nascondono parecchie insidie: “Sarà fondamentale l’approccio ma la partita sarà lunga 95 minuti. Abbiamo la possibilità di cambiare con gli ingressi dalla panchina, possiamo fare bene anche domani. Abbiamo un modo di giocare che ci permette di essere equilibrati, dovremo essere squadra dall’inizio alla fine. Anche il Real ha vinto la semifinale di Champions con le emozioni e con lo spirito negli ultimi minuti. Ibra? La sua presenza per noi può essere importante e decisiva”. Pioli non vuol sentire parlare di Milan favorito: “Siamo stati bravi perchè siamo andati contro dei pronostici che ci vedevano sfavoriti. Scommetto che la squadra domani darà il massimo. Non mi interessa se giochiamo prima o dopo l’Inter. Non cambia nulla, ci mancano sette punti e quelli dobbiamo fare. Il Verona farà di tutto per batterci, dovremo essere bravi compatti e lucidi nel sapere difendere bene e una volta recuperata palla ripartire”. Infine sullo stato psicologico col quale il gruppo arriva alla sfida, Pioli ha concluso: “L’atteggiamento dei miei giocatori è quello di essere sempre sul pezzo, stanno gestendo bene le emozioni. Sono ragazzi giovani, ma siamo pronti ad affrontare questo tipo di partite. Sarà una sfida importante e pesante ma l’affronteremo bene”, ha chiosato Pioli.

– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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Thiago Motta sicuro “Juve-Napoli sarà una grande partita”

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TORINO (ITALPRESS) – “Sarà una grande partita con giocatori forti che si confronteranno in campo. Avremo il nostro pubblico con noi e affronteremo la gara con responsabilità rispettando l’avversario”. Così Thiago Motta, allenatore della Juventus, in conferenza stampa in vista della sfida contro il Napoli, in programma domani alle 18 all’Allianz Stadium. La sfida tra i bianconeri e gli azzurri è uno scontro diretto tra due delle formazioni candidate a lottare fino all’ultimo per il primo posto: “Il Napoli è una squadra costruita per lottare per lo scudetto, vogliamo fare una bella gara per noi e per il nostro pubblico – ha aggiunto Motta -. Dovremo lavorare da squadra quando non abbiamo la palla, con generosità come abbiamo fatto fin qui. Dobbiamo essere un blocco solido e non lasciare spazio tra le linee dove Kvara e altri possono trovare spazi o un passaggio verso Lukaku. Proveremo a portare la partita verso il gioco che conviene a noi. Affronteremo una squadra forte”. Sfida nella sfida quella tra Thiago Motta e il suo ex ct, Antonio Conte: “E’ stato bello lavorare con lui, avevamo fatto un Europeo interessante – ha ammesso l’allenatore italo-brasiliano -. Eravamo una grande squadra con giocatori importanti ma non siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo. Il rapporto con Conte è sempre stato fantastico”. Motta ha poi aggiornato sulla situazione infortunati e ha parlato di Vlahovic: “Gatti è a disposizione, mancheranno solo Conceicao e Milik. Dusan può migliorare come tutti noi, sta molto bene, è sorridente, positivo e nell’ultima gara ha fatto molto bene. Sono contento del suo lavoro e deve continuare così”. Infine, sui falli sistematici su Kvara ha sottolineato: “Io posso parlare dei miei ragazzi, e loro non vanno per fare fallo, vogliono giocare sempre a pallone. I miei ragazzi non si buttano mai e cercano di rispettare il gioco. In un contesto generale, io ho sempre difeso il gioco. I falli pericolosi non vanno mai bene e questo problema l’abbiamo risolto con il Var. Adesso stiamo discutendo per ridurre le perdite di tempo. Poi c’è tutta la questione relativa alle simulazioni…”.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Amici e tifosi in Cattedrale per l’ultimo saluto a Schillaci

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PALERMO (ITALPRESS) – Bambini e adulti, tifosi e comuni cittadini (e perfino qualche turista), amici e compagni di una vita, calciatori di ieri e calciatori di oggi: alla Cattedrale di Palermo non c’è uno spazio libero, dentro e fuori, perchè tutti hanno voluto rendere omaggio a Totò Schillaci, porgendo l’ultimo saluto a un simbolo sportivo della città, non solo in Italia, ma nel mondo intero.
Sulla bara posta dinanzi all’altare si ergono fiori, sciarpe, gagliardetti e quell’indimenticabile maglia numero 19 azzurra che vide Totò protagonista a Italia ’90. L’arrivo del feretro è accolto con commozione, accompagnata da una bandiera rosanero che si staglia nel giardino della Cattedrale: il nome Totò Schillaci viene scandito a gran voce al passaggio della bara, anticipando un clima rovente che domani accompagnerà il Barbera in occasione di Palermo-Cesena, prima gara in cui la città sarà un pò più vuota senza il suo simbolo calcistico più rappresentativo. Alla celebrazione, chiusa con la benedizione delle esequie da parte dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, hanno preso parte tra gli altri il presidente della Figc Gabriele Gravina, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e il presidente del Palermo Dario Mirri, mentre tra i calciatori rosanero figurano Francesco Di Mariano (nipote di Schillaci), Matteo Brunori e Jacopo Segre insieme al direttore sportivo Morgan De Sanctis e al suo vice Giulio Migliaccio.
“Oggi è festa per il nostro fratello Totò, perchè è il giorno della nascita nuova nel mistero di Dio – sottolinea nell’omelia monsignor Filippo Sarullo, – E in questo sentirci ancora amati da lui, voi suoi cari familiari ricordate Totò per tutte le volte che lui è stato luce per voi. Ricordate la luce che vi ha trasmesso, anche attraverso i suoi occhi vivi ed eloquenti, amandovi come figlio, marito, papà, fratello, familiare, parente, amico. Ma in tanti oggi sono qui per ricordarlo come il calciatore delle notti magiche, perchè ha fatto sognare l’Italia. In questi giorni tanti i messaggi, tanti i pensieri, tante le parole, tanto l’affetto dimostrato da parte del mondo del calcio e dello sport, delle istituzioni e del popolo”. “E’ stato un coro unanime di dispiacere, dolore, lacrime, ricordi, che attestano le qualità umane e professionali di un talento, di un fuoriclasse, di un grande della storia umana e calcistica che nasce e muore qui a Palermo, tra gente comune, e vive e si distingue nella scena internazionale, anzi mondiale, come campione prodigioso, una leggenda del calcio”. “Grazie – continua Sarullo – Perchè da lassù continuerai a guardare alla tua Palermo e continuerai ad ispirare tanti giovani di oggi e di domani a seguire il tuo esempio per aderire alla via del bene, a seguire i sogni che possono diventare realtà, a vivere ancora notti magiche di amore e di bene, guardando a quella porta alla quale indirizzare il pallone e l’essenza della vita, facendo tesoro di quanto Totò ci ha trasmesso, per continuare a vivere, come da lui fatto, i valori dello sport e della maturità umana, attenendosi ai confini del campo della vita, oltre i quali nella vita non si può andare oltre. Le regole del calcio, come di ogni altro sport, ci insegnano a saper vincere e a saper perdere. Imparare questo e attuarlo nella vita è il miglior insegnamento di vita che oggi Totò vuole consegnare a tutti noi perchè nella sua scuola calcio ha continuato ad educare attraverso lo sport. Ha certamente insegnato che la vera forza di uno sportivo, di una persona autentica e matura non è quella di sentirsi invincibili ma la capacità di rialzarsi”.
– foto xd8/Italpress –
(ITALPRESS).

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Amici e tifosi in Cattedrale per l’ultimo saluto a Schillaci

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PALERMO (ITALPRESS) – Bambini e adulti, tifosi e comuni cittadini (e perfino qualche turista), amici e compagni di una vita, calciatori di ieri e calciatori di oggi: alla Cattedrale di Palermo non c’è uno spazio libero, dentro e fuori, perchè tutti hanno voluto rendere omaggio a Totò Schillaci, porgendo l’ultimo saluto a un simbolo sportivo della città, non solo in Italia, ma nel mondo intero.
Sulla bara posta dinanzi all’altare si ergono fiori, sciarpe, gagliardetti e quell’indimenticabile maglia numero 19 azzurra che vide Totò protagonista a Italia ’90. L’arrivo del feretro è accolto con commozione, accompagnata da una bandiera rosanero che si staglia nel giardino della Cattedrale: il nome Totò Schillaci viene scandito a gran voce al passaggio della bara, anticipando un clima rovente che domani accompagnerà il Barbera in occasione di Palermo-Cesena, prima gara in cui la città sarà un pò più vuota senza il suo simbolo calcistico più rappresentativo. Alla celebrazione, chiusa con la benedizione delle esequie da parte dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, hanno preso parte tra gli altri il presidente della Figc Gabriele Gravina, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e il presidente del Palermo Dario Mirri, mentre tra i calciatori rosanero figurano Francesco Di Mariano (nipote di Schillaci), Matteo Brunori e Jacopo Segre insieme al direttore sportivo Morgan De Sanctis e al suo vice Giulio Migliaccio.
“Oggi è festa per il nostro fratello Totò, perchè è il giorno della nascita nuova nel mistero di Dio – sottolinea nell’omelia monsignor Filippo Sarullo, – E in questo sentirci ancora amati da lui, voi suoi cari familiari ricordate Totò per tutte le volte che lui è stato luce per voi. Ricordate la luce che vi ha trasmesso, anche attraverso i suoi occhi vivi ed eloquenti, amandovi come figlio, marito, papà, fratello, familiare, parente, amico. Ma in tanti oggi sono qui per ricordarlo come il calciatore delle notti magiche, perchè ha fatto sognare l’Italia. In questi giorni tanti i messaggi, tanti i pensieri, tante le parole, tanto l’affetto dimostrato da parte del mondo del calcio e dello sport, delle istituzioni e del popolo”. “E’ stato un coro unanime di dispiacere, dolore, lacrime, ricordi, che attestano le qualità umane e professionali di un talento, di un fuoriclasse, di un grande della storia umana e calcistica che nasce e muore qui a Palermo, tra gente comune, e vive e si distingue nella scena internazionale, anzi mondiale, come campione prodigioso, una leggenda del calcio”. “Grazie – continua Sarullo – Perchè da lassù continuerai a guardare alla tua Palermo e continuerai ad ispirare tanti giovani di oggi e di domani a seguire il tuo esempio per aderire alla via del bene, a seguire i sogni che possono diventare realtà, a vivere ancora notti magiche di amore e di bene, guardando a quella porta alla quale indirizzare il pallone e l’essenza della vita, facendo tesoro di quanto Totò ci ha trasmesso, per continuare a vivere, come da lui fatto, i valori dello sport e della maturità umana, attenendosi ai confini del campo della vita, oltre i quali nella vita non si può andare oltre. Le regole del calcio, come di ogni altro sport, ci insegnano a saper vincere e a saper perdere. Imparare questo e attuarlo nella vita è il miglior insegnamento di vita che oggi Totò vuole consegnare a tutti noi perchè nella sua scuola calcio ha continuato ad educare attraverso lo sport. Ha certamente insegnato che la vera forza di uno sportivo, di una persona autentica e matura non è quella di sentirsi invincibili ma la capacità di rialzarsi”.
– foto xd8/Italpress –
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