Economia
Il turismo come motore per il rilancio dell’economia
Pubblicato
3 anni fa-
di
Redazione
Il turismo come motore di propulsione per tutta l’economia italiana, favorendo occupazione di giovani, donne e la crescita del Sud. È questo il tema del convegno organizzato dal Cnel e dal ministero del Turismo. “Noi come Cnel pensiamo che il Pnrr sia una grossa occasione per la ripresa dell’Italia, perché tanti soldi così non si sono mai visti. In particolare seguiamo con attenzione l’attuazione delle clausole sociali, ovvero quel vincolo che la legge italiana ha istituito per chi occorre che ci sia almeno il 30% nelle opere del Pnrr di occupazione giovanile e femminile, e almeno il 40% devono essere destinate al meridione. In questa chiave il Cnel ha 9 gruppi di lavoro” lavorando con il ministero del Turismo “per verificare l’attuazione di queste clausole sociali”, ha detto Gian Paolo Gualaccini, consigliere e coordinatore del Gruppo Lavoro Pnrr turismo del Cnel. “Il convegno di oggi è per fare il punto su questo lavoro, iniziato da tanto tempo e che andrà avanti perché stiamo parlando ancora di bandi. Lo scopo è far si che il turismo ritorni a essere quel motore di propulsione che è per tutta l’economia italiana – ha aggiunto – garantendo una occupazione stabile e definitiva. Il turismo rappresenta il 13% del Pil, ha vissuto momenti di difficoltà a causa della vicenda del Covid, ma è una grandissima opportunità”. Per il presidente del Cnel, Tiziano Treu, il settore del turismo è stato molto colpito dalla pandemia “ma ha manifestato una capacità di reazione notevole. La scorsa estate ci eravamo illusi che la pandemia fosse finita, invece non possiamo tirare un respiro di sollievo e dobbiamo stare molto attenti. Il lavoro è uno dei test fondamentali dell’efficacia del Piano, quanto produce di buona occupazione? La ricaduta occupazionale è fondamentale e noi la stiamo monitorando”, ha aggiunto. Il convegno ha visto, inoltre, la presenza del ministero del Turismo, Massimo Garavaglia che ha ricordato come avere una concentrazione di flussi “a luglio e agosto per l’Italia è uno spreco avendo la possibilità di fare turismo tutto l’anno, abbiamo questa enorme opportunità e dobbiamo farla conoscere e per fare questo il digitale è la linea, è una grande possibilità per avere dei flussi”. Digitale ma anche formazione che, secondo il ministro “è la chiave di tutto. È la chiave per consolidare la crescita del settore del turismo. Ma su questi noi abbiamo delle criticità a tutti i livelli. C’è un tema culturale dove, per quelli della nostra generazione, se i figli non vanno al liceo c’è qualcosa che non va. Bene, chiamiamoli tutti ‘licei’. Ma non solo – ha concluso – perché dobbiamo far laureare i nostri ragazzi un anno dopo? Una proposta concreta è quella di fare il liceo del turismo di 4 anni, così diventa più appetibile e consente di attivare prima tutto il percorso, credo che sarebbe una bella cosa”.
(ITALPRESS).
-foto Italpress-
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Economia
La Bce lascia i tassi di interesse invariati, obiettivo stabilizzazione inflazione al 2%
Pubblicato
1 ora fa-
18 Dicembre 2025di
Redazione
FRANCOFORTE (GERMANIA) (ITALPRESS) – Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di mantenere invariati i tre tassi d’interesse chiave. La sua valutazione aggiornata riconferma che l’inflazione dovrebbe stabilizzarsi all’obiettivo del 2% nel medio termine. I tassi di interesse sui depositi, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di prestito marginale rimarranno invariati rispettivamente al 2,00%, al 2,15% e al 2,40%. Le nuove proiezioni degli esperti dell’Eurosistema indicano un’inflazione complessiva media del 2,1% nel 2025, dell’1,9% nel 2026, dell’1,8% nel 2027 e del 2,0% nel 2028. Per l’inflazione al netto di energia e alimentari, gli esperti prevedono una media del 2,4% nel 2025, del 2,2% nel 2026, dell’1,9% nel 2027 e del 2,0% nel 2028. L’inflazione è stata rivista al rialzo per il 2026, principalmente perché gli esperti ora prevedono un calo più lento dell’inflazione dei servizi.
Si prevede una crescita economica più forte rispetto alle proiezioni di settembre, trainata soprattutto dalla domanda interna. La crescita è stata rivista al rialzo all’1,4% nel 2025, all’1,2% nel 2026 e all’1,4% nel 2027, e si prevede che si manterrà all’1,4% nel 2028. Il Consiglio direttivo è determinato a garantire che l’inflazione si stabilizzi al suo obiettivo del 2% nel medio termine. Adotterà un approccio basato sui dati e sulle riunioni per determinare l’orientamento appropriato della politica monetaria. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse si baseranno sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione e dei rischi che la circondano, alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, nonché delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza di trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non si impegna a priori a seguire un percorso specifico per i tassi.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Bankitalia, nel 2024 chiuse posizioni in sofferenza per circa 6 miliardi
Pubblicato
3 ore fa-
18 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nel 2024 sono state chiuse, ovvero eliminate dai bilanci, posizioni a sofferenza per circa 6 miliardi. Il dato, pari a circa 1,4 volte il valore dei nuovi ingressi, e’ inferiore al 2023 in termini sia assoluti (9 miliardi), sia di incidenza percentuale sulle sofferenze in essere alla fine dell’anno precedente (37% contro il 44%). Così la Banca d’Italia nella Nota di Stabilità finanziaria e vigilanza. La riduzione rispetto al 2023 è stata determinata principalmente dalle minori cessioni (passate da 5 a 3 miliardi) ed è riconducibile al progressivo ridimensionamento delle consistenze, che ha ridotto le esigenze di cessioni massive. Le strategie di gestione dei crediti deteriorati sono ora basate su un contributo più equilibrato delle diverse leve gestionali: l’ammontare delle posizioni chiuse internamente e’ risultato equivalente a quello delle cessioni sul mercato (3 miliardi).
I dati aggiornati sui tempi di smaltimento delle sofferenze confermano i progressi conseguiti negli ultimi anni, attribuibili sia alla riduzione delle consistenze che ai miglioramenti degli intermediari nella gestione di questi crediti: la quota delle posizioni chiuse entro tre anni dalla classificazione a sofferenza e’ pari all’87% (88% nel 2a023). Le cessioni di inadempienze probabili si sono mantenute stabili, pari a circa 4 miliardi.
Rispetto al 2023 il tasso di recupero medio delle sofferenze chiuse è aumentato di cinque punti percentuali, al 41%, di cui tre riconducibili alle chiusure di posizioni assistite da garanzie pubbliche e caratterizzate da tassi di recupero particolarmente elevati. Lo rileva la Banca d’Italia nella Nota di Stabilità finanziaria e vigilanza. Alla crescita hanno contribuito sia i recuperi sulle posizioni chiuse in via ordinaria (dal 45% al 47%), sia quelli sulle posizioni cedute (dal 30% al 36%), la cui incidenza sul totale delle posizioni chiuse e’ scesa dal 60% al 50%. Il tasso medio di recupero delle sofferenze assistite da garanzie reali è aumentato di tre punti percentuali, al 44%, sostenuto dall’incremento osservato sulle posizioni cedute a terzi (da 35% a 41%). Per le posizioni non assistite da garanzie reali, il tasso di recupero è aumentato di circa nove punti percentuali (da 28% al 37%), di cui sei attribuibili alle chiusure di posizioni assistite da garanzia pubblica.
Il prezzo delle sofferenze cedute nel 2024 è stato pari in media al 24% dell’esposizione lorda di bilancio al momento della cessione, in aumento di due punti percentuali rispetto al 2023. Il prezzo è rimasto stabile per le posizioni assistite da garanzie reali (34%), mentre è cresciuto sensibilmente per le altre (da 13% a 18%), che hanno beneficiato del maggior prezzo riconosciuto sulle posizioni con garanzia pubblica. Il prezzo di cessione dei crediti deteriorati diversi dalle sofferenze è stato in media pari al 51%, superiore di circa 5 punti percentuali a quello del 2023; l’incremento ha interessato sia la componente assistita da garanzia reale, sia quella non assistita da garanzia reale.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Istat, nel terzo trimestre prezzi delle abitazioni in crescita
Pubblicato
5 ore fa-
18 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Secondo le stime preliminari Istat, nel terzo trimestre 2025 l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB), acquistate dalle famiglie per fini abitativi o per investimento, evidenzia una varazione del +0,6% rispetto al trimestre precedente e del +3,8% nei confronti dello stesso periodo del 2024 (era +3,9% nel secondo trimestre 2025). La crescita tendenziale dell’IPAB è da attribuirsi sia ai prezzi delle abitazioni nuove, che aumentano dell’1,4% (da +1,1% del trimestre precedente), sia ai prezzi delle abitazioni già esistenti che salgono del 4,2%, in leggera decelerazione rispetto al secondo trimestre (+4,4%). Questi andamenti si registrano in un contesto di crescita dei volumi di compravendita: +8,5% la variazione tendenziale registrata nel terzo trimestre 2025 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale (da +8,1% del trimestre precedente).
Anche su base congiunturale, l’aumento dell’IPAB (+0,6%) è imputabile sia ai prezzi delle abitazioni nuove sia a quelli delle già esistenti, in crescita rispettivamente del 2,5% e dello 0,3%. In media, nei primi tre trimestri del 2025, i prezzi delle abitazioni aumentano del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2024; quelli delle abitazioni nuove crescono del +1,3% e quelli delle abitazioni già esistenti del +4,5%. Il tasso di variazione acquisito dell’IPAB per il 2025 è pari a +3,8% (+0,3% per le abitazioni nuove e +4,5% per le abitazioni già esistenti).
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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