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Si è aperta una settimana calda, decisamente calda. Sia a livello meteo che a livello politico sarà la più calda dell’anno. In entrambe le situazioni la mano dell’uomo purtroppo fa la differenza, in negativo certo, ma la fa. Lasciamo da parte per il momento il capitolo siccità, di cui ci occupiamo in altra sede e prendiamo in considerazione il Palazzo. Qui i problemi sono tanti da affrontare, ma ce n’è uno che in questo momento mina la stabilità di questo Paese. E quindi occorrono decisioni forti. E’ come quando in sala operatoria ti trovi un paziente da salvare in extremis: occorrono bravi e lucidi chirurghi per compiere l’impresa. Traduco: ci sono persone che sono fatte per fare politica, nel senso più vero del termine, non per stare attaccati alle poltrone e portarsi a casa uno stipendio, ma per servire il Paese, ascoltare, aiutare la gente a risolvere i problemi. Anche quelli piccoli quotidiani. Poi ci sono coloro che usufruiscono del “sistema politico” anzitutto per avvantaggiarsi e poi, se si avanza tempo e spazio, fare qualcosa di buono per gettare un po’ di fumo negli occhi in chi li ha eletti. E infine c’è una terza schiera: quella dei politici incapaci, deleteri per il Paese e per i cittadini. A questa terza schiera si è iscritto d’ufficio Giuseppe Conte, sia per i suoi demeriti da Presidente del Consiglio, quando l’Italia è stata travolta dalla pandemia mettendo in luce tutte le pecche di un sistema sanitario che faceva acqua da tutte le parti: certo, il demerito parte da lontano, dai governi precedenti, con tutti i tagli e i mancati investimenti alla sanità, ma lui ci ha messo anche molto del suo, arrivando a nominare personaggi come Domenico Arcuri che passerà alla storia per i banchi a rotelle o per le mascherine acquistate dalla Cina ma non a norma CE, fino ad arrivare a tutti quei provvedimenti di lockdown senza capo né coda, decisi di comune accordo con Domenico Arcuri. Non contento di aver sfasciato il Paese ci ha riprovato una seconda volta, per poi essere detronizzato del tutto e a quel punto essere sostituito a Palazzo Chigi da Mario Draghi, ovvero l’uomo più preparato, competente e lontano dal mondo politico che Mattarella ha convinto in tutti i modi a salire sulla nave prima che questa affondasse del tutto. Ci siamo risollevati, abbiamo messo il turbo, anche a livello di prospettive di crescita, abbiamo riacquistato prestigio internazionale come non lo si vedeva da decenni, con tecnici che anche all’estero ci invidiano… ed ecco che Conte, una volta terminata l’esperienza fallimentare al Governo 1 e bis, decide di guidare i 5 Stelle che già lamentano più di un problema di identità: prima litiga con Grillo (inevitabile, ricordiamo tutti quando l’ex comico gli diede dell’incapace pubblicamente nel Giugno 2021), poi con Di Maio e gli altri uomini più rappresentativi, che se ne vanno, formano un nuovo soggetto politico di centro e iniziano a mettere in luce un travaglio di pancia in seno ai grillini che emerge con l’ala oltranzista: la stessa ala che prima non ha dato la fiducia al Dl Sostegni e che ora vorrebbe uscire definitivamente dal Governo Draghi per riportare il Paese in mare mosso, in attesa delle elezioni. Questo significa non solo instabilità politica ma anche economica, e con tanti risvolti negativi in campo internazionale, mandando a monte anche investimenti di rilancio come il Pnrr, tanto che sono scesi in campo praticamente tutti tra sindaci (di sinistra, destra e centro), illustri professori, istituzioni nazionali, europee e d’oltreoceano per convincere Draghi a rimanere, contando sull’attuale maggioranza senza i 5 Stelle, o meglio con quelli che si staccheranno ulteriormente dal Movimento nelle prossime ore per prendere le distanze da Conte. Un uomo capace di portare un partito dal 30% dei consensi al 12% (ultimi sondaggi Swg e Pagnoncelli). Ecco il capolavoro politico di un perfetto incapace. Per il bene del Paese e per il suo partito è bene che si faccia da parte una volta per tutte. E’ il crepuscolo di un finto leader.
ZONA LOMBARDIA – 2 NOVEMBRE 2025
Il commento ai fatti del giorno in Lombardia: un focus quotidiano a cura di Emanuele Bottiroli, un esperimento multimediale allargato anche ai social, per essere sempre aggiornati su quanto avviene sul nostro territorio in tempo reale. Dal lunedì al venerdì alle 13 su Lombardia Live 24.
LA VOCE PAVESE – CASO GARLASCO, UN’INCHIESTA PARADOSSALE
Indagini riaperte dopo 18 anni, un giallo mediatico dietro l’altro, dichiarazioni su dichiarazioni sulla stampa nazionale da mesi. La Procura di Brescia che indaga sull’ex capo della Procura di Pavia, Mario Venditti, e sui carabinieri che al tempo si occupavano delle attività di polizia giudiziaria. In settimana via alle indagini anche sul padre di Andrea Sempio per la presunta corruzione di Venditti. E intanto un fiume di giornali e trasmissioni televisive a parlare di "sistema Pavia" e a descrivere un territorio come una casa degli orrori. Per ora tanta confusione e tante ipotesi che dovranno essere vagliate. Tutto questo 18 anni dopo la morte di Chiara Poggi nella villetta di via Pascoli a Garlasco e mentre l’allora fidanzato di Chiara Poggi, Alberto Stasi, sta scontando la sua pena. Una pena al di là di ogni ragionevole dubbio oppure no? Una pena giusta o un errore giudiziario?
IN ALTO I CALICI – LA MAGIA DELL’AUTUNNO E DELLE SUE TRADIZIONI
Un tuffo settimanale nell’attualità e nella cultura del vino con Emanuele Bottiroli, giornalista di settore, e Guerrino Saviotti, decano degli enologi, ogni sabato alle 13 su Pavia Uno TV e Lombardia Live 24. Oggi una puntata dedicata all’autunno, all’enoturismo e alle tradizioni di questa stagione tra tanti ricordi, prelibatezze e la voglia di stare insieme tra cantine e tipicità.
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