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VIGEVANO, LAVORATORI SCHIAVIZZATI: LAVORAVANO PER 15 ORE AL GIORNO. ARRESTATI 3 IMPRENDITORI

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Turni di lavoro dalle 10 alle 15 ore giornaliere, giorno e notte senza distinzioni, senza pause e senza alcun giorno di riposo. I militari della Guardia di Finanza del Gruppo di Pavia e della Compagnia di Vigevano hanno eseguito tre misure di custodia cautelare in carcere a carico degli amministratori di fatto di tre ditte individuali che operano nel settore calzaturiero del territorio della Lomellina, tutti di nazionalità cinese. Dovranno rispondere di intermediazione illecita e caporalato a carico dei dipendenti, tutti cinesi. Gli operai vivevano all’interno degli spazi nei quali lavoravano, in condizioni igienico-sanitarie assolutamente precarie, senza riscaldamento e senza letti adeguati.

Le tre ditte operavano mediante prestanomi al fine di nascondere che a dirigere le attività fossero gli arrestati che, in occasione di controlli da parte di diversi enti statali, dissimulavano il loro ruolo spacciandosi anche per semplici impiegati per altro in difficoltà con la lingua italiana.

Le aziende, tra l’altro, cambiavano spesso denominazione, titolare, ragione sociale e partita Iva con l’obiettivo di rendere più difficili i controlli. Le Fiamme Gialle hanno accertato che ai lavoratori venivano corrisposti compensi irrisori e comunque molto al di sotto di quelli fissati dai contratti collettivi di lavoro. Inoltre non venivano pagati a ore lavorative ma a “cottimo”, vale a dire per pezzi prodotti o lavorati: una condizione che li spingeva ad aumentare la quantità a scapito della qualità di quanto prodotto. Il perdurante stato di bisogno poi assicurava ai caporali il loro silenzio.

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PRONTO METEO – PREVISIONI DAL 24 FEBBRAIO

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Le previsioni del tempo in Lombardia, sempre aggiornate con Arpa Lombardia sul nostro sito prontometeo.it.

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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TURISMO, LA REGIA CHE MANCA

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LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…

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