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LA VOCE PAVESE – MORIRE D’INDIFFERENZA IN CARCERE, UN SISTEMA CHE NON FUNZIONA

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LA VOCE PAVESE – MORIRE D’INDIFFERENZA IN CARCERE, UN SISTEMA CHE NON FUNZIONA
Si è soffocato con un lenzuolo nella sua cella del carcere di Torre del Gallo. Aldo Latifaj, un detenuto che aveva 20 anni ed era italo-albanese, si è tolto la vita in questo modo il 28 dicembre nonostante l’intervento dei medici. Un decesso per soffocamento avvenuto al pronto soccorso dell’ospedale San Matteo dove i sanitari del 118 lo avevano portato ancora vivo. E’ il sesto suicidio avvenuto all’interno del carcere di Torre del Gallo nel 2022 appena conclusosi. Un numero decisamente alto considerato il fatto alla fine di luglio a livello nazionale i suicidi in carcere erano stati in tutto 37. Don Dario Crotti, cappellano del carcere di Torre del Gallo, ha spiegato: “Lo conoscevo, gli avevo parlato più di una volta. Era un detenuto molto fragile, mi spiace moltissimo per questa tragedia. Me lo avevano segnalato gli agenti di Polizia penitenziaria e gli avevo parlato. Purtroppo non è stato sufficiente. Ricordo che era un ragazzo molto educato, che non aveva mai dato problemi al personale. C’è un disagio notevole che vale anche per il personale purtroppo abituato a lavorare in condizioni non facili. Guardiamo a quello che è successo, in questi giorni, all’istituto Beccaria di Milano con la fuga dei 7 ragazzi. Da anni in un istituto così importante non c’è un direttore stabile e sempre da diversi anni ci sono lavori in corso. Non è possibile portare avanti un lavoro importante a favore dei detenuti in quelle condizioni”. Ma a cosa serve un regime carcerario in cui i detenuti si tolgono la vita o accrescono il loro disagio? Che senso hanno carceri stracolme? Perché non optare per pene correttive e di segno diverso? Perché non fare tesoro delle tante virtuose esperienze attuate dal volontariato sociale per favorire un pieno recupero di chi ha perso la strada?

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BREAKING NEWS LOMBARDIA 21/11/2025

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BREAKING NEWS LOMBARDIA 21/11/2025
I fatti del giorno: Incendio al negozio Tuttosci di Mortara, danni per 300mila euro – Spray al peperoncino in istituto professionale Apolf a Pavia – Licenziato per molestie alla collega ma il giudice archivia – Studente accoltellato a Milano, aggressore “Non ci ho visto più” – Legionella a Milano, test confermano 11 casi e un decesso – Scoperto arsenale con AK-47, due arresti – Pronto Meteo Lombardia per il weekend.

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SANITÀ, LISTE D’ATTESA TROPPO LUNGHE

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LA VOCE PAVESE – SANITÀ, LISTE D’ATTESA TROPPO LUNGHE
Nel Pavese le liste d’attesa continuano ad allungarsi, rendendo quasi impossibile ottenere un appuntamento entro i 30 giorni indicati nelle prescrizioni dei medici di base. Il nuovo rapporto sulla sanità locale fotografa una situazione ormai critica, con tempi che in molti casi superano ampiamente l’anno.
Per una risonanza magnetica al Mondino si può attendere più di dodici mesi. Non va meglio nel settore gastroenterologico: sei mesi per una visita alla Maugeri, anche quando la ricetta medica prevede una prenotazione entro 30 giorni. La situazione si complica ulteriormente per le visite cardiologiche: solo un paziente su tre riesce a ottenere un controllo nei tempi previsti dal Sistema Sanitario. Un dato ancora più preoccupante riguarda le colonscopie, dove la percentuale scende sotto il 20 per cento.
Il risultato è un vero e proprio percorso a ostacoli per i cittadini, costretti a rinviare controlli essenziali o a rivolgersi al privato, sostenendo costi spesso elevati. A farne le spese sono soprattutto le fasce più fragili, gli anziani e chi soffre di patologie croniche.
Il sindacato pensionati Cgil parla di “questione di civiltà”, sottolineando come la manovra del Governo, orientata al riarmo, non preveda risorse aggiuntive per ridurre le liste d’attesa o per potenziare il personale sanitario. «Servono più cure, non più armi» denunciano i rappresentanti provinciali, chiedendo interventi immediati.
Il problema non riguarda solo il territorio pavese ma riflette un’emergenza nazionale, aggravata dal calo del personale, dal ricorso sempre più massiccio alle prestazioni intramoenia e dal mancato rinnovo tecnologico in molte strutture ospedaliere.
Intanto, mentre gli ospedali registrano un sovraccarico crescente, crescono le preoccupazioni dei cittadini che temono che il ritardo nelle diagnosi possa incidere sulla qualità – e sulla durata – delle cure. Le famiglie chiedono risposte rapide e un impegno concreto per riportare la sanità pubblica a livelli di accessibilità adeguati.

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ZONA LOMBARDIA – 21 NOVEMBRE 2025

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ZONA LOMBARDIA – 21 NOVEMBRE 2025
Il commento ai fatti del giorno in Lombardia: un focus quotidiano a cura di Emanuele Bottiroli, un esperimento multimediale allargato anche ai social, per essere sempre aggiornati su quanto avviene sul nostro territorio in tempo reale. Dal lunedì al venerdì alle 13 su Lombardia Live 24.

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