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Cronaca

Da Terna “computer circolari” per due laboratori a Palermo

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PALERMO (ITALPRESS) – Grazie alla donazione di 40 computer da parte di Terna nell’ambito del progetto “Terna-Reuse: Computer circolari di comunità”, in collaborazione con la Cooperativa Reware e Legambiente Sicilia, sono stati inaugurati presso l’Associazione San Giovanni Apostolo all’ex Centro Edilizia Popolare (CEP) di Palermo due laboratori, uno informatico e uno linguistico. Alla cerimonia hanno partecipato amministratori locali, Maria Antonietta Sidoni, Responsabile Distretto Trasmissione Sicilia di Terna, insieme a rappresentanti della Cooperativa Reware, Giuseppe Alfieri e Vanessa Rosano, rispettivamente presidente e direttrice di Legambiente Sicilia, l’Associazione Libera, il Comando Carabinieri locale e alcune scuole e associazioni beneficiarie della donazione. In particolare, i due laboratori sorgeranno rispettivamente all’interno di un Centro aggregativo gestito dall’Associazione San Giovanni Apostolo, che da 20 anni opera per l’integrazione dei vari componenti dei tessuti sociali e il recupero delle marginalità attraverso l’istruzione, e all’interno dell’Istituto Comprensivo Statale “Giuliana Saladino”.
Proseguono, dunque, a Palermo le iniziative legate a “Terna – Reuse”, un progetto ideato e sviluppato dall’azienda insieme a Reware, cooperativa e impresa sociale che eroga servizi volti all’allungamento del ciclo di vita delle apparecchiature elettroniche ed informatiche, e Legambiente Sicilia: “un esempio virtuoso di economia circolare che punta a limitare la produzione di rifiuti informatici e rafforza l’impegno in ambito di sostenibilità e per la tutela dell’ambiente”, si legge in una nota.
Complessivamente, all’interno del territorio comunale sono stati donati 100 computer: oltre all’Associazione San Giovanni Apostolo e all’Istituto Comprensivo Saladino, beneficiari dell’iniziativa sono stati l’Associazione Zen Insieme, la Scuola Primaria Tomasi di Lampedusa e il Punto Luce Save the Children del quartiere Zisa.
Palermo è la seconda città italiana, dopo Roma, coinvolta nel progetto: nel 2020, infatti, Terna e Reware avevano devoluto 160 computer rigenerati a istituti scolastici e altre realtà no profit della Capitale.
Per Maria Antonietta Sidoni, Responsabile del Distretto Trasmissione Sicilia di Terna, “il progetto Reuse è esemplificativo dell’approccio sostenibile che la società ha sul territorio”. La scelta di Palermo “è tutt’altro che un caso – ha aggiunto -. Terna è presente in Sicilia con 230 persone e una rete di 5 mila chilometri di linee elettriche, e la presenza sarà sempre più importante nel tempo in virtù degli investimenti previsti a supporto della transizione ecologica del Paese”.
Nel corso dell’evento di inaugurazione i volontari di Legambiente Sicilia hanno organizzato attività di educazione ambientale sull’economia circolare coinvolgendo i ragazzi del centro.
“Nell’ottica di un’economia circolare è importante avere apparecchiature rigenerate invece che acquistate nuovamente”, ha spiegato Vanessa Rosano, direttrice Legambiente Sicilia. “Abbiamo spiegato il ciclo di vita di un’apparecchiatura elettronica e quindi tutte le risorse ambientali e sociali risparmiate non acquistando i computer ma rigenerandoli”, ha aggiunto.

– nella foto da sinistra Antonietta Fazio, presidente del centro San Giovanni Apostolo, e Maria Antonietta Sidoni, responsabile Distretto Trasmissione Sicilia di Terna, credit ufficio stampa Terna –

(ITALPRESS).

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Renzi “Chi abbandona la ‘tenda riformista’ regala il Paese alla destra”

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ROMA (ITALPRESS) – “Ricevo email di persone con il mal di pancia per gli accordi che vengono fatti anche con la sinistra radicale e i Cinque Stelle. Voglio essere molto chiaro, cari amici. Se crediamo nel bipolarismo è evidente che ci si debba alleare con compagni di strada anche lontani dalle nostre idee. Dall’altra parte, del resto, ci sono Vannacci, leghisti e complottisti vari NoVax lollobrigidiani: sono le regole del bipolarismo. Capisco molto bene chi dice: eh ma rischiamo di annacquare il profilo riformista. Di non contare dentro il centrosinistra. Sì, è un rischio reale. Ma il modo per non farsi ‘annacquarè è solo uno: prendere i voti. Lo dico a chi su Twitter annuncia sfaceli, a chi sui social promette rivoluzioni, a chi nelle chat grida il proprio disgusto”. Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nella sue enews. “Se volete incidere, in democrazia, un tweet in meno e un voto in più. Un post in meno e un candidato che prenda voti in più. Uno sfogo in meno e una telefonata all’amico incerto in più. Ve la dico ancora più chiara: gli equilibri della coalizione dipendono dai voti, non dalle chiacchiere”, aggiunge.

“Se i Cinque Stelle e la sinistra radicale prendono il 10% e noi prendiamo l’1%, il problema è nostro, non loro. Se invece riusciamo a fare un buon risultato (come faremo, ne sono certo, non solo in Calabria e Toscana), allora la tenda riformista diventa credibile. E decisiva per la vittoria alle politiche. In democrazia contano i voti. Noi siamo forti e credibili – spiega – perchè quando abbiamo portato il nostro contributo abbiamo fatto la differenza (pensate solo alla differenza nelle elezioni a Genova dopo le regionali in Liguria). Ma adesso ci sono da fare due cose: eleggere consiglieri regionali decisivi e portare le idee dalla Leopolda al Paese. Punto. Tutto il resto è noia. Chi vuole un centrosinistra riformista ci dia una mano. Adesso. Chi abbandona il campo per la presenza di Cinque Stelle e AVS regala il centrosinistra alla sinistra radicale e il Paese alla trimurti Meloni, Salvini, Lollobrigida. E’ chiaro adesso perchè insisto sul fatto che noi siamo decisivi? Se noi facciamo un bel risultato riequilibriamo la coalizione e vinciamo le elezioni. Se noi andiamo male la coalizione scivola a sinistra e perdiamo le elezioni. Tocca a noi. La differenza la fanno i voti, non i tweet”, conclude Renzi.

-Foto: Ipa Agency-

(ITALPRESS).

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Assemblea di Mediobanca boccia l’ops su Banca Generali

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MILANO (ITALPRESS) – L’assemblea degli azionisti di Mediobanca ha respinto la proposta del Cda in merito all’autorizzazione per dare esecuzione all’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie di Banca Generali. I favorevoli sono stati pari al 35% del capitale sociale, rappresentato per il 25% da investitori istituzionali e per il 10% da investitori privati; contrari pari al 10% del capitale sociale, sostanzialmente il Gruppo Caltagirone; astenuti pari al 32% del capitale sociale, di cui il 20% Delfin, 5% Casse Previdenziali italiane (Enasarco, Enpam, Forense), 3% investitori istituzionali (Amundi, Anima, Tages), 2% Edizione Holding, 2% Unicredit.
Mediobanca, preso atto dell’esito dell’assemblea, dichiara decaduta l’offerta su Banca Generali.
Per l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, si tratta di “un’opportunità mancata per effetto del voto espresso, in particolare, da azionisti che, anche nell’attività di engagement, hanno manifestato un evidente conflitto di interesse, anteponendo quello relativo ad altre situazioni/asset italiani a quello di azionisti di Mediobanca. Risulta, infatti, evidente dal voto che coloro i quali non si sono trovati in questa posizione si sono espressi a favore (mercato in primis), in linea con le
raccomandazioni dei proxy advisors internazionali. Si tratta chiaramente di un’opportunità, per ora, mancata per lo sviluppo della nostra Banca e del sistema finanziario italiano. Continueremo ad essere concentrati sull’esecuzione del nostro piano ‘One Brand – One Culturè convinti della superiore generazione di valore rispetto all’alternativa rappresentata dall’offerta di Mps”, conclude Nagel.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-

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Cronaca

Zelensky “La Cina non può essere garante della nostra sicurezza”

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KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – La scorsa notte “l’esercito russo ha stabilito uno dei suoi folli anti-record. Ha preso di mira infrastrutture civili, edifici residenziali e la nostra popolazione”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sui social, aggiungendo che “diversi missili sono stati lanciati contro un’azienda di proprietà americana in Transcarpazia. Si trattava di una normale attività civile, sostenuta da investimenti americani, che produceva articoli di uso quotidiano come macchine da caffè. Eppure, era anche un bersaglio per i russi. Questo è molto significativo”, afferma. E sottolinea che “i russi hanno condotto questo attacco come se nulla fosse cambiato, come se non ci fossero sforzi globali per fermare questa guerra. Tutto questo richiede una risposta. Non c’è ancora alcun segnale da parte di Mosca di impegnarsi davvero in negoziati sostanziali e porre fine a questa guerra. E’ necessaria pressione. Sanzioni severe, dazi elevati”.
Parlando con i giornalisti, Zelensky ha indicato Svizzera, Austria o Turchia come possibili sedi per potenziali colloqui di pace con il suo omologo russo Vladimir Putin. No a un possibile ruolo della Cina per garantire la sicurezza dell’Ucraina.
“In primo luogo – ha spiegato Zelensky – la Cina non ci ha aiutato a fermare questa guerra fin dall’inizio. In secondo luogo, la Cina ha aiutato la Russia aprendo il suo mercato dei droni… Non abbiamo bisogno di garanti che non aiutino l’Ucraina e che non l’abbiano aiutata nel momento in cui ne avevamo veramente bisogno”. E l’incontro con Putin, ha concluso Zelensky, sarà possibile “dopo che saranno state concordate garanzie di sicurezza”.

– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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