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Cronaca

BREAKING NEWS – RISULTATI DEFINITIVI DEL VOTO IN LOMBARDIA: ECCO I VOTI E LE PREFERENZE DI CANDIDATI E COALIZIONI

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di Diego Bianchi

Attilio Fontana, presidente uscente, leghista sostenuto da tutte le forze del centrodestra, è stato riconfermato alla presidenza della Regione Lombardia con il 54,67% dei voti, pari a 1.774.477, staccando di netto gli avversari.
Pierfrancesco Majorino, sostenuto dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle, si è fermato al 33,93% (1.101.417 voti). Letizia Moratti, candidata dalla Lista Moratti Presidente e da Azione e Italia Viva, ha ottenuto il 9,87% (320.346 voti). Infine Mara Ghidorzi, appoggiata da Unione Popolare, l’alleanza tra Rifondazione comunista, Potere al popolo e Dema, ha ottenuto l’1,53% (49.514 voti).
Venendo alle coalizioni: quella di centrodestra ha ottenuto il 56,27%: Fratelli d’Italia 25,18% (725.402 voti), Lega 16,53% (476.175), Forza Italia 7,23% (208.420), Lombardia Ideale – Fontana Presidente 6,16% (177.387), Noi Moderati 1,17% (33.711).
L’alleanza tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle raggiunge il 32,80%: PD 21,82% (628.774 voti), Movimento 5 Stelle 3,93% (113.229), Patto Civico – Majorino Presidente 3,82% (110.126), Alleanza Verdi e Sinistra 3,23% (93.019).
La coalizione che sosteneva Letizia Moratti si ferma al 9,55%: la lista Letizia Moratti Presidente 5,30% (152.652 voti), Azione – Italia Viva 4,25% (122.356).
Unione Popolare, infine, ottiene l’1,39% (39.913).

LA BASSA AFFLUENZA (41,6%), IL VOTO IN CONTROTENDENZA DI MILANO
In Lombardia si è registrata l’affluenza più bassa di sempre alle regionali, con il 41,6%. Il dato nazionale definitivo che comprende il Lazio è ancora più basso: 39,8%. Fino ad ora in Lombardia il record negativo apparteneva al 2010 quando votò il 71,9% dei lombardi e il candidato del centrodestra, Roberto Formigoni, vinse su quello del centrosinistra, Filippo Penati. Anche allora la consultazione si svolse su due giornate, il 28 e il 29 marzo.
A Milano città emerge un dato in controtendenza: risulta davanti Pierfrancesco Majorino con il 46,83%, seguito da Attilio Fontana al 37,69% e Letizia Moratti al 13,83%. E infatti il candidato del centrosinistra ha commentato: «L’ottimo risultato della città di Milano dove siamo saldamente in testa rispetto a Fontana, nonostante la presenza di Letizia Moratti, unitamente a quanto sta avvenendo in altre città è la conferma della ricchezza rappresentata dalle nostre esperienze di governo. Una buona base da cui partire anche per avviare un’opposizione propositiva e combattiva nei confronti della giunta Fontana».

COME SARA’ COMPOSTO IL NUOVO CONSIGLIO REGIONALE
I seggi del Consiglio regionale sono 80: uno è riservato al presidente eletto (Attilio Fontana) e un altro è assegnato al “miglior sconfitto” tra i candidati presidente (Pierfrancesco Majorino).
Gli altri 78 seggi sono così attribuiti: 22 Fratelli d’Italia, 14 Lega, 6 Forza Italia, 5 Lombardia Ideale – Fontana Presidente, 1 Noi Moderati, 17 Partito Democratico, 3 Movimento 5 Stelle, 1 Alleanza Verdi e Sinistra, 2 Patto Civico – Majorino Presidente, 3 Azione – Italia Viva, 4 Lista Moratti presidente.
Ecco la distribuzione dei seggi, provincia per provincia:
Bergamo (9 consiglieri): 3 Fratelli d’Italia (Paolo Franco, Lara Magoni, Michele Schiavi), 2 Lega (Giovanni Malanchini, Roberto Anelli), 1 Forza Italia (Jonathan Lobati), 2 PD (Davide Casati, Jacopo Scandella), 1 Moratti (Ivan Rota).
Brescia (10): 3 Fratelli d’Italia (Carlo Bravo, Barbara Mazzali, Diego Invernici), 2 Lega (Floriano Massardi, Davide Caparini), 1 Forza Italia (Simona Tironi), 2 PD (Emilio Del Bono, Miriam Cominelli), 1 Movimento 5 Stelle (Paola Pollini), 1 Azione – Italia Viva (Massimo Vizzardi)
Como (5): 1 Fratelli d’Italia (Anna Dotti), 1 Lega (Alessandro Fermi), 1 Forza Italia (Sergio Gaddi), 1 Lombardia Ideale – Fontana Presidente (Marisa Cesana), 1 PD (Angelo Orsenigo)
Cremona (3): 1 Fratelli d’Italia (Marcello Ventura), 1 Lega (Filippo Bongiovanni), 1 PD (Matteo Piloni) Lecco (3): 1 Fratelli d’Italia (Giacomo Zamperini), 1 Lega (Mauro Piazza), 1 PD (Gianmario Fragomeli)
Lodi (2): 1 Fratelli d’Italia (Patrizia Baffi), 1 PD (Roberta Vallacchi)
Mantova (3): 1 Fratelli d’Italia (Alessandro Beduschi), 1 Lega (Alessandra Cappellari), 1 PD (Marco Carra)
Milano (24): 6 Fratelli d’Italia (Christian Garavaglia, Marco Alparone, Franco Lucente, Vittorio Feltri, Chiara Valcepina, Matteo Forte), 2 Lega (Silvia Scurati, Riccardo Pase), 1 Forza Italia (Gianluca Comazzi), 1 Lombardia Ideale – Fontana Presidente (Carmelo Ferraro), 1 Noi Moderati (Vittorio Sgarbi), 6 PD (Paolo Romano, Carlo Borghetti, Pietro Bussolati, Alfredo Negri, Maria Rozza, Paola Bocci), 2 Movimento 5 Stelle (Nicola Di Marco, Paola Pizzighini), 1 Alleanza Verdi e Sinistra (Onorio Rosati), 2 Patto Civico – Majorino Presidente (Michela Palestra e Luca Paladini), 1 Azione – Italia Viva (Lisa Noja), 1 Lista Moratti Presidente (Manfredi Palmeri).
Monza Brianza (7): 2 Fratelli d’Italia (Federico Romani, Alessia Villa), 1 Lega (Alessandro Corbetta), 1 Forza Italia (Fabrizio Figini), 1 Lombardia Ideale – Fontana Presidente (Jacopo Dozio), 1 PD (Pietro Luigi Ponti), 1 Lista Moratti Presidente (Martina Sassoli)
Pavia (4): 1 Fratelli d’Italia (Claudio Mangiarotti), 1 Lega (Elena Lucchini), 1 Forza Italia (Ruggero Invernizzi), 1 Lombardia Ideale – Fontana Presidente (Alessandro Cantoni) Sondrio (1): 1 Lega (Massimo Sertori)
Varese (7): 2 Fratelli d’Italia (Giuseppe De Bernardi Martignoni, Francesca Caruso), 1 Lega (Emanuele Monti), 1 Lombardia Ideale – Fontana Presidente (Giacomo Cosentino Basaglia), 1 PD (Samuele Astuti), 1 Azione – Italia Viva (Giuseppe Licata), 1 Lista Moratti Presidente (Luca Ferrazzi).

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GLI ELETTI IN PROVINCIA DI PAVIA: DENTRO LUCCHINI, MANGIAROTTI, INVERNIZZI E CANTONI. FUORI PD E M5S
Lo spoglio è finito all’alba, i quattro eletti pavesi in consiglio comunale sono Elena Lucchini (Lega), Claudio Mangiarotti (Fdi), Ruggero Invernizzi (Forza Italia) e Alessandro Cantoni (Lombardia Ideale). Nessun consigliere per il Pd o il Movimento 5 stelle, resta dunque fuori il consigliere uscente Simone Verni (M5s).

VINCITORI E VINTI: CHI VA IN CONSIGLIO TRA I NOMI ILLUSTRI, CHI RIMANE FUORI
Da Fabrizio Pregliasco a Alberto Veronesi, da Claudio Chiappucci a Valentina Aprea e Giulio Gallera. È lunga la lista di chi non ce l’ha fatta a entrare in Consiglio regionale. La legge delle preferenze ha fatto le sue vittime eccellenti. C’è il virologo Pregliasco, che da capolista di Majorino si ferma a 1.939 preferenze. L’azzurro ed ex assessore al Welfare di Forza Italia, Giulio Gallera, non passa nonostante le 5.670 preferenze, battuto da Gianluca Comazzi (7.902). Va male anche al direttore d’orchestra Veronesi, che è passato dalla lista in appoggio a Beppe Sala al partito della premier Giorgia Meloni: 1.077 voti.
Al contrario, il voto premia come recordman assoluto il sindaco Pd, di Brescia, Emilio Del Bono, che con 34.211 preferenze polverizza ogni precedente primato. Nel 2018 la palma del più votato era toccata all’azzurro, Giulio Gallera con oltre 11 mila preferenze: questa volta con 5.486 preferenze resta fuori dal Consiglio perché per FI in provincia di Milano scatta solo 1 seggio e lo ha preso il suo collega di partito, Gianluca Comazzi, re delle preferenze con 7.766 voti.
Fuori il filosofo Stefano Zecchi che si è fermato a 912 preferenze; ma potrebbe rientrare dalla porta della giunta come assessore alla Cultura in quota FdI. Diventa consigliere il fondatore di Libero Vittorio Feltri, che si porta a casa 5.913 preferenze. D’altra parte il pacchetto di mischia di FdI è molto nutrito. Al primo posto c’è il sindaco di Turbigo, Christian Garavaglia con 10.255 voti. Buon risultato anche per Marco Alparone (7.655) indicato come possibile presidente dell’aula.
Nella Lega, il pieno di preferenze lo fanno, a Brescia, Floriano Massardi con 10.272 voti e l’ex assessore al Bilancio, Davide Caparini, che arriva 9.128. A Como Alessandro Fermi raggiunge i 13.883 voti.
A Milano gli elettori del Pd premiano il giovane Paolo Romano, classe 1.996, già segretario metropolitano dei Giovani democratici della città, assessore al Municipio 8: 7.740 voti. Mentre non entra la capolista, ex direttrice del carcere di Bollate, Cosima Buccoliero, che raccoglie 3.391 preferenze. In quota Pd, Davide Casati prende 14.445 voti a Bergamo. Entreranno in Consiglio in quota lista civica Majorino la sindaca di Arese Michela Palestra (3.789) e il leader dei Sentinelli di Milano Luca Paladini (3.244). Invece il consigliere uscente Michele Usuelli, candidato a Milano, Bergamo e Brescia, in città raccoglie solo 2.151 voti, che non gli bastano per entrare in consiglio regionale.
Tra i banchi del M5S, il capolista a Milano Nicola Di Marco è il solo tra i candidati pentastellati in Lombardia sopra quota mille: 1.392. Entreranno al Pirellone tra i seggi della lista civica Moratti il capolista di Milano Manfredi Palmeri e Martina Sassoli, che guidava la circoscrizione brianzola. A Como non ce l’ha fatta la capolista Maria Grazia Sassi, mentre entra Marina Cesana, della lista civica di Attilio Fontana. Nel Terzo polo la capolista a Milano ed ex deputata di Italia viva Lisa Noja raccoglie 3.203 preferenze.

L’ASTERISCO, SPECIALE ELEZIONI
ANALISI DEL VOTO: PERCHE’ HA VINTO FONTANA, DOVE HANNO PERSO GLI AVVERSARI
Prima che del centrodestra questa è la vittoria di Attilio Fontana, il governatore uscente, che nonostante gli anni terribili del Covid, le polemiche infiammate sulla gestione della sanità, le inchieste della magistratura (tutte archiviate) e l’astensione ai massimi storici, si riprende la Lombardia con il 55,7% dei voti e la lista con il suo nome raggiunge il 6,2. Più di un elettore su due ha votato il centrodestra. Maggioranza assoluta. Anche messi insieme i voti di Pierfrancesco Majorino e Letizia Moratti non avrebbero intaccato il successo dell’avvocato di Varese. «I cittadini mi hanno capito, è una grande soddisfazione. È la dimostrazione che il radicamento sul territorio riesce sempre a pagare».
Se quella di Fontana era una vittoria annunciata, anche se non con questi numeri, non altrettanto certo era il risultato interno alla coalizione del centrodestra. Anzi. Tutti gli occhi erano puntati sulla tenuta della Lega e di Forza Italia di fronte all’avanzata trionfante di Fratelli d’Italia, con inevitabili ricadute sui rapporti di forza all’interno del centrodestra. La crescita del partito di Meloni in questi anni è stata esponenziale se si pensa che alle ultime Regionali del 2018 si era fermata al 3,6. Adesso, la cavalcata del partito della premier si è fermata poco sotto il risultato lombardo delle Politiche, al 25,1. Una conferma.
La Lega di Matteo Salvini non solo tiene. Ma quella che era ritenuta la quota di sopravvivenza, ossia non scendere sotto il risultato del voto di settembre nella regione culla del leghismo, non solo è stata raggiunta, ma è stata superata. Era al 13,9, è al 16,5%. Se si mettono insieme i voti della Lega con quelli della lista di Fontana si arriva al 22.6. A pochi passi dai cugini di Fratelli d’Italia. «Grazie, grazie, grazie ai lombardi che hanno riconfermato a furor di popolo il buongoverno della Lega e del centrodestra e soprattutto di Attilio Fontana» sono state le prima parole del leader della Lega. La segreteria di Matteo Salvini non è mai stata veramente in ballo, a preoccupare i vertici del governo era la possibilità di ritrovarsi con alleati scontenti pronti a fare la guerra alla premier per recuperare il terreno perso.
Con questo risultato le tensioni si riducono al minimo e ritrovano senso le parole della premier che proprio alla vigilia del voto aveva sottolineato la grande unità del centrodestra. Discorso che numericamente vale anche per Forza Italia al netto delle esternazioni di Silvio Berlusconi sull’Ucraina. Gli azzurri scacciano l’incubo di finire sotto il 6 per cento, nella terra che nel 1994 ha segnato la nascita della «rivoluzione liberale». Il 7,2 garantisce la tenuta e soprattutto una presenza in giunta. Oltre a consentire a Licia Ronzulli, coordinatrice regionale azzurra, di rispedire al mittente le parole di Carlo Calenda che si era augurato la scomparsa elettorale di Berlusconi: «Grande soddisfazione per la conferma del centrodestra in Lombardia e per il risultato di Forza Italia che tiene e aumenta il consenso e checché ne dica Calenda, gli unici che sono spariti sono loro. Il centro esiste già ed è Forza Italia».
Ora scatta la nuova partita della giunta. Ci sono 16 caselle in ballo. FdI punta a 8 assessorati più la vicepresidenza. C’è già un nome, quello di Romano La Russa, fratello del presidente del Senato, Ignazio. Una mossa che potrebbe lasciare la poltrona della Sanità a Guido Bertolaso anche se in pole position c’è il deputato FdI, Carlo Maccari. Fontana, forte del suo risultato e di quello della Lega per ora taglia corto: «Valuteremo le richieste di FdI a bocce ferme». Perdono Majorino e Moratti. Più l’ex sindaco di Milano, dell’eurodeputato Pd, perché terza tra i candidati non entrerà in Consiglio regionale e nè la sua lista, nè soprattutto il Terzo polo, vera delusione di questa tornata elettorale, riescono a superare insieme la doppia cifra (9,6), con Azione e Italia viva ai minimi storici (4). C’è un primo contraccolpo. Le dimissioni del segretario regionale di Azione, Niccolò Carretta: «Il risultato è fallimentare e dimostra l’incomprensibilità delle nostre scelte». Da parte sua Majorino può almeno rivendicare la tenuta del suo Pd che dalle Politiche a oggi, nonostante l’assenza di leadership, ha non solo tenuto ma è anche avanzato di un paio di punti, dal 19,2 al 21,8%. Magra consolazione se lo stesso candidato punta il dito contro la classe dirigente del suo partito: «Siamo un caso studio a livello internazionale per aver fatto la consultazione sulla leadership interna durante elezioni così importanti». Quello che sicuramente non ha funzionato, oltre all’assenza di una guida a livello nazionale, è la formula politica scelta dal centrosinistra. Il Movimento Cinque Stelle, da sempre marginale in Lombardia, ha ristretto ancor di più il suo campo d’azione. Dal 7,3 al 3,9.

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Cronaca

Tre falchi pellegrini nati in cima al grattacielo Pirelli

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MILANO (ITALPRESS) – Stanno bene i tre pulli figli di Giò e Giulia, i falchi pellegrini che, da 11 anni, nidificano sul tetto del grattacielo Pirelli, una delle sedi di Regione Lombardia. Sono due maschi e una femmina quelli oggi ‘inanellati’ da due inanellatori ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale)/ GOL (Gruppo Ornitologico Lombardo) che hanno indossato l’apposita imbragatura per potersi agganciare alla rotaia che corre lungo il sottotetto del grattacielo Pirelli e raggiungere in sicurezza il nido che si trova 125 metri di altezza.

Lo ha reso noto Giovanni Gottardi, presidente GOL, coadiuvato da Guido Romagnoli. “È una simpatica tradizione che – ha commentato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontanasi rinnova da oltre un decennio e ci fa sentire orgogliosi. I falchetti simboleggiano un po’ lo spirito di noi lombardi: girano in vari posti, uscendo anche dai confini italiani, in cerca di luoghi che li possano ospitare, ma quando si tratta di scegliere una ‘casa’ in cui far nascere i loro figli non hanno dubbi e tornano in Lombardia, sul tetto del grattacielo Pirelli”.

“Auguro il meglio ai tre pulli – ha aggiunto il governatore – che ormai sono diventati, come la loro mamma e il loro papà, delle vere star dei social network in grado di attirare l’attenzione di intere famiglie, nonni inclusi, che osservano le loro giornate guardando le webcam posizionate a 125 metri di altezza”.

I tre pulli sono stati prelevati e messi in morbidi sacchetti di cotone che ne impediscono la vista dell’esterno, garantendo così la necessaria tranquillità. L’anello che viene utilizzato per l’inanellamento è di metallo molto leggero, adeguato al diametro delle zampe, e collocato tramite speciali pinze che lo chiudono, senza comprimere la zampa.

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Sulla superficie dell’anello è riportato un codice alfanumerico che identifica in modo univoco ciascun falco; tutti i dati raccolti durante l’inanellamento vengono successivamente inviati a ISPRA che, a sua volta, li trasmetterà al database internazionale EURING. Questa operazione permetterà, qualora l’animale fosse ritrovato, di capire la distanza percorsa dal luogo di inanellamento e di valutare eventuali aspetti della biologia della specie, in base alla stagione del rinvenimento.

I pulli vengono pesati, si sottopongono alla misurazione del becco e del tarso (corrispondente all’incirca alla gamba del volatile), al controllo dello stato di sviluppo del piumaggio e, in questa circostanza, gli esperti procedono anche a verificare l’eventuale presenza di eventuali parassiti.

Terminata l’operazione di inanellamento, della durata di circa 20 minuti per ciascuno dei giovani falchetti, i pulli sono riportati al nido e possono continuare la loro vita in natura. A breve partirà il sondaggio che Regione Lombardia lancerà per il ‘Totonomi’ dei tre pulli. Secondo indiscrezioni il tema scelto potrebbe riguardare le prossime Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Nei prossimi giorni saranno rese note le modalità per proporre i
nomi.

– Foto Ufficio stampa Regione Lombardia –

(ITALPRESS)

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Cronaca

UniBergamo, al prof. Gabriele Morelli la Gran Cruz Alfonso X el Sabio

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BERGAMO (ITALPRESS) – Si terrà martedì 20 maggio, alle ore 11, presso l’Aula Magna dell’Università degli studi di Bergamo (piazzale Sant’Agostino, 2, Bergamo Alta), la cerimonia di consegna della Gran Cruz de la Orden Civil de Alfonso X el Sabio al professor Gabriele Morelli, uno dei massimi studiosi dell’opera di Federico García Lorca e della Generazione del ’27.

L’onorificenza, conferita dal Governo spagnolo per mano del Sottosegretario del Ministerio de Educación, Formación Profesional y Deportes Santiago A. Roura Gómez, riconosce l’eccezionale contributo del prof. Morelli alla diffusione della cultura ispanica nel mondo accademico italiano e internazionale. A precedere la cerimonia, i saluti istituzionali del Rettore Sergio Cavalieri, dell’Ambasciatore del Regno di Spagna presso la Repubblica Italiana Miguel Fernßndez-Palacios, e del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.

La laudatio sarà affidata alla prof.ssa Marina Bianchi, Delegata del Rettore alle Relazioni con l’Area Nord America e America Latina, che ripercorrerà il lungo e prestigioso curriculum accademico del prof. Morelli, sottolineandone il ruolo di maestro per generazioni di docenti universitari e insegnanti delle scuole secondarie, nonché il suo decisivo apporto agli scambi culturali e scientifici tra l’Università di Bergamo e numerosi atenei europei e latinoamericani.

Seguirà la lectio magistralis del professor Morelli, dal titolo “Cinquant’anni di poesia spagnola all’Università degli studi di Bergamo, tra studio e passione”, in cui l’insigne docente ricorderà la sua lunga esperienza accademica, arricchita dalla presenza a Bergamo di numerosi poeti e intellettuali spagnoli, invitati in occasione di convegni, conferenze e letture commentate.

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– Foto Università degli studi di Bergamo –

(ITALPRESS)

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Cronaca

Torna il Festival dell’Appennino, 27 appuntamenti per sei mesi di eventi

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ROMA (ITALPRESS) – Il Festival dell’Appennino, ‘Inclusivo di naturà torna con la XVI edizione e cresce sempre di più. I 27 appuntamenti previsti, si terranno nell’arco di sei mesi (dal 4 maggio al 12 ottobre 2025) in 28 comuni distribuiti nelle quattro regioni dell’Appennino centrale colpite dal sisma del 2016-2017: Abruzzo Lazio, Marche e Umbria. Borghi che custodiscono un prezioso patrimonio culturale storico, artistico, naturistico e di tradizioni e che, dopo anni difficili, anche attraverso questa iniziativa vogliono rilanciarsi, crescere, attrarre nuovi visitatori e riaggregare le loro comunità. Il programma sarà arricchito da 16 concerti, 7 spettacoli teatrali culturali, 6 rappresentazioni di circo contemporaneo, offrendo un palinsesto culturale di elevato livello. Eugenio Finardi, Moni Ovadia, Luca Barbarossa, David Riondino, la Compagnia dei Folli, Saturnino, Davide Rondoni e Ambrogio Sparagna sono solo alcuni degli artisti che si esibiranno durante le tappe del Festival.
La conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2025 del Festival, promosso dal Commissario Straordinario al sisma 2016 e dal Bim Tronto, si è svolta oggi a Roma, presso la Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. All’appuntamento hanno partecipato, in presenza o da remoto, il Commissario Straordinario sisma 2016, Guido Castelli; il sottosegretario al Ministero dell’Interno, Emanuele Prisco; la Presidente della Regione Umbria Stefania Proietti; gli assessori della Regione Abruzzo Umberto D’Annuntiis e della Regione Lazio Manuela Rinaldi; il Presidente del Bim Tronto, Luigi Contisciani, e il Direttore artistico del Festival, Carlo Lanciotti.
‘Il Festival dell’Appennino – afferma il Commissario Straordinario al sisma 2016, Guido Castelli – continua a crescere e diventa sempre più inclusivo. Sono numerose le comunità del sisma che hanno voluto aderire, collaborando con entusiasmo alla buona riuscita di una manifestazione concepita come un tassello rilevante dell’opera di riparazione economica e sociale che stiamo compiendo in questi territori. Luoghi di grande bellezza e tradizione, che hanno voglia di tornare a crescere, nel segno dello sviluppo sostenibile, e di farsi conoscere da un pubblico sempre più ampio. La parola chiave che ci ha guidati nel concepire questa iniziativa è proprio valorizzazione. Valorizzazione della cultura, della storia, dell’arte, della natura, della cucina. A noi sta il compito di ‘ liberarè il potenziale di assoluto livello di queste terrè.
Per il sottosegretario al Ministero dell’Interno, Emanuele Prisco ‘il Festival dell’Appennino è un’iniziativa strategica e ben strutturata per la valorizzazione e il rilancio delle quattro regioni coinvolte.
La sinergia tra territori, la ricchezza del programma e il forte sostegno governativo, in particolare attraverso l’impegno del Commissario Castelli, pongono le basi per un impatto positivo e duraturo sul tessuto economico, sociale e culturale dell’Appennino centrale. La continuità del festival, con la programmazione della sedicesima edizione, testimonia una visione a lungo termine che mira a consolidare l’attrattività di questa splendida area della nostra Nazione, anche attraverso l’attrazione di un turismo consapevole che possa contribuire significativamente al benessere e alla ripresa delle comunità appenninichè.
Il Presidente della Regione Umbria Stefania Proietti sottolinea che ‘il Festival dell’Appennino è un simbolo di rinascita per le aree montane del Centro Italia. La Regione Umbria sostiene con convinzione questa manifestazione, che unisce cultura, natura e partecipazione. Valorizzare i cammini, i borghi e i paesaggi appenninici significa investire in una nuova centralità per i territori interni, promuovendo sviluppo sostenibile, turismo lento e identità localì.
Per l’assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio, Manuela Rinaldi ‘è un impegno importante quello di rilanciare l’Appennino centrale, ancora oggi ferito dal sisma del 2016. Un lavoro che non riguarda solo la ricostruzione materiale, ma anche quella culturale, per far conoscere e vivere l’Appennino centrale anche a chi non lo conosce. Per questo ringrazio il Commissario Guido Castelli, che sta restituendo a questi territori una programmazione sia a livello nazionale che regionale. L’impegno della Regione Lazio è far crescere l’interesse economico di queste aree attraverso la valorizzazione della cultura, della tradizione e di luoghi sorprendentì.
‘Il Festival dell’Appennino – afferma l’assessore della Regione Abruzzo Umberto D’Annuntiis – ha l’obiettivo di valorizzare un’area interna interessata dal sisma che soffre del fenomeno dello spopolamento e, dunque, ha bisogno di strumenti di sostegno. Si investe su turismo sostenibile ed eventi culturali, in una logica che mette al centro gli abitanti di queste comunità. Tutta l’area colpita dal sisma ha necessità di messaggi positivi per far avvicinare nuovi visitatori e rilanciare il territorio. Sono luoghi di grande bellezza che attraverso questo Festival potremo far conoscere di più e meglio. Infatti, grazie a iniziative come questa, si può porre la giusta attenzione su un tema troppo spesso trascurato in passatò.
Per il Presidente BIM Tronto Luigi Contisciani ‘questa edizione, estesa dalla primavera fino all’autunno, consentirà di destagionalizzare l’offerta turistica portando residenti e turisti nell’anima dei luoghi e delle tradizioni locali, attraverso un’esperienza immersiva e unica- ha dichiarato il presidente BIM Tronto Luigi Contisciani- promuovendo un modo di vivere più lento e connesso con la natura, basato sull’autenticità, la sostenibilità e l’inclusione, creando un circolo virtuoso di crescita culturale, sociale ed economica. Una manifestazione che dallo scorso anno ha creato una rete sinergica tra enti pubblici, istituzioni, imprese e comunità, per una valorizzazione integrata e duratura di questo prezioso patrimonio
che è il nostro appennino centrale. Il festival si conferma un vero e proprio ambasciatore del territorio, capace di attrarre un turismo consapevole e rispettosò.
Il Direttore artistico Carlo Lanciotti afferma che ‘per questa sedicesima edizione, siamo entusiasti di presentare luoghi di pregio naturalistico inediti, una sorpresa anche per la comunità del Festival dell’Appennino che ci segue con passione da anni. Il Festival conferma la sua vocazione multidisciplinare, dove musica, teatro e circo contemporaneo si fondono in un connubio che si adatta in modo unico a ciascuna delle location che ospiteranno gli eventi. Tra gli appuntamenti più suggestivi, spicca quello del 22 giugno, in concomitanza con il solstizio d’estate. In questa occasione, mostreremo la straordinaria possibilità di passare, nel cuore dell’Appennino Centrale, dall’alba sul mare al tramonto in montagna nell’arco di un’ora, un’ora e mezzà.
Il Festival dell’Appennino, promosso congiuntamente dal Commissario Straordinario al sisma 2016 e dal BIM Tronto, con la fondamentale collaborazione dei BIM Vomano-Tordino Teramo, Nera-Velino Cascia e Nera-Velino Rieti, approda all’edizione del 2025 forte del significativo successo della passata edizione, che ha registrato la partecipazione di oltre 20 mila persone. La manifestazione, a forte vocazione turistica e culturale, presenta un’ampia gamma di attività: escursioni guidate, spettacoli dal vivo, performance artistiche, concerti, incontri tematici, presentazioni culturali ed esperienze enogastronomiche di eccellenza. L’obiettivo primario è quello di promuovere un turismo esperienziale e pienamente accessibile, in linea con una visione di inclusione e valorizzazione del patrimonio naturale e umano. Guide alpine specializzate accompagneranno i partecipanti alla scoperta di luoghi di rara bellezza, spesso poco noti, in territori che vogliono costruire un nuovo futuro attraverso lo sviluppo e il contrasto allo spopolamento, fenomeno che si è accentuato a seguito degli ultimi eventi sismici. L’aggettivo ‘inclusivò sottolinea l’impegno del Festival ad aprirsi a tutti, grazie anche all’utilizzo della Joelette per le escursioni.
Un elemento distintivo di questa edizione sarà la riscoperta delle tradizioni locali e delle eccellenze enogastronomiche, che rappresentano l’anima dei borghi dell’Appennino centrale. Il Festival si propone come un ponte tra le comunità dei residenti e i visitatori, un’opportunità per riscoprire insieme l’identità profonda dell’Appennino centrale attraverso escursioni che toccheranno anche 9 itinerari naturalistici e spirituali di grande valore storico e culturale: il Cammino Francescano della Marca, il Cammino di San Francesco, il Sentiero Italia, il Grande Anello dei Borghi Ascolani, il Grande Anello di Arquata del Tronto, il Cammino delle Terre Mutate, il Cammino dei Santuari, il Cammino Lauretano, il Cammino dei Cappuccini.
Il primo appuntamento del Festival dell’Appennino è previsto domenica 4 maggio a Palmiano (Ap). La mattina è prevista un’escursione panoramica alla scoperta dei tesori di questo angolo del Piceno che si affaccia verso i monti Sibillini. Il ritrovo è fissato alle ore 9.15 a Palmiano, con partenza alle ore 9.30. Il percorso, che prevede partenza e arrivo nel comune Piceno, ha una difficoltà E (Escursionistico per tutti), è lungo 6,61 km e ha un tempo di percorrenza di circa 3 ore e mezza. Durante l’escursione sarà possibile assistere alla semina di una delle eccellenze locali, la patata dei Sibillini, e visitare una tartufaia locale, dove un tartuficoltore mostrerà i segreti della cavatura del tartufo nero pregiato. Al rientro, alle ore 13.30, sarà possibile usufruire del punto ristoro della Proloco con menu a 15 euro. Nel pomeriggio, dalle ore 15, si terrà il concerto di BandAdriatica, dove i ritmi del Salento si mescoleranno ai suoni vibranti del Mediterraneo.
La partecipazione agli eventi al Festival è gratuita ma sarà necessario effettuare la prenotazione on line, attraverso la compilazione dell’apposito form sul sito www.festivaldellappennino.it.
-foto ufficio stampa Commissario Straordinario al sisma –
(ITALPRESS).

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