Cronaca
BREAKING NEWS – RISULTATI DEFINITIVI DEL VOTO IN LOMBARDIA: ECCO I VOTI E LE PREFERENZE DI CANDIDATI E COALIZIONI
Pubblicato
3 anni fa-
di
Redazione
di Diego Bianchi
Attilio Fontana, presidente uscente, leghista sostenuto da tutte le forze del centrodestra, è stato riconfermato alla presidenza della Regione Lombardia con il 54,67% dei voti, pari a 1.774.477, staccando di netto gli avversari.
Pierfrancesco Majorino, sostenuto dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle, si è fermato al 33,93% (1.101.417 voti). Letizia Moratti, candidata dalla Lista Moratti Presidente e da Azione e Italia Viva, ha ottenuto il 9,87% (320.346 voti). Infine Mara Ghidorzi, appoggiata da Unione Popolare, l’alleanza tra Rifondazione comunista, Potere al popolo e Dema, ha ottenuto l’1,53% (49.514 voti).
Venendo alle coalizioni: quella di centrodestra ha ottenuto il 56,27%: Fratelli d’Italia 25,18% (725.402 voti), Lega 16,53% (476.175), Forza Italia 7,23% (208.420), Lombardia Ideale – Fontana Presidente 6,16% (177.387), Noi Moderati 1,17% (33.711).
L’alleanza tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle raggiunge il 32,80%: PD 21,82% (628.774 voti), Movimento 5 Stelle 3,93% (113.229), Patto Civico – Majorino Presidente 3,82% (110.126), Alleanza Verdi e Sinistra 3,23% (93.019).
La coalizione che sosteneva Letizia Moratti si ferma al 9,55%: la lista Letizia Moratti Presidente 5,30% (152.652 voti), Azione – Italia Viva 4,25% (122.356).
Unione Popolare, infine, ottiene l’1,39% (39.913).
LA BASSA AFFLUENZA (41,6%), IL VOTO IN CONTROTENDENZA DI MILANO
In Lombardia si è registrata l’affluenza più bassa di sempre alle regionali, con il 41,6%. Il dato nazionale definitivo che comprende il Lazio è ancora più basso: 39,8%. Fino ad ora in Lombardia il record negativo apparteneva al 2010 quando votò il 71,9% dei lombardi e il candidato del centrodestra, Roberto Formigoni, vinse su quello del centrosinistra, Filippo Penati. Anche allora la consultazione si svolse su due giornate, il 28 e il 29 marzo.
A Milano città emerge un dato in controtendenza: risulta davanti Pierfrancesco Majorino con il 46,83%, seguito da Attilio Fontana al 37,69% e Letizia Moratti al 13,83%. E infatti il candidato del centrosinistra ha commentato: «L’ottimo risultato della città di Milano dove siamo saldamente in testa rispetto a Fontana, nonostante la presenza di Letizia Moratti, unitamente a quanto sta avvenendo in altre città è la conferma della ricchezza rappresentata dalle nostre esperienze di governo. Una buona base da cui partire anche per avviare un’opposizione propositiva e combattiva nei confronti della giunta Fontana».
COME SARA’ COMPOSTO IL NUOVO CONSIGLIO REGIONALE
I seggi del Consiglio regionale sono 80: uno è riservato al presidente eletto (Attilio Fontana) e un altro è assegnato al “miglior sconfitto” tra i candidati presidente (Pierfrancesco Majorino).
Gli altri 78 seggi sono così attribuiti: 22 Fratelli d’Italia, 14 Lega, 6 Forza Italia, 5 Lombardia Ideale – Fontana Presidente, 1 Noi Moderati, 17 Partito Democratico, 3 Movimento 5 Stelle, 1 Alleanza Verdi e Sinistra, 2 Patto Civico – Majorino Presidente, 3 Azione – Italia Viva, 4 Lista Moratti presidente.
Ecco la distribuzione dei seggi, provincia per provincia:
Bergamo (9 consiglieri): 3 Fratelli d’Italia (Paolo Franco, Lara Magoni, Michele Schiavi), 2 Lega (Giovanni Malanchini, Roberto Anelli), 1 Forza Italia (Jonathan Lobati), 2 PD (Davide Casati, Jacopo Scandella), 1 Moratti (Ivan Rota).
Brescia (10): 3 Fratelli d’Italia (Carlo Bravo, Barbara Mazzali, Diego Invernici), 2 Lega (Floriano Massardi, Davide Caparini), 1 Forza Italia (Simona Tironi), 2 PD (Emilio Del Bono, Miriam Cominelli), 1 Movimento 5 Stelle (Paola Pollini), 1 Azione – Italia Viva (Massimo Vizzardi)
Como (5): 1 Fratelli d’Italia (Anna Dotti), 1 Lega (Alessandro Fermi), 1 Forza Italia (Sergio Gaddi), 1 Lombardia Ideale – Fontana Presidente (Marisa Cesana), 1 PD (Angelo Orsenigo)
Cremona (3): 1 Fratelli d’Italia (Marcello Ventura), 1 Lega (Filippo Bongiovanni), 1 PD (Matteo Piloni) Lecco (3): 1 Fratelli d’Italia (Giacomo Zamperini), 1 Lega (Mauro Piazza), 1 PD (Gianmario Fragomeli)
Lodi (2): 1 Fratelli d’Italia (Patrizia Baffi), 1 PD (Roberta Vallacchi)
Mantova (3): 1 Fratelli d’Italia (Alessandro Beduschi), 1 Lega (Alessandra Cappellari), 1 PD (Marco Carra)
Milano (24): 6 Fratelli d’Italia (Christian Garavaglia, Marco Alparone, Franco Lucente, Vittorio Feltri, Chiara Valcepina, Matteo Forte), 2 Lega (Silvia Scurati, Riccardo Pase), 1 Forza Italia (Gianluca Comazzi), 1 Lombardia Ideale – Fontana Presidente (Carmelo Ferraro), 1 Noi Moderati (Vittorio Sgarbi), 6 PD (Paolo Romano, Carlo Borghetti, Pietro Bussolati, Alfredo Negri, Maria Rozza, Paola Bocci), 2 Movimento 5 Stelle (Nicola Di Marco, Paola Pizzighini), 1 Alleanza Verdi e Sinistra (Onorio Rosati), 2 Patto Civico – Majorino Presidente (Michela Palestra e Luca Paladini), 1 Azione – Italia Viva (Lisa Noja), 1 Lista Moratti Presidente (Manfredi Palmeri).
Monza Brianza (7): 2 Fratelli d’Italia (Federico Romani, Alessia Villa), 1 Lega (Alessandro Corbetta), 1 Forza Italia (Fabrizio Figini), 1 Lombardia Ideale – Fontana Presidente (Jacopo Dozio), 1 PD (Pietro Luigi Ponti), 1 Lista Moratti Presidente (Martina Sassoli)
Pavia (4): 1 Fratelli d’Italia (Claudio Mangiarotti), 1 Lega (Elena Lucchini), 1 Forza Italia (Ruggero Invernizzi), 1 Lombardia Ideale – Fontana Presidente (Alessandro Cantoni) Sondrio (1): 1 Lega (Massimo Sertori)
Varese (7): 2 Fratelli d’Italia (Giuseppe De Bernardi Martignoni, Francesca Caruso), 1 Lega (Emanuele Monti), 1 Lombardia Ideale – Fontana Presidente (Giacomo Cosentino Basaglia), 1 PD (Samuele Astuti), 1 Azione – Italia Viva (Giuseppe Licata), 1 Lista Moratti Presidente (Luca Ferrazzi).
GLI ELETTI IN PROVINCIA DI PAVIA: DENTRO LUCCHINI, MANGIAROTTI, INVERNIZZI E CANTONI. FUORI PD E M5S
Lo spoglio è finito all’alba, i quattro eletti pavesi in consiglio comunale sono Elena Lucchini (Lega), Claudio Mangiarotti (Fdi), Ruggero Invernizzi (Forza Italia) e Alessandro Cantoni (Lombardia Ideale). Nessun consigliere per il Pd o il Movimento 5 stelle, resta dunque fuori il consigliere uscente Simone Verni (M5s).
VINCITORI E VINTI: CHI VA IN CONSIGLIO TRA I NOMI ILLUSTRI, CHI RIMANE FUORI
Da Fabrizio Pregliasco a Alberto Veronesi, da Claudio Chiappucci a Valentina Aprea e Giulio Gallera. È lunga la lista di chi non ce l’ha fatta a entrare in Consiglio regionale. La legge delle preferenze ha fatto le sue vittime eccellenti. C’è il virologo Pregliasco, che da capolista di Majorino si ferma a 1.939 preferenze. L’azzurro ed ex assessore al Welfare di Forza Italia, Giulio Gallera, non passa nonostante le 5.670 preferenze, battuto da Gianluca Comazzi (7.902). Va male anche al direttore d’orchestra Veronesi, che è passato dalla lista in appoggio a Beppe Sala al partito della premier Giorgia Meloni: 1.077 voti.
Al contrario, il voto premia come recordman assoluto il sindaco Pd, di Brescia, Emilio Del Bono, che con 34.211 preferenze polverizza ogni precedente primato. Nel 2018 la palma del più votato era toccata all’azzurro, Giulio Gallera con oltre 11 mila preferenze: questa volta con 5.486 preferenze resta fuori dal Consiglio perché per FI in provincia di Milano scatta solo 1 seggio e lo ha preso il suo collega di partito, Gianluca Comazzi, re delle preferenze con 7.766 voti.
Fuori il filosofo Stefano Zecchi che si è fermato a 912 preferenze; ma potrebbe rientrare dalla porta della giunta come assessore alla Cultura in quota FdI. Diventa consigliere il fondatore di Libero Vittorio Feltri, che si porta a casa 5.913 preferenze. D’altra parte il pacchetto di mischia di FdI è molto nutrito. Al primo posto c’è il sindaco di Turbigo, Christian Garavaglia con 10.255 voti. Buon risultato anche per Marco Alparone (7.655) indicato come possibile presidente dell’aula.
Nella Lega, il pieno di preferenze lo fanno, a Brescia, Floriano Massardi con 10.272 voti e l’ex assessore al Bilancio, Davide Caparini, che arriva 9.128. A Como Alessandro Fermi raggiunge i 13.883 voti.
A Milano gli elettori del Pd premiano il giovane Paolo Romano, classe 1.996, già segretario metropolitano dei Giovani democratici della città, assessore al Municipio 8: 7.740 voti. Mentre non entra la capolista, ex direttrice del carcere di Bollate, Cosima Buccoliero, che raccoglie 3.391 preferenze. In quota Pd, Davide Casati prende 14.445 voti a Bergamo. Entreranno in Consiglio in quota lista civica Majorino la sindaca di Arese Michela Palestra (3.789) e il leader dei Sentinelli di Milano Luca Paladini (3.244). Invece il consigliere uscente Michele Usuelli, candidato a Milano, Bergamo e Brescia, in città raccoglie solo 2.151 voti, che non gli bastano per entrare in consiglio regionale.
Tra i banchi del M5S, il capolista a Milano Nicola Di Marco è il solo tra i candidati pentastellati in Lombardia sopra quota mille: 1.392. Entreranno al Pirellone tra i seggi della lista civica Moratti il capolista di Milano Manfredi Palmeri e Martina Sassoli, che guidava la circoscrizione brianzola. A Como non ce l’ha fatta la capolista Maria Grazia Sassi, mentre entra Marina Cesana, della lista civica di Attilio Fontana. Nel Terzo polo la capolista a Milano ed ex deputata di Italia viva Lisa Noja raccoglie 3.203 preferenze.
L’ASTERISCO, SPECIALE ELEZIONI
ANALISI DEL VOTO: PERCHE’ HA VINTO FONTANA, DOVE HANNO PERSO GLI AVVERSARI
Prima che del centrodestra questa è la vittoria di Attilio Fontana, il governatore uscente, che nonostante gli anni terribili del Covid, le polemiche infiammate sulla gestione della sanità, le inchieste della magistratura (tutte archiviate) e l’astensione ai massimi storici, si riprende la Lombardia con il 55,7% dei voti e la lista con il suo nome raggiunge il 6,2. Più di un elettore su due ha votato il centrodestra. Maggioranza assoluta. Anche messi insieme i voti di Pierfrancesco Majorino e Letizia Moratti non avrebbero intaccato il successo dell’avvocato di Varese. «I cittadini mi hanno capito, è una grande soddisfazione. È la dimostrazione che il radicamento sul territorio riesce sempre a pagare».
Se quella di Fontana era una vittoria annunciata, anche se non con questi numeri, non altrettanto certo era il risultato interno alla coalizione del centrodestra. Anzi. Tutti gli occhi erano puntati sulla tenuta della Lega e di Forza Italia di fronte all’avanzata trionfante di Fratelli d’Italia, con inevitabili ricadute sui rapporti di forza all’interno del centrodestra. La crescita del partito di Meloni in questi anni è stata esponenziale se si pensa che alle ultime Regionali del 2018 si era fermata al 3,6. Adesso, la cavalcata del partito della premier si è fermata poco sotto il risultato lombardo delle Politiche, al 25,1. Una conferma.
La Lega di Matteo Salvini non solo tiene. Ma quella che era ritenuta la quota di sopravvivenza, ossia non scendere sotto il risultato del voto di settembre nella regione culla del leghismo, non solo è stata raggiunta, ma è stata superata. Era al 13,9, è al 16,5%. Se si mettono insieme i voti della Lega con quelli della lista di Fontana si arriva al 22.6. A pochi passi dai cugini di Fratelli d’Italia. «Grazie, grazie, grazie ai lombardi che hanno riconfermato a furor di popolo il buongoverno della Lega e del centrodestra e soprattutto di Attilio Fontana» sono state le prima parole del leader della Lega. La segreteria di Matteo Salvini non è mai stata veramente in ballo, a preoccupare i vertici del governo era la possibilità di ritrovarsi con alleati scontenti pronti a fare la guerra alla premier per recuperare il terreno perso.
Con questo risultato le tensioni si riducono al minimo e ritrovano senso le parole della premier che proprio alla vigilia del voto aveva sottolineato la grande unità del centrodestra. Discorso che numericamente vale anche per Forza Italia al netto delle esternazioni di Silvio Berlusconi sull’Ucraina. Gli azzurri scacciano l’incubo di finire sotto il 6 per cento, nella terra che nel 1994 ha segnato la nascita della «rivoluzione liberale». Il 7,2 garantisce la tenuta e soprattutto una presenza in giunta. Oltre a consentire a Licia Ronzulli, coordinatrice regionale azzurra, di rispedire al mittente le parole di Carlo Calenda che si era augurato la scomparsa elettorale di Berlusconi: «Grande soddisfazione per la conferma del centrodestra in Lombardia e per il risultato di Forza Italia che tiene e aumenta il consenso e checché ne dica Calenda, gli unici che sono spariti sono loro. Il centro esiste già ed è Forza Italia».
Ora scatta la nuova partita della giunta. Ci sono 16 caselle in ballo. FdI punta a 8 assessorati più la vicepresidenza. C’è già un nome, quello di Romano La Russa, fratello del presidente del Senato, Ignazio. Una mossa che potrebbe lasciare la poltrona della Sanità a Guido Bertolaso anche se in pole position c’è il deputato FdI, Carlo Maccari. Fontana, forte del suo risultato e di quello della Lega per ora taglia corto: «Valuteremo le richieste di FdI a bocce ferme». Perdono Majorino e Moratti. Più l’ex sindaco di Milano, dell’eurodeputato Pd, perché terza tra i candidati non entrerà in Consiglio regionale e nè la sua lista, nè soprattutto il Terzo polo, vera delusione di questa tornata elettorale, riescono a superare insieme la doppia cifra (9,6), con Azione e Italia viva ai minimi storici (4). C’è un primo contraccolpo. Le dimissioni del segretario regionale di Azione, Niccolò Carretta: «Il risultato è fallimentare e dimostra l’incomprensibilità delle nostre scelte». Da parte sua Majorino può almeno rivendicare la tenuta del suo Pd che dalle Politiche a oggi, nonostante l’assenza di leadership, ha non solo tenuto ma è anche avanzato di un paio di punti, dal 19,2 al 21,8%. Magra consolazione se lo stesso candidato punta il dito contro la classe dirigente del suo partito: «Siamo un caso studio a livello internazionale per aver fatto la consultazione sulla leadership interna durante elezioni così importanti». Quello che sicuramente non ha funzionato, oltre all’assenza di una guida a livello nazionale, è la formula politica scelta dal centrosinistra. Il Movimento Cinque Stelle, da sempre marginale in Lombardia, ha ristretto ancor di più il suo campo d’azione. Dal 7,3 al 3,9.
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Cronaca
A Vinitaly.Usa a Chicago 250 aziende e 1.500 buyer per reagire ai dazi
Pubblicato
3 ore fa-
6 Ottobre 2025di
Redazione
CHICAGO (ITALPRESS) – Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha inaugurato la seconda edizione di Vinitaly.USA al Navy Pier di Chicago (5-6 ottobre) con oltre 250 espositori tra aziende, consorzi e collettive regionali impegnate nei b2b con più di 1.500 buyer. “La grande partecipazione di aziende italiane a Vinitaly.USA a Chicago – afferma – ci dice che il mercato statunitense non è sostituibile e che vale la pena investire. La grande presenza di operatori americani e di buyer ci dice che il vino italiano continua a essere un prodotto che gli americani cercano e vogliono comprare. Il Sistema Italia è al fianco di tutto il settore per promuovere le qualità inimitabili del nostro vino e per continuare a guardare al futuro con ottimismo. Non c’è insidia che non si possa affrontare se si ha la sicurezza di poter offrire un prodotto che non ha eguali”.
Sostegno al settore è stato espresso anche dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani che in un messaggio ha dichiarato: “Il Governo è al fianco di questo settore strategico, prioritario nel quadro della strategia di diplomazia della crescita con l’obiettivo di raggiungere il traguardo di 700 miliardi di export entro la fine della legislatura. Va in questa direzione il Piano d’Azione per l’Export, che punta ad aprire nuovi spazi nei mercati extra-europei ad alto potenziale, senza dimenticare quelli tradizionali come l’Europa o gli Stati Uniti in cui vogliamo continuare a rafforzare la nostra presenza”. Inoltre, il ministro ha annunciato di “aver istituito presso il ministero una Task Force Dazi” a disposizione delle aziende.
Organizzato da Veronafiere-Vinitaly con ITA – Italian Trade Agency, Fiere Italiane e la Camera di Commercio italiana americana del Midwest-Chicago, “Vinitaly.USA è la risposta del vino italiano ai dazi e al conseguente contesto di preoccupazione e incertezza – ha dichiarato in apertura il presidente di Veronafiere Federico Bricolo -. Il programma unitario di questa edizione che ingloba, oltre a Vinitaly, anche wine2wine Business Forum, la Vinitaly International Academy, Vinitaly Tourism e SOLExpo, rafforza il presidio di Veronafiere su questo mercato strategico e tutt’altro che saturo, che può riservare nuove potenzialità di crescita per il vino italiano”.
Infatti, il 75% dei consumatori statunitensi di vino Made in Italy si concentra in una quindicina di Stati, con in testa California, New York, Florida, Texas e Illinois. Gli Italian wine lover, oggi, provengono soprattutto da qui, sono in prevalenza consumatori di origine caucasica (75%), Boomers o Gen X (62%), con una significativa presenza del pubblico femminile. Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base Iwsr (International Wine and Spirits Record, leader globale nei dati, nelle analisi e nelle informazioni strategiche per il settore delle bevande alcoliche) l’identikit del consumatore del futuro è di genere maschile, Gen Z ma anche Millennial, di etnia latinoamericana o afro-discendente, preferibilmente residente in Texas, Illinois, California, South Carolina e Georgia o altre aree con quei segmenti di popolazione non solo poco esplorati, ma che Stato per Stato dimostrano percentuali di gradimento del vino superiori alla media nazionale. Nuovi target e aree di domanda potenziale che Vinitaly.USA vuole intercettare per ampliare le occasioni di business del vino italiano, paese leader tra i consumi di vini d’importazione con una quota pari al 38% sul totale. Opportunità per le imprese made in Italy ma anche per il trade americano: secondo una stima dell’Osservatorio, infatti se è vero che le imprese italiane registrano un fatturato annuo di oltre 2,2 miliardi di dollari dalle vendite oltreoceano, per i partner commerciali Usa il beneficio a valore sale a più di 10 miliardi di dollari. A Vinitaly.USA, attesi tra i buyer anche i top Volio Fine Wine Imports, Vias, Terlato Wines, More Than Grapes – wine imports, Winebow fine wines – spirits e Eagle Eye Wines. Nei panel di wine2wine Vinitaly Business Forum, inevitabili anche i focus sui dazi: se ne discuterà, tra gli altri, con Benjamin Aneff, presidente U.S. Wine Trade Alliance.
“L’Agenzia ITA-Italian Trade Agency, nel solco della diplomazia della crescita spinta dalla Farnesina e negli obiettivi di crescita indicati anche dal ministero dell’agricoltura, è orgogliosa di essere motore trainante dell’edizione 2025 di Vinitaly Chicago – ha commentato il presidente di ITA, Italian Trade Agency, Matteo Zoppas – realizzata in collaborazione con Veronafiere e la Camera di Commercio di Chicago. Quest’anno ospitiamo circa 250 aziende con 2000 etichette, un numero in crescita rispetto all’anno precedente. Abbiamo lavorato con cura sulla qualità degli operatori, dei buyer e dei produttori, offrendo un livello di selezione ancora più elevato e organizzando tre masterclass per avvicinare sempre più il pubblico americano al gusto del vino italiano. In questo momento di incertezza sui dazi – ha concluso Zoppas – il nostro impegno è dare un supporto tangibile agli imprenditori del vino italiano negli Stati Uniti. Nei prossimi mesi valuteremo insieme l’andamento del mercato, ma oggi siamo qui per fare la nostra parte dando sostanza al ruolo del sistema Paese”.
All’inaugurazione di Vinitaly.USA hanno partecipato Marco Peronaci, Ambasciatore d’Italia negli USA; Marco Rago, Consigliere giuridico ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale; Maurizio Muzzetta, presidente Fiere Italiane USA LLC; Domenico Mauriello, segretario generale Assocamerestero e Robert Allegrini, presidente NIAF (The National Italian American Foundation). Sono, inoltre, intervenuti: Luigi Scordamaglia, amministratore delegato Filiera Italia; Giordano Emo Capodilista, vicepresidente Confagricoltura; Tommaso Battista, presidente Copagri; Carmelo Troccoli, direttore nazionale Fondazione Campagna Amica; Marzia Varvaglione, presidente CEEV (Comitè Europeen des Entreprises Vins) e Lamberto Frescobaldi, presidente Unione Italiana Vini (in collegamento). Mentre al successivo Business Forum organizzato da ITA – Italian Trade Agency, ha registrato i contributi di Marilisa Allegrini, presidente e ceo Gruppo Marilisa Allegrini, Francesco Ganz (Ethica Wines), Bill Terlato (Terlato Wine Group), Diva Moretti Polegato (Villa Sandi) con le conclusioni di Matteo Zoppas, presidente ITA – Italian Trade Agency e del ministro Francesco Lollobrigida. Presenti per Veronafiere anche la vicepresidente Marina Montedoro, l’amministratrice delegata Barbara Ferro e il direttore generale Adolfo Rebughini. A Chicago anche Kristian Ghedina (ex sciatore con 33 podi in Coppa del Mondo e sommelier Ais ad honorem dal 2023) nella veste di Ambassador Vinitaly.USA 2025.
-foto ufficio stampa Veronafiere –
(ITALPRESS).
Cronaca
Crampi per Sinner a Shanghai: si ritira al 3° contro Griekspoor
Pubblicato
7 ore fa-
5 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Giornata amara per Jannik Sinner. L’azzurro si è ritirato nel corso del terzo set del match dei sedicesimi di finale del “Rolex Shanghai Masters”, il penultimo Masters 1000 della stagione, con montepremi totale pari a 9.193.540 dollari, in corso sui campi in cemento della capitale economica della Cina. Il tennista altoatesino, numero 2 del mondo e secondo favorito del seeding (in realtà primo favorito dopo il forfait all’ultimo minuto di Carlos Alcaraz), ha ceduto di fronte all’olandese Tallon Griekspoor, 31 del ranking Atp e 27esima forza del tabellone, a causa dei crampi.
L’azzurro aveva vinto il primo set per 7-6 (3). Poi nella seconda frazione è arrivato a due punti dal match, prima di arrendersi per 7-5. Infine, nella terza frazione ha cominciato ad accusare problemi, soprattutto per crampi alla gamba destra. Quindi, sul 3-2 in favore dell’olandese, è stato costretto ad alzare bandiera bianca.
Buone notizie invece da Pechino, dove Sara Errani e Jasmine Paolini hanno conquistato un altro titolo in doppio. Le due azzurre hanno vinto il “China Open”, penultimo Wta 1000 della stagione, andato in scena sui campi in cemento dell’Olympic Green Tennis Centre. La emiliano-romagnola e la toscana, campionesse anche nel 2024 nella capitale cinese, hanno battuto in finale la coppia composta dalla giapponese Miyu Kato e dall’ungherese Fanny Stollar con il punteggio di 6-7 (1) 6-3 10-2. Per Errani e Paolini, in coppia, si tratta del quarto titolo del 2025: in bacheca quest’anno hanno messo anche il “1000” di Doha (sul cemento), quello di Roma (su terra) e lo Slam del Roland Garros (in terra). Complessivamente sono 9 i trofei (compresa la medaglia d’oro olimpica di Parigi 2024) conquistati insieme dalla 38enne di Massa Lombarda e dalla 29enne di Bagni di Lucca.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
La Roma vince anche a Firenze e resta in vetta
Pubblicato
9 ore fa-
5 Ottobre 2025di
Redazione
FIRENZE (ITALPRESS) – La Roma si conferma in testa alla classifica della Serie A, alla vigilia della pausa del le gare delle Nazionali, espugnando il Franchi di Firenze grazie alle reti di Soulè e Cristante che ribaltano il gol iniziale di Kean. Vincono 2-1 gli uomini di Gasperini con una prova non perfetta; ma tanto basta per avere la meglio su una Fiorentina davvero in crisi nera, che non si smuove dai tre punti maturati in sei giornate di campionato, rimanendo sempre più invischiata nella lotta salvezza.
La partita è divertente e incerta fin dal fischio di inizio con i viola a provare a fare gioco e ad attuare almeno nei primi 20′ un pressing alto, e con Kean che fa da boa e punto di riferimento. Di contro la Roma sembra timorosa e incerta, con molti errori di disimpegno da segnalare. Non è un caso che poco prima del quarto d’ora di gioco proprio Kean sfrutti uno scontro fortuito Mancini-Cristante a centrocampo, e si involi verso la porta giallorossa battendo Svilar.
Gli ospiti però non accusano il colpo e ci mettono poco a ribaltare il risultato. Prima Soulè con uno stupendo Mancini brucia De Gea, poi Cristante anticipa Mandragora su calcio d’angolo battuto dall’argentino numero 18 romanista, e fa due a uno per i suoi. La Roma potrebbe fare tris al 36′ se Dovbyk arrivasse prima su un cross di Wesley, mentre Kean sfiora la doppietta 2′ più tardi con un sinistro che centra il palo e poi esce. Nell’intervallo Gudmundsson rimane negli spogliatoi, al suo posto il neo azzurro Piccoli, mentre poco prima dell’ora di gioco Gasperini capisce di essere sottoposto al pressing viola e inserisce contemporaneamente Pellegrini e Dybala, quest’ultimo nell’anomala posizione di centravanti al posto di uno spento Dovbyk. I viola al 73′ centrano anche il loro secondo legno, con Piccoli che prende una traversa piena. Il tutto anticipa la mossa della disperazione di Pioli che inserisce anche Dzeko per Mandragora con tre punti in campo in contemporanea per i gigliati per l’assalto finale.
L’affollamento offensivo però produce poco se non un cross da destra su cui Gosens arriva tardi sul secondo palo. Anzi l’ultima chance c’è la Dybala al 90′ ma De Gea è reattivo. La sua parata però non basta a evitare la sconfitta viola e i tanti fischi finali del Franchi.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).


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