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Economia

Giannola “Con l’autonomia forte rischio diseguaglianze”

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ROMA (ITALPRESS) – Con l’autonomia “il rischio è che si cristallizzi una situazione di diseguaglianza nei diritti civili e sociali del Paese”. Così Adriano Giannola, presidente di Svimez, Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno, intervistato da Gianni Lepre per “Focus Sud”, il nuovo format televisivo dell’agenzia Italpress. “L’Italia non sarà più quella di prima, è uno spartiacque abbastanza significativo che viene interpretato in modo diverso e per questo credo sia importante confrontarsi con pacatezza. C’è chi pensa che il Paese con l’autonomia starà meglio e chi pensa che starà peggio, io credo che qualcuno si illuda di stare meglio di prima ma, a conti fatti, il rischio è che tutti staranno peggio”. Giannola poi sottolinea che la prospettiva dell’autonomia “è prevista dalla Costituzione; quindi, non c’è nessuna contrarietà in linea di principio, la Costituzione però suggerisce una procedura molto chiara a mio avviso, ed è su quella procedura che si appuntano le critiche e si evidenziano i rischi per il Paese nel suo complesso. Già nel 2018 il governo Gentiloni aveva siglato le pre-intese con Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, successivamente – spiega – queste tre Regioni con il governo M5S-Lega replicarono questa richiesta formalizzata e iniziarono i colloqui che però non arrivarono a buon fine. Oggi con il nuovo governo di centrodestra questa è la prima cosa significativa che viene messa sul tappeto, è molto importante visti i numeri che questo governo ha”.
Il presidente di Svimez spiega che il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge Calderoli che “non attua l’autonomia ma si fa carico di proporre un percorso. Il disegno di legge prevede che la Regione faccia domanda di autonomia con un elenco di materie che chiede di acquisire, si contratta e si arriva a una pre-intesa che va portata in Consiglio dei ministri, c’è poi una richiesta di parere alla Conferenza Stato-Regioni che si deve esprimere in 30 giorni, contemporaneamente c’è una richiesta alla Commissione interparlamentare delle Regioni, quindi queste pre-intese tornano in Cdm con i pareri, entro 30 giorni il Cdm le approva e quella approvazione è un disegno di legge che va portato in Parlamento che però non può fare emendamenti. Questa procedura – osserva – si chiama legge rafforzata che non può essere emendata né posta a referendum, in più nel disegno di legge Calderoli si prevede che le intese possano durare 10 anni. La cosa che sarebbe necessaria per essere corretti è che il Parlamento sia libero di esprimersi e modificare le intese, c’è un disegno di legge in iniziativa popolare che in base ai regolamenti nuovi del Senato se si arriva a 50mila firme deve essere discusso in Parlamento che avrà la responsabilità di modificare o accettare. Questa cosa responsabilizza tutti i parlamentari rispetto alle prospettive che incidono pesantemente sulla situazione oggettiva dello Stato italiano”.
Giannola, inoltre, chiarisce cosa sono i Lep: “la Costituzione prevede che siano fissati dei Livelli essenziali delle prestazioni come sanità, scuola e mobilità che garantiscono a tutti i cittadini italiani parità di diritti, questi famosi Lep definiscono i livelli essenziali delle prestazioni, ma cosa è essenziale? Io dico che questa essenzialità è un concetto metafisico che dipende dalla quantità di risorse che hai, ovvero, più risorse hai e più l’essenziale aumenta. Allora sarebbe bene dire che in base alle risorse i livelli delle prestazioni devono essere uniformi per tutti i cittadini, lo Stato deve essere garante di questo diritto di cittadinanza. Ci sono tante funzioni, una ventina, le Regioni le hanno chieste tutte” con il rischio e l’ipotesi che “lo Stato diventi un fantasma. Le Regioni – conclude Giannola – diventano autonome rispetto al governo centrale, lo Stato viene via via svuotato di sovranità, questo per un governo che chiede il presidenzialismo mi sembra una follia; quindi, una contraddizione implicita fortissima tra chi vuole un presidenzialismo e chi vuole una autonomia che riduce drasticamente la possibilità di incisività del governo centrale”.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Economia

Il Btp Più fa il pieno di sottoscrizioni, raccolti 15 miliardi

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Il Btp Più, il nuovo titolo di Stato retail pensato per il pubblico diffuso dei risparmiatori, ha chiuso il collocamento con risultati straordinari, sfiorando il traguardo dei 15 miliardi. Lanciato lunedì scorso, il nuovo Btp ha suscitato un interesse eccezionale, attirando l’attenzione di migliaia di investitori che hanno risposto con entusiasmo alla proposta di un investimento minimo di soli 1.000 euro. Già il primo giorno del collocamento, avvenuto lunedì 17 febbraio, il Btp Più ha registrato una raccolta di 5,6 miliardi, cifra che ha superato le aspettative. Nei giorni successivi, il trend è rimasto positivo, con 3,7 miliardi raccolti il secondo giorno, 2,8 miliardi il terzo e, infine, 1,7 miliardi il quarto. A chiusura del collocamento, avvenuto questa mattina, l’importo totale raccolto ha raggiunto i 14,9 miliardi, con oltre 39.700 contratti sottoscritti e un ticket medio di circa 27.500 euro, segno dell’alta partecipazione di risparmiatori di diverse categorie.
Una delle principali ragioni del successo del Btp Più è stata la competitività dei suoi tassi di interesse, che sono stati poi adeguati alle condizioni di mercato. Il Mef ha annunciato, infatti, l’aumento delle cedole: dal 2,8% al 2,85% per i primi quattro anni, e dal 3,6% al 3,7% per gli anni successivi. Questa decisione, presa in risposta all’andamento del mercato, ha contribuito a rafforzare ulteriormente l’appetibilità del titolo, offrendo un rendimento crescente e vantaggioso per chi ha deciso di investirvi. Non è stato solo il rendimento a convincere i risparmiatori. Il Btp Più ha colpito per la sua durata di otto anni, la sicurezza del capitale e la protezione offerta agli investitori. Una delle principali innovazioni del titolo è l’opzione di rimborso anticipato alla pari, disponibile a partire dal quarto anno, che garantisce maggiore flessibilità e sicurezza a chi sceglie di aderire all’emissione. Il Btp Più ha risposto alle esigenze di sicurezza e rendimento degli investitori italiani, con un particolare focus su un pubblico retail che cerca soluzioni stabili per il proprio risparmio. A differenza dei titoli precedenti, il Btp Più non prevede un premio fedeltà, ma introduce l’innovativa opzione di rimborso anticipato alla pari, che rappresenta un valore aggiunto per chi sceglie di investire nel medio-lungo periodo. Inoltre, a favorire l’adesione al Btp Più è stata anche la tassazione agevolata peraltro comune a tutti i titoli del debito pubblico: con un’imposta sui redditi da capitale fissata al 12,5%, l’esenzione dalle imposte di successione e, come previsto dalla Legge di Bilancio 2024, l’esclusione dal calcolo dell’Isee fino a 50mila euro. Una combinazione di vantaggi fiscali e di un rendimento in crescita ha reso il prodotto ancor più interessante. Il successo di questa emissione si inserisce nel contesto di un più ampio rialzo dei rendimenti dei Btp benchmark. In particolare, il tasso per il titolo a otto anni è salito dal 3,26% al 3,33%, mentre per il titolo quadriennale si è registrato un aumento dal 2,64% al 2,69%. Questi incrementi testimoniano l’evoluzione positiva del mercato obbligazionario italiano e l’apprezzamento crescente per i titoli di Stato.
L’operazione Btp Più si inserisce in una strategia di comunicazione efficace, che ha saputo coinvolgere il pubblico in modo mirato. Già nel 2024, le campagne di comunicazione per altre emissioni di Btp avevano ottenuto risultati notevoli, e quest’anno non è stato da meno. L’efficacia delle azioni di comunicazione istituzionale è stata sottolineata dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio, che ha riconosciuto la rilevanza del messaggio veicolato. In sintesi, il collocamento del Btp Più rappresenta un vero e proprio trionfo per il risparmio degli italiani, con una risposta massiccia da parte degli investitori, una solida performance in termini di raccolta e una politica di tassi di interesse che si è adattata perfettamente al contesto economico. Con questi numeri, il Btp Più si afferma come una delle soluzioni più promettenti per il risparmio e l’investimento del futuro prossimo.
(ITALPRESS).
-Foto: ministero delle Finanze-

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Economia

Btp Più, con la prima emissione raccolti 15 miliardi

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ROMA (ITALPRESS) – Il Ministero dell’economia e delle finanze rende noto che si è concluso il collocamento del BTP Più avviato il 17 febbraio, con 14.905,67 milioni di euro raccolti e 451.831 contratti registrati.
I tassi cedolari definitivi del BTP Più, in considerazione delle condizioni di mercato, sono rivisti al rialzo rispetto ai livelli annunciati lo scorso 14 febbraio: 2,85% per il 1°, 2°, 3° e 4° anno (invece di 2,80%); 3,70% per il 5°, 6°, 7° e 8° anno (invece di 3,60%)

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Economia

Poste Italiane, l’utile sale a 2 miliardi. Del Fante “2024 da record”

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ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Poste Italiane, presieduto da Silvia Maria Rovere, ha approvato i risultati preconsuntivi relativi all’esercizio 2024, redatti in conformità ai principi contabili internazionali (IAS/IFRS) e l’aggiornamento del Piano Strategico del 2025.
I Ricavi del 2024 si attestano a livelli record: 12,6 miliardi di euro, in crescita del 5% su base annua.
Il Risultato operativo (Ebit) adjusted è pari a 2,96 miliardi di euro nel 2024, in anticipo rispetto al piano, ampiamente al di sopra dell’ultima guidance e pari a circa tre volte il livello del 2017. Utile netto più alto mai registrato e pari a 2,01 miliardi euro, raggiunto con due anni di anticipo rispetto al piano e in linea con la guidance aggiornata.
“Solida performance nella corrispondenza – sottolinea Poste Italiane -, grazie a un business mix favorevole e alle azioni di repricing – confermata la leadership nel settore pacchi in tutti i segmenti di clientela”.
I Ricavi dei servizi finanziari sono in crescita del 5,6% su base annua, a 5,5 miliardi di euro, trainati da solidi ricavi dal portafoglio investimenti e da commissioni record nella distribuzione di prodotti di finanziamento.
Raggiunta la soglia di 1 miliardo di euro di premi lordi nel 2024 nel business della protezione, e raccolta netta positiva nel comparto vita “in un contesto di mercato sfidante, con ricavi in crescita del 4,7% su base annua a 1,6 miliardi di euro – prosegue la nota -. Solida performance nei servizi PostePay, con ricavi in crescita nel 2024 del 9,5%, che si attestano a 1,6 miliardi, e Risultato operativo (Ebit) che aumenta del 20,3% su base annua a 0,5 miliardi, sostenuto dalla crescita del transato e dai risultati del business energia in anticipo rispetto alle previsioni di piano”.
La proposta di dividendo per azione per l’intero esercizio 2024 è pari a 1,08 euro, in crescita del 35% rispetto all’esercizio 2023, per una distribuzione totale di 1,4 miliardi sugli utili del 2024, in linea con la politica dei dividendi rivista al rialzo e basata su un pay-out ratio del 70%.
La traiettoria di crescita è confermata per il 2025, con una guidance del Risultato operativo (Ebit) adjusted pari a 3,1 miliardi di euro e dell’utile netto pari a 2,1 miliardi. La politica dei dividendi è rivista ulteriormente al rialzo, “grazie alla solida visibilità sui flussi di cassa e all’ottimizzazione del capitale di gruppo: pay-out ratio strutturalmente incrementato da oltre 65% al 70%, con dividendi cumulati nel periodo 2024-2028 pari a circa 7,5 miliardi di euro”.
“A marzo del 2024, durante il nostro Investor Day, abbiamo condiviso con entusiasmo la nostra visione e oggi, a distanza di un anno dall’avvio del nostro Piano Strategico, abbiamo superato gli obiettivi finanziari, registrando una solida performance su tutta la nostra piattaforma e realizzando con successo le nostre priorità strategiche. Nell’era digitale, Poste Italiane rimane una delle istituzioni più affidabili in Italia, con una presenza fisica capillare in ogni comunità e la più grande piattaforma digitale del Paese”, commenta Matteo Del Fante, Amministratore Delegato di Poste Italiane.
“Il 2024 è stato un anno da record. Abbiamo conseguito ricavi record pari a 12,6 miliardi di euro, Risultato operativo (EBIT) Adjusted record di 2,96 miliardi, quasi tre volte il livello del 2017, e utile netto pari a 2,01 miliardi, con due anni di anticipo rispetto agli obiettivi del Piano e perfettamente in linea con la nostra guidance aggiornata – spiega Del Fante -. Tutte e quattro le nostre business unit hanno registrato una solida crescita dei ricavi, confermando ulteriormente la solidità del nostro modello di business altamente diversificato. Obiettivi finanziari a parte, che risultano in anticipo rispetto alle previsioni, tutte le iniziative chiave del piano industriale “The Connecting Platform” risultano perfettamente avviate”.
“Poste Italiane continua a rappresentare un pilastro strategico per l’Italia e a svolgere un ruolo chiave nello sviluppo economico e sociale del Paese. Siamo estremamente fieri del Progetto Polis, che rafforza il nostro ruolo di partner di fiducia per le comunità, contribuisce a colmare il divario digitale e favorisce una maggiore coesione sociale – sottolinea l’AD di Poste Italiane -. La nostra trasformazione sta producendo risultati tangibili. Negli ultimi sette anni, abbiamo più che compensato i minori ricavi derivanti da settori in declino strutturale, come la corrispondenza e i bollettini di pagamento, generando 2 miliardi di euro di ricavi aggiuntivi da business in forte crescita come pacchi e pagamenti digitali, oltre a ricavi significativamente più elevati dal portafoglio investimenti e alla solidità del comparto assicurativo. Rimaniamo focalizzati sulla crescita sostenibile dei ricavi e della redditività, con una guidance per il 2025 che prevede un Risultato operativo (EBIT) Adjusted di 3,1 miliardi di euro e un utile netto di 2,1 miliardi”.
“Inoltre, grazie a una chiara visibilità sui flussi di cassa e a un’efficace ottimizzazione del capitale di Gruppo, ci impegniamo a rivedere al rialzo la politica dei dividendi, con un pay-out ratio strutturalmente incrementato al 70% in arco piano, che si traduce in oltre 7,5 miliardi di euro di dividendi cumulati nel periodo 2024-2028, rispetto all’obiettivo originario di 6,5 miliardi – prosegue -. Proporremo un dividendo per azione per l’intero esercizio 2024 pari a 1,08 euro, in crescita del 35% su base annua, per un totale di 1,4 miliardi di euro di dividendi distribuiti sull’utile netto dell’esercizio 2024. Il saldo sarà distribuito nel mese di giugno di quest’anno. Desidero ricordare che a marzo dello scorso anno avevamo fissato un target di dividendo per azione pari ad € 1 nel 2026, pertanto oggi possiamo dire di aver superato il nostro obiettivo con due anni di anticipo. Il 2024 segna l’ottavo anno consecutivo di crescita del dividendo annuale, con un totale di dividendi distribuiti dal 2016 pari a 7 miliardi – conclude Del Fante -. Guardando al futuro, la nostra fiducia in Poste Italiane rimane salda. La nostra capacità di generare crescita sostenibile e resiliente, in qualsiasi contesto, conferma la solidità del nostro modello di business e della nostra visione di lungo periodo. Mentre proseguiamo in questo percorso, rimaniamo impegnati nella creazione di valore per tutti i nostri stakeholder: gli azionisti, i clienti, i dipendenti e le comunità che serviamo”.

– Foto ufficio stampa Poste Italiane –

(ITALPRESS).

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